» Home » Domande - Risposte   » Libro deglio ospiti    » Contatti  
Omelia IV DOM. T.O. B del 29 Gennaio 2012

TRASCRIZIONE NON INTEGRALE 29 Gennaio 2012 – IV DOM. T.O. B- Dt 18¸15-20; 1Cor 7¸32-35; Mc 1¸21-28 Domenica scorsa Gesù aveva detto che il tempo sarebbe cambiato¸ non perché stava arrivando la fine¸ ma perché era arrivato un inizio¸ era arrivato lui¸ e aveva cambiato la situazione. Il testo di Paolo aveva introdotto il- come se-¸ che indica la trasformazione che può avvenire nella realtà che ci circonda¸ mediante la nostra interpretazione; la novità portata da Cristo è lo sguardo nuovo che noi adesso possiamo avere nei confronti della realtà; la valutazione diversa delle cose. Per esempio¸ sapendo che Cristo è morto sulla croce¸ noi siamo invitati a cercare di cambiare la nostra valutazione del morire e del soffrire¸ perché il morire e il soffrire è stato vissuto dalla persona di Cristo¸ che noi crediamo avere addirittura una componente divina nel suo essere. L´esperienza cristiana¸ quello che un cristiano sente¸ quello che prova nella sua vita è proprio questo -come se-. Non sempre ci riesce¸ perché molte volte siamo ancora legati alla realtà oggettiva delle cose: la malattia ci sembra soltanto un male¸ la ricchezza ci sembra certamente un bene¸ il successo ci sembra necessario per il nostro benessere interiore¸ l´umiliazione ci sembra una sconfitta. Il cristiano è colui il quale davanti a qualunque realtà gli si presenta si domanda se è ancora vero cosí¸ dopo che Cristo è venuto. Può darsi che ci sia perfino una vita eterna¸ un paradiso di beatitudine; non ne siamo sicuri del tutto¸ ma può darsi; anche accontentarsi del può darsi cambia le cose; non c´è una certezza¸ c´è una speranza¸ una speranza fondata¸ che qualche volta ci pare esagerata¸ però c´è¸ e allora ci aiuta al -come se-. E il -come se- ci dice che le cose potrebbero essere diverse in un modo più favorevole a noi. Nel brano di oggi della lettera ai Corinti ci pare ci sia stata una caduta di stile; il modo di ragionare in questi versetti è un tantino banale. Questa idea della donna che se ha marito si preoccupa di piacere al marito¸ è anche vero¸ ma non è profondo; c´è ben altro nella vita del matrimonio! E non è poi sempre vero che la donna non sposata si preoccupa delle cose del Signore¸ può darsi di sí e può darsi di no. Il vangelo è sconcertante¸ parla di una novità che Gesù ha portato nel mondo¸ ma dal racconto dell´indemoniato non riusciamo a capire bene di quale novità si tratti. La preghiera iniziale dice- Il liberatore dalle potenze del male-; la preghiera non ha detto- colui che ci libera dallo spirito immondo o dal demonio-; giustamente ha interpretato il vangelo come se fosse un episodio nel quale è apparso che Gesù ci libera dalle potenze del male. Fermiamoci un momento sui particolari di questo strano racconto di esorcismo. E´ messo proprio all´inizio del vangelo. In questo racconto il demonio non fa del male alla persona¸ come nell´episodio dei porci e in quello del bambino epilettico. La parola spirito è la stessa in greco usata poco prima per dire che lo spirito scese su Gesù in forma di colomba; noi la scriviamo con la s maiuscola¸ ma nei codici antichi è scritta con la s minuscola. Questo uomo è anche lui in un pneuma¸ con un aggettivo- non puro-. La stessa parola per indicare due cose opposte: la forza di Dio che scende su Gesù¸ la forza impura che agisce in un uomo. Non per fargli del male¸ ma paradossalmente per fargli dire: io so chi sei Gesù! Non lo sa ancora nessuno¸ lui lo sa. Questo uomo si trova¸ come dice la traduzione¸ posseduto dallo spirito impuro¸ mentre il greco dice- in spirito impuro-¸ non lo spirito nell´uomo¸ ma l´uomo nello spirito impuro; verrebbe da pensare che si tratti di un uomo un po´ originale¸ con fantasie sue¸ un uomo che ha delle idee balorde. Fatto sta che non soffre questo uomo¸ e lo spirito parla per mezzo di lui¸ e dice una sacrosanta verità- Che c´è fra me e te (stesse parole dette da Gesù alla madonna nelle nozze di Cana)¸ siam mica vicini noi due¸ sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei¸ il Santo di Dio-. E´ una professione di fede. E il racconto non dice che in sinagoga tutti hanno ascoltato queste parole e si sono domandati se fosse vero. Questo stranissimo spirito impuro fa una professione di fede più elevata di quella che tutti gli altri faranno alla fine- Che è mai questo?-¸ non danno nessuna definizione¸ rimangono perplessi¸ non ascoltano la voce dello spirito impuro¸ che ha detto la verità. Questa è la stranezza del racconto! Cosa vuol dire qui l´evangelista? Questo non è lo spirito che fa soffrire l´uomo¸ non è neanche Satana¸ è una fantasia. Noi saremmo tentati di parafrasare tutto questo e dire: la cultura atea sa che Gesù Cristo è il Santo di Dio; non vuole avere rapporti; glielo dice in faccia e poi gli dice- io con te non voglio aver niente a che fare-. E´ la ribellione dell´ateismo militante contro Gesù. Solo che il mondo antico¸ che era ancora animista¸ personificava tutte le cose e le considerava dotate di anima. L´uomo sa che il male¸ le idee sbagliate¸ le cattiverie¸ anche quando le compie¸ non corrispondono alla sua realtภe per scusarsi dice che è il diavolo che l´ha tentato; per respingere la parte di sé che fa il male la fa diventare un demonio impuro¸ uno spirito cattivo che lo sollecita. Forse Gesù è venuto¸ lasciando parlare questo indemoniato¸ proprio per dirci che approva questa nostra ingenua¸ infantile¸ oggettivamente sbagliata interpretazione della realtภma che ci è utile. E Gesù a questo demonio ha detto: adesso taci¸ sono venuto ad aiutare l´uomo a liberarsi dal male! Non è scaricando su questa ipotetica figura di tentatore che l´uomo si libererà dalla cattiveria e poi dal rimorso che gli fa ancora più male. E´ come se Gesù dicesse: ci penserò io a liberare l´uomo da tutto questo¸ scompari¸ non hai più ragion d´essere! La salvezza che Gesù porta è proprio questa: rende l´uomo consapevole di essere lui il colpevole¸ gli impedisce di scaricare su ipotetiche forze esterne la responsabilitภe poi lo perdona. Gli dice: so che sei fatto cosí¸ mi vai bene cosí! E´ quella che i protestanti chiamano la giustificazione per fede¸ Dio che dice: ti dichiaro buono! - Ma non lo sono!-¸ - Diventerai quello che io ti ho detto!-. Ecco la potenza della parola¸ la potenza della giustificazione che gratuitamente Dio ci dà; e nasce la possibilità di rinascere ogni giorno da capo come se niente fosse successo¸ per grazia e per amore di Dio¸ manifestato in Gesù.