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Omelia VII DOM. T.O. A del 20 Febbraio 2011

Trascrizione non integrale Il brano letto conclude la serie delle antitesi. All´inizio viene presentato un parere globale di Gesù sul valore della legge giudaica e sulla necessità che i suoi discepoli avessero una giustizia maggiore di quella degli scribi e dei farisei; dopodiché c´erano quattro antitesi¸ alle quali poi l´evangelista aveva aggiunto delle sue appendici di argomento analogo; la prima era: non ucciderai¸ e invece io vi dico che merita il processo in tribunale chi si è adirato¸ e pene più gravi chi ha detto stupido o pazzo; poi c´era l´antitesi del commettere adulterio¸ che veniva corretta da Gesù dicendo che chi guarda con desiderio una donna ha già commesso adulterio nel suo cuore; poi c´era l´antitesi sul ripudio e l´ultima era quella sul giuramento. Queste quattro antitesi di domenica scorsa¸ che si suggerisce di non chiamare più antitesi perché non sono contrarie alla legge antica¸ ma sono un superamento che va più avanti della legge antica¸ sarebbero in realtà delle ipertesi¸ cioè delle proposte che vanno oltre il tradizionale. Avevano come elemento comune la dignità della persona¸ ma non della persona dell´altro¸ dell´offeso¸ ma della persona del discepolo¸ il quale deve imparare¸ per il bene della sua personalitภche è già un delitto dire una parola offensiva¸ anzi è già un male adirarsi; quindi impari a custodire i suoi sentimenti e le sue reazioni spontanee; cosí deve imparare che è un reato certamente portar via fisicamente la moglie al prossimo¸ ma lo è altrettanto il crogiolarsi nel pensiero di poterlo fare. Lo scopo di questo modo di parlare di Gesù era di dire ai suoi discepoli: siate onesti con voi stessi¸ siate seri¸ siate consapevoli che il male esce da voi¸ non viene dall´esterno¸ siete voi che lo progettate¸ lo pensate¸ lo coltivate¸ lo sognate; certo ci sono le provocazioni esterne¸ ma voi siete al di sopra delle provocazioni esterne. La stessa cosa valeva per il giuramento; se tu devi chiamare a testimone Dio è perché pensi che il tuo prossimo di te non si fida; però tu stesso sai che non meriti fiducia¸ perché imbrogli¸ dici bugie¸ sei un ipocrita; fai in modo che la tua persona sia cosí lineare e retta che ti basti dire si o no¸ senza aggiungere altro; perché quando sarai arrivato a questo livello sarai degno di essere chiamato un uomo. Quindi quelle antitesi erano la difesa della dignità dell´uomo. Hanno il loro parallelo nella splendida finale della seconda lettura di oggi¸ che è una delle presentazioni della dignità dell´uomo più eleganti – Tutto è vostro¸ Paolo¸ Apollo¸ Cefa¸ il mondo¸ la vita¸ la morte¸ il presente¸ il futuro¸ tutto è vostro. La grandezza dell´uomo è tutta qui: tu puoi dominare tutto¸ puoi essere giudice di tutto¸ tutto dipende da te; il predicatore può dire le sue cose¸ ma poi sei tu che devi cercare la vera sapienza¸ distinguere sapienza da stoltezza; non dare la colpa alla vita¸ alla paura della morte¸ al presente¸ al futuro; tu sei un uomo¸ hai una forza interiore che ti permette di essere te stesso; però tu sei di Cristo e Cristo è di Dio; tu non sei direttamente di Dio¸ per diventare di Dio devi diventare amico¸ e¸ direi¸ assimilare dentro di te l´identità di quell´uomo che è venuto da Dio per farci capire come si raggiunge Dio; l´unico che è al di sopra di te è Cristo¸ ed è anche l´unico che difende la tua superiore dignità-. C´è un´antropologia¸ una concezione dell´uomo¸ in questi testi¸ espressa con poche parole¸ ma parole taglienti¸ che fa la grandezza del Nuovo Testamento¸ dire in breve cose che toccano veramente il nocciolo della questione. Quindi le antitesi non erano dei gravami superiori imposti all´uomo¸ leggi ancora più severe¸ fardelli da portare¸ ma erano dire: tu¸ uomo¸ hai la possibilità di essere una persona¸ uno che domina tutto¸ ma il tuo dominio deve venire da una integrità interiore¸ da una correttezza di ragionamento¸ da una limpidezza di giudizio. Anche la riflessione umana ha capito che è nella testa dell´uomo che sta la sua grandezza. Nelle due antitesi lette oggi c´è invece uno spostamento di interesse; prendono in considerazione un altro aspetto del problema: tu devi diventare un uomo padrone di sé¸ ineccepibile nella sua interiorità; come ti comporterai di fronte agli altri quando non riconoscono la tua grandezza¸quando ti maltrattano¸ quando ti sfruttano¸ quando ti considerano uno strumento per qualcosa d´altro¸ non un fine ma un mezzo? Cosa devi fare? La risposta di Gesù è: rimani te stesso; non curarti delle loro prepotenze; rispondi con uno schiaffo morale¸ che è voler bene; non resistere¸ non reagire. E´ chiaro che è un paradosso; la legittima difesa non è esclusa¸ amare i nemici non significa non renderli impotenti se si può¸ se ci sono mezzi per bloccare la loro violenza bisogna usarli subito e con severità perché siano efficaci¸ ma nei casi lievi¸ nei quali non è necessario difendersi perché l´offesa è puramente formale¸ ti maledicono e ti calunniano¸ lasciali dire. Non importa nulla essere offeso da una persona che non ha capito nulla della dignità umana. C´è un orgoglio alla base di questo comportamento suggerito in queste antitesi. Quando la difesa è necessaria e legittima bisogna farla con molta energia; inserire l´indulgenza là dove va frenato il possibile danno della vita è stupido¸ e Gesù non è stupido. Ma quando si tratta dell´offesa morale¸ dove non perdi salute o vita¸ impara ad essere come Dio¸ che essendo inattaccabile fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. I nemici di cui si parla qui sono al massimo quelli che arrivano al livello dello stalking; se è in pericolo la vita¸ soprattutto magari di altri¸ tu il nemico devi ammazzarlo¸ se necessario¸ e subito; ma se ti hanno dato uno schiaffo morale tu porgi l´altra guancia¸ ridici sopra¸ lasciagli la tunica¸ non andare in tribunale. Sei di Cristo¸ sei di Dio. E´ anche questa una lezione di superioritภdi dignità; sentiti inattaccabile¸ perché sei di Cristo¸ sei di Dio¸ tutto è tuo¸ fin dove puoi mantieni questa tua dignità che è capace di amare. L´ultima frase- Voi dunque siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste- nel testo greco ha il futuro non l´esortativo: sarete perfetti. E´ vero che il futuro si può usare per comandare: non ucciderai è un imperativo espresso con la negazione del futuro; e qui¸ amerai il tuo prossimo è chiaro che è un imperativo. Però nessuno impedisce che mantengano anche il significato del futuro: voi sarete¸ voi siete sulla strada per diventare¸ voi potreste diventare¸ la vostra vocazione è diventare perfetti come il vostro Padre celeste. Bisogna mantenere la prospettiva. Nella vita siete tentati di rimanere meschini come quelli che vi offendono¸ di ritorcere il male che vi fanno¸ ma voi un giorno sarete come il Padre vostro¸ provate ad anticiparla qualche volta questa sicurezza interiore¸ questa grandezza d´animo¸ questa fiducia¸ questa autoprotezione. Siate uomini forti¸ siate tra coloro che sanno di appartenere¸ tramite Cristo¸ a Dio.