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Omelia XXVIII Dom. T.O.C del 10 ottobre 2004

10 Ottobre 2004 - XXVIII DOM. T.O. C - 2 Re 5¸14-17;2Tm 2¸8-13; Lc 17¸11-19 Il Vangelo di oggi è interessante come sempre per tanti motivi. Per esempio¸ come testimonia la presenza della prima lettura¸ per il fatto che spesso Luca imposta alcuni degli episodi della vita di Gesù tenendo d´occhio quello che nei libri dei Re si raccontava nelle storie di Elia e di Eliseo. Il legame¸ la connessione narrativa tra alcuni episodi di Elia ed Eliseo e la vita di Gesù è caratteristica di Luca; pensate alla risurrezione del figlio della vedova; al modo in cui racconta la moltiplicazione dei pani. E la liturgia ha tenuto conto di questo perché¸ quando Luca ha queste caratteristiche¸ mette nella prima lettura una sezione ridotta¸ come in questo caso¸ delle storie di Elia e di Eliseo. Questa è una pura curiositภma è comunque una curiosità interessante; anche perché alcuni di voi potrebbero approfittare per andare a leggere le storie di Elia e di Eliseo che sono molto strane¸ rasentano l´incredibile¸ però sono interessanti; è un passatempo a cui potreste dedicarvi la prossima settimana. Poi l´altro tipo di osservazioni da fare sul brano di oggi mi sembra che sia il modo con cui il racconto¸ nella maniera con cui fluisce¸ con cui è scritto¸ suppone alcune cose che sono convincimenti della Chiesa apostolica ormai sicuri e li insinua dentro senza dirli esplicitamente¸ ma lasciando che il lettore per suo conto li capisca. Cioè dei presupposti che ormai fanno parte della fede della Chiesa apostolica e che probabilmente sono cosí chiari¸ cosí noti ai primi cristiani¸ che non hanno bisogno di esplicitarli¸ ma si infilano dentro nel racconto quasi senza che lo scrittore se ne accorga. Il primo è un elemento che abbiamo già visto un´infinità di volte¸ quindi è inutile che mi fermi ancora a commentarlo¸ ed è quella puntina di antigiudaismo che c´è sempre. Antigiudaismo non è forse la parola esatta; è quel problema che io ho già citato una quantità di domeniche. Cioè i primi cristiani si sentono obiettare dai non ebrei - Noi saremmo anche disposti a credere¸ ma ci spiegate per piacere perché gli ebrei non hanno creduto¸ loro che dovevano essere il più preparati¸ e molti di loro hanno visto di persona Gesù. Perché dovremmo credere noi se non hanno creduto loro? Qui ci deve essere sotto qualche cosa; voi ci imbrogliate -. Allora questi primi predicatori devono sforzarsi di trovare una spiegazione - No¸ guardate¸ non è che ci sono delle debolezze nella vita di Gesù¸ è che gli ebrei¸ per queste ragioni¸ non hanno creduto-. Il testo di oggi non dice nessuna particolare ragione¸ però dice -Eh! Sappiamo anche noi! Storia vecchia questa! Pensate che una volta ha guarito dieci lebbrosi¸ uno solo è tornato a ringra ziare e non era ebreo-. Non dice neanche che gli altri nove sono ebrei. Ecco perché dicevo che la caratteristica del racconto è di sottintendere. E´ fine sotto questo aspetto; il lettore deve capire lui - Gli altri nove non sono tornati¸ saranno stati ebrei; però che cafoni questi ebrei che non tornano neanche a ringraziare-. Ma il testo non dice che gli ebrei sono cafoni¸ la responsabilità di dirlo viene lasciata al lettore¸ qui c´è solo che non son tornati. Furbo questo modo di raccontare¸ delicato e furbo nello stesso tempo! Questo significa che loro sono consapevoli di questi problemi; non li affrontano¸ direi¸ in maniera diretta¸ sviscerandoli¸ cercano però di ammorbidirli¸ di risolverli in questa maniera. Il samaritano è un´altra caratteristica di Luca. Voi sapete che a Luca¸ non agli altri¸ Matteo e Marco non sono cosí simpatizzanti dei samaritani¸ lo è in parte Giovanni¸ ma Matteo e Marco non danno particolare importanza¸ Luca invece per ragioni sue che non conosciamo con esattezza sicura ha molta simpatia per i samaritani. I samaritani¸ come sapete¸ erano una popolazione che viveva al centro della Palestina di allora e che da due secoli e mezzo erano considerati degli eretici¸ dei rinnegati che non dovevano far parte del popolo ebraico. Loro però avevano una fede che ritenevano essere uguale a quella di Mosè¸ ma insomma venivano scartati dagli ebrei. E ai samaritani Luca ama far fare bella figura¸ in maniera addirittura superiore alla media; vi ricordate la parabola del buon samaritano. E qui l´unico che ritorna è samaritano. Uno potrebbe domandarsi - Ma come ha fatto Gesù a capire che era samaritano-? Accento¸ dialetto¸ vestito diverso? Non ha importanza¸ il racconto suppone che si capiva che era samaritano. I samaritani appaiono¸ anche qui è sottinteso tutto. Perché il samaritano ritorna? Ci deve essere una verosimiglianza nel racconto altrimenti non sta in piedi. Perché ha messo come persona capace di essere riconoscente non un ebreo ma un samaritano? Chiaro¸ la ragione prima era la precedente¸ perché bisogna pur spiegare che gli ebrei erano dei testoni; e c´è da prendere atto. - Son fatti cosí¸ cosa volete farci-! Il samaritano invece è più pronto a tornare. E il lettore si domanda - Ci sarà qualche motivo-. Anche perché ha sentito nell´altro racconto che il samaritano era stato più pronto a soccorrere il ferito. Allora sorge la domanda - Quale sarà la ragione per cui i samaritani fanno cosí bella figura in Luca- ? Il Vangelo non dà risposte a questo. Forse sarebbe meglio che anche noi non dessimo risposte¸ però tutte queste cose fanno pensare. Per esempio uno potrebbe dire : Luca ha accompagnato Paolo. Paolo era convinto che quella eccessiva cura di osservare la legge aveva reso gli ebrei un po´ ottusi¸ li aveva resi fissati sulla legge¸ e questa fissazione dell´esecuzione precisa delle cose li rendeva disattenti a valori più importanti¸ più vivi. Per esempio gli altri nove¸ siccome Gesù ha detto - Andate dai sacerdoti-¸ sono andati dai sacerdoti con chiusura mentale¸ dritti là. Perché -La legge!-¸ - La norma!-. Infatti era prescritto. Se uno si trovava guarito da questa malattia¸ che poi non era la lebbra¸ era una malattia della pelle¸ chissà quale¸ doveva presentarsi al sacerdote e dire - Controlli se sono guarito-! Loro hanno l´impressione di essere guariti e corrono là. Il ragionamento sarebbe che quando uno si attacca ai regolamenti perde la vivacità mentale¸ diventa un po´ oca¸ e non si ricorda neanche che la cortesia normale esigerebbe di andare a ringraziare quello che ti ha guarito. Allora il samaritano sarebbe la persona che è più sveglia¸ più normale¸ meno regolamentata¸ intendiamoci¸ non perché non hanno la legge¸ la legge ce l´ hanno i samaritani¸ uguale a quella degli ebrei¸ non ha la mania dell´ osservanza¸ l´ossessione dell´osservanza. E´ come l´italiano rispetto al tedesco: quello sta alle norme (il tedesco e l´italiano delle barzellette¸ mica quelli veri!) e l´italiano che appena c´è un regolamento trova il modo per non osservarlo¸ perché i regolamenti sono fatti per non essere osservati nella mentalità dell´italiano¸ specie nelle zone costiero-mediterranee. Sarà questa la ragione? Poi c´è un´altra cosa sottintesa; questa più importante¸ più seria. Questo qua¸ il samaritano¸ torna lodando Dio a gran voce ( forse è da qui che si capisce che è samaritano: parla con l´ accento¸ col dialetto samaritano)¸ e per lodare Dio a gran voce si getta ai piedi di Gesù per ringraziarlo. Qui quello che c´è di sottinteso è teologia alta: ringraziare Dio e ringraziare Gesù sono due cose che coincidono. Torna lodando Dio¸ ma poi come gesto di adorazione¸ rivolto a Dio evidentemente¸ che sta lodando¸ c´è la prostrazione davanti a Gesù. Il lettore capisce e dice - Eh sí! Non è più necessario andare al tempio dai sacerdoti per incontrare Dio. Anzi¸ per poter incontrare Dio¸ rispetto a Gerusalemme bisogna fare dietrofront e andare da Gesù¸ perché adesso il Dio vero¸ il Dio dei padri¸ il Dio della salvezza si trova in Gesù. Per questo Gesù gli può dire - Adesso vai pure in pace¸ non più dai sacerdoti¸ perché la tua fede ti ha salvato¸ quella fede che tu hai scoperto¸ che Dio si trova in Gesù -. E questo è certamente la punta¸ l´acme del racconto. Tutto il resto¸ sia la piccola puntatina antigiudaica¸ sia la differenza giudeo/samaritano¸ sia lo schematismo nove ottusi/uno sveglio serve ad arrivare a questo punto. Perché il vero evento che è capitato¸ più che la guarigione dalla malattia è in realtà il fatto che questa persona ha capito il senso della guarigione. Apro una parentesi: l´idea che il miracolo come tale non è sufficiente per avere fede vi ricordate che c´era già nella storia del ricco Epulone - Ma se uno non ascolta Mosè e i profeti¸ anche se vede uno risorto-! Cioè: se uno non ha la mente aperta! Anche gli altri son guariti¸ ma si fermano alla guarigione. Ecco perché giustamente la preghiera iniziale diceva - Fa in modo che non ringraziamo soltanto per la guarigione del corpo ma per il dono della fede-. La preghiera iniziale aveva sottolineato questo aspetto. Quindi questa non è tanto una storia di miracolo ma è la storia della comprensione del significato che deve avere un dono di Dio; è la storia di come bisogna ringraziare la possibilità che certe persone hanno di capire che quello che alle volte accade loro nella vita è un segno che viene da Dio¸ e allora queste persone lasciano perdere tutto il resto¸ tutte le convenienze¸ capiscono che c´è Dio in questo fatto¸ tornano indietro e ringraziano¸ lodano. E in sostanza Luca vuol dire - D´ora in avanti è in Gesù che si trova Dio. Il Samaritano l´ ha capito-. Ecco¸ lui diventa un modello¸ direi¸ della interpretazione di quel che accade in senso cristocentrico. E in questo senso¸ è pure una cosa interessante che andrebbe approfondita¸ assomiglia alla samaritana di Giovanni. Solo che Giovanni ha tutta un´altra procedura¸ perché intanto mette in scena una donna e poi fa arrivare la donna a capire che il valore supremo è Gesù attraverso una serie di dialoghi. Quindi è una cosa diversa però¸ questo sarebbe interessante per uno studioso che cerca di approfondire lo sviluppo della letteratura neotestamentaria¸ della fantasia creatrice anche di questi scrittori: là c´è una donna attraverso una lunga serie di colloqui¸ qui c´è un uomo attraverso una intuizione rapida¸ immediata. - Sono stato guarito. E´ stato Dio a guarirmi¸ ma dov´è Dio? Devo tornare indietro¸ Dio è in Gesù -. E non va verso il suo tempio¸ che c´era sul monte Galizim¸ un tempio eroico anche quello¸ non va più dal suo sacerdote¸ ci andrà magari ancora dopo¸ ma capisce che la prima cosa è qui. E ora¸ arrivati a questo punto¸ se volete anche a me viene in mente il suggerimento¸ la considerazione un po´ banale che però oggi dovremmo fare. Se voi andate in qualche clinica religiosa a trovare qualcuno¸ ormai trovate la suora nera¸ l´infermiere nero anche lui¸ e alcune vecchie suorine nostre¸ bianche¸ cadenti¸ e potreste dire - Ma ormai di gente che crede a Cristo ci sono solo questi stranieri qui-? E gli altri nove? Le centinaia di migliaia di europei nati col cristianesimo dove sono? Non si trovano più altro che questi stranieri che vengono a onorare il Signore come cristiani? Sarà una sciocchezza¸ ma a me viene in mente. Questi qui che poverini¸ nel Veneto han perfino fatto dei corsi¸ si sforzano di capire il dialetto delle vecchie maleducate che parlano al negro il dialetto¸ e lui poverino si sforza di imparare il dialetto per far piacere alla vecchia¸ come fanno le badanti. Ormai non si trova più niente di cristiano¸ se non in alcuni stranieri. Questa vecchia Europa malandata¸ ma ancora superba e vanitosa¸ si dimentica di riconoscere che¸ non solo in Cristo c´è Dio¸ ma in Cristo c´è anche gran parte della sua intelligenza secolare¸ di quella che un tempo fu la sua bontà. Lo so che la Chiesa di Cristo ha commesso tanti errori¸ ma non è onesto che si continuino a denunciare gli errori commessi e non ci si ricordi mai¸ almeno per fare un bilanciamento onesto¸ di tutto il bene che la Chiesa nei secoli ha fatto all´Europa. E a me dà molto fastidio che appena c´è da fare una denuncia¸ da Dario Fo in giù¸ la denuncia si fa¸ o da Dario Fo in su a seconda di come volete¸ quando si deve fare un riconoscimento del bene che è stato fatto dalla Chiesa nessuno se ne accorge¸ come se non ci fosse. Questo vuol dire essere duri di cuore¸ come quei nove ebrei che sono andati a prendere il certificato della Asl ma si sono dimenticati di andare a ringraziare il loro medico che li aveva guariti.