» Home » Domande - Risposte   » Libro deglio ospiti    » Contatti  
Omelia Presentazione del Signore del 2 febbraio 2014

2 Febbraio 2014 – PRESENTAZIONE DEL SIGNORE – Ml3¸1-4; Eb2¸14-18; Lc 2¸22-40 Simeone e Anna sono le persone¸ all´interno del Nuovo Testamento¸ di cui si fa un profilo biografico¸ assente per altri personaggi; ci si potrebbe domandare se ci sia un ricordo storico di questi due vecchi. E´ chiaro che Luca si riferisce alle parole di Malachia¸ anche se non le cita¸ e ci aiuta a capire la svolta che la venuta di Cristo ha portato¸ rispetto a certe attese dell´A.T. Tra Malachia e Gesù ci sono di mezzo 300 anni. Malachia si lamenta perché i sacerdoti nel tempio non compiono i riti con la dovuta perfezione e onestภe fa dire a Dio che verrà un giorno in cui manderà il suo messaggero a preparare la sua via¸ entrerà nel tempio l´angelo dell´Alleanza (un secondo molto vicino a Dio che è una specie di preparazione all´idea di una seconda persona della divinità)¸ suscitando paura¸ purifica bruciando¸ perché possano offrire al Signore un´offerta secondo giustizia. La concentrazione è sul rituale¸ sulla purezza dell´offerta¸ sulla correttezza dell´esecuzione. Forse si intravede¸ ma lontano¸ la purità mentale dell´intenzione. Tutto è fatto a livello di recitazione simbolica liturgica. Anche il salmo ha di Dio un´immagine militare. La scena evangelica è quanto di più dolce¸ umano e familiare si possa leggere. Due vecchi che aspettano¸ uno è contento di morire perché vede la fortuna degli altri che verranno¸ e al posto del fonditore dell´argento col fuoco¸ viene una mamma con un bambino di pochi giorni. Questo è Dio che entra nel tempio. Questo è il grande cambiamento che il Nuovo Testamento porta nella storia mondiale delle religioni. Assomiglia di più a certe mitologie pagane che alla durezza dell´ A. T. . Solo che le mitologie pagane parlavano di una quantità di personaggi sovrumani¸ e questi figli di dei appena cresciuti diventano dei delinquenti¸ e le loro storie sono storie di stupri¸ adulteri¸ liti¸ lotte¸ porcherie. Non serve a niente celebrare il rito con precisione¸ contano le coscienze¸ il difficile è mantenere la purezza e la perfezione soprattutto a livello morale. E questo comporta la spada che trafigge l´anima. La seconda lettura usa la parola sofferenza: il sacerdote....per avere sofferto personalmente (ecco la fine dei riti) è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova. Sofferenza e prova: su queste due parole ci sarà modo di tornare ancora.