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Omelia CORPO E SANGUE DI CRISTO C del 2 Giugno 2013

Trascrizione non integrale 2 Giugno 2013 – CORPO E SANGUE DI Cristo – Ger14¸18-20; 1Cor 11¸23-26; Lc 9¸11b-17 Il Vangelo parla della moltiplicazione dei pani¸ e non sono sicuro che sia stata una scelta giusta mettere questo racconto nel giorno in cui si vuole riflettere sull´eucarestia¸ cioè sulla presenza di Cristo nel pane e nel vino. Il vangelo precede l´ultima cena¸ e non si può interpretare l´ultima cena di Gesù e l´eucarestia alla luce della moltiplicazione dei pani; eventualmente al contrario. Perché se mettiamo come criterio di interpretazione ultima la moltiplicazione dei pani¸ allora finiamo per dover parlare del nostro dovere morale di occuparci di coloro che hanno fame¸ e di distribuire i nostri beni perché tutti possano saziarsi. Il Vangelo contiene la promessa che se noi ci disponiamo a fare questo¸ in maniera prodigiosa¸ o in ogni caso con la sua potenza divina¸ il Signore ci assisterà in questa impresa. Il messaggio dei racconti della moltiplicazione è questo: quando vedete che ci sono delle persone che hanno bisogno di essere nutrite -date loro da mangiare-¸ e all´obiezione: non abbiamo i soldi¸ Gesù risponde: fateli lo stesso sedere e distribuite quel poco che avete. Dopodiché tutti mangiano e avanzano dodici ceste. Questo è un messaggio molto serio ed è il messaggio di cui l´occidente oggi ha bisogno¸ e all´interno di questo mondo i cristiani dovrebbero essere i primi ad avere questo coraggio di- sfidare la provvidenza-¸ come facevano i grandi santi ottocenteschi¸ Giovanni Bosco¸ il Gottolengo: raccoglievano poveri¸ i soldi non c´erano¸ e loro giorno per giorno speravano che arrivassero; e la leggenda di questi santi¸ la storia laudativa di questi santi dice che ce l´han sempre fatta¸ qualche volta han dovuto saltare la cena o il pranzo¸ ma presto o tardi un donatore arrivava. Certo non ci si può fidare di questa miracolosa protezione. Il San Raffaele non è riuscito a fidarsi di questa protezione ed è in fallimento; e quella del San Raffaele era tentazione di Dio: rischiamo¸ che i soldi arriveranno! Era incoscienza! Ci vuole equilibrio¸ però i cristiani all´interno di questa necessità di equilibrio¸ dovrebbero mostrarsi più coraggiosi degli altri. E questo è il messaggio del Vangelo. L´ultima cena non annulla questo messaggio¸ ma quello che è avvenuto nell´ultima cena è tutt´altra cosa rispetto alla moltiplicazione dei pani. Nell´ultima cena è avvenuto un altro fatto¸ che assomiglia solo in apparenza alla moltiplicazione dei pani¸ per il fatto che vengono usate le stesse parole per indicare i gesti di Gesù¸ che benedice¸ spezza¸ distribuisce. Quello che c´è di diverso è che Gesù si identifica con il pane e con il vino. Cosa che non esiste assolutamente nella moltiplicazione dei pani. Lui presenta un pezzo di pane e dice: questo è il mio corpo. E il Medioevo dirà: questo pane è diventato Cristo. E questa è la Sequenza che abbiamo ascoltato. La Sequenza è una serie di osservazioni tipiche della concretezza del Medioevo. Loro sono incantati a vedere quello che succede all´essenza del pane che diventa Corpo¸ Sangue e Divinità di Cristo. E´ una specie di miracolo; loro sono incantati dall´oggetto che è cambiato. Per cui quel pane sul quale Cristo aveva pronunciato una parola di identificazione¸ diventa il pane e il vino¸ che appare ancora come pane e vino¸ ma in realtà lo è e non lo è. E´ un modo fantastico¸ audace di vedere le cose¸ che è stata la grande esaltazione della pietà popolare¸ della teologia dotta¸ da Carlomagno fin dopo il Concilio di Trento¸ e vale ancora a livello di studio libresco. La concentrazione è sul prodigio! Era cosí nell´ultima cena? Questa è la domanda. Il quella sera¸ quando Gesù disse quelle parole¸ avrebbe immaginato che quel pezzo di pane che lui dava¸ e quel vino¸ sarebbe diventato il luogo della sua divina presenza¸ misteriosamente nascosto dentro nelle apparenze? Voleva dire questo? Forse voleva dire il contrario; cioè scambiando il soggetto con il predicato: io sono quel pezzo di pane lí¸ il mio sangue è quel vino che bevete. Cioè lui che si abbassa¸ non il pane che viene innalzato. Come se avesse voluto dire: guardate che in questo momento io sono come il pane che mangiate¸ come il vino che bevete¸ uno che scompare¸ perché perde se stesso per il bene degli altri; questo pane perderà la sua consistenza: sono io che mi perdo in voi. Perchè lui muore per gli altri¸ muore al posto di altri¸ muore per il bene di altri. -Quando mi vedrete sulla croce¸ sappiate che questa mia umanità che va in sfacelo¸ va in sfacelo per il vostro bene¸ per la vostra vita-. Il testo della seconda lettura è il testo più antico dell´ultima cena. Non è la registrazione delle parole¸ è già un gesto di sapore liturgico quello che Paolo presenta. - Questo è il mio corpo¸ che è per voi-¸ senza verbo; non c´è: consegnato¸ donato¸ come in Matteo e Marco; ed è forse più incisivo. E´ la dedizione totale¸ l´amore che si perde nell´altro. La divinità dell´eucarestia sta nell´essere memoria di quello che Cristo ha fatto. Ed è anche superato il concetto del Messia che viene per il bene del mondo¸ che abbiamo letto nella prima lettura e nel salmo; l´ A.T. Vedeva la vittoria di guerra come segno della potenza di Dio. Il calice della nuova alleanza! Anche qui è importante: il calice¸ cioè il vino messo a disposizione¸ non semplicemente il vino. Nuova alleanza vuol dire che sulla croce ci vado io e non vinco nessun nemico¸ non uccido nessuno¸ neanche satana forse¸ ammesso che esista. E´ questa specie di donazione¸ assurda¸ priva di senso¸ perché è opera di Dio¸ non di uomo. Questa è la cosa grande che c´è nell´eucarestia! Ultima domanda: quando fate la comunione cosa pensate che vi succeda? Che senso ha fare la comunione¸ cosa vuol dire fare la comunione? Avere una protezione? Come quando certi fedeli toccano le statue¸ o la reliquia? Oppure: viene dentro di me il crocifisso¸ e l´eucarestia viene a darti il coraggio di vivere¸ perché la vita è cominciare a morire nell´istante in cui si esce dal seno materno¸ è cammino verso la conclusione. Anche la morte ha un significato metaforico: è semplicemente la finitezza della vita¸ inclusa e operante in tutte le sconfitte¸ insufficienze¸ malattie¸ disastri¸ la continua necessità di lavorare¸ riprendere¸ rifare¸ rifare¸ rifare¸ la fatica. Nella comunione noi riceviamo questa specie di piccola pastiglia: Gesù che dice- è successo anche a me¸ l´ho fatto io per primo¸ io sono un pezzo di pane e un po´ di vino¸ la mia identità è questa¸ e tu lo stesso¸ lo facciamo insieme questo¸ la vita la passiamo insieme¸ io dentro di te¸ e tu con me dentro di te! L´eucarestia è questo.