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Omelia I QUARESIMA A del 9 Marzo 2014

TRASCRIZIONE NON INTEGRALE 9 Marzo 2014 – I QUARESIMA A – Gen 2¸7-9; 3¸1-7; Rm 5¸12-19; Mt 4¸1-11 La seconda lettura è il testo più difficile. San Paolo è convinto che l´umanitภda sola¸ non riesce a liberarsi dal peccato. La parola peccato oggi non è di moda; oggi si direbbe che l´umanità da sola non è capace di arrivare alla giustizia¸ alla vera uguaglianza tra i popoli¸ al rispetto di tutte le persone. Quando Paolo usa la parola peccato intende esattamente questo; l´umanità è sempre più indietro del dovuto¸ è sempre sfasata¸ non riesce mai a trovare la capacità di distinguere nettamente il bene dal male¸ e di operare per il bene. Nel periodo attuale la sensibilità per il bene¸ specialmente nel mondo occidentale¸ si è diffusa come mai prima; settant´anni di pace non ci sono mai stati nella storia dell´Europa. La maggioranza delle persone non sa cosa significhi il terrore che comporta essere dentro in una guerra. Paolo usa l´espressione- la morte ha regnato-; chi ha visto cos´è la guerra sa che lí la morte regna. La morte nei tempi passati ha regnato anche in altri modi¸ pensiamo alle pestilenze; e anche sotto questo profilo quest´epoca è tra le più felici. Tuttavia anche in questa nostra epoca siamo ancora molto fragili nella decisione a favore del bene¸ soprattutto perché non siamo in grado di dedicare gli sforzi sufficienti per realizzare una distribuzione uniforme del benessere su tutto il pianeta. E´ un obiettivo difficilissimo¸ che l´uomo da solo non è ancora in grado di raggiungere¸ che tutti stiano sufficientemente bene. Sprechiamo ancora energie e forze per cose per noi superflue¸ mentre molti mancano del necessario. E´ vero che siamo più consapevoli che nel passato di questo nostro dovere che non sappiamo mettere in pratica¸ è vero che anche governi e istituzioni si rendono conto di questo¸ ma c´è ancora un´infinità di sprechi superflui. Al tempo di Paolo questa situazione si chiamava peccato. Il mondo greco e romano non usava questa parola. Il mondo della bibbia chiamava questa situazione peccato. All´interno del movimento che ha fatto sorgere il cristianesimo¸ Paolo si è reso conto per primo che per uscir fuori da questa schiavitù nei confronti del peccato non bastava nulla di ciò che è semplicemente umano¸ occorreva un atto di Dio. Questo fondamentalmente è il pensiero chiave di Paolo. E´ anche il pensiero chiave di Gesù¸ e di tutti gli altri cristiani: per fortuna Dio ha mandato a noi un uomo che ci aiuterà a superare questa nostra incapacità di arrivare alla giustizia. Questo è quello che Paolo continuamente dice nelle sue lettere. In particolare Paolo è attento a smascherare un´illusione¸ quella che per arrivare a realizzare quella giustizia siano sufficienti le leggi¸ La Legge. Vale a dire sia sufficiente una visione teorica che elenca quel che è bene e quel che è male¸ e che il giudaismo del suo tempo riteneva l´unico dono che Dio ci poteva fare. L´esperienza dimostra che definire in linea di principio che cosa sarebbe necessario fare non elimina la distanza che c´è fra il dire e il fare. E´ il fare che ci sfugge¸ non solo a livello di istituzioni¸ ma anche a livello di ogni singola vita personale. Paolo è convinto che Gesù Cristo è l´unico che ha il potere di cambiare questa situazione¸ e di darci non solo la chiarezza mentale¸ la conoscenza¸ ma la prassi. Paolo intuisce che Gesù non è soltanto una persona che ha dato un esempio¸ e che ha chiarito a livello teorico quel che è bene e quel che è male¸ ma è convinto che Gesù risorto ha in sé tutta la potenza creatrice di Dio¸ e ¸contattando il nostro spirito e le nostre coscienze¸ ci trasforma dall´interno. Paolo si serve dell´esempio di Adamo¸ non per parlare di Adamo¸ ma per dire che in Gesù Cristo¸ e soltanto da lui¸ può venire lo sblocco di questa situazione. La trasgressione¸ l´indifferenza¸ il peccato¸ il menefreghismo si diffondono per osmosi¸ per imitazione¸ per contaminazione. Gli scrittori della Genesi¸ di ritorno dall´esilio di Babilonia¸ nel IV-V secolo¸ vedendo che per l´ennesima volta non si risolveva la situazione¸ hanno trovato una strategia per consolarsi¸ e hanno detto – è sempre stato cosí¸ fin dal primo uomo-¸ e hanno inventato la storia di Adamo. E l´hanno scritta in modo tale da far capire che un´inezia¸ una stupidaggine¸ una mela¸ un serpente¸ ha cominciato a inserire nel cuore dell´uomo il sospetto¸ la paura di sentirsi imbrogliato¸ l´invidia. E´ cominciata cosí ed è andata avanti cosí. Dio ha introdotto la legge; non è servita a niente¸ anzi peggiora la situazione¸ perché fa capire che sei colpevole¸ deprime la morale. Anche nel caso di Gesù¸ il ragionamento di Satana è esattamente questo: cosa te ne frega degli altri¸ se hai fame e sei capace fatti del pane¸ ti do i regni della terra¸ chiedi a me¸ buttati giù cosí fai spettacolo¸ tanto quello stupido di Dio ha detto che ti manda gli angeli a sorreggerti il piede. La dignità di Gesù sta nell´avere¸ a differenza della leggenda di Adamo¸ una fiducia suprema in Dio. Quello che Paolo vuol dire è che se noi uomini accettiamo¸ se volete¸ l´ipotesi¸ la speranza che Dio direttamente intervenga nell´interno del nostro spirito per aiutarci¸ allora c´è una speranza per noi. Se questo non avviene tireremo avanti¸ a spese però di altri che stanno male¸ e potrebbe anche succedere che la valanga iniziata con Adamo continui. Molta gente ritiene che¸ nonostante tutto¸ bisogna avere fiducia in noi stessi da soli; Paolo vuol dimostrare che non è cosí¸ dicendo che bisogna fidarsi di uno solo che è Gesù Cristo. La legge¸ la cultura¸ i buoni propositi¸ le filosofie¸ le psicanalisi descrivono¸ suggeriscono¸ ma lasciano l´abisso tra il dire e il fare. Le religioni¸ e in particolare il cristianesimo¸ dicono: guardate che Dio c´è; basta contattarlo¸ basta avere fiducia¸ e da quell´uno solo che è Gesù Cristo¸ la forza di Dio entra nella nostra coscienza e ci dà un po´ più di forza di quella che avremmo se restassimo da soli. La quaresima è fatta per riscoprire questa possibilitภche nel segno della celebrazione¸ della preghiera¸ della meditazione¸ si inserisca la realtà di Dio¸ che è realtà creatrice¸ potente¸ efficace¸ capace di cambiare la realtภla realtà del mio pensare¸ del mio volere¸ del mio decidere.