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Omelia XXII Domenica T.O. Anno C del 29 agosto 2004

29 Agosto 2004 - XXII DOM. T.O. C - Sir 3¸17-18.20.28-29;Eb 12¸18-19.22-24a; Lc 14¸1.7-14 Non si può dire che le letture di questa domenica brillino per profondità. La seconda lettura non è profonda¸ è soltanto oscura¸ che è diverso¸ e non c´entra nulla con le altre. E´ un brano della lettura di seguito della lettera agli Ebrei. Probabilmente ascoltandola avrete capito che è una specie di confronto tra l´esperienza del Sinai e invece quella che fanno i cristiani. E come spesso accade nella lettera agli Ebrei¸ che fa questo confronto tra le antiche istituzioni ebraiche e quelle cristiane per dimostrare che quelle cristiane sono superiori a quelle ebraiche¸ quindi è un confronto non polemico¸ ma che certamente intende dimostrare la pienezza che c´è nel cristianesimo confrontata con la incompletezza dell´antica alleanza. Allora ecco perché la lettura dice che a voi cristiani non vi è capitato come è successo al Sinai¸ luogo tangibile¸ fuoco ardente¸ oscuritภtenebra¸ tempesta¸ squillo di tromba¸ suono di parole¸ che sarebbero le parole di Dio¸ quelle delle dieci tavole¸ e con tutti spaventati che scongiuravano che Dio non rivolgesse più loro la parola perché avevano paura. E´¸ direi¸ un tantino ironico nei confronti dell´antica esperienza del Sinai¸ appena appena¸ però qualche punta un pochino sarcastica c´è. E´ interessante tutto questo¸ è un tentativo¸ appunto dicevo¸ di mostrare non tanto la superiorità ma la completezza¸ il di più che c´è nel cristianesimo. Ma è ovvio¸ per dimostrare il di più che c´è nel cristianesimo si finisce per dire che è incompleto e insufficiente¸ scarso l´a.t. - Voi invece - dice - vi siete accostati - anche qui c´è una serie di immagini analoghe a quelle¸ poniamo¸ dell´Apocalisse - al monte Sion¸ la città di Dio - per dire che loro poverini erano lí fermi a una montagna fumante¸ pieni di paura¸ era ancora l´alleanza del timore - voi invece siete in paradiso - praticamente è questa la parola riassuntiva: i primogeniti iscritti nei cieli sono i risorti - il Dio giudice¸ gli spiriti dei giusti portati alla perfezione dal mediatore della nuova alleanza che è Cristo-. Questo solo per spiegare la oscurità della seconda lettura¸ che è interessante¸ è bella¸ ma non c´entra con le altre letture. Cioè la prima che è¸ cosí¸ quattro o cinque versetti sparsi del Siracide per metterla d’accordo con il Vangelo. E il Vangelo; volendo potremmo fare dell´ironia anche sul Vangelo. Lo si legge perché è uno dei brani che sono propri di Luca¸ cioè non c´è negli altri Vangeli; allora nell´anno di Luca si cerca di leggere quello che è originale suo. Direi che non è un capolavoro¸ anzi¸ il povero Luca che alle volte è bravo¸ alle volte crede di essere bravo poi fa qualche gaffe¸ direi che nella prima parte¸ dopo lo rivaluto¸ dà l´impressione a un lettore un pochino superficiale che Gesù abbia dato una lezione di ipocrisia più che di umiltà. Ma la colpa è di Luca¸ non è riuscito a scrivere bene le cose. - Mettiti all´ultimo posto¸ cosí poi quello là ti chiama e tu fai bella figura -. E´ come dire - Fa finta¸ tu aspiri al primo¸ però fa il furbo¸ fa mia ´l stupid¸ metete là -. Questa si chiama ipocrisia non umiltà. Si chiama tattica. Chiamatela tattica¸ strategia. Io non sono sicuro che Gesù abbia detto¸ spero che Gesù fosse un pochino più intelligente di S. Luca e presentasse le cose in maniera meno criticabile. Ma forse sono io che sono cattivo. La seconda parte invece è chiara¸ abbastanza chiara¸ non ci sono gaffe nella seconda parte. - Quando fai un banchetto non invitare fratelli¸ parenti¸ i ricchi vicini¸ ma invita poveri¸ ciechi¸ zoppi-. Qui eventualmente la cosa che non ci esalta¸ e soprattutto ha sempre dato fastidio al mondo protestante¸ è la faccenda della ricompensa. - Sarai beato perché non hanno da ricambiarti; riceverai la tua ricompensa alla resurrezione dei giusti -. Anche qui la piccola critica che si potrebbe fare: ma allora le cose si devono fare per avere la ricompensa; non perché tu hai stima e benevolenza verso zoppi e ciechi. Ma sí¸ dici¸ prendiamo su zoppi e ciechi¸ perché poi¸ secondo il regolamento mi danno la ricompensa. E fare le cose in vista della ricompensa ha sempre dato fastidio ai maestri di spirito¸ ai grandi santi¸ perché le cose si fanno¸ come giustamente si dice oggi¸ per gratuitภnon perché si aspetta il premio. Intendiamoci¸ non c´è niente di male tener d´occhio anche il premio¸ ma sembrerebbe più nobile fare le cose non per la ricompensa¸ ma¸ ripeto¸ gratuitamente. Quindi anche nella seconda parte Luca poverino non è riuscito a scrivere le cose per bene. Capita spesso nei Vangeli in genere¸ e però soprattutto direi nel vangelo di Luca¸ questa caduta di stile¸ questa debolezza nella presentazione dei testi. Non c´è niente di male. Qual è la vera intenzione¸ lo sforzo che Luca ha fatto in questo capitolo 14? Di cui¸ tra l´altro¸ il taglio liturgico ha saltato un pezzo¸ e questo non è mai bello. Voi dovete sempre andare a vedere a casa vostra sul Vangelo la completezza del testo. Perché prima di queste parola Luca racconta¸ e la cosa viene un po´ più su¸ racconta che Gesù ha guarito l´idropico¸ cioè appena arrivato in casa del fariseo gli si è presentato un malato e lui l´ ha guarito. Dopo aver guarito il malato¸ osservando che gli invitati prendevano i primi posti ha fatto le sue osservazioni. Quindi è diverso il contesto di Luca. Ma veniamo al punto. Che cosa intendeva fare l´evangelista con questo testo¸ cosa ha tentato di fare? Dicono i commentatori che ha tentato di presentare¸ attraverso questa immagine del banchetto a cui Gesù partecipa¸ una nuova cultura del simposio¸ per presentare soprattutto il modo in cui i cristiani devono comportarsi servendosi del costume diffuso allora¸ soprattutto nel mondo greco-romano più che nel mondo ebraico¸ quindi è Luca che adatta queste cose¸ che era appunto la consuetudine¸ il costume del banchetto. Noi sappiamo bene¸ c´è anche un dialogo di Platone che si intitola - Il simposio - che era costume delle classi alte della società greca e romana trovarsi spesso a banchetto¸ a pranzo¸ ma la cosa più importante non era tanto il consumo delle vivande¸ tranne in alcune circostanze in cui si celebrava appunto l´orgia dell´ingordigia¸ ma il vero simposio era quando¸ terminato il pranzo¸ si beveva insieme ( simposio vuol dire bere in compagnia¸ non mangiare) e si discuteva di argomenti di ogni genere¸ prevalentemente di tipo morale-filosofico. Era cioè questa celebrazione dell´intelligenza¸ della valutazione dei fatti. Dopo pranzo si stava lí per lungo tempo e si discuteva¸ si parlava. Esistono vari trattati di tipo etico-filosofico che vengono ambientati appunto nel contesto del banchetto. Probabilmente Luca tiene d´occhi questo fatto e¸ forse alla scuola di Paolo¸ cerca di suggerire ai discepoli di Cristo un loro modo di sfruttare questo costume della vita sociale¸ cercando di dare istruzioni ( del resto anche Giovanni lo fa quando presenta Gesù che lava i piedi ai discepoli¸ nell´ultimo simposio¸ dove tra l´altro¸ sfruttando una tradizione che è ebraica ma che richiama anche il costume greco-romano¸ dà da bere del vino oltre che mangiare del pane¸ dicendo - Fate questo in memoria di me-¸ - Mangiate e bevete insieme-). Anche nel Vangelo di Luca quando si racconta l´ultima cena si dice appunto che Gesù si è trattenuto a parlare e ha dato delle istruzioni ai discepoli¸ e c´è un dialogo tra Gesù e Pietro per esempio¸ cosa che non c´è nella narrazione di Marco e di Matteo¸ c´è però in Giovanni dove¸ dopo la lavanda dei piedi¸ ci sono i lunghi discorsi dei capitoli 15¸16¸17. Loro hanno sfruttato questa idea per dire ( è una valorizzazione del costume del mondo di allora¸ da noi adesso le cose sono cambiate¸ non c´è più questa tradizione¸ anche da noi si fanno pranzi¸ ma tolto forse il mondo diplomatico¸ l´alta politica¸ dove ancora un banchetto può essere occasione per incontrare il rappresentante di un paese ostile e scambiarsi qualche opinione) ma tolto questo altissimo livello ho l´impressione che noi non abbiamo più questa cultura del conoscersi e ragionare insieme sulle cose per capirsi mediante il banchetto. Ecco¸ alla luce di questo¸ ecco forse perché Luca dice - Voi cristiani non approfittate di questo costume per vanitภper mettervi in mostra¸ per cercare il primo posto-. Intanto Luca ha detto - Se c´è un malato occupatevi prima di tutto di lui¸ non cacciatelo via -. Gesù ha guarito il malato. Poi osservando come si muoveva la gente si è accorto che in realtà il simposio era un pretesto per mettere in luce il proprio prestigio¸ la propria superiorità. - No¸ dice¸ voi siete fratelli¸ allora piuttosto cercate l´ultimo posto. Eventualmente vi dirà qualcuno di andare in su-. Ma allora capite che l´insegnamento¸ tenuto conto di questa atmosfera che Luca vuol creare¸ non va tanto sottolineato il singolo consiglio: mettiti all´ultimo posto¸ ma piuttosto l´atmosfera¸ l´ambientazione che si deve creare. Cosí anche la fine: non invitare parenti e amici ma gli zoppi e i ciechi non va inteso come un precetto che sarebbe quasi ridicolo¸ ma va inteso¸ come dirà poi anche la famosa lettera di Giacomo: quando vi trovate insieme se c´è uno che è vestito poveramente non mettetelo all´ultimo posto¸ mescolatelo con gli altri; prendi anche povera gente. Capite che è un tentativo di dire - Voi cristiani¸ nella società in cui vivete¸ cercate di inserire un vostro modo¸ un vostro costume di vivere quello che tutti fanno¸ il simposio¸ ma fatelo con uno spirito diverso -. E in questi testi si sottolinea soprattutto l´accoglienza non discriminante. - Non discriminate il povero¸ l´ammalato¸ la persona che farebbe brutta figura¸ perché voi dovete riuscire a costruire un modo di stare insieme che sia il più possibile vicino a quello che Gesù faceva nel suo ambiente palestinese-. Ecco¸ quindi direi che al di là della singola stesura del testo che¸ come ho fatto all´inizio¸ potrebbe perfino essere criticata¸ l´intenzione importante¸ interessante di Luca è questa. E questo serve anche a noi. Qualcuno per esempio si è chiesto¸ anche se la cosa non è realizzabile praticamente - Non sarebbe bene che anche le nostre Messe tornassero ad avere un po´ più la caratteristica del simposio? Cioè che non fossero¸ come sono adesso¸ una specie di lezione dalla cattedra fatta dal prete¸ e gli altri¸ si dice che partecipano ma in realtà assistono attivamente. Ma non c´è vera partecipazione. C´è più partecipazione in un concerto di musica moderna fatto in uno stadio che non in una Messa. Ma non è quello che dovremmo copiare¸ è il simposio. Perché durante o alla fine della Messa non chiacchieriamo insieme¸ non ci fermiamo un po´ a ragionare in compagnia¸ senza discriminare nessuno - Chel lé l´è mia profesur¸ el parla istes -. Altrimenti dove impariamo ad essere Chiesa accogliente dove tutti han diritto di parola¸ dove nessuno cerca il primo posto¸ anche se magari lo meriterebbe¸ dove si potrebbe dire a uno vergognoso e timido - Ma venga avanti - oppure - le passo il microfono¸ parli da là in fondo -? Quello che si fa in altri ambienti. Per caritภè una sciocchezza forse quella che sto dicendo¸ perché non basta questo¸ certo¸ ma quello che volevo dire è che l´insegnamento di Luca è utile per noi se vogliamo riflettere sul fatto - Noi come Chiesa siamo abbastanza capaci di creare delle ambientazioni dove trovarsi insieme da cristiani si differenzia dal normale trovarsi insieme che c´è nella vita sociale -? Che non ha niente di cattivo¸ però non è fraterno¸ non è comunitario. Ecco perché¸ vedete¸ facciamo i centri parrocchiali dove qualche volta magari si mangia insieme. Non devono essere identici al ristorante¸ dove ognuno ha il suo tavolino; neanche al pranzo di nozze dove vengono parenti e amici¸ e basta. Qualcosa che abbia una capacità di essere un pochino più nuovo¸ dove ci sia nello stesso tempo il rispetto dell´intimità e delle conoscenze e delle amicizie¸ ma anche un po´ di apertura; non solo cerimoniale¸ ma vera! Spero di essermi spiegato. Bisognerebbe che noi rivitalizzassimo un po´ il nostro essere Chiesa all´interno dei costumi del mondo di oggi. La gita parrocchiale è già qualcosa¸ il pranzo in parrocchia è già qualcosa. E´ quello che vuole Luca. Certo dovremmo sfruttare di più queste iniziative. Quando quindi la parrocchia organizzerà qualcosa¸ vi inviterภvi chiamerà per far qualcosa insieme da cristiani non tiratevi indietro perché è indispensabile¸ perché una religione…