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Omelia CRISTO RE A del 20 Novembre 2011

TRASCRIZIONE NON INTEGRALE. Questa descrizione del giudizio¸ ovviamente immaginaria¸ si trova soltanto nel vangelo di Matteo¸ ed è l´ultima parola che viene messa in bocca a Gesù prima dell´inizio della sua passione. Lo stile del discorso è caratteristico del vangelo di Matteo¸ quindi il testo è certamente una stesura di Matteo; se ci sia qualcosa di più antico è difficile dimostrarlo¸ come pure è difficile dimostrare che sia stato Gesù a fare una descrizione del giudizio di questo genere. Secondo alcuni commentatori il testo è sopravvalutato¸ nel senso che dimentica tutto il resto e fa consistere l´unico argomento del giudizio finale nella carità verso i bisognosi. La concentrazione sul tema della carità è anche geniale¸ ma va letto però insieme con tutto il resto del vangelo; per esempio prima di questo brano c´è la parabola dei talenti dove si loda quello che oggi chiameremmo lo spirito imprenditoriale. Uno dei doveri dell´umanità è anche quello di progredire¸ non solo quello di assistere quelli che stanno male¸ anche perché per assisterli occorrono mezzi¸ strutture¸ occorre creare possibilità. La parabola è scritta all´interno di una concezione molto statica della societภdi una regione depressa come era allora la Palestina¸ dove l´unica cosa che si sapeva fare era l´elemosina. Già il mondo romano aveva altri progetti. Le piccole opere di misericordia corporale hanno il pregio di essere fatte alla persona che ti è vicina e che incontri¸ sono segno anche di un affetto personale¸ ma non basta questo per risolvere i problemi del mondo. Alcuni hanno approfittato di questo testo per dire che non è obbligatoria la fede per essere ammessi al regno di Dio¸ non è obbligatorio credere¸ è obbligatorio fare. Sono interpretazioni arbitrarie. Il catechismo alle sette opere di misericordia corporale aggiunge le sette di misericordia spirituale e la principale di queste è istruire gli ignoranti. Don Milani¸ se si stesso solo a questa parabola¸ andrebbe con i capri nel fuoco eterno¸ perché si è preoccupato di insegnare ai ragazzini di Barbiana a leggere¸ scrivere e giudicare liberamente quello che accade attorno; e questa è un´opera di misericordia che vale tanto quanto dare il vestito a chi è nudo. Quando si legge il vangelo si deve leggerlo con intelligenza e non focalizzarsi su un unico testo. Cinquant´anni fa si insegnava che questo testo è la convocazione dei popoli pagani¸ i quali vengono giudicati a seconda della loro generosità e assistenza prestata ai cristiani; ci si basava sul parallelismo con la missione dei discepoli al cap. 10¸ dove si dice che se uno vi darà anche solo un bicchiere di acqua perché siete miei discepoli avrà la ricompensa del giusto. Si diceva che ai non cristiani Gesù non può chiedere la fede¸ e li giudica con grande bontà e misericordia avvalorando il loro merito di aver protetto i cristiani – i miei fratelli più piccoli-. Era una interpretazione molto riduttiva¸ in uso anni fa. Oggi si ritiene che la parola genti¸ all´inizio del testo¸ riguardi tutti i popoli¸ e che fratelli indichi tutti gli uomini¸ e che il testo veramente voglia dire che il criterio fondamentale per il giudizio sarà proprio l´aiuto che abbiamo dato ai bisognosi. Questa interpretazione è forte e perfino sconvolgente¸ perché denuncia il peccato di coloro che stanno bene¸ vale a dire denuncia praticamente tutto l´emisfero nord del pianeta¸ che non si occupa dei bambini che muoiono in Africa¸ dello sviluppo dei paesi dell´emisfero sud¸ che ha bisogno assoluto per sopravvivere di aumentare il suo benessere¸ di trovare mercati dove vendere i suoi prodotti¸ continuando a ridurre in sempre maggiore miseria coloro che non hanno mezzi. Oggi leggendo questa parabola¸ se il criterio è quello per cui si verrà giudicati dal modo con cui ci si è comportati nei confronti di coloro che hanno bisogno¸ questo è un giudizio che dovrebbe far pensare tutto il mondo occidentale. Il testo fa pensare se il modello di sviluppo che stiamo perseguendo¸ perché se no finiamo in miseria anche noi¸ sia da perseguire per la nostra prosperitภla quale¸ pare dicano gli esperti¸ se non cresce precipita. La denuncia che questo testo fa è che bisognerebbe spogliarsi di qualcosa¸ avere di meno¸ diminuire il prodotto esterno e interno lordo e netto¸ perché avanzi qualcosa da regalare agli altri¸ dando gratuitamente ai paesi del terzo mondo quello che serve¸ rinunciando alla nostra crescita. E´ questo quello che si deve dedurre da questo testo o è semplicemente la predica di una persona ignorante in materia? Questa è la difficoltà di questo brano. L´esegesi oggi dice che al di sopra di tutto¸ ci vuole anche la fede¸ il culto¸ la preghiera¸ la dottrina¸ ma se manca questa assistenza¸ Gesù dice- mi avete rifiutato-. -Se anche avete creduto a tutti i dogmi¸ ma non avete dato da mangiare ai miei fratelli più piccoli¸ io non vi conosco¸ andate nel fuoco eterno-. Allora che facciamo?