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Omelia VIII DOM. T.O. A del 27 Febbraio 2011

Trascrizione non integrale. La prima lettura è l´unico passo dell´ A. T. in cui si adopera l´immagine della madre per riferirsi a Dio; è l´unico punto sul quale le teologhe femministe possono costruire la loro tendenza a dire che Dio non è soltanto padre ma è anche madre. Nel Nuovo Testamento non c´è nessuna immagine femminile per parlare di Dio. Questo per introdurre il problema del brano del Vangelo¸ che diventa il problema chiave dell´accettazione o del rifiuto del cristianesimo nella nostra cultura¸ ed è la concezione di Dio come persona¸ vale a dire come padre o madre. Col progredire della conoscenza scientifica della realtà e con il progredire della concezione democratica della vita si è approfondita la consapevolezza di cos´è veramente una persona¸ la capacità dell´uomo di decidere e di autoorganizzare la sua vita e il suo futuro. Tutto questo è palesemente in contrasto con il modo di pensare del mondo antico e in particolare di Gesù¸come si trova nel brano di Vangelo che abbiamo letto. Fa parte del discorso della montagna¸ che è un discorso che ci turba¸ perché non siamo più in grado di considerarlo una percorribile direzione di vita. La volta scorsa il rimanere inermi di fronte al nemico¸ e questa volta l´affidamento a Dio come se fosse una persona che¸ al modo di agire di un padre o di una madre¸ si preoccupa di noi e ci nutre¸ ci assiste¸ ci protegge. E´ la concezione personalistica di Dio. Che era ovvia¸ facilmente accettabile¸ quando non si sapeva nulla del meccanismo che regge la natura¸ e si poteva dire¸ come un celebre salmo¸ che è Dio che ha predisposto le cose per cui gli animali trovino il nutrimento¸ i fiori siano belli¸ i colori della natura ci rallegrino¸ perché ha fatto lui con le sue mani un ambiente gradevole per noi uomini. Come farebbe il papà e la mamma quando preparano la cameretta per i loro bambini; che poi diventati adolescenti la cambieranno e i genitori si troveranno spaesati. E´ la visione di Dio in rapporto non a degli adulti¸ ma del rapporto di Dio con dei bambini. L´uomo è visto come il bambino che ha bisogno di essere guidato per mano da Dio. Questa è la concezione biblica del rapporto Dio-uomo. Ed è in fondo la concezione che Gesù ha insegnato; infatti ha detto: diventate come bambini¸ il regno dei cieli è di quelli come loro. Nella cultura antica rimane stabile il concetto che Dio o gli dei continuano ad essere il padre o la madre: provvedono alla nostra vita. Tutto questo è scomparso nella sensibilità spontanea dei giovani di oggi¸ e cresce sempre più questa impossibilità di arrivare con immediatezza a quest´immagine di Dio. Uno dice: anche ammesso che Dio esista¸ non è direttamente con lui che io ho a che fare; quello che mi dà da mangiare¸ quello che mi dà da vestire è la natura; se volete ammetto che è creata da Dio¸ ma il mio rapporto non è con una persona che si serve direttamente della natura per aiutarmi¸ è con la natura stessa; e la natura è impersonale¸ funziona secondo meccanismi¸ e non c´è nessuna intenzione positiva di aiutare l´uccellino o di aiutare l´uomo. Se mai è l´uccellino e l´uomo¸ come dice la teoria evoluzionistica¸ che deve trovare in se stesso le difese e le possibilità di sopravvivere; tanto che la specie che non ce la fa scompare. Questo non è più il rapporto papภmamma¸ bambino; è un rapporto evolutivo-concorrenziale; la natura e l´uomo sono in continuo rapporto dialettico. Quando Gesù mi dice: guardate i gigli del campo¸ adesso per me è semplicemente un ricordo letterario di un modo antico di pensare. E´ una immagine poetica¸ che può servire¸ come serve la fantasia¸ il sogno¸ l´immagine. Ma la realtà è diversa: eventualmente devo cercare con le mie forze protezione di fronte al cataclisma¸ devo adattarmi e adattare¸ sono io il responsabile. Ed è quello che stiamo facendo. Siamo in grado di interferire sui processi biologici¸ delle piante¸ degli animali¸ e lo stiamo diventando nel campo umano. Allora uno non può più dire: come Dio veste i gigli del campo! Dio non veste nulla¸ eventualmente siamo noi che procureremo nuovi gigli del campo. Allora il mio rapporto con Dio può essere ancora esemplificato nell´immagine padre¸ madre¸ e io bambino di fronte a lui? Questa è la ragione per cui molte persone occidentali oggi non si trovano più a loro agio nel cristianesimo; del quale piacciono una quantità di cose¸ l´amore del prossimo¸ la solidarietà. Ma l´idea di Dio padre e madre si fa fatica a conciliarla con il modo normale di funzionare della nostra progettazione. Questo è il dramma della nostra epoca. Quando dicono che bisognerebbe fare una nuova evangelizzazione¸ secondo me sarebbe come risolvere questo problema: come devo parlare di Dio oggi. Se ne parlo alla maniera antica chi mi ascolta poi dirà: sí¸ è un bel mondo che non c´è più. Va bene ancora per persone¸ una minoranza¸ che hanno l´impressione che si possa vedere in qualche momento particolare¸ qualche esperienza isolata¸ il santuario¸ Lourdes¸ Fatima¸ un momento di preghiera intensa personale¸ un´emozione particolare in cui si possa avere quasi la sensazione di un padre o di una madre divini¸ che mi parlano¸ che mi dicono qualcosa. E´ episodico e spontaneo per alcuni. Quando dico la parola Dio cosa mi deve venire in mente: quello che dà da mangiare agli uccellini? Quando mi si dice: non preoccuparti¸ ci pensa Dio a darti da mangiare¸ da bere¸ da vestire¸ è bello sentirlo dire¸ però dentro di me dico: è falso; se non avessi la pensione e non ci fosse qualcuno che lavora Dio non mi dà niente da mangiare; se non ci preoccupassimo del vestito e andasse a rotoli anche l´industria della moda che è una delle poche che funzionano in Italia¸ come faremmo a tirare avanti? Se mi sento male vado dal medico e sono stupito di quello che la medicina sa fare¸ non perché glielo ha suggerito il Padre celeste¸ ma perché si è studiata la cellula e i suoi meccanismi. Allora mi trovo diviso in due; nel mio normale modo di vivere seguo questo mondo della ricerca¸ anche la chiesa mi dice che devo preoccuparmi del futuro¸ che il peccato mortale è lo spreco dell´energia; altro che non pensare al domani! Sarei un incosciente! Il Dio di una volta mi diceva: non pensare al domani; perché allora si credeva che il mondo non sarebbe mai cambiato. Siamo nel famoso decennio dell´educazione; ai bambini si può fare ancora come nel mondo antico; poi c´è il grande shock: non è vero niente¸ non solo Santa Lucia¸ ma anche Dio scompare¸come babbo Natale. Eppure Dio c´è e noi ci crediamo¸ e l´immagine paterna non è del tutto da archiviare¸ ma bisogna adeguarla alla diversa sensibilità dell´uomo di oggi. Dobbiamo preoccuparci della centrale nucleare¸ non è vero che Dio ci pensa; allora non è vero il vangelo? Rimettere d´accordo¸ cercando di capire la verità che ci sta sotto¸ Dio padre¸ custode del mondo¸ il mio papà che mi aiuta¸ con la nostra cultura contemporanea. Questo secondo me è quello che dobbiamo implorare da Dio che ci venga rivelato.