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Omelia IV AVVENTO B del 18 Dicembre 2011

TRASCRIZIONE NON INTEGRALE 2Sam 7¸1-5.8b-12.14a.16; Rm 16¸25-27; Lc 1¸26-38 Abbiamo riletto il vangelo dell´Immacolata. Le parole dell´arcangelo Gabriele sono parole che in parte non si sono realizzate. Gesù non ha ereditato il trono di Davide suo padre; al massimo lo si può considerare re come quando si fa la festa liturgica di Cristo Re¸ o si parla del suo regno¸ in un senso completamente metaforico¸ che non ha niente a che fare con il regno di Davide che era un regno politico-militare; il regno di Gesù è un modo di dire¸ non c´è niente di politico-militare nel modo di agire di Gesù¸ quindi al massimo è una metafora. Maria ha visto il suo figlio fare il profeta¸ predicare¸ guarire i malati¸ lo ha visto acclamato dalle folle e poi abbandonato¸ lo ha visto tradito e lo ha visto crocifisso; e di tutto questo l´arcangelo Gabriele si è guardato bene dal dare un minimo cenno; e in questo c´è una specie di imbroglio¸ nel senso che Maria è stata chiamata ad una missione¸ si è fatto finta di spiegarle in cosa consisteva¸ ma non le si è detto tutta la veritภoppure quasi niente di quello che sarebbe successo. Questo fa pensare che ci deve essere sotto qualcosa di serio¸ perché non posso pensare che le cose stanno cosí. Una prima spiegazione è che l´evangelista Luca¸ per comportarsi da bravo scrittore¸ ha adeguato le parole messe in bocca a Gabriele alla cultura e alle aspettative che erano prevedibili in una fanciulla che abitava in Galilea¸ nel tempo in cui Gesù è nato. Una ragazza ebrea di quel tempo era stata educata a sperare che Dio avrebbe mandato un salvatore politico¸ che avrebbe ridato al popolo di Israele la sua indipendenza e avrebbe rinnovato le glorie del tempo di Davide. Nella prima lettura quello che si racconta di Davide è lo stesso modello che si adopera per Maria. Cosa viene assicurato a Davide in questa profezia di Natan? Davide voleva costruire il tempio e Natan gli dice che fa bene¸ poi di notte Dio appare a Natan e gli dice di andare a dire a Davide che non tocca a lui costruire il tempio¸ anzi gli farò io una casa; e siccome casa in ebraico significa casa¸ tempio¸ famiglia¸ dinastia¸ si gioca sulla parola. - Ti darò un nome grande come quello dei grandi che sono sulla terra-. Questo in parte si è avverato. Ma poi la promessa è quella di una protezione eterna per il popolo¸ ma se si legge la bibbia le oppressioni sono andate avanti per 300 anni¸ sono arrivati gli Assiri¸ i Babilonesi¸ il tempio è stato distrutto¸ il popolo mandato in esilio¸ è tornato dall´esilio¸ ha ricostruito il tempio¸ sono arrivati i successori di Alessandro Magno¸ il popolo è stato perseguitato¸ il tempio è stato ricostruito da Erode e alla fine è stato distrutto dai Romani¸ e della grandezza di Gerusalemme e di Davide non è rimasto niente. Allora è la stessa suonata: quello che a Maria accade in piccolo¸ nella sua piccola esperienza di mamma che poteva sperare di diventare la mamma del re¸ ed invece è diventata la mamma del crocifisso¸ era già successo nella storia passata; la casa di Davide ha avuto i suoi momenti di splendore¸ ma non è stata affatto la gloria¸ la protezione. Questo a pensarci bene era già successo quando c´era stata la liberazione dall´Egitto. - Vi manderò nella terra dove scorre latte e miele-. Tutti quelli che sono partiti dall´Egitto sono morti nel deserto¸ nessuno di loro ha visto la terra dove scorre latte e miele¸ e quelli che sono arrivati -sono stati oppressi al tempo dei giudici- come abbiamo letto nel testo. La bibbia è la storia di una continua disillusione¸ di promesse che non si avverano¸ sostituite da altre promesse¸ che fanno un passo avanti¸ non si avverano neanche quelle¸ e allora c´è un´altra promessa. La cosa curiosa è che la sostanza del messaggio biblico sta proprio in questa sorta di dialettica o superamento¸ quasi al modo hegheliano: una promessa imperfetta che accontenta desideri non adeguati alla vita dell´uomo¸ non viene mantenuta¸ per essere sostituita da una promessa più elevata¸ che corrisponde di più alla vera natura dell´uomo. Questa è la storia della salvezza! Prima gli si promette: ti darò da mangiare¸ poi gli si fa patire il digiuno per fargli capire che l´uomo non è l´essere che mangia¸ ma l´essere che pensa. Ti darò ricchezza¸ poi si fa in modo che la promessa non si realizzi per fargli capire che il destino dell´uomo non è la conquista quello che lo qualifica. Questa è la storia della salvezza: accontentare il desiderio imperfetto¸ solo in parte¸ per poi annullare tutto e fare un passo avanti. L´idea che la felicità di una nazione fosse conquistare territori è durata fino alla conquista dell´Etiopia; c´è voluta una seconda guerra mondiale e una bomba atomica per farci capire che non è cosí. La storia della salvezza è l´agire di Dio che prende in giro l´uomo e gli fa capire la vanità dei suoi desideri per portarlo ad un livello più alto. Questo c´è stato perfino in Maria: tutti ti chiameranno beata non perché sei diventata regina¸ ma perché sei stata un´umile donna che ha riflettuto¸ pensato¸ ha capito che bisognava prima di tutto rimediare il peccato con la crocifissione del figlio di Dio. Perché è riuscita ad essere una donna perfettamente innocente nel suo cuore¸ mai sfiorata dal male; questa è la grandezza di Maria. La storia della salvezza è questa educazione¸ per contrasti superati. Al culmine l´amore universale¸ la soppressione delle gelosie¸ delle differenze¸ della competizione¸ della concorrenza¸ per passare invece alla fraterna cooperazione. La grande contraddizione che stiamo vivendo oggi tra cultura e fede non è più quella della guerra-pace¸ ma tra competizione e cooperazione. Tutto il nostro sistema di vita occidentale si basa sulla competizione; bisognerà che Dio ci imbrogli¸ come ha fatto con Maria¸ e ci dica: fate cosí¸ vi accorgerete che creperete di fame tutti¸ e allora comprenderete che quello che vi serve è lavorare insieme¸ cooperare. E questo è il grande traguardo che si spera di raggiungere nel terzo millennio. Dio mette l´uomo di fronte a una speranza sbagliata¸ che lui stesso gli ha dato¸ perché capisca che deve convertirsi e fare un passo avanti. E il passo avanti è avvicinarsi di più a quella natura propria di Dio che si sintetizza nel termine: amore universale.