Trascrizione non integrale
Concludiamo la questione del pane di vita.
Nella prima lettura Giuseppe sembra presentare la religione come scelta tra diversi concorrenti (dite quale Dio volete seguire); la religione è un calcolo interessato (teniamo il Dio di Israele perché ci ha tirato fuori dall´Egitto)¸ rapporto qualità-prezzo?
Anche i discepoli nel Vangelo danno una risposta (Signore da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna)¸ come dire- Ormai cosa facciamo? Sei quello che ci imbroglia di più a parole¸ quindi veniamo dietro a te-! E´ vero che dopo danno una risposta più seria- noi crediamo e conosciamo-¸ - abbiamo capito che tu sei il Santo di Dio-. Come dire: abbiamo delle prove che sei uno che non si spiega a livello meramente umano.
Ma qui sta il grande problema della fede: che posto deve avere una qualche verifica razionale della validità della scelta religiosa? La teologia non l´ha ancora risolto¸ e non l´ha neanche impostato in maniera corretta. Come si giustifica la scelta religiosa? Perché è spontanea? Perché è freudianamente spiegabile? Perché ha delle basi razionali? Perché c´è una rivelazione di Dio sicuramente attestata?
Bisogna porsi questa domanda: perché credere? E credere cosa vuol dire?
La seconda lettura ha dato fondamento alla concezione del matrimonio come sacramento. Il matrimonio¸ in tutta la sua realtภcompreso l´aspetto sessuale¸ può diventare uno specchio del rapporto che Gesù Cristo ha instaurato tra Dio e l´umanità. Questo poi ha portato conseguenze giuridiche prepotenti: indissolubile¸ fecondo¸ sottoposto a una quantità di verifiche ecclesiastiche.
Veniamo all´argomento di oggi. Il significato eucaristico del testo. Mangiare la carne e bere il sangue non è cannibalismo¸ perché carne e sangue sono un´immagine che trova la sua vera dimensione nel simbolo che li rappresenta: la carne è pane¸ il sangue è vino. Quando Gesù dice: mangiate la mia carne¸ bevete il mio sangue¸ intende dire: mangiate¸ bevete il segno rappresentativo della mia carne che è il pane¸ il segno rappresentativo del mio sangue che è il vino.
Anche qui c´è l´assunzione di qualcosa di materico per rappresentare il divino che sorprende.
-Chi non mangia la mia carne e non beve il mio sangue non ha la vita¸ perché la mia carne è vero cibo¸ il mio sangue è vera bevanda-¸ mentre nel vangelo di oggi abbiamo letto- è lo spirito che dà la vita¸ la carne non giova a nulla-.
Cosa vuol dire mangiare la carne che non conta nulla perché è lo spirito che dà vita? L´unica strada è riconoscere che la presenza di Cristo nell´eucarestia è una presenza soltanto simbolico-spirituale. O ci si rende conto che l´eucarestia è immagine¸ segno¸ simbolo¸ oppure non si capisce niente.
La presenza reale¸ la cosiddetta transustanziazione non bisogna dimenticare che è stata un´idea propria di Tommaso d´Aquino¸ il quale ha cercato di trovare nella filosofia del suo tempo il modo più raffinato di affermare che nel pane e nel vino eucaristici non c´è nulla della realtà fisica della persona di Cristo¸ c´è soltanto quella che la filosofia del suo tempo gli permetteva di chiamare sostanza¸ che nella sua filosofia significa l´idea che Dio ha di una cosa¸ non la cosa realizzata.
La parola ha poi creato confusioni a non finire¸ lotte di religione tra cattolici e protestanti.
La parola sostanza in san Tommaso significa quello che Dio vuole che una cosa sia nella sua mente; quando la sostanza si realizza ciò avviene perché alla sostanza si aggiungono le realtà fisiche e concrete che la possono rendere carnalmente esistente.
La sostanza del corpo di Cristo è l´idea divina del Cristo¸ e la sostanza del pane e del vino è l´idea divina di pane e di vino¸ ed è a livello di queste idee che le cose si trasformano.
Per cui quando io faccio l´eucarestia non faccio altro che mettere dentro di me il simbolo di quello che Gesù rappresenta agli occhi di Dio; neanche di quello che Gesù è storicamente stato¸ o di quello che san Pietro capiva di Gesù¸ ma di quello che Dio stesso capisce del suo figlio eterno fatto uomo.
Dire transustanziazione non vuol dire una specie di ingresso nel pane della realtà di Cristo¸ ma piuttosto il contrario: di un aggancio¸ non del pane¸ ma dell´idea di pane¸ che è poi l´idea del nutrimento¸ agganciata a come Dio¸ nella sua infinita libertà di spirito¸ può definire e comprendere le cose.
Quando io dico: questo è il mio corpo¸ questo è il mio sangue¸ devo credere che queste parole che dico io significano: quel che Dio sa di questo pane e di questo vino si identifica con quel che Dio sa e vuole del suo figlio eterno manifestato in Gesù Cristo. Quello che cambia è l´inaccessibile e invisibile sostanza¸ e sostanza è quel che Dio pensa delle cose.
Anche noi diventeremo questa sostanza quando saremo nella vita eterna¸ perché avere la vita eterna al di là della morte significa essere presenti come idee (dico idea perché non ho altre parole)¸ come componente¸ come elemento interiore della volontà creatrice di Dio; significa avere non corpo¸ ma la sostanza del corpo¸ e che cos´è la sostanza del corpo se non quello che noi ignoriamo completamente¸ quello che là dove non c´è morte¸ dove non c´è materia che si corrompe¸ in quel x misterioso che è Dio¸ è la presenza del reale? Essere reali in Dio alla maniera di Dio¸ questa è la sostanza.
La domanda di Gesù era: ma cosa penserete quando mi vedrete salire in Dio¸ dove non sono più visibile¸ dove non ho mani¸ piedi¸ ossa¸ dove sono l´essere come è in Dio¸ cioè l´opposto di quello che è al di fuori di Dio? Allora capirete cosa vuol dire mangiare carne e sangue: vuol dire assimilare un simbolo che ti rende partecipe del modo divino di vedere le cose.
Per questo la vita eterna ce l´abbiamo giภperché abbiamo questa specie di collegamento con il mondo divino¸ di cui Dio ci ha fatto grazia in Gesù Cristo. |