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Omelia XXXII DOM. T.O. B del 11 Novembre 2012

11 Novembre 2012- XXXII DOM. T.O. B – 1Re 17¸10-16; Eb 9¸24-28; Mc 12¸ 38-44 La volta scorsa ho detto che¸ grazie a Gesù Cristo¸ non ha più senso il culto sacrificale. Il meccanismo del sacrificio¸ buono nella sua intenzione ma sfasato nel suo modo pratico di realizzarsi¸ cioè offrire al posto di se stessi una cosa¸ è la realizzazione di un desiderio di pace e comunione con Dio che non ha più senso¸ e che ha pensarci bene non è giustificabile; perché¸ come dice la scrittura e anche il buon senso¸ nessuna offerta materiale può riparare il male che è stato commesso. La stessa terminologia¸ oltre la ritualità del sacrificio ha perso ogni significato grazie a Gesù Cristo¸ ma nella messa si continua a sentir dire la parola sacrificio; la parola viene mantenuta per una fedeltà di cortesia alla tradizione. Usiamo la parola sacrificio¸ ma intendiamo una cosa diversa. Nelle quattro preghiere eucaristiche la parola sacrificio non c´è solo nella seconda. Che senso cristiano si deve dare all´uso di questa parola? Il capovolgimento sta nel fatto che tutto il rituale dei sacrifici antichi è un tentativo dell´uomo di compensare il male che ha commesso¸ con un´offerta che l´uomo dà a Dio in sostituzione dell´impossibilità di riparare il male fatto. E´ un tentativo di rimediare l´impossibile. Il cristianesimo dice che Dio ha deciso di far cessare questa sceneggiata¸ questa finzione del sacrificio¸ e si è assunto lui il compito di farla finita con questo inutile tentativo di riparazione¸ si è unito ad un uomo¸ e ha fatto in modo che quest´uomo morisse crudelmente¸ per chiudere la questione che bisgona lavare le colpe con il sangue¸ il delitto infliggendosi una sofferenza. Tutto è capovolto¸ non se ne parla più. In un certo senso la croce di Cristo non è che abbia lavato¸ pagato¸ compensato; non ha compensato niente¸ ha semplicemente messo fine¸ con la sua scandalosa ingiustizia¸ al tentativo umano di riparare le cose¸ e ha dato inizio a un periodo¸ umanamente diverso¸ che è quello del perdono gratuitamente concesso¸ e del dono da parte di Dio di una forza interiore per migliorare la nostra vita¸ il dono della Grazia che santifica¸ dello Spirito Santo che illumina¸ della bontà di Cristo che ci viene in qualche modo comunicata per un´unione intima tra lui e noi. Il cristianesimo pretende di affermare che è accaduto questo: Dio ha detto- smettetela con i vostri inutili sforzi di miglioramento¸ non ne parliamo più¸ comincia un´epoca nuova¸ non si fanno più sacrifici per i peccati¸ una volta per tutte Cristo ha chiuso la partita¸ quella che voi credevate fosse una questione di debiti da pagare; adesso comincia un´epoca nuova¸ se voi credete nella capacità di Dio di entrar dentro nelle vostre coscienze diventerete più buoni¸ e presto o tardi imparerete a non commettere più assassini¸ delitti¸ ruberie¸ offese-. E´ quello che in fondo sta accadendo¸ perché la moralità migliora¸ checchè ne dicano le statistiche¸ perché la stragrande maggioranza delle persone è sempre più attenta al rispetto dell´altro. Sacrificio adesso è una parola che vuol dire soltanto essere capaci di accogliere questo dono di Dio¸ abbandonarsi alla sua capacità di trasformare la nostra vita. Il vero sacrificio consiste in tutto ciò che facciamo per essere uniti a Dio¸ per essere in comunione con lui. Sacrificio è tutto quello che ci unisce a Dio: la preghiera¸ la lettura della bibbia¸ può essere anche una penitenza¸ una fatica di migliorare il nostro carattere¸ ma anche lo studio¸ la ricerca¸ la pazienza¸ il lavoro manuale per costruire qualcosa di utile. Tutta la vita è sacrificio¸ a condizione che sia fatta con la retta intenzione di seguire il pensiero di Dio¸ i sogni di Dio per il bene dell´umanità. Dice Paolo: vi esorto fratelli¸ in nome della misericordia di Dio¸ a offrirvi in sacrificio vivente¸ santo e gradito a Dio; ecco il vostro culto spirituale. Quello che avviene nella messa è questo¸ ecco perché parliamo di sacrificio¸ perché uno viene¸ ascolta la parola di Dio e dice: vorrei metterla in pratica¸ ma non so se ce la faccio¸ allora invito Gesù Cristo e gli dico: vieni dentro di me e nutrimi¸ aiutami¸ fammi capire le cose¸ salvami. Sacrificio allora è la parola riassuntiva di questo contatto¸ di questa relazione Dio-uomo che noi celebriamo.