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Omelia XX DOM. T.O. C del 18 Agosto 2013

Trascrizione non integrale. Nel lezionario vecchio questo vangelo era più lungo. Conclude la serie di istruzioni ai discepoli. Nei primi versetti Gesù parla di se stesso¸ una specie di rivelazione dello scopo della sua venuta sulla terra. Questi passi dove Gesù dice io sono particolarmente interessanti anche dal punto di vista storico perché è molto probabile che siano detti che risalgono veramente a lui. E anche perché salta fuori un´interiorità di Gesù diversa da quella che noi ci aspetteremmo. -Sono venuto a gettare fuoco sulla terra e quanto vorrei che fosse già acceso- cosa significa? Del fuoco ne aveva parlato Giovanni Battista: battezzerà con Spirito Santo e fuoco. Spirito Santo e fuoco sono in Matteo e Luca¸ in Marco il fuoco non c´è; quindi era nella fonte antica¸ e quest´idea del fuoco potrebbe essere molto vicina alle persone del Battista e di Gesù. Il significato di questo fuoco si indirizza in due direzioni: come fa il papa nella sua enciclica può essere interpretato come il fuoco dell´amore. Nel linguaggio religioso del giudaismo che precede Gesù non direi che sia presente l´equivalenza fuoco-amore; il fuoco è il fuoco che distrugge¸ e distruggendo purifica. Allora l´altra interpretazione sarebbe: io sono venuto a gettare sulla terra il fuoco del giudizio. Il che sembrerebbe anche più coerente con il contesto¸ perché poi si parla del battesimo con cui deve essere battezzato¸ e anche questo sembra essere qualcosa di doloroso¸ una prova da superare. E poi si dice- pensate che sia venuto a portare la pace sulla terra? No¸ la divisione-¸ e questa è una frase che potrebbe addirittura scandalizzare. La troviamo nel vangelo di Luca¸ che diceva che gli angeli cantavano- Gloria in cielo e pace in terra-! E Gesù dice- io non sono venuto a portare la pace-. Allora il fuoco¸ se sta insieme con la spada della divisione¸ è l´elemento che purifica¸ come per i metalli separandoli dalle scorie. Il fuoco fa sempre paura; c´è anche il fuoco del piccolo fornello dove in Giovanni Gesù arrostisce il pesce¸ ma quello non è il fuoco che viene da Dio¸ il fuoco che viene da Dio è quello che distrugge Sodoma e Gomorra. Quando si legge il vangelo bisogna tenere conto di tutte le tensioni che ci sono all´interno. E´ un Dio che ci provoca¸ ci inquieta¸ ci tratta veramente da uomini intelligenti che però devono essere messi in difficoltภnon gli dà la piccola veritภnon gli dà il catechismo¸ gli dà delle parole contraddittorie¸ perché l´uomo cerchi di capire il mistero¸ la complessità del reale. Quindi in un certo senso è vero che Gesù porta la pace; e la frase da Giovanni che noi diciamo nella messa è un tentativo di accomodare le cose: vi do la mia pace¸ non come la dà il mondo io ve la do-¸ ma non spiega qual´è la differenza. Tutto questo è uno stimolo a pensare¸ cercare¸ dubitare¸ non essere mai sicuri della verità e cercarla continuamente: questo è fede. E hanno ragione i papi quando dicono: per essere sicuri di non avere mai finito bisogna amare molto. E´ proprio l´amore che sostiene questa ricerca continua. Il battesimo con cui lui vuole essere battezzato che cos´è? Non ha a che fare¸ cosí sembra¸ con il nostro battesimo. E´ angosciato finché non sia compiuto. E´ legato al fuoco? Buona parte della teologia patristico-medioevale e la quasi totalità della teologia protestante direbbe di sí. Il fuoco è quello di Sodoma¸ che colpisce Gesù. Perché Gesù si carica dei nostri peccati¸ e fa in modo che la collera di Dio contro il male si scarichi su di lui. E´ il fuoco che cade dal cielo per annientare il male. Come dice Ebrei¸ Gesù non si accontenta di subire le sofferenze fisiche¸ ma il disonore¸ l´ostilità dei nemici. Qui il dramma della croce fa venire la pelle d´oca. Tutto questo nel nostro parlare odierno leggerino viene sempre occultato con la frase della misericordia di Dio che perdona. E questo Dio che perdona non chiede mai niente? Il Dio di Gesù è questo? Lui è angosciato perché deve ricevere questo battesimo! C´è poi un´altra cosa che fa pensare: lui si presenta come uno che deve aspettare qualcosa che gli viene mandato dall´alto¸ e lui non può far niente se non aspettare.- Come vorrei che fosse già acceso. Come sono angosciato finché non si compia-! Non può rimandare¸ non può anticipare¸ è impotente. Anche questa è una cosa grandiosa; c´è un´audacia di contraddizione. Nelle tentazioni il diavolo gli dice: sei sei il figlio di Dio di a queste pietre....e lui lo caccia via. Come dice san Paolo: io sono venuto per fare lo schiavo che ubbidisce alla morte in croce. Il divino è presente in questo disumano; non può fare neanche quello che un uomo può fare. Qui si inserisce¸ sottinteso¸ il problema del tempo¸ che era presente nei versetti che sono stati saltati¸ quelli sui segni dei tempi. Si lega a quello dell´incertezza di Gesù che deve stare lí inerte ad aspettare qualcosa che non dipende da lui. E´ come se Gesù ci dicesse: voi tutti siete in questa situazione di non sapere come andrà a finire¸ perché siete capaci di prevedere la pioggia¸ ma non sapete come andranno a finire le vicende umane¸ e siete quindi in questa situazione di angoscia. Questo lo sperimentiamo ogni giorno. Abbiamo alle spalle una storia di disillusioni. Adesso ci siamo abituati da un po´ d´anni al fatto che le cose si risolvono¸ ma c´è sempre l´incubo che a un certo punto non si risolvano più. Il profeta di sventura ha sempre più ragione di quello che annuncia salvezza e liberazione: questa è la spada¸ la divisione. Il vangelo mette in bocca a Gesù una citazione di Malachia: la faccenda di padri figli nuore suocere. Ai tempi di Malachia la famiglia era la grande famiglia patriarcale; rompere quella famiglia voleva dire come per Geremia distruggere la cittภlo stato. Il contrasto è tra le generazioni¸ è questa la difficoltà da affrontare. La spada sarà salutare se ci rendiamo conto che non c´è nessuna pace gratuitamente ottenuta¸ ma continuamente fatica di capire¸ di indovinare¸ sbagliando¸ pentirsi dello sbaglio e cominciare da capo. La vita è questo dono di responsabilità che accetta il sacrificio e la sofferenza.