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Omelia V PASQUA A del 22 Maggio 2011

RIASSUNTO----------------------- L´evangelista in questi capitoli ha composto un discorso che ha messo in bocca a Gesù¸ un discorso di addio immaginato come se fosse stato pronunciato da Gesù prima di affrontare la passione. Una delle sue caratteristiche è una autoesaltazione che Gesù fa di se stesso¸ del tutto inimmaginabile soprattutto nei vangeli sinottici. Giovanni anticipa e mette sulla bocca di Gesù l´immagine che si è formata nella coscienza dei credenti circa cento anni dopo¸ l´esaltazione di Cristo risorto viene proiettata all´indietro nella vita del Gesù terreno. Gesù si presenta in questo testo come colui che è capace di condurre i suoi discepoli verso l´eternità di Dio- Vado a prepararvi un posto-. Ma dopo l´intervento di Tommaso e di Filippo il discorso si complica¸ perché quello che sembrava un progetto per il futuro viene presentato come una realtà già presente. Tommaso giustamente chiede la via per arrivare all´inarrivabile e Gesù risponde che lui è la via¸ lui è la veritภlui è la vita. Lui è lí con loro e non c´è bisogno di nulla che vada oltre il limite della vita umana. Gesù è entrato dentro la limitatezza della vita umana e ha portato lí i valori eterni. Scompare la trascendenza. Non c´è bisogno di domandarsi quali ascese occorre compiere per arrivare al di sopra della fragilità umana. Il Gesù terreno dice -io sono la via-. L´evangelista aveva sostenuto la stessa cosa nel prologo: il Logos¸ la chiave interpretativa del tutto¸ divenne carne e noi abbiamo visto la sua gloria. -Non c´è niente da cercare¸ tutto è tempo perso¸ io sono la via¸ la veritภla vita-. Presentare le cose in questo modo è offensivo di tutta quella faticosa ricerca umana della sapienza presente in tutte le religioni e in tutte le culture. Si rasenta il bluff. Nessun altro evangelista ha avuto il coraggio di parlare in maniera cosí drastica e inopportuna. Allora dobbiamo noi versare un po´ d´acqua aggiungendo qualche aggettivo: io sono la via migliore¸ io sono la verità più facile da comprendere¸ io sono colui che può sostenere e dare la vita più che altrove; oppure anteporre un avverbio: anch´io sono via¸ veritภvita. Un invito¸ non una frase perentoria; come dire: cercate pure¸ ma non illudetevi¸ non è facile cercare la via della verità che porta alla vita. Nell´epoca ellenistica in cui scrive l´evangelista gli uomini cominciavano a pensare al loro destino personale e si moltiplicavano proposte di maestri che promettevano benessere e pace interiore¸ dagli stoici agli epicurei. Come succede oggi a noi che avendo la possibilità di pensare a noi stessi abbiamo a disposizione una quantità di proposte: lo psicologo¸ il ginnasta¸ il dietologo¸ il teatro¸ la musica¸ i viaggi. Giovanni dice che Gesù si presenta anche lui con una proposta e l´evangelista la vuole presentare come l´unica accettabile; noi possiamo ammorbidirla e dire che è una proposta da non trascurare. La seconda parte¸ la domanda con Filippo¸ è ugualmente drastica. A Filippo che chiede- Mostraci il Padre- si dice: cosa vuoi vedere ancora? Qui la parola Padre mantiene il significato di origine¸ fonte¸ non tanto il papà in casa¸ ma il grande progenitore¸ come Cronos il padre di Giove¸ come El il padre di tutti gli Eloim¸ cioè il Dio irraggiungibile¸ i cinque secondi prima del big-ben. Se è cosí è ancora più sorprendente il fatto che Gesù dica a Filippo: se vuoi capire qualcosa di questa origine guarda me. Qui ci potrebbe esser un´idea molto profonda: chi vede Gesù¸ il pastore che dà la vita per le pecore¸ che si prepara alla crocifissione dei capitoli successivi¸ che affronta con coraggio la morte per il bene degli altri¸ chi vede cioè la dedizione di sé per il bene del tutto¸ chi vede il crocifisso allora vede il vero volto di Dio¸ che è colui che all´interno¸ come anima del mondo¸ trae la vita dalla morte¸ trasforma il negativo in positivo. Allora si potrebbe spiegare anche l´ultima frase: chi crede in me anch´egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi. Qui sorprende l´assoluta umiltà: io torno al Padre e tutta la forza che ha fatto esistere il creato ve la posso comunicare¸ la chiameremo Spirito Santo¸ e voi porterete avanti il mondo¸ e farete cose più grandi di quelle che ho fatto io. Allora mettendo insieme tutto si capisce perché Gesù ha il diritto di dire io sono l´unica via¸ l´unica veritภl´unica vita. Se guardo Gesù Cristo¸ che sembra una vittima tra le tante¸ mi rendo conto che in quella apparente insignificanza sta la forza propulsiva di tutto il progresso ¸ iniziata col big-ben e andrà a finire nei posti che per noi sono preparti presso Dio.