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Omelia II QUARESIMA A del 20 Marzo 2011

TRASCRIZIONE NON INTEGRALE La chiamata di Abramo¸ nello schema compositivo del libro della Genesi¸ è la svolta che mette fine alla decadenza del peccato¸ sempre crescente da Adamo in poi¸ per iniziare un cammino di rinascita¸ o di ripresa della rettitudine¸ della bontภquella che noi poi chiameremo la storia della salvezza. E´ uno schema interessante¸ questo della Genesi¸ che si impone alla modalità cristiana di presentare le cose. Dopo il peccato di Adamo¸ nella Genesi si racconta l´assassinio di Abele da parte di Caino¸ per cui Abele non ha discendenza¸ il bene non ha seguito¸ l´ingenua bontà viene eliminata; nasce un altro figlio¸ che si chiama Set¸ da cui derivano tutti gli uomini¸ ma la discendenza di questo figlio direi che è presentata come una discendenza incerta¸ debole¸ che non ha direttive¸ sceglie a casaccio nella vita; in compenso si parla invece di una discendenza di Caino¸ all´interno della quale aumenta la prevaricazione e la violenza. Nella linea di Set¸ che è quella dell´intera umanitภsi mette in luce un personaggio¸ che sarebbe stato particolarmente gradito a Dio¸ Enoc¸ ma è praticamente un´eccezione¸ un isolato. Cosí¸ andando avanti¸ quando si arriva al tempo di Noè¸ secondo lo schema biblico¸ che è evidentemente uno schema fantastico letterario¸ c´è un solo giusto che è rimasto¸ Noè¸ tutto il resto è nella più completa decadenza¸ per cui c´è il diluvio che mette fine a un´umanità che ormai ha perduto ogni ragion d´essere. Dopo il diluvio¸ nonostante la lezione¸ che avrebbe dovuto rendere gli uomini capaci di rifarsi¸ ricomincia¸ sia pure in maniera più morbida¸ l´insensatezza¸ e se prima si parlava di crudeltภviolenza¸ peccato consapevole¸ in quest´ultima parte si parla soprattutto di una specie di ignoranza¸ di inconsapevolezza da parte dell´uomo. Gli uomini vogliono stare insieme¸ vogliono costruire una torre che arrivi fino al cielo¸ perché tutta l´umanità sia una sola famiglia; Dio si rende conto che tutto questo vorrebbe dire un dominio universale della violenza e del male e scende a disperdere i popoli¸ in maniera che si frammenti questa ipotesi di impero¸ che non potrebbe essere che un impero malvagio. Ed è chiaro che quest´ultimo testo è ispirato dall´esperienza politica degli ebrei che ebbero sempre danni dai grandi imperi. Terminata questa prima parte della Genesi¸ comincia la cosiddetta storia della salvezza¸ e comincia in una maniera molto strana. Un uomo singolo¸ Abramo¸ viene chiamato a staccarsi simbolicamente dal suo paese¸ proprio per dimenticare questi collegamenti coll´umanità peccatrice¸ per iniziare una vita nuova sotto la guida di Dio¸ in un´altra terra; e Abramo parte. E comincia una storia nella quale si ripresenta ancora crudeltภpeccato¸ tradimento¸ infedeltภperò è una storia guidata da Dio. E da questo Abramo deriverebbe come promessa la benedizione per tutti i popoli; e benedire nel linguaggio biblico non è semplicemente un augurio¸ ma è una realtà di vita¸ fecondità e benessere che viene donata. Ecco perché si parla di storia della salvezza¸ non è semplicemente un augurio verbale. Da uno solo parte il tutto. E questa era la tesi di San Paolo nella lettera ai Romani di domenica scorsa: da uno¸ che è Cristo¸ viene lo smantellamento di questo argine di male che gli uomini hanno costruito¸ si rompe il muro della malvagità. Questa immagine del Cristo che è uno¸ e dall´uno tutto ricomincia¸ è a sua volta profetizzato dall´Abramo¸ l´uno dal quale pian piano comincia a diffondersi una benedizione destinata ad estendersi a tutti. Questo è lo schema interpretativo dell´ antico testamento della storia universale: uno sbaglio iniziale¸ che produce il diffondersi del male¸ correzioni divine inefficaci¸ e poi la scelta di ricostruire tutto a partire da un punto di partenza benedetto e santo. Comincia con Abramo¸ e poi in Cristo¸ secondo la fede cristiana¸ quello che era profetizzato in piccolo diventa realtà: lí c´è un punto di partenza efficace¸ parte una sorta di capacità di annullare il predominio del male. E´ una struttura quella che viene indicata da questo insieme di testi. E´ vero che questa struttura non corrisponde affatto¸ anzi direi che è in antitesi rispetto alla conoscenza della storia che viene dalle scienze naturali e dalle scienze storiche. Non è vero che c´è un solo uomo all´inizio¸ che c´è la decadenza progressiva; un naturalista¸ uno storico direbbero che le cose forse sono andate al contrario: c´è una bontà iniziale e non una cattiveria iniziale; oppure rifiuterebbe di fare schemi cosí semplicistici e direbbe semplicemente che la cosa è molto diversa e più complessa di quello che dice la bibbia. Ma questo non significa niente dal punto di vista dell´interpretazione della realtà. Storicamente quello che dice la bibbia è falso¸ ma dal punto di vista di un modello interpretativo¸ di una chiave di lettura è profondamente vero. E´ falsa ed è sbagliata la successione cronologica: prima¸ prima¸ dopo¸ prima¸ ma non è sbagliata la diagnosi. La diagnosi è che il male è sempre tendenzialmente dominante¸ che il male di natura sua tende ad espandersi; è il concetto banale che una mela marcia fa marcire tutte le altre¸ una mela sana non guarisce nessuno. La verità della bibbia non è una verità di tipo storiografico¸ oggettivo¸ è una veritภdirei¸ di diagnostica spirituale; e allora bisogna dire che in fondo la bibbia ha ragione¸ perché in tutta la storia e perfino nell´esperienza quotidiana di tutti i giorni¸ la scelta sbagliata rischia sempre di essere predominante. E quelli che cercano di opporsi fanno una fatica immensa: non trovano credito¸ non ce la fanno¸ vengono derisi.. Basta pensare a tutte le guerre mondiali che abbiamo fatto nel secolo passato per rendersi conto di come la stupidità umana ha prodotto incredibili massacri per niente¸ per non ottenere niente. Il modello biblico serve a dirci: la struttura che secondo noi Dio mette in atto è questa¸ l´uno da cui riparte la lenta¸ progressiva via di salvezza; da Abramo si ricomincia¸ da Cristo si ricomincia. Perché adesso¸ da Cristo nasce una benedizione e la benedizione è questa capacità di assorbire gli stimoli buoni¸ farli crescere. E noi siamo convinti che¸ più che in Abramo¸ c´è questa capacità di sbloccare il muro. Sempre però con questa struttura: che si parte dalla persona¸ si parte dall´adesione personale; non sono le istituzioni e le strutture¸ queste non sono adatte e non riescono a recepire questa benedizione¸ la benedizione viene dall´adesione personale. Gesù trasfigurato si fa vedere a Pietro¸ Giacomo e Giovanni¸ neanche a tutti i 12; ma questo non per privilegiare tre ed escludere gli altri nove¸ ma per far capire che tutto avviene attraverso la vocazione¸ la chiamata¸ l´adesione della libertà personale. La quale usa non il mezzo tipico delle strutture che è quello dell´imposizione di fatto¸ ma usa il convincimento¸ l´esempio¸ mezzi tenui¸ difficili¸ di per sé di non immediata efficacia¸ ma che rispettano la libertà e creano convinzione¸ non soggezione. La parola cristiana che corrisponde all´antica benedizione dell´ antico testamento era ed è la parola grazia¸ che significa allo stesso tempo favore e aiuto concreto dato alla persona. - Egli ci ha chiamati e ci ha salvati con una vocazione santa-¸ ecco la vocazione¸ che è come quella di Abramo¸ è l´attrattiva personale¸ - non già in base alle nostre opere-¸ che sono quelle di Adamo¸ - ma secondo il suo progetto e la sua grazia-¸ che è¸ ripeto¸ favore e aiuto¸ - questa ci è stata data in Cristo Gesù fin dall´eternità-¸ cioè predisposta; ecco perché compare in Abramo¸ - ma è stata rivelata ora con la manifestazione del salvatore nostro Cristo Gesù-. E la trasfigurazione in fondo non è che un piccolo aneddoto nel quale Gesù fa vedere che la sua umanità che sta per essere rifiutata¸ rigettata¸ crocifissa¸ dalle istituzioni¸ in realtà è luce¸ è grazia. E il simbolo della luce¸ per un istante¸ serve a ribadire questo: da qui viene la benedizione. Ci sono almeno dieci parole che in ebraico indicano il favore di Dio¸ nella nuova revisione sono state tutte appiattite con la parola amore; nel salmo responsoriale il vecchio versetto era – donaci Signore la tua grazia¸ in te speriamo-; ed è giusto perché la parola ebraica non significa amore¸ significa favore¸ benevolenza¸ incoraggiamento¸ sostegno¸ regalo. Già l´ antico testamento ha questa convergenza con il nuovo: Dio è un distributore di capacitภche vengono date a chi è chiamato¸ a chi risponde con intelligenza e libertà; e si diffonde mediante un criterio di comunicazione interpersonale. Ecco perché alla chiesa¸ specialmente dopo il vaticano II¸ piace molto il termine comunione. La salvezza nasce dalla comunione¸ si può anche usare la parola partecipazione¸ i due termini sono molto vicini. Il mondo migliora e si salva per questa capacità di rapporti personali fatti di scambio¸ di fiducia. La grazia di Dio è grazia di comunione benedicente¸ di comunione che diventa benefica¸ non è una sanatoria meccanica¸ non è qualcosa che si ottiene mediante leggi¸ imposizioni¸ ma si ottiene mediata dalla conversione personale. Tutto ciò rende molto graduale¸ molto spesso quasi invisibile¸ statisticamente irrilevante il miglioramento¸ ma è un miglioramento vero¸ che penetra davvero nella realtà delle cose. Il Vangelo ci ricorda che alla fine anche Gesù rimane all´interno di questo schema¸ ed è un salvatore pieno di grazia e di favore¸ è un salvatore potente¸ ma la sua potenza passa attraverso questo veicolo del convincimento personale. Per un solo istante dura la luminosità apparente¸ poi c´è la voce di Dio che ripete quello che già era successo al battesimo. Non c´è niente di straordinario e di nuovo¸ è la ripetizione del battesimo. Dopo tentato Gesù va coi peccatori¸ insieme col Battista¸ e la voce dal cielo dice: ecco il mio Figlio diletto nel quale mi sono compiaciuto. Non è un estraneo¸ non è uno che si dissocia; è uno che si mette in mezzo alla folla e¸ con una stretta di mano¸ con una parola¸ con una piccola guarigione¸ con un consiglio¸ con un avvertimento -semina bene-¸ semina del bene¸ che poi crescerà con pazienza. Lo stile Gesù è lo stile del contadino che semina¸ è lo stile della comunione. Quando Pietro¸ Giacomo e Giovanni si svegliano trovano Gesù solo. Poi il racconto va avanti dicendo che scendono giù dal monte e trovano gli altri nove che invano cercano di guarire un bambino posseduto da un demonio. Come nella trasfigurazione di Raffaello: sopra c´è la luce e sotto c´è la confusione attorno al bambino. E i discepoli che dicono: non siamo riusciti a guarirlo. Il salvatore è anche colui che passa attraverso questa debolezza¸ impotenza di mezzi; e dopo un po´ sarà colui che viene rigettato dalle istituzioni e crocifisso. La storia della salvezza è la storia della fedeltà personale alla fatica del sacrificio¸ dell´impegno¸ della forza interiore della speranza. Ecco perché giustamente la chiesa prende questi testi e li mette all´inizio della quaresima¸ perché fare una vera quaresima significa addestrarsi ad essere persone che resistono¸ nella certezza che il poco e il piccolo produce beni grandi¸ ma ci costa umiliazioni¸ sofferenze¸ fatiche. E´ il famoso tribolare di cui ho parlato in anni passati. La grazia¸ il vero dono che Dio ci dภè la capacità di saper continuare a tribolare perché un po´ di bene si diffonda per merito nostro.