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Omelia IV QUARESIMA A del 30 Marzo 2014

30 Marzo 2014 – IV QUARESIMA A – 1Sam 16¸1b.4.6-7.10-13; Ef 5¸8-14; Gv 9¸1-41 Qual´è l´intenzione dell´evangelista in questo lungo racconto¸ con i farisei che capiscono sempre meno e il cieco che invece capisce sempre più? Mentre nel racconto della samaritana c´è piena comprensione tra Gesù e i samaritani¸ nel racconto di oggi Giovanni vuol dire che i dottori religiosi del popolo ebraico del tempo sono persone che non sanno seguire un corretto discorso teologico¸ non sanno gestire con oggettività l´evento che è accaduto¸ prechè sono pieni di pregiudizi. L´evangelista¸ pur essendo un teologo complicato¸ capisce che la rivelazione esige questa mutua apertura di credito tra le persone. Con la samaritana si è creata una mutua comprensione¸ mentre l´atmosfera di questo vangelo è l´opposto. Probabilmente l´evangelista¸ che scrive intorno agli anni 80-100¸ non ne può più della costatazione che gli ebrei in maggioranza hanno rifiutato la fede cristiana¸ e ritiene che sia necessario far capire che si creerà un´ostilità fra i due gruppi¸ e dice che i giudei avevano già deciso di escludere dalla sinagoga quelli che credevano in Gesù; è chiaro che l´evangelista è influenzato dalla situazione del suo tempo¸ e cerca di dimostrare che la cultura teologica del giudaismo del suo tempo è rovinata dal pregiudizio di sapere tutto quello che riguarda Dio¸ a partire da una loro interpretazione dell´Antico Testamento. Loro sono convinti che violare il sabato è una colpa. Notate che è molto audace¸ da parte di uno scrittore di origine ebraica¸ dire che il terzo comandamento¸ che era quello del sabato¸ non ha più valore; perché¸ anche se non è detto a parole chiare¸ i cristiani festeggiano il giorno dopo il sabato¸ e lo chiamano – il giorno del Signore-¸ cioè il vero sabato; quindi è chiaro che è anche colpa dei cristiani se gli ebrei non li capiscono più; loro vogliono far capire che Gesù ha rinnovato molte cose¸ che il sabato è una cosa transitoria¸ e¸ cosa più importante¸ vogliono far capire che il peccato non impedisce un´azione benevola di Dio nei confronti del peccatore. A parte che Gesù sottolinea che nessuno ha peccato¸ e che essere ciechi è semplicemente un fatto naturale¸ quando i farisei insistono nel dire che Gesù¸ peccatore perché viola il sabato¸ non può essere aiutato da Dio a compiere un´opera buona¸ non capiscono il modo di agire di Dio¸ ritengono che Dio sia uno che si assoggetta alla legge che lui stesso ha stabilito¸ uno che ha le mani legate¸ perché avendo reso peccato un determinato comportamento¸ deve astenersi da far del bene a chi ha trasgredito il comandamento. Non hanno capito che Dio è al di sopra e al di fuori di questa contrattualità delle norme umane. Il nocciolo della polemica è evitare quello che è successo¸ secondo l´evangelista¸ nel pensiero dei maestri ebrei: concepire Dio in maniera troppo antropomorfica a livello di valutazione della realtภdi giudizio di quello che accade: tolgono a Dio la libertà di essere libero di amare¸ libero di perdonare¸ libero di donare gratuitamente a chi non merita; cioè di essere veramente il padrone del mondo¸ nel senso positivo del padrone che benefica. Di Dio non si può parlare pensando di sapere come veramente si comporta¸ perché il suo comportamento non va verso l´annullamento¸ la distruzione¸ il male¸ ma va verso la crescita¸ il bene. Questo è il senso fondamentale del racconto: la ristrettezza del tradizionalismo teologico dell´ebraismo¸ perché paragona Dio ai limiti di chi detiene umanamente il potere. Dio è un´eccedenza di bontภnon un´eccedenza di potere¸ contestato¸ e per questo fragile. Probabilmente questo testo del cieco serve a Giovanni per insegnare una delle vie possibili per diventare cristiani¸ cioè farsi battezzare. Ma probabilmente l´evangelista vuol dire che il battesimo non esige che ci sia già una fede completa; e questo contrasta in parte con quello che la chiesa attuale sta cercando di fare; il battesimo non si dà quando la fede è già maturata¸ ma quando si è ancora nelle tenebre e bisognosi di essere illuminati; il battesimo è un dono di Dio che anticipa la comprensione umana; quando poi la persona che dal battesimo ha ricavato stima di se stesso¸ forza morale interiore¸ la sicurezza che Dio gli vuol bene¸ allora pian piano¸ confrontandosi con dei nemici¸ con delle persone che lo deridono¸ finisce per comprendere quanta luce dà alla sua vita Gesù Cristo.