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Omelia V QUARESIMA A del 10 Aprile 2011

RIASSUNTO Chi siano questa Marta e Maria e il loro fratello Lazzaro è difficile indovinarlo. L´episodio di Maria che asciuga coi suoi capelli i piedi del Signore è al capitolo successivo¸ però qui si dice che Maria era quella che cosparse¸ non che avrebbe cosparso. Il Vangelo non segue un ordine cronologico¸ ma è più interessato a significati simbolici. Si dirà che Maria ha unto i piedi del Signore in vista della sua sepoltura. Lazzaro¸ il fratello¸ è malato¸ morirà e verrà sepolto. Maria è la donna che ha vissuto l´esperienza del dramma della sepoltura. Lazzaro era amato da Gesù¸ è forse lui il discepolo che Gesù amava? Lo scopo di tutta la narrazione è glorificare Gesù figlio di Dio. La risurrezione di Lazzaro apparirà completamente secondaria. Gesù fa apposta ad aspettare due giorni¸ per lasciar tempo che Lazzaro muoia. I discepoli in questo racconto sono personaggi marginali; Tommaso dice: andiamo anche noi a morire con lui; non hanno capito niente della gloria che si manifesta. Qui¸ a differenza che in Luca¸ Marta va incontro a Gesù e parla¸ mente Maria sta in casa. Marta dice: ma anche ora so etc.; nell´episodio del cieco nato i giudei dicevano: noi sappiamo. Marta ha una concezione della fede che è quella del giudaismo del suo tempo¸ e crede che tutto finisca lí: so che se preghi Dio ti ascolta; sa in maniera troppo bassa¸ troppo limitata; dice anche che sa che suo fratello risorgerà nell´ultimo giorno. Questa fede¸ pur elevata¸ è una fede a metภnon completa. Infatti Gesù risponde: io sono la resurrezione e la vita. Io sono era la frase continuamente presente nella Torah ebraica quando Dio parlava. Mai nei sinottici Gesù arriva a tanto. Adesso Marta capisce e non risponde più col verbo so¸ ma dice: Signore io credo¸ e non aggiunge nella risurrezione¸ ma -che sei il Cristo¸ il Figlio di Dio-. Cioè la sostanza di tutto è la persona di Cristo¸ non quello che dice o quello che fa¸ e questo diventa l´unico oggetto della fede. Tutta la fede¸ la nozione stessa di Dio implode in Gesù Cristo. Si potrebbe dire che nel quarto vangelo non è più necessario cercare Dio perché Dio è imploso dentro in Gesù. A Tommaso dirà: chi vede me vede il Padre. La ricerca di Dio non ha più senso¸ Dio è Gesù. Con Maria che ripete le stesse cose di Marta: se fossi stato qui mio fratello non sarebbe morto¸ Gesù non fa discorsi teologici; con Maria c´è l´esplosione dell´umanità e dell´affetto. I Giudei capiscono: guarda come lo amava¸ mentre i discepoli non sono nominati. Giovanni raccontando le cose in questo modo dice: Gesù nello stesso tempo è la pienezza divina della vita che si è fatto conoscitore della tragedia della morte. Qualcuno ha detto che questo è come l´inno di Filippesi tradotto in racconto. Lui con Lazzaro sta vivendo quello che vivrà tra poche ore nella passione. Quando Dio si implode in Cristo la morte viene esplosa. Non ti ho detto che se crederai vedrai la gloria di Dio-? La gloria di Dio non è qualcosa che sta per aria dove c´è Dio¸ la gloria di Dio è il potere di Gesù¸ è in Gesù che c´è tutta la gloria di Dio. Perché credano che Tu mi hai mandato: il veniente nel mondo¸ Dio qui¸ Dio nel non Dio. Più incarnazione di questa non c´è; più Enteismo¸ cioè Dio dentro nelle cose. Il morto uscí¸ e uscí da morto¸ i piedi e le mani legati da bende e il viso avvolto da un sudario: come Gesù. Poi Lazzaro scompare¸ non se ne parla più: scioglietelo. Esce di scena. Il centro è la gloria di Gesù. O porta alla fede¸ alcuni giudei credettero¸ oppure porta a un disagio che vuole eliminare l´incubo della possibilità che sia vera questa centralità di Gesù e vorrebbe annientarlo.