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Omelia S. STEFANO del 26 Dicembre 2011

TRASCRIZIONE NON INTEGRALE 26 Dicembre 2011 – Santo Stefano – At 6¸8-10.12;7¸54-60; Mt 10¸17-22 La festa di oggi¸ con le sue letture¸ non solo conferma quello che ho cercato di dire ieri¸ ma va molto oltre. Aggrava ancora di più quel contrasto continuamente presente nella bibbia tra le promesse di salvezza¸ aiuto¸ assistenza¸ e il realismo della fatica¸ della sofferenza e addirittura del rischio di morte. Tutto questo potrebbe indurre qualcuno ad abbandonare la fede cristiana dicendo: se questi sono i risultati è inutile fare il cristiano. Perché la parola salvezza¸ quando la si concretizza all´interno dell´esperienza della vita cristiana¸ è abbastanza difficile capire in cosa consista¸ e capire in che senso Gesù è il salvatore. Si può applicare la soluzione drastica dicendo che la salvezza viene dopo la morte¸ che la salvezza è l´aldilภsu questa terra non ci è concesso niente¸ anzi bisogna affrontare oltre a tutte le difficoltà della vita normale¸ molte volte anche la testimonianza cristiana¸ con i guai che comporta. Matteo la descrive con una crudezza incredibile: il fratello darà a morte il fratello¸ i figli insorgeranno contro i genitori e li faranno morire¸ e sarete odiati da tutti. E uno potrebbe dire: se Cristo non veniva¸ almeno queste cause di odio non c´erano; ce n´erano già tante altre¸ non c´era bisogno anche di queste! E´ una contraddizione evidente. Dopo si ricorre¸ ignorando questi testi¸ a quelle strategie drastiche¸ dicendo che la salvezza è l´aldilà. Il fatto di celebrare¸ il giorno dopo Natale¸ la memoria del primo martire¸ che è il più innocente¸ perché viene ammazzato all´inizio¸ per aver fatto il primo annuncio di Cristo¸ mette in luce questo contrasto¸ contraddizione¸ scandalo. Gesù Cristo è venuto a portare una complicazione nel mondo¸ una proposta che suscita contrasto¸ quando va bene disinteresse¸ spesso persecuzione; e si aggiunge alla vita un impegno in più. Vorrei completare il discorso¸ senza ricorrere a quella strategia drastica di dire che la salvezza si manifesta soltanto nel dopomorte. Probabilmente è possibile sperimentare una salvezza¸ come è successo a Stefano¸ proprio mentre si è nel momento della durezza del contrasto¸ quando si è difronte alla minaccia della morte inflitta. Lo stesso Luca che nel Natale ha inserito il canto angelico¸ quando scrive il libro degli Atti presenta la storia di Stefano¸ e io mi domando: la pace in terra annunciata dagli angeli l´ha ricevuta Stefano? Prendendo spunto dal canto angelico di ieri posso dire che la scrittura mi obbliga a interpretare la vicenda di Stefano come un´esperienza di pace? Devo arrivare a pensare che mentre Stefano subisce il martirio¸ vive interiormente la realizzazione di quell´augurio angelico- Pace agli uomini che Dio ama-? Dovrei riuscire a rispondere sí. Il paradosso potrebbe essere questo¸ che la presenza di Dio¸ in coloro che hanno il coraggio di affrontare anche questo estremo conflitto¸ dona all´interno della loro vita la pace. Sappiamo che la parola biblica pace significa molto di più di come la intendiamo noi; non significa quiete¸ riposo¸ tranquillitภma ha il senso di sviluppo¸ benessere¸ esaltazione¸ gioia. Quindi la pace agli uomini che Dio ama è ancora di più di quello che noi intenderemmo per pace¸ assenza di disturbo¸ ma benessere e gioia. Luca vuol forse dirci negli Atti che Stefano interiormente ha provato questo? Allora sí che ci sarebbe una concezione di salvezza veramente entusiasmante per chi ha il coraggio di crederci e di accettare. Il modo in cui Luca racconta la storia di Stefano indirizza a questo modo di interpretazione. Mentre tutti rifiutano il suo discorso¸ imprudente¸ sincero e leale¸ ma che non ha tenuto conto che poteva provocare negli ascoltatori una reazione prevedibilissima¸ e direi umanamente perfino comprensibile¸ perché rinfacciava agli ebrei di avere un culto e un rispetto per il tempio che Dio non approvava¸ quindi è andato oltre una delicatezza caritatevole del discorso¸ e ha provocato la reazione incontrollata¸ lui risponde dicendo: non me ne importa niente perché io vedo il cielo aperto e il Figlio dell´Uomo che siede alla destra di Dio. E questa è la pace¸ è l´esaltazione interiore¸ è una specie di vita dell´aldilà anticipata nell´aldiquà. E´ forse questa la pace che Dio promette agli uomini che ama¸ perfino quando per testimoniare la fede in lui soffrono più di quanto non avrebbero sofferto se l´avessero ignorato? E´ forse anche questa la pace interiore che Dio gentilmente dona anche a coloro che non stanno testimoniando a suo favore¸ ma che stanno semplicemente vivendo¸ lavorando¸ e che vengono colpiti dalle disgrazie¸ dalle fatiche della vita? Luca ci fa capire che il cielo aperto l´aveva visto Gesù nel momento del battesimo¸ adesso lo vede Stefano nel momento della morte¸ perché il battesimo è un morire a questo mondo¸ e la morte è un rinascere all´altra vita. Ma tutto questo non nell´aldilภma già nel momento più terribile dell´aldiqua. Allora la vera salvezza consiste nella forza interiore che lo Spirito Santo dona a coloro che credono¸ in quel di più di immaginazione¸ di fiducia¸ di idee¸ di aspirazioni¸ di concetti che lo Spirito Santo semina nella mente delle persone¸ quando hanno davanti a sé l´impressione che stiano prevalendo la sofferenza¸ la sconfitta¸ la morte¸ il dolore? Se uno cerca di lasciarsi illuminare¸ può darsi¸ non lo posso garantire¸ però può darsi che il Signore offra la grazia della visione. E direi di più¸ la visione dobbiamo cercare di provocarla noi¸ perché avere fede significa avere una capacità di immaginazione¸ di superamento della realtà nella sua brutalità crudele¸ che noi stessi dobbiamo cercare di costruire con la nostra mente¸ con la nostra fantasia di credente. Quello che succede¸ in un contesto non cosí tragico¸ alle Bernardette¸ ai ragazzini di Fatima¸ a quelli di Medgjugorie che vedono la madonna¸ è qualcosa che deve succedere a tutti noi¸ ma in maniera non cosí pubblica e oserei dire plateale. Il vedere oltre l´opacità della realtภil vedere oltre l´insensatezza di quello che succede¸ vedere oltre la crudeltà di coloro che perseguitano l´innocente¸ cercare di costruire dentro di sé una prospettiva¸ un punto di vista differente! Quando la visione non viene donata da Dio in quella maniera eccezionale e stupefacente¸ e sostanzialmente inutile per gli altri¸ delle grandi apparizioni storiche¸ dobbiamo implorare e nello stesso tempo attivare nella nostra mente la capacità di pensare diversamente¸ di opporre una visione contraria dell´oppressione del male¸ che prima colpisce il corpo e poi colpisce la mente e la abbatte e la deprime. Questa alleanza tra la nostra immaginazione religiosa e la presenza dello Spirito potrebbe essere una chiave di salvezza. E´ quello che ha fatto Stefano. Vedo i cieli aperti: tenetela presente come ciaculatoria questa frase. Non è vero che li vedo¸ me li creo io¸ li voglio vedere. Perché secondo me a questa volontà di credere e di constatare e addirittura di sperimentare può darsi che Dio risponda¸ e che dia pace; pace addirittura nel senso di forza d´animo. Stefano ce l´ha avuta questa grazia. Però questo è raccontato da Luca per dire che potrebbe succedere anche a voi se vi sforzate di entrare in questa atmosfera. Stefano l´ha avuta perché ha detto ( e qui Luca fa apposta a copiare le stesse parole che ha usato per la passione di Cristo): Signore Gesù accogli il mio spirito; e poi l´altra parola: non imputare loro questo peccato. Che è nello stesso tempo¸ se ci pensate¸ parola di perdono¸ ma anche parola di dissociazione e di distacco: voi siete di un altro mondo¸ non siete di Dio; Signore lasciali perdere¸ io non sono con loro! Non è amore¸ non è neanche perdono¸ è semplicemente: o Signore¸ insieme con me¸ lasciali perdere¸ non meritano neanche di essere accusati. Perché la visione di Dio si attua anche col supremo disprezzo del male. E quando il male è dentro in quella persona¸ io mi sforzerò di non disprezzare la persona¸ ma me ne devo dissociare completamente: non mi interessano¸ non sono tra le cose che mi riguardano¸ non mi tange la loro miseria; e lo dico a Dio: ignorali¸ ignoriamoli insieme. Questa è la pace¸ questa è la visione¸ questo è il mondo nuovo¸ che comincia a nascere nella nostra mente; qualche volta riusciamo a produrlo anche in piccole zone all´esterno¸ piccoli gruppetti¸ in un momento¸ ma questa sarà la pace e la gioia della vita eterna.