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Omelia XXX DOM. T.O. A del 23 Ottobre 2011

TRASCRIZIONE NON INTEGRALE Mentre Marco racconta l´episodio come un incontro pacifico¸ tra amici che si capiscono¸ e potrebbe voler dire che chi legge con attenzione la sacra scrittura e ragiona su di essa con spirito onesto finisce per andare d´accordo ed essere in pace¸ Matteo invece è sempre molto severo nei confronti degli ebrei e dice che questo dottore della legge lo interroga per metterlo alla prova. Domanda e risposta sono più o meno uguali¸ ma Matteo aggiunge alla fine una frase- da questi due comandamenti dipendono tutta la legge e i profeti-; dipendere significa pendere fisicamente come essere attaccati ad un gancio¸ e sembra che con questa aggiunta Matteo voglia dire che Gesù non ha inteso abolire la legge degli ebrei¸ ma solo dire che tutti i comandamenti¸ anche i piccoli¸ finiscono per avere senso e consistenza se sopra di essi sta la duplice legge dell´amore di Dio e del prossimo. L´amore viene presentato come un comandamento; questo è un tema presente soprattutto in Giovanni- vi do un comandamento nuovo etc-. C´è una certa tensione tra la parola amare¸ che di per sé indica qualcosa di spontaneo¸ con l´idea del comandamento che è sempre qualcosa che viene dal di fuori. Metaforicamente si può usare la parola comandamento per indicare il comando che la coscienza rivolge a se stessa¸ ma di solito nella sacra scrittura indica qualcosa che viene dal di fuori. Già crea problema che l´uomo abbia bisogno di ordini¸ precetti che non gli vengono dalla coscienza ma dall´esterno; e che esista una tensione nella coscienza tra quello che spontaneamente o addirittura istintivamente viene a galla nel pensiero o nella volontà e il comando esteriore è una questione che tutti hanno cercato di studiare. Il nuovo testamento mette sotto il comandamento perfino l´amore¸ che è qualcosa che nell´uomo è considerato spontaneo. Questo modo di trattare l´uomo¸ con il precetto che viene dal di fuori¸ contrasta con quello che l´uomo vede negli animali soprattutto superiori¸ i quali hanno l´istinto e sono in pace con se stessi. L´uomo è in una situazione complessa¸ e Dio stesso deve dargli il comandamento; è la grandezza dell´uomo¸ che ha una libertà legata al conoscere¸ fantasticare¸ progettare¸ e il freno costituito dalla legge. Il pensiero ebraico e cristiano cerca di dire che in realtà il comandamento che viene da Dio è completamente diverso dai comandamenti che vengono dalle leggi umane¸ perché riesce ad essere conforme alla vera natura dell´uomo. La vera legge¸ la legge che non darebbe fastidio¸ è quella che corrisponde alla natura di un essere. Qual´è la natura dell´uomo? Solo Dio la conosce. Allora secondo il pensiero sia ebraico che cristiano bisogna distinguere tra le leggi che vengono da Dio e le leggi che vengono dagli uomini¸ perché¸ anche se la formulazione nelle parole si assomiglia¸ la legge che viene da Dio non consiste nella formulazione¸ perché la vera legge che viene da Dio è lo Spirito Santo¸ vale a dire è la mozione interiore che Dio opera sulla coscienza delle persone¸ che è sempre perfettamente conforme a quel progetto di uomo che Dio ha in mente quando lo fa esistere; lui solo lo conosce veramente. Allora la legge divina anche quando è formulata a parole deve essere interpretata¸ come dice Paolo¸ non secondo la lettera¸ come un comandamento che viene dal di fuori¸ ma come qualcosa che viene dall´interno. Come dicono i due famosi brani di Geremia ed Ezechiele- Io farò con voi un´alleanza¸ non come quella di prima che era scritta sulle tavole¸ ma scriverò la legge nei vostri cuori-; Ezechiele dice- Vi laverò con acqua e porrò in voi il mio Spirito-. Qui accadrebbe il grande miracolo¸ che è l´oggetto più importante di quella che dovrebbe essere la nostra fede¸ che Dio parla conformemente alla nostra natura come lui l´ha voluta e pensata; quindi il suo modo di dirci le cose è soprattutto un modo di dircele intervenendo nell´interiorità della nostra persona. San Paolo sviluppa questo tema nella seconda lettera ai Corinti parlando di una lettera che ha cercato di scrivere nei cuori; e la lettera sono le parole¸ i consigli¸ i suggerimenti¸ gli avvertimenti¸ le speranze¸ le aspirazioni che con la predicazione cristiana entrano nella coscienza dell´uomo e gli fanno dire: ecco perché esisto¸ ecco per che cosa io sono fatto! E corrispondono perfettamente alla sua profonda natura come Dio l´aveva pensata. Secondo la tradizione biblica purtroppo nella storia si è creato un divario tra quello che Dio voleva che l´uomo fosse e quello che l´uomo è in gran parte diventato; è diventato diverso da come era stato pensato; è quello che si chiama il peccato originale. Ecco perché allora si può usare la parola: ama Dio. Cioè lasciati interiormente penetrare dal pensiero di Dio. Il quale pensiero entra attraverso le parole¸ gli esempi¸ i racconti¸ anche le norme che la bibbia propone¸ le quali però¸ come intuisce già l´ antico testamento e Paolo approfondisce¸ non sono cose da praticare come se fossero le istruzioni per l´uso¸ ma sono cose su cui riflettere e pensare¸ che devono essere filtrate dalla tua coscienza¸ la quale a poco a poco entra in questa connaturalità con il suggerimento che Dio dà. Ecco perché tutte le altre norme hanno senso se sono collegate alla grande legge dell´amore. Mettere l´amare Dio come fonte della moralità significa riconoscere che Dio solo conosce il tuo essere¸ che Dio è capace di parlare alla tua coscienza¸ che Dio ti parla in maniere diversissime¸ che tu devi queste parole di Dio pensarle¸ assimilarle¸ criticarle¸ farle tue¸ e a poco a poco vedrai che capirai chi sei: uno che vive in questo mondo¸ se ne serve¸ lo adopera¸ ma aspira all´unione stessa con Dio. Quindi con tutta la tua mente¸ con tutte le tue forze tu desideri Dio¸ desideri questo di più. Per questo il comandamento è grande¸ perché è quello che riorienta l´uomo verso la sua essenza vera¸ la sua natura vera. Per questo il papa continua a dire che senza Cristo tutto diventa oscuro¸ che senza Dio niente ha veramente il suo senso preciso. Il comandamento grande è questo¸ dove quell´amare non significa dare una mano a Dio¸ ma significa proprio aspirare a lui¸ desiderarlo¸ perché l´uomo è al vertice dell´universo proprio perché è il punto in cui l´autore del tutto può parlare a una coscienza che lo capisce. Amare Dio vuol dire rendersi conto che nulla è sufficiente per l´uomo e quindi nulla merita di essere accaparrato con l´impressione che se lo si perde si è perduti¸ perché l´unica cosa che ci renderebbe perduti¸ se la perdessimo¸ non è neanche la salute¸ ma è la possibilità di arrivare a comprendere il tutto¸ cioè essere con Dio¸ perché noi siamo apertura all´infinito. Questa è la grande idea biblica¸ che più di tutti ha approfondito Rahner dicendo che l´essenza dell´essere umano è di essere aperto¸ non tanto al mondo¸ ma attraverso il mondo a colui che ne è l´origine e la chiave¸ l´apertura alla totalità di Dio. Il primo comandamento¸ amare Dio¸ è questo¸ e per questo è fondamentale e da esso dipende tutto il resto. Del secondo la cosa più interessante è che è simile al primo. All´interno di tutte le meraviglie che ci sono nel mondo l´uomo ha un altro fondamentale bisogno: trattare gli altri uomini come necessari per se stesso. Da qui viene il concetto della apertura¸ carità; perché tu hai bisogno degli altri¸ non sei solo. Arrivi a Dio con l´amore di Dio e congiuntamente con l´amore degli altri esseri come te. Quello che tu devi cercare come punto di riferimento adeguato alla tua natura è Dio e gli altri uomini¸ il mondo è soltanto il mezzo per arrivare a questi due poli. Che poi sono un polo solo¸ tanto è vero che il figlio di Dio si è fatto uomo¸ e che uomo e Dio lí si sono congiunti in perfetta unità.