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Omelia XXII DOM. T.O. B del 2 Settembre 2012

TRASCRIZIONE NON INTEGRALE. Le letture toccano il problema di cosa significa essere religiosi. Il vangelo dà un´indicazione: essere religiosi non significa occuparsi di rituali esterni¸ per timore di diventare impuri¸ perché quello che conta è quello che esce dal cuore. Nascono molti problemi; per esempio quello delle tradizioni degli antichi. Molti si lamentano che non vengano più rispettate¸ non ci si aggancia più a queste tradizioni per rimetterle in vita. Di tradizioni non ne abbiamo quasi più. Gesù sarebbe contento¸ perché queste sono tradizioni di uomini. Ma come fa una religione a non aggiungere ai culti fondamentali degli aggiornamenti continui per rendere la religione vitale col cambiare dei tempi? L´aggiornamento¸ come pensò Giovanni XXIII quando indisse il concilio¸ è studiare le tradizioni¸ confrontarle con le situazioni mutate¸ e aggiornarle. Quando Gesù ha cambiato le norme non ha fatto altro che aiutarci in questa interpretazione dei testi. Bisogna riconoscere che la chiesa cattolica è lenta¸ è piena di continui freni¸ anche se molte cose le ha soppresse¸ pensate al magro del venerdí¸ siamo passati all´italiano e ci sono soltanto degli arteriosclerotici che vogliono tornare al latino. L´altro problema che il vangelo sottolinea è quello del cuore: tutto esce dal cuore. E´ un´idea molto diffusa nell´ebraismo del tempo di Gesù; c´è un istinto buono e uno cattivo¸ chi ha l´istinto buono produce cose buone¸ chi ha l´istinto cattivo cose cattive. E´ un´antropologia molto grezza. Non è neanche vero che tutto viene dal cuore e quello che viene da fuori non produce niente; quante persone vengono aiutate o rovinate da quello che viene da fuori! Lo stato stesso produce dei guai con le sue lotterie. Il cuore è rovinato da quello che capita intorno¸ dai cattivi esempi; e il mondo è pieno di cattivi esempi. Quindi anche qui Gesù dà l´aria di essere uno che trancia dei giudizi¸ ma non tiene conto della complessità della realtà. Il cuore in che modo può arrivare al bene? La risposta c´è soprattutto nella seconda lettura. E´ una risposta che i cristiani hanno capito dopo la resurrezione¸ quando Gesù l´hanno collocato in cielo alla destra del Padre¸ ricordando però che lui dal cielo continuava ad essere l´uomo che conosce le nostre debolezze e che ci guarisce. E´ il concetto che la Grazia di Dio influisce sul nostro cuore¸ e fa diventare buoni i cuori cattivi. La vera risposta al problema del cuore buono è questa: non i rituali¸ non i meccanismi della tradizione¸ ma un inserimento di luce per capire¸ di volontà per agire¸ che viene dalla Grazia di Dio. Oggi si preferisce dire: che viene dallo Spirito Santo di Dio¸ direttamente da una sua azione interiore. La seconda lettura dice queste cose in una maniera molto elementare: c´è qualcosa che viene da Dio¸ che qui è chiamato parola¸ la teologia medioevale la chiamava Grazia¸ i teologi moderni la chiamano Spirito Santo¸ è un influsso di Dio sulle persone che ci genera¸ ci rinnova dall´interno¸ per essere- primizia delle future creature-¸ cioè per far andare avanti il mondo in maniera migliore di come è andato fino adesso. Questo è l´elemento più caratteristico della fede cristiana: essere religiosi signifca essere sicuri che Dio interviene dentro nel mio cuore¸ e mi aiuta a farne uscire cose buone e a scartare quelle cattive. La religione è il contatto personale con un sostegno divino¸ non tanto per le cose esterne; è giusto chiedere aiuto nella malattia¸ ma a dire il vero Dio potrebbe rispondere: ho un´altra cosa più importante da fare per te¸ devo lavorare dentro nella tua coscienza¸ devo sistemare il tuo modo di valutare le cose¸ e rafforzare il tuo modo di comportarti¸ chiedimi questo.