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Omelia III PASQUA A del 8 Maggio 2011

RIASSUNTO I discepoli di Emmaus non hanno potuto vedere Gesù nel senso che non hanno potuto riconoscerlo. I loro occhi da chi erano impediti? Probabilmente da una loro sbagliata comprensione di quella che sarebbe dovuta essere la missione di Gesù: avrebbe liberato Israele. Gesù viene per una salvezza universale che va oltre Israele¸ e la liberazione che loro intendono è in senso terreno. Lo scioglimento avviene non tanto quando vedono la persona¸ ma un gesto compiuto¸ cioè lo spezzare il pane; appena lo vedono Gesù scompare. Con questo meccanismo narrativo l´evangelista vuol far capire che loro non potevano vedere perché non avevano capito chi era Gesù. Anche Tommaso volendo vedere e toccare non aveva capito che Gesù nella sua identità profonda non è di questo mondo¸ non è carne¸ al massimo è corpo nel senso di capacità di relazione con il creato¸ cioè più esattamente spirito¸ infatti il corpo di Cristo è spiritualizzato. L´errore di tutti è: era come noi¸ resti come noi¸ ci aiuti per quel che siamo su questa terra. Allora Gesù non può farsi vedere perché contraddirebbe se stesso: la sua vera natura non è terrena. Paradossalmente l´ha detto a Pilato: il mio regno non è di questo mondo. Luca vuol far capire che quando il Gesù terreno mangiava¸ beveva¸ guariva i malati¸ faceva del bene a questo mondo inserendo in esso delle realtà divine. I discepoli non l´hanno capito¸ neanche dopo la risurrezione¸ perché l´idea che Gesù viene dall´alto comincia ad apparire dieci quindici anni dopo gli eventi. Allora capiscono che quello che vedevano del Gesù terreno era un rivestimento per poter comunicare. Adesso Gesù ridiventa se stesso e ridiventando se stesso non è più di questo mondo e deve trovare nuovi modo per comunicare. L´apparizione successiva¸ dove mangia pesce arrostito¸ è una trasfigurazione ingannevole¸ ma serve perché si crei l´identità tra quello che Gesù è in se stesso e quello che ha voluto essere per avvicinarsi a noi. Allora per condiscendenza mangia¸ e questa sí è una finzione¸ ma poi resta presente in un altro modo che è un modo spirituale. Questo modo di comportarsi di Gesù nell´apparire porta a compimento il senso e il dinamismo di tutta la sua vita. Le apparizioni del risorto sono la continuazione di quello che si dice nell´inno di Filippesi: viveva nella condizione di Dio¸ non ritenne di avvalersi della sua uguaglianza con Dio¸ ma spogliò se stesso; apparso in forma umana¸ fu riconosciuto servo; si svuotò¸ si umiliò fino alla morte e alla morte di croce. Questo apparire in forma umana continua nella vita del risorto¸ nella memoria¸ in alcuni segni evocativi¸ mediante una presenza che deve essere capita dagli uomini¸ i quali devono a loro volta trasfigurare se stessi per capire Gesù Cristo¸ vedere il di più rispetto a quello che vediamo¸ speriamo¸ attendiamo. La parola che riassume tutto questo è il compimento di quel termine che nell´ antico testamento si chiama alleanza. Come se Dio dicesse: vengo da voi e mi faccio vedere come se fossi un uomo come voi; voi rispondete con una uguale alleanza senza fermarvi a quello che potete dimostrare¸ andando oltre.