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Omelia I QUARESIMA A del 13 Marzo 2011

TRASCRIZIONE NON INTEGRALE Cerchiamo di sistemare la questione del peccato originale¸ di cui si parla soprattutto nella seconda lettura. Da questo brano è derivata¸ per merito o colpa di Sant´Agostino¸ la presentazione consueta del peccato originale¸ che dal concilio di Trento è stata inserita nei catechismi. Sono ormai 50 anni che la teologia ha abbandonato lo schema di origine tridentina del peccato originale. Nel brano della Genesi si racconta la storia del serpente. L´ebraismo antico¸ fino ai tempi di Gesù¸ ha interpretato questo testo della Genesi con molta intelligenza e sensibilità letteraria: era considerata una parabola¸ un simbolo esplicativo¸ come la storia del libro di Giobbe che si lamenta con Dio per una sofferenza immeritata. Si ha l´impressione che l´ebraismo antico si rendesse conto che il racconto era un racconto di tipo poetico¸ mitico¸ un tentativo di spiegazione¸ mediante un racconto¸ di un mistero insolubile¸ che turbava la loro fede in Dio. -Se Dio è cosí buono perché non ha fatto niente per mettere un freno alla cattiveria umana-? Analoga a questa c´è l´altra domanda – Se Dio è buono perché non mette freno alle follie del pianeta Terra che provocano gli tsunami-? Ma questo è tutto un altro problema perché non coinvolge la libertà umana. Anche il disastro naturale può essere un motivo per non credere in Dio¸ ma non è di questo che posso parlare stamattina. L´ebraismo antico si domandava – Visto che Dio ha un contatto col cuore dell´uomo perché non ha fatto qualcosa perché non fossimo tutti cosí invischiati in una cattiveria che tutti ci coinvolge¸ perché anch´io¸ si domandava l´ebreo onesto¸ ogni tanto sento dei sentimenti di vendetta¸ odio¸ cattiveria; perché Dio non interviene-? Le risposte sono varie nella letteratura dell´ A. T. Ci sono varie storie¸ nelle quali si presentano personaggi nei quali esplode questa cattiveria e si cerca di capirne il perché: la gelosia¸ la paura¸ l´odio. Il racconto della Genesi è uno dei tanti¸ che ebbe soltanto la sfortuna di essere all´inizio della Bibbia e dare quindi l´impressione che fosse la chiave interpretativa universale. Ma gli ebrei lo interpretavano come una possibile spiegazione: ci deve essere stato un errore iniziale che poi è un cattivo esempio per tutti. Cattivo esempio¸ archetipo junghiano: abbiamo una storia nel nostro dna¸ una storia di necessità di proteggerci con la violenza¸ una storia che ci rende desiderosi di vendetta¸ una storia che è piena di paure di fronte alle quali ci premuniamo assalendo per primi. Non è colpa di Dio¸ ma non è neanche colpa nostra del tutto¸ a dire il vero¸ è più una disfunzione¸ una malattia. E in un testo¸ per sintetizzare questa impressione – è da sempre che è cosí e non ce ne veniamo fuori- si dice: Adamo che cosa hai fatto? Ma lo si diceva non per dire che la sua colpa si eredita¸ ma lo si prendeva come simbolo di un´umanità riuscita male¸con tantissimi pregi ma con un forte pregio di cattiveria e malvagitภche è capace di rovinare tutto¸ di rovinare una vita¸ di rovinare una persona. Molte volte l´uomo si trova a commettere azioni di cui poi si pentirà per tutta la vita e non si rende conto neanche perché le ha fatte; si sente vittima e allo stesso tempo colpevole. Anche il filosofo e lo psicologo moderno non riescono a spiegare con lucidità totale. Per dare un senso si dice: è cosí da sempre¸ non è del tutto colpa nostra. E´ un po´ un conforto dire cosí: è cominciata male! L´ebreo antico¸ che è persona buona¸ dice: ma la colpa non è di Dio; forse Dio è stato un po´ inerte¸ ma la colpa è nostra- Cosa ci hai fatto Adamo-? E c´è un´altra frase¸ in un altro contesto¸ che però gli studiosi mettono insieme – Però ognuno è Adamo a se stesso-. Questa è la sensibilità con cui si leggono le cose nel mondo ebraico¸ ed è anche la sensibilità con cui interpreta le cose San Paolo nei suoi scritti. Ciò che ha rovinato le cose è stata la mentalità del mondo ellenistico di epoca imperiale cristiana: la mania delle spiegazioni oggettive¸ metafisicamente corrispondenti alla realtà; uscire fuori dal simbolo e dalla leggenda per avere la spiegazione razionale. La razionalità è una gran bella cosa¸ ma quando la razionalità vuol spiegare l´uomo il quale è un complesso non solo di intelligenza e luciditภma anche di sentimenti¸ emozioni¸ condizionamenti¸ è un disastro. Il razionalismo dei primi quattro cinque secoli dell´era cristiana¸ che ebbe in Agostino il più grande razionalista di quel tempo¸ volle spiegare le cose in maniera giuridico chiara netta precisa concettuale: Adamo ha commesso una colpa cosí grande¸ la quale è imperdonabile¸ ed essa transita di generazione in generazione e colpisce tutta l´umanità; una specie di infezione. Questo accontenta il filosofo che dice: ho capito¸ chiaro¸ posso fare lo schema! Che è in fondo una caricatura della realtà. Molti dogmi cristiani della chiesa antica sono nati come caricature¸ perché pretendono di definire quello che invece può essere soltanto pazientemente descritto e presentato con vari fotogrammi diversi. Questa razionalizzazione del peccato originale non c´è ancora in San Paolo. Il problema di San Paolo non è quello di spiegare il peccato¸ che non ha bisogno di essere spiegato perché è un dato di fatto¸ ma è un´altra cosa che deve spiegare: che la sola bontà di Gesù Cristo¸ il solo Gesù Cristo è capace di diffondere una sanatoria generale¸ una guarigione dell´uomo; basta lui. Non c´è bisogno di 630 precetti della legge¸ non c´è bisogno di digiuni macerazioni. Basta affidarsi a Gesù Cristo e lasciare che con il suo spirito ci sostenga ci aiuti ci sorregga¸ e tutto pian piano può essere risolto¸ tutto pian piano può essere gradualmente risanato. Basta lui¸ non c´è bisogno di tutta quella farragine di istituzioni che era tipica dell´ebraismo del suo tempo. La grande semplificazione paolina: essere diretti dalla bontà di Cristo! Cosa che diventa possibile se crediamo in lui¸ perché il Cristo risorto è capace di mandare continui segnali positivi al nostro cuore e alla nostra mente. E´ una grande fonte di sms positivi¸ che non sono soltanto informazione ma sono anche sostegno alla volontà. E´ il concetto della grazia: il dono di bontà che viene da Cristo. E l´ebreo del tempo di Paolo chiede: ma come può la bontà di uno passare all´altro? E Paolo dice: cosí come la cattiveria del nostro Adamo è passata in tutti. Paolo strumentalizza la storia di Adamo¸ aggravandola e caricandola di una capacità di trasmissione universale esagerata¸ ma lo fa per convincere che adesso c´è una vera speranza di salvezza; perché Cristo è venuto e ha inserito nel mondo umano una bontà contagiosa; c´è una medicina universale: Cristo. Per convincerli lui dice: come prima c´era stata un´infezione generale¸ Adamo. Ecco perché scrive- Il dono di grazia non è come la caduta; se infatti per la caduta di uno solo tutti morirono¸ molto più la grazia di Dio¸ il dono concesso in grazia del solo uomo Gesù Cristo¸ si sono riversati in abbondanza su tutti-¸ e poi aggiunge- e ne caso del dono non è come nel caso di quel solo che ha peccato¸ perché il primo ha sbagliato¸ e dopo a valanga il peccato è aumentato¸ ma in Gesù Cristo succede il contrario¸ il peccato si dissolve-. Lui vuole mettere in evidenza il valore infinitamente superiore della bontà di Cristo. Di fronte a sé ha il muro di peccato¸ che è cresciuto dalla prima pallina di neve che ha fatto valanga; arriva piccolino piccolino Gesù Cristo¸ dà un colpetto e tutto si sfascia. Questa è la grandezza di Cristo che Paolo vuol far capire ai suoi interlocutori ebrei. Che invece vorrebbero tante reazioni¸ una moltitudine di uomini che si sforzano di abbattere la malvagità. Lui dice- C´è una via sola¸ che sembra niente¸ è uno¸ e dall´uno viene la salvezza di tutti-. Per difendere questa tesi lui dice: come da uno venne la rovina di tutti. L´errore della chiesa antica fu quello di non capire che il ragionamento di San Paolo era un tentativo di far credere¸ esagerando la potenza malefica di Adamo¸ di indurre a credere nella potenza benefica di Cristo. San Paolo era convinto di questo¸ oppure si continua a convivere con il male senza speranza di venircene fuori; lui è convinto che il cristianesimo costituisce questa speranza: di potere davvero cominciare ad uscirne¸ da questo intrigo di male. Per convincere di questo dice: come voi avete pensato Adamo come uno che ha rovinato tutti sappiate che a maggior ragione Cristo ha salvato tutti. Ma mentre -Cristo ha salvato tutti- è la verità del Nuovo Testamento¸ la grande notizia di salvezza che Dio ci manda¸ l´altra controveritภquella dell´Adamo che ha rovinato tutti¸ direi che ha un valore soltanto poetico simbolico. Dice una veritภma dice soprattutto che si tratta di un solo cattivo esempio. Il modo di ragionare di Trento ha escluso che si trattasse solo di un cattivo esempio perché nel suo razionalismo vede l´esempio come estrinseco all´uomo. La psicologia moderna¸ parla non di esempio ma di archetipo¸ complesso che ci viene dalla fisicità stessa del nostro essere¸ peso della tradizione che è dentro nel nostro essere¸ e c´è da sempre¸ è in tutti. Mentre il vecchio catechismo diceva: deriva dall´uno¸ da Adamo. Cosí è nata questa storia di uno che sbaglia¸ la colpa che ricade su tutti perché un Dio cattivo la fa ricadere su tutti. Che è una vera sciocchezza dal punto di vista biblico. Sciocchezza che è nata da questi condizionamenti razionalistico storicizzanti¸ per cui il simbolo divenne una storia reale e l´immagine e l´allusione divenne la spiegazione concettuale. Paolo infatti dice- Come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e con il peccato la morte¸ e cosí in tutti gli uomini si è propagata la morte (notate¸ non il peccato)( qui la parola morte significa la negatività della vita) perché TUTTI hanno peccato (non perché il peccato di Adamo è passato in noi)-. E tutti hanno peccato per questa solidarietภnon razionalizzabile in una formuletta¸ per cui tutto il passato pesa su ciascuno di noi. Non nel senso giuridico di colpa che si appiccica¸ che bisogna assolvere¸ togliere¸ ma in un senso più complesso e più vero¸ al quale forse può accostarsi con maggiore capacità di capire la psicanalisi. Anche perché la psicanalisi umilmente presenta ipotesi¸ non intende dire che ha scoperto la veritภha capito qualcosa¸ ma non lo concettualizza in maniera dogmaticizzata. Il punto chiave¸ quello che serve anche spiritualmente per la quaresima¸ è questo fidarsi della parola di Paolo che dice- Guarda che c´è una strada per sbloccare finalmente¸ con pazienza e con calma s´intende¸ c´è una via di sblocco: valorizzare il modello Gesù Cristo-. Il modello Gesù Cristo è l´antitesi non tanto ad Adamo¸ ma alla adamicitภcioè alla grettezza mentale di tutti noi uomini. Che la bibbia raffigurava¸ con un racconto che ha dell´umoristico¸ come l´inganno di un serpente. Geniale ed affascinante modo di dire le cose¸ per far capire che in fondo Adamo più che cattivo è stupido¸ con la sua Eva di fianco. E anche noi spesso più che cattivi siamo stupidi. Ma abbiamo bisogno di una luce per l´intelligenza e di una forza per il cuore. Molti ci possono dare luci¸ ma il primo di tutti che ce la dà è Gesù Cristo. Lo stesso modo con cui nel Vangelo Cristo riesce a prendere in giro Satana: vattene Satana¸ va fora di pee¸ non mi convinci; ho fame¸ va bè¸ so vivere anche da affamato; vado sul tempio e mi butto giù? Non sono un pagliaccio; mi dai tutti i regni della terra¸ cosa me ne faccio! Io sono una persona umana¸ sono un´intelligenza¸ ho una dignità: questo è il Gesù delle tentazioni. Che dice: piantiamola con le ossessioni che derivano da Adamo¸ le paure¸ le violenze! Ecco perché Gesù Cristo¸ come dice San Paolo¸ diventa la vera antitesi al male di tutti¸ cominciando fin dall´inizio.