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Omelia XIII Tempo Ordinario del 27 giugno 2004

27 Giugno 2004 - XIII DOM. T.O. C - 1Re 19¸16b.19-21; Sal 15; Gal 5¸1.13-18; Lc 9¸ 51-62 Prima di dire qualcosa sul Vangelo vi segnalo il salmo che è stato recitato come salmo tra le due letture. Lo chiamano responsoriale¸ inutile parola difficile¸ per dire che a ogni strofetta si legge un ritornello; quindi tutte le canzoncine con ritornello dovrebbero chiamarsi responsoriali; è la mania delle parole antiche e difficili dei liturgisti. E´ uno dei salmi più belli; tutti affermano questo¸ perché è uno dei salmi nei quali il salmista afferma la sua dedizione totale al Signore. E´ un salmo intanto assolutamente monoteistico¸ perché soltanto il Signore è il punto di riferimento del salmista. E il ritornello¸ il responsorio¸ che tutti abbiamo recitato senza badare a quel che dice¸ come sempre facciamo quando recitiamo le cose nella preghiera¸ è una grande bugia di cui dovremmo forse lealmente rendere conto al Signore; perché abbiamo detto - Sei tu Signore il mio unico bene-. E questo penso che non sia vero per nessuno di noi¸ che il Signore è il mio unico bene. Quelli che hanno moglie e marito devono dire che anche il partner è un bene della loro vita¸ quelli che hanno i figli pure. E´ una stupidaggine dire - Sei tu Signore il mio unico bene-. Chi ha i nipotini dice - Eh! No! Ghè anca i me neudin-! E poi ci sono tutti gli altri beni. Intanto anche i beni materiali¸ che sono dei beni e si chiamano cosí. La salute¸ il lavoro¸ la stima¸ la fiducia degli altri. Bastava¸ vedete¸ bastava un congiuntivo e tutto sarebbe diventato sincero - Sii tu Signore il mio unico bene-! Ma siccome il congiuntivo non è più di moda hanno detto - Sei tu Signore il mio unico bene - che è pura falsità. Dobbiamo stare attenti quando leggiamo e quando preghiamo¸ perché alle volte la colpa non è della Bibbia¸ non c´è questa frase nella Bibbia; anche la Bibbia ha tante frasi sciocche; per carità; la colpa è della disattenzione di chi ha preparato il lezionario in italiano; perché se è un´esortazione¸ un invito a mettere la figura di Dio il più al centro possibile¸ e quindi relativizzare gli altri valori¸ dicendo che sono secondari rispetto a Dio¸ intanto si poteva togliere unico e mettere un altro aggettivo. Ma dietro questa provocazione¸ se volete inopportuna¸ ci sta un problema che oggi è sentito da molte persone: cioè fino a che punto la fede¸ la religione¸ Dio hanno diritto di dominare la vita di una persona in maniera esclusiva¸ in maniera che tutto il resto diventi secondario; in altre parole fino a che punto la religione è totalitaria¸ si impossessa di una persona e le impedisce tutto¸ lo sequestra - Sei tu Signore il mio unico bene-. Dopo nel salmo la cosa è più morbida - Ho detto a Dio " Sei tu il mio Signore¸ senza di te non ho alcun bene"-. Che è un´altra cosa. Vuol dire - Insieme con te e unitamente a te tutto diventa buono¸ ma se manchi tu non ho alcun ( sottinteso alcun -altro-) bene-. E´ diverso dal dire - Mio unico bene-. Però voglio dire pensateci a queste cose e anche voi ragionate sulla pertinenza delle frasi. Ma la domanda di fondo che io volevo porre e che è tra le righe di questo salmo¸ come altri testi¸ è proprio questa - La religione è un completamento¸ è quella che dà sapore a tutto il resto¸ per cui se manca la religione il resto scade¸ oppure deve essere qualcosa appunto di totalizzante¸ che ti obbliga a scartare tutto il resto; è quella che dà senso e sapore al resto o è quella che elimina il resto? Questo è un problema serio. Perché Gesù nel Vangelo sembrerebbe anche lui orientato verso questa posizione drastica: la religione e nient´altro¸ non la religione che condisce tutto il resto. Il Vangelo di Luca andrebbe esaminato perché anche nella prima frase¸ che è tradotta in maniera molto morbida rispetto al greco¸ cioè questo brano di Vangelo è importantissimo nello schema di Luca e meriterebbe una lezione¸ ma non si può dire niente in una omelia perché non c´è tempo. La seconda parte del Vangelo ribadisce questo problema: la religione secondo la severità di Gesù impedisce di andare a seppellire il padre. Cioè rendetevi conto che questa è una cosa¸ già gli antichi si erano preoccupati di questa frase - Signore concedimi di andare prima a seppellire mio padre-¸ e Gesù non glielo concede! E questo sarebbe il carino¸ misericordioso¸ tanto bravo Gesù¸ la bontภl´amore. - Lascia che i morti seppelliscano i loro morti - E´ una durezza tale per cui¸ capite¸ sembrerebbe che l´impegno religioso deve portare a eliminare qualunque altro interesse. Allora vedete è la religione che diventa esclusiva. E´ grave; già nell´antichità si diceva: contraddice il quarto comandamento. Tenete conto del valore simbolico che aveva nell´antichità la sepoltura¸ per cui essere privati della sepoltura era una disgrazia molto più grave e sentita molto più fortemente di quanto forse non la sentiremmo noi oggi. Ci sono testi¸ dall´Iliade all´Antigone; nell´antichità il problema di seppellire i parenti è un problema di capitale importanza. Sono frasi spudorate queste - Lascia che i morti seppelliscano i loro morti-¸ sgarbate. E´ perché vuole dire che la religione deve essere il sostitutivo di tutto? Elia aveva permesso ad Eliseo di andare a salutare i suoi¸ ma Gesù non lo permette - Prima lascia che mi congedi da quelli di casa -¸ - Vò a saluta me mama -¸ - Chi pone mano all´aratro e si volta indietro-. E´ stranissimo tutto questo! La domanda che lascio a voi (le lascio sempre a voi le domande¸ è comodo fare il predicatore alla mia maniera perché si assegnano i compiti agli ascoltatori dopodiché io me ne vado) : Gesù che idea aveva della religione? Era fascista¸ molto¸ la cosa; era molto medioevale. Dopo noi le abbiamo dimenticate queste cose e abbiamo detto che Gesù è tollerante. Alter che tollerante! Non permette neanche di andare a curare il padre. Qualcuno dice poi che seppellire il padre non significa semplicemente fare il funerale¸ ma significa - Ho mio padre vecchio; spetum che ´l mora; faccio il funerale¸ poi vengo-. - Lascia che i morti seppelliscano i loro morti-. E´ curioso! Certo lui gioca a fare il profeta¸ Gesù¸ e usa lo stile del profeta. Però ripeto¸ al di là degli scherzi¸ anche se scherzare sulla Bibbia è un modo per approfondirla¸ quindi non abbiate vergogna¸ paura a polemizzare con il testo; io lo faccio spesso e non è irriverenza¸ perché il polemizzare è uno dei modi per riuscire a vedere dov´è il nocciolo. Secondo me il nocciolo è proprio questo. E´ la natura dell´adesione religiosa. Alcuni studiosi per esempio hanno detto che è caratteristico delle religioni monoteiste¸ non delle altre¸ invadere il campo e buttare fuori tutto e solo Dio. Ci viene sempre in mente tutte le volte perché la cosa è di attualità: alcune persone vivono la loro aderenza all´Islam come Gesù ha insegnato a vivere la religione; cioè la religione è tutto e il resto è¸ fosse solo secondario!¸ secondo alcuni è addirittura da emarginare se non da sterminare. E´ interessante molto questo. Il medioevo¸ vedete¸ che è il periodo nel quale la Chiesa ha avuto la maggior quota di sapienza che mai abbia avuto¸ il medioevo ha interpretato tutte queste cose dividendo¸ cioè dicendo - Questa severità per cui la religione è tutto vale per alcuni¸ i chiamati¸ la gerarchia¸ i monaci¸ i missionari -¸ e ha trasformato tutta questa severità nel dire - Ci sono alcune persone che¸ per grazia di Dio¸ ricevono una chiamata¸ una possibilitภdei doni per dedicarsi al regno di Dio; per questi è obbligatorio non pensar più neanche alla loro famiglia. Ma per gli altri¸ per i fedeli¸ per la massa delle persone non valgono queste parole -. E ha strutturato le cose dando questa spiegazione¸ che¸ volendo¸ in un certo senso dura anche oggi. E infatti notate che il testo dice - Annuncia il regno di Dio. E´ adatto per il regno di Dio -. E cosa più interessante¸ a conferma di questo¸ e la incontreremo domenica prossima¸ subito dopo queste parole in Luca c´è la missione dei 72 discepoli¸ che non c´è negli altri Vangeli. Per cui sembrerebbe che questa severità è l´esame di vocazione: se volete fare i predicatori¸ non se volete essere uomini religiosi¸ se volete essere propagandisti religiosi¸ se volete essere gerarchie nella vostra Chiesa¸ allora dovete occuparvi soltanto di questo. E´ un´interpretazione interessante. Vale per i chiamati. Ovviamente ciò porta per conseguenza che all´interno di una vita religiosa cosí strutturata ci sono alcuni che comandano¸ dirigono¸ promuovono¸ spingono; dei capi¸ e c´è un gregge. E io altre domeniche avevo parlato della difficoltà di capire la metafora del gregge. Perché se questo è di tutti¸ in una concezione della Chiesa di tipo egualitario¸ comunitario¸ siamo tutti una sola famiglia; allora tutti devono fare cosí¸ e questo è impensabile. Se solo alcuni sono chiamati a questo rigore allora è evidente che in cambio di aver lasciato padre¸ madre¸ famiglia e tutto hanno la responsabilitภma direi anche il diritto di diventare i capi¸ perché diventano i trascinatori che per la causa hanno lasciato tutto. E infatti la Chiesa medioevale è gerarchica. La grande abbazia¸ autosufficiente¸ con intorno le baracchette. Poi la imitano i signori laici che fanno il castello con intorno le piccole casette. Ma prima viene l´abbazia. Allora la Chiesa è la gerarchia che domina¸ perché è quella dei santi. E anche questo non ci piace. Non ci piace niente a noi¸ capite. Né la dedizione di alcuni che poi comandano¸ né la dedizione di tutti¸ perché quella toccherebbe ciascuno di noi e noi non ce la sentiamo di rinunciare a tutti i beni per la religione. Ecco. Allora che facciamo? Forse la soluzione è che andiamo in vacanza e ci pensiamo in autunno.