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Omelia EPIFANIA DEL SIGNORE del 6 Gennaio 2014

6 Gennaio 2013 – EPIFANIA DEL SIGNORE - Is 60¸1-6; Ef3¸2-3a.5-6; Mt2¸1-12 Un aspetto evidenziato da questa storia dei magi è la concezione centripeta dell´agire di Dio: tra tutti i popoli Dio sceglie Israele¸ che deve diventare punto di attrazione per tutti gli altri¸ come dice la prima lettura. Quasi che il piano di Dio sia quello di creare sulla terra¸ a livello di spazio¸ e nella storia¸ a livello di tempo¸ un punto focale¸ al quale tutti devono riferirsi. E´ chiaro che materialmente non bisogna andare tutti a Gerusalemme¸ però mentalmente¸ dal punto di vista della ricerca del valore¸ bisogna indirizzarsi tutti verso Gerusalemme. Anche i magi vengono descritti in questo modo. Ma nei magi c´è una variante¸ che dà l´idea che nel Nuovo Testamento ci sia qualcosa che rompe questo schema; i magi infatti vanno a Gerusalemme non perché l´hanno letto nella scrittura¸ o perché hanno sentito parlare del popolo ebraico e vanno a cercare lí la veritภma perché hanno visto una stella¸ e non si fermano a Gerusalemme¸ lasciano i doni e se ne vanno. La ragione per cui sono andati non è la gloria di Gerusalemme che li attira¸ ma è un segno che viene dalla loro cultura¸ sono degli astronomi. Vanno a Gerusalemme¸ ma non diventano discepoli osservanti¸ non si convertono¸ tornano a casa loro. Non dico che si passa dal centripeto al centrifugo¸ però ad un certo punto nasce questa domanda: questa idea di dover dipendere da un centro¸ dove c´è la luce¸ dove c´è la veritภè l´immagine che il cristiano deve coltivare¸ per andare da ogni parte e dire- venite tutti qui-? Il prologo di Giovanni ricorda che il Logos è dappertutto¸ non dà l´idea di una presenza concentrata in un punto e in un tempo¸ dà l´idea di una presenza diffusa dappertutto¸ che forse perché c´è un generale rifiuto o incertezza¸ ad un certo momento si fa più visibile in un punto¸ e fa in modo che da quel punto si irradi una luce che può di nuovo manifestarsi da ogni parte. L´immagine tipica della prima chiesa è quella del corpo¸ dove c´è un capo¸ ma questo non può esistere senza le membra¸ e dove anche le membra più deboli e piccole sono ugualmente indispensabili¸ perché tutti dipendono da tutti. Non si deve andare verso il capo¸ che è il centro che diffonde vita¸ luce a tutte le membra¸ e tutte le membra insieme¸ in una circolarità continua si aiutano e si sostengono¸ per cui se un membro soffre tutto il corpo soffre. Il papa Francesco ha detto chiaramente che l´immagine che dobbiamo farci della presenza di Dio nel mondo¸ e anche della presenza della chiesa nel mondo¸ non dev´essere la sfera¸ per cui ci si mette al centro e da lí si guarda¸ ma deve essere quella¸ lui dice¸ di un poliedro¸ dove non c´è veramente un centro¸ ma una varietà di strutture. Il piano di Dio vuole che ci sia una sua presenza al centro e una dipendenza di tutti da questo centro¸ o Dio vuole che ci sia un apporto continuo che viene da ogni parte¸ perché Dio è dappertutto? Il racconto dei Magi¸ san Paolo¸ il Prologo di Giovanni ci dicono che il senso ultimo della creazione è apparso sí con chiarezza in un momento della storia e in un punto preciso¸ in Gesù; ma in Gesù è apparso ciò che in realtà esiste dappertutto¸ che opera in ogni cultura¸ in ogni religione¸ in ogni essere umano; per cui quello che è accaduto in Cristo non è il punto da cui si deve governare¸ imporre agli altri¸ ma è soltanto il punto da cui si capisce il senso di ciò che c´è dappertutto¸ è la chiave interpretativa di una presenza universale di Dio in tutte le culture¸ in tutte le persone¸ in tutte le religioni. Questa è una idea nuova che sta nascendo all´interno della cultura laica e all´interno della cultura delle chiese; ecco perché il dialogo tra le religioni diventa una necessità urgente; perché forse dobbiamo cambiare lo schema mentale con cui interpretiamo il senso del tutto. Non dobbiamo convertirci¸ nel senso di uscir fuori da quel che siamo¸ per diventare altro nel nucleo centrale; eventualmente è il nucleo centrale che deve venire da noi. Ecco perché il papa vuole che si esca nelle periferie¸ si vada fuori¸ ma non per tirarli tutti al centro¸ fuori per capire quanta presenza di Dio c´è altrove. Noi abbiamo solo la capacità di individuare ciò che c´è di buono dappertutto¸ ma lo dobbiamo andare a prendere là. Perché il Logos di Dio è dappertutto¸ e il centro serve a scoprire il valore che c´è altrove¸ e a integrarlo eventualmente in una sintesi comune. Nel 17 e nel 45 si è affermata con la Società delle Nazioni e con l´ONU¸ per la prima volta nella storia¸ l´idea che la pace e lo sviluppo si fa tutti insieme. Il fatto che la prima sia fallita e l´ONU sia in decadenza non significa che l´idea sia sbagliata. Anche le chiese¸ le religioni devono fare una loro ONU¸ perché quello che Dio ci vuole rivelare è che è venuto in un punto¸ perché noi diventiamo capaci di conoscerlo in tutti i punti. Per questo il papa Francesco fa capire che se esistono uomini che non riescono ad amare se non persone del proprio sesso¸ bisogna prendere atto del fatto e riconoscere che questa è umanità; che a noi finora è sempre sembrata innaturale¸ e forse lo è¸ ma tuttavia esiste¸ e che se Dio è veramente il creatore non può essere assente da questa situazione¸ e quindi bisogna rispettarla. E di situazioni simili ce ne sono una quantità. La chiarificazione viene dal punto costituito da Gesù Cristo¸ non l´annullamento¸ la distruzione. Bisogna che noi cristiani capovolgiamo il nostro modo di vedere la relazione Dio-mondo. Il racconto dei Magi¸ il Prologo di Giovanni ci orientano in questa direzione.