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Omelia XXXIII DOM. T.O. B del 18 Novembre 2012

Le letture sono prese dai discorsi sulla fine. Chissà poi se ci sarà una fine! In Giovanni il discorso sulla fine è sostituito da un discorso opposto¸ che non parla di giudizio¸ ma parla della discesa di Cristo nel cuore di tutti i credenti per abitare in loro. Che cosa poi abbia detto veramente Gesù è difficile ricostruirlo¸ particolarmente quando si tratta di questi tipi di discorsi. Nel primo secolo a.c. era divenuta popolare questa attrattiva per la fantateologia che immaginava quello che sarebbe successo alla fine. Lo standard è che ci sarà una grande crisi¸ e verranno salvati soltanto gli eletti¸ la maggioranza delle realtà perisce. Sono testi di fantasia. Il medioevo li ha interpretati quasi alla lettera¸ prendendoli come la predizione di quello che realmente accadrà. L´arte figurativa poi ha fatto cose splendide dal punto di vista della forma¸ ma che sono orribili dal punto di vista della teologia¸ come il Giudizio della Cappella Sistina. Questi testi sono stati scritti per suscitare delle emozioni¸ non per descrivere la realtà. Se si legge il discorso di Marco tutto intero ci si accorge che è diviso in momenti; prima si parla della distruzione del tempio¸ poi si parla della persecuzione dei cristiani¸ poi si parla della distruzione di Gerusalemme¸ poi si comincia a parlare della venuta del Figlio dell´uomo. Nella parte sulla distruzione del tempio dice che questo sarà soltanto l´inizio delle doglie. In un altro testo Gesù ha detto che la donna quando partorisce soffre¸ ma poi è contenta. Se la distruzione del tempio è il dolore di una nascita¸ vuol dire che è l´annuncio di una necessaria distruzione¸ dolorosa sí¸ ma che farà posto a qualcosa di più importante. E´ annuncio di salvezza non di rovina. Poi Gesù dice di non credere quando diranno: eccolo qui¸ eccolo là. - Badate a voi stessi¸ perché chi persevererà sarà salvato-. Anche questo è un discorso incoraggiante. Non siatacreduloni¸ badate a voi stessi¸ siate perseveranti nel buon senso. Poi dice: state attenti però perché vi perseguiteranno. Ma anche qui conclude: chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvo. Rimane l´idea di qualcosa di catastrofico¸ ma il discorso di Gesù è: non preoccupatevi. Anche la frase: non state a preoccuparvi di cosa rispondere quando vi interrogano¸ lo Spirito Santo vi suggerirà cosa dire- esprime una benevola cura delle persone. Poi si parla della distruzione di Gerusalemme¸ e siccome quando scrivono la distruzione c´è già stata¸ descrivono quello che hanno visto. Ma anche qui mettono in bocca a Gesù una frase che suggerisce che non è alla catastrofe che bisogna pensare: quei giorni saranno abbreviati a causa degli eletti. Cioè Dio metterà un freno a quella cattiveria distruttiva. Poi arriveranno i falsi profeti. Ma anche qui c´è la frase di consolazione: ricordatevi che io vi ho detto prima queste cose. Che non è predizione¸ ma l´educazione a prepararsi al prevedibile inganno. E alla fine c´è il brano di oggi con il punto clou: vedranno il Figlio dell´uomo. Ci sono due forme di immaginare questo trionfo del Cristo alla fine. Una è: verrà; l´altra è: vedrete. Qui ci sono tutte e due: vedranno il Figlio dell´uomo venire sulle nubi. Un modo per dire: si renderanno conto che Gesù aveva ragione¸ capiranno alla fine che le parole che Gesù diceva erano veramente quello che Dio pensava del mondo¸ capiranno le cose. E il capire sarà il giudizio. La finale è la parte più importante. Dalla pianta del fico imparate. Qui è proprio Gesù. Quando vedete che si inteneriscono i rami e spuntano le foglie¸ sapete che l´estate è vicina. E´ grandiosa questa finale. Non è la paura¸ ma è il sollievo: è stata dura¸ ma l´inverno è passato! Questa¸ a pensarci bene¸ non è la descrizione della fine del mondo¸ è la descrizione di ogni esistenza umana¸ di ogni esperienza storica¸ di ogni fase della vita dei singoli¸ delle comunità e dell´intero pianeta. Ogni tanto si deve dire: la tribolazione è passata¸ ma ne verrà un´altra¸ e lo spirito ci renderà più forti per sopportare. Quella che Gesù ci ha dato in questo discorso non è l´annuncio della fine dei tempi¸ ma un´interpretazione della realtà della storia. Quella che Gesù ci insegna non è la salvezza¸ è la pazienza: noi siamo salvi perché siamo capaci di resistere. E questo è l´unico dono che Gesù ci ha veramente promesso.