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Omelia ASCENSIONE B del 20 Maggio 2012

SINTESI L´ascensione non è altro che la conclusione del grande evento che è avvenuto nella Pasqua. Nell´ascensione è accaduto che la nostra umanità è stata innalzata accanto a Dio¸ e noi¸ membra di Cristo¸ viviamo nella speranza di raggiungerlo come nostro capo nella gloria¸ come dice la preghiera iniziale. San Paolo nella lettera agli Efesini lo dice in maniera un po´ più complicata: scese¸ ora è risalito¸ e noi in un certo senso risaliamo con lui. A questo si aggiunge un´altra riflessione¸ più tipica del quarto vangelo: salito in cielo presso Dio¸ Cristo ha la possibilità di estendere il suo influsso su tutto l´universo¸ e¸ apparentemente assente¸ in realtà è infinitamente più presente tra noi di prima. La fede cristiana è sostanzialmente questo: Dio è stato presente in Gesù Cristo in forma umana perché noi raggiungiamo la vita divina. Noi siamo già in contatto con il vivere divino. Per molte persone il problema è: ma tutto questo è vero? Questo è un mito! E´ un mito sostitutivo delle varie mitologie dell´antichità! I miti sono utili come simboli¸ Edipo¸ Ulisse¸ Arianna¸ sono modi per capire la vita. Il mito cristiano forse ha la capacità di essere più incisivo degli altri perché tocca il punto radicale: l´ultima parola è la morte? Il mito di Cristo che muore e risorge tocca il punto focale: la vita è per la morte o c´è un di più? Lo spirito critico oggi ci fa dire che questo mito è utile per capire le cose in modo acuto e profondo¸ fa bene¸ non importa se non è vero¸ è una storia che ci aiuta. Il mondo antico era convinto che quello che era accaduto a Cristo aveva le caratteristiche del mito¸ ma era un fatto¸ e loro erano convinti che questo fatto l´avevano vissuto: quello che abbiamo visto coi nostri occhi¸ quello che abbiamo toccato con le nostre mani- dice la lettera di Giovanni. Il cristianesimo è nato con la pretesa che il suo mito è successo veramente. E´ un fatto testimoniato da persone che dicono: noi c´eravamo¸ l´abbiamo visto! Questa è la differenza del cristianesimo rispetto alle religioni antiche. Tertulliano scrive che il cristianesimo non va in prescrizione¸ cioè non è che passato il tempo non conta più¸ perché ci sono delle chiese¸ che risalgono al tempo di Gesù¸ che tutte d´accordo attestano la realtà del fatto. Storia di un fatto¸ non racconto di un mito. Sono i fatti che cambiano la vita¸ non le parole; la scoperta dell´America¸ dell´elettricitภdell´elettronica¸ non le narrazioni. Le narrazioni servono per capire¸ ma quello che cambia le cose è il fatto. Il cristianesimo pretende di essere un fatto¸ che crea fatti. I miti hanno prodotto migliaia di parole¸ l´Iliade¸ l´Odissea¸ le tragedie; il fatto della resurrezione non è neanche raccontato nel Nuovo Testamento¸ è soltanto detto con tre parole; e questo è sintomatico¸ perché chi crede nel mito allunga il discorso¸ chi ha un fatto lo enuncia. E questo ci fa capire: ma forse c´è stato proprio un fatto¸ ci sono persone che hanno visto qualcosa¸ e quel fatto ha cambiato la vita. Noi siamo gli eredi di quell´esperienza.