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Omelia VI DOM. T.O. A del 16 Febbraio 2014

Paolo ha soppresso ogni valore salvifico della legge e di tutte le leggi. Servono solo a indicare cosa si dovrebbe o non si dovrebbe farež per classificare un comportamento come giusto o colpevole; ma non danno nessuna forza per poter realizzare quello che comandano. La legge non ha nessuna capacità di indurre la libertà umana ad ubbidire. LŽosservanza della legge viene da qualcosa di interno alla personaž dalla coscienza. Per san Paolo quello che conta soprattutto è lŽaiuto interiore di Diož tramite il suo Spirito. Il pensiero di Paolo ha creato dei disagi già negli anni in cui si diffonde il suo pensiero; Matteož che scrive il suo vangelo molto tempo dopož è preoccupato che il pensiero di Paolož lasciando ogni scelta alla interiore decisione della personaž rischi di creare impossibilità di controllare i comportamentiž e scandalizzi gli ebrei. Allora ha detto che il Signore non voleva abolirež ma voleva portare a compimentož cioè trasferire la legge a un livello superiorež trasformandone il linguaggio e la finalità. Le antitesi sono talmente arcaiche dal punto di vista costruttivo che con ogni probabilità contengono molto che risale a Gesùž anche se il blocco risale certamente allŽevangelista. Questi testi brillano per la loro esagerazione paradossale. A pensarci bene sono un modo per ridicolizzare la leggež per far capire che la parola -non uccidere- è priva di valorež perché quello che conta non è impedire lŽatto estremož quello che conta è educare la persona a rispettare suo fratello. Questo modo di parlare ci fa capire una cosa importantež quella che qualche esegeta ha chiamato: lŽinizio dellŽumanesimo cristiano. Matteo ritiene che non soltanto la legge non basta a se stessa per ottenere il benež ma neanche il culto; perché dice che se stai facendo lŽofferta allŽaltare e ti viene in mente che un tuo fratello ha qualcosa contro di tež interrompi tuttož vai a riappacificarti e poi torna qui; il che significa che il culto compiuto da una persona che non è in pace coi suoi fratelli non serve a nientež non deve essere fatto. Questo è umanesimo: Dio viene onorato quando tu onori lŽuomož la donna che ti sono viciniž il tuo prossimo. Gesù e il vangelo parlano sempre delle persone che vivono insiemež della piccola comunità del villaggiož perché è lí che si costruiscono i rapporti che contano nella vita. Anche lŽidea di riconciliarti per strada sta a significare che non sono i tribunaliž le leggiž le condannež quelle che migliorano la societàž ma la capacità dellŽuomo di dare importanza alla pace con il suo fratello. Anche dire di non commettere adulterio è inutilež non serve a nientež quello che contaž diremmo oggiž è educare fin da bambini a una visione razionalež pulitaž correttaž che tenga conto dei rapporti tra personež della sessualità e dellŽaffettività. Perché tutto nasce nel pensierož e la leggež la formulazione giuridica arriva al pensiero esteriormentež come un titolož che ti lascia perfettamente freddož non arriva là dove nascono le emozioni. Per questož paradossalmentež Gesù dice che basta pensare a una donna per commettere adulterio. Ma guai se questo lo si fa diventare una nuova legge: allora è peccato mortalež devi confessarti; questo è stupidož perché non è questo che Gesù vuol dire. Matteo vuol dire: studiate bene cosa vuol dire essere uomini! Vuol dire avere una interiorità che continua a pensarež desiderarež valutare; è quello il punto in cui bisogna lavorare; è la capacità di far coincidere la parola con quello che tu veramente pensiž se pensi sí devi dire síž altrimenti taciž che è meglio. Questa è la capacità di Matteo di farci capire che quello che conta è ciò che accade nella nostra mentež nel nostro modo di ragionare e valutare le cosež e che quello che ci aiuta è una specie di autoanalisiž di autocorrezione. Quello che forse Matteo voleva insegnarci è: Dio è dentro di tež la fonte della sapienza è nella tua interiore capacità di valutarež con la massima oggettività possibilež quello che ti capita quandož nei confronti di un tuo fratellož cerchi di trovare la giusta posizione da assumere. In questo senso si può parlare di tentativo matteano di creare un umanesimo cristiano.