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Omelia II AVVENTO B del 4 Dicembre 2011

TRASCRIZIONE NON INTEGRALE Tutto quello che Marco dice di Giovanni Battista è quello che abbiamo letto oggi. Matteo e Luca aggiungono una serie di detti dove il Battista avrebbe detto: razza di vipere etc¸ la scure è posta alla radice dell´albero etc. In questo modo la figura del Battista in Marco risulta completamente diversa da quella che c´è in Matteo e Luca. Luca e Matteo danno l´impressione di un predicatore di castigo¸ ma questa dimensione non c´è in Marco. La visione di Marco omette una parola significativa¸ dicendo: egli vi battezzerà in Spirito Santo¸ mentre Matteo e Luca dicono: egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. E´ evidente che se lo Spirito Santo è spirito di vita¸ di risurrezione e di rinascita¸ il fuoco è spirito di distruzione e di condanna. La parola fuoco in Marco non c´è; lo Spirito Santo è una potenza che vivifica¸ che accresce le capacità dell´uomo; è un messaggio esclusivamente di prossima salvezza¸ di prossima forza vincente. Tanto è vero che Marco chiama questa predicazione del Battista l´inizio del vangelo di Gesù Cristo figlio di Dio¸ e la parola vangelo significa buon annuncio. L´inizio della bella notizia di Gesù Cristo è questo¸ che¸ come stava scritto nel profeta Isaia¸ viene il più forte che vi immerge dentro nello Spirito di Dio. Parafrasando¸ vi divinizza. Quest´anno potrebbe essere una fortunata combinazione non avere¸ oltre alle difficoltà dell´economia e della vita¸ la spada di Damocle del fuoco inestinguibile per gli alberi che non portano frutto. Il grande dono che fa Dio quando entra in contatto con noi è un dono che riguarda la nostra interiorità; lo Spirito di Dio serve per ciò che nel corpo raggiunge il livello dell´intelligenza e della progettazione¸ cioè la mente¸ serve soprattutto per rivitalizzare le nostre coscienze. Secondo Marco non adopera la cura del castigo e della minaccia¸ ma la cura dell´incoraggiamento¸ della fiducia¸ della speranza; è la cura dell´educazione alla responsabilità. Per cui Dio ci riempie del suo Spirito e poi ci lascia soli¸ non per abbandonarci¸ ma perché sa che è bello avere la soddisfazione di essere riusciti da soli a superare le difficoltà e a far del bene e a migliorare la nostra condizione. Lo Spirito Santo ci rende capaci di essere artefici del nostro futuro; è creatore di libertà. Per cui domenica scorsa avevo detto che in un certo senso è lo Spirito Santo che ha voluto quel salto di qualità che è cominciato con l´epoca moderna e poi con l´illuminismo¸ e che dice all´uomo: smettila di continuare a piagnucolare di fronte a Dio¸ sei tu che hai la possibilità di migliorare la vita in questo mondo. L´intenzione era di dire che il vangelo ci dà coraggio¸ ci dà una responsabilità che ci mette talvolta un po´ in ansia¸ ma valorizza le nostre capacitภvuole che siamo noi a renderci conto delle situazioni e a trovare il modo di uscire da quelle sbagliate¸ e di trovare le soluzioni buone. E´ il segno della massima fiducia che Dio ci dà. In questo Avvento noi dobbiamo sfruttare questa consapevolezza di quanto potere c´è nelle nostre mani¸ se la nostra mente¸ il nostro cuore¸ sono capaci di ascoltare l´aiuto dello Spirito che ci rende capaci di prendere le decisioni giuste. E´ un messaggio molto diverso da quello che dice la seconda lettera di Pietro. E´ uno dei testi più curiosi del nuovo testamento¸ è contraddittoria al suo interno¸ ha degli sprazzi di intuizione dipendente dalla novità che Cristo ha portato nel mondo¸ e ha una serie di pesi che vengono dalla tradizione¸ come la descrizione della fase terminale della vita del pianeta¸ che è soltanto segno di primitiva immaginazione di un mondo che non sa nulla delle leggi che governano l´universo. E´ arcaico questo modo di parlare della seconda lettura. La prima lettura contiene una diversità rispetto al vangelo; è l´annuncio che verrà Dio e farà tutto lui; l´ antico testamento ha questa visione delle cose¸ noi siamo impotenti¸ non riusciamo a salvarci¸ per migliorare la nostra situazione bisogna che venga una guida potente dal di fuori¸ e noi verremo condotti come delle pecore; che è invece quello che viene superato nel nuovo testamento. Ma questa prima lettura ha già un germe che fa da passaggio da questa visione passiva dell´antico testamento alla visione più attiva del nuovo¸ ed è il famoso cambiamento di punteggiatura per cui nell´antico testamento si dice: preparate nel deserto la via del Signore; annuncia il cambiamento del deserto¸ cambia il mondo¸ come anche la seconda lettera di Pietro tenta di dire¸ cambia la terra¸ cambiano i cieli. Già la traduzione greca dell´antico testamento situava nel deserto non il cambiamento ma la voce- Una voce grida nel deserto: preparate le vie del Signore-¸ che allora diventano le vie interiori. E´ la coscienza che si prepara al Signore. La voce risuona nel deserto¸ ma il deserto rimane deserto; quello che cambia non è il mondo¸ certamente non lo cambia Dio¸ al massimo lo cambieremo in parte noi¸ quello cambia siamo noi. L´azione di Dio va sulla coscienza delle persone; nel deserto non succede niente¸ quello che succede succede tutto nella coscienza dell´uomo. Nel deserto risuona soltanto una voce. E che la voce risuoni nel deserto significa che la voce risuona non nelle strutture di male¸ di peccato¸ di oppressione che ci sono nelle cittภma risuona dove non c´è ancora niente¸ perché l´uomo possa creare tutto ex novo. I cieli nuovi e la terra nuova non scendono dal cielo¸ come dice la seconda lettera di Pietro e l´Apocalisse¸ nascono dall´attività dell´uomo¸ suscitata¸ rinforzata¸ animata dallo Spirito di Dio. Nascono dall´alleanza tra Dio e gli uomini¸ sono frutto del nostro lavoro¸ se siamo capaci di ascoltare la voce dello Spirito.