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Omelia VI DOM. T.O. A del 13 Febbraio 2011

TrasQuesti brani evangelici sono tra i più importanti di tutto il nuovo testamento. La prima affermazione secondo la quale Gesù non è venuto a sostituire la legge o i profeti¸ ma a portare compimento è un tentativo dell´evangelista Matteo di mettere d´accordo i più fanatici seguaci di Paolo con i più conservatori tra i giudeocristiani. Alcuni giudei che avevano creduto in Gesù credevano che bisognasse aggiungere Gesù alla loro tradizione¸ con tutte le norme che essa prevedeva; Paolo ha ammesso i non ebrei¸ senza chiedere più nessun adempimento riguardante la tradizione dell´antico testamento¸ tranne i dieci comandamenti. Tutto il resto in Paolo scompare¸ diventa soltanto anticipazione profetica. Questa è una delle ragioni per cui molti ebrei non hanno accettato di diventare cristiani. D´accordo che Gesù ha escluso molte norme¸ come la distinzione tra puro e impuro e molte altre sui cibi¸ però ci sono altre norme¸ come sul modo di pregare¸ che la chiesa ha recuperato¸ perché prega con i salmi. Matteo¸ che tiene d´occhio sia i pagani che sono entrati nella chiesa¸ sia soprattutto il minor numero¸ ma altrettanto degno¸ degli ebrei che si sono convertiti¸ tenta con queste parole una mediazione¸ dicendo che Gesù è venuto a cambiare molte cose ma attraverso alcune soppressioni si portano in realtà a pieno compimento la sostanza¸ l´essenza del volere di Dio. Quindi è una semplificazione a favore della valorizzazione dei contenuti dell´ antico testamento. Quindi non è una abolizione ma una trasformazione in un insieme più profondo e più valido. E´ questo il senso dell´ultima frase- Se la vostra giustizia¸ che in Matteo significa ubbidienza a Dio¸ non è superiore a quella degli scribi e dei farisei non entrate nel regno dei cieli-. Ecco perché seguono le cosiddette antitesi: fu detto agli antichi¸ ma io vi dico. Si dovrebbero in realtà chiamarle ipertesi¸ approssimazioni più elevate per capire il volere di Dio: non sono anti¸ sono sopra. Matteo dopo ogni antitesi ha aggiunto un´appendice che dice qualcosa di più¸ e bisogna stare attenti a non confondere i due livelli¸ quello della ipertesi e quello dell´osservazione aggiuntiva di Matteo. La prima è provocatoria: fu detto agli antichi non ucciderai; il di più di Gesù è che d´ora in avanti non si dovrà più nemmeno parlare di uccidere¸ a giudizio ci va semplicemente chi si è adirato. C´è una rivoluzione nella concezione etica delle cose che è enorme. Si comincia a dire che prima di arrivare all´uccisione ci sono sentimenti che la preparano¸ e che è su quelli che bisogna lavorare¸ bisogna lavorare dall´interno¸ non dalla formulazione della legge. Questo dà ragione a Paolo¸ che continua a dire: la legge è buona¸ ma non produce onestà. Dio ha un´altra arma¸ lo Spirito¸ e bisogna lavorare all´interno. Lo stesso si afferma nel paradosso: chi desidera una donna cosí ardentemente che continua a pensarci¸ l´adulterio l´ha già commesso. Tutti testi che non vanno usati per dire che già il pensiero è un peccato mortale¸ questo è un moralismo ridicolo¸ ma sono modi di parlare che ti fanno capire quale deve essere la base che deve reggere l´educazione morale¸ la quale si fa nell´interno della persona¸ e si fa colpendo le radici¸ non gli ultimi frutti¸ le radici sono quello che c´è dentro nel profondo del cuore¸ della mente¸ non il lavarsi le mani¸ il digiunare¸ l´astenersi esteriormente. L´aggiunta di Matteo- mettiti d´accordo col tuo avversario per strada-¸ la possiamo lasciar perdere. Mentre risale a Gesù l´altro principio- Se vai al Tempio a fare la tua cerimonia di offerta¸ ma ti accorgi che un tuo fratello ha da lamentarsi di te¸ pianta lí la tua offerta¸ vai a riconciliarti¸ poi vieni qui-. Il culto non deve essere un alibi; non è il culto che mette a posto la coscienza; prima si mettono a posto i rapporti reali¸ poi ci si presenta a Dio. Questa antitesi si accompagna all´ultima. Gesù dice- non si giura per nulla¸ perché nelle vostre faccende umane non dovete tirare in ballo Dio-. E questa è diventata norma nel nostro diritto: non si giura più sulla bibbia come si faceva una volta. Il giuramento è una parola sull´onore proprio¸ non sui vangeli¸ su Dio. Per non tirare in ballo il nome di Dio si giurava per il cielo¸ per la terra¸ per Gerusalemme¸ per la propria testa¸ e Gesù dice: tutte queste cose sono di Dio¸ le ha fatte Dio; voi non dovete giurare affatto-. Non si adopera Dio per sfuggire alla propria responsabilitภe al dovere di essere sinceri e leali. Allora capite che queste antitesi sono portare a compimento intuizioni che nell´ antico testamento già circolavano¸ sotterranee¸ sono sopratesi¸ tesi più alte. Interessante quella del ripudio. Tutti gli evangelisti riportano in un altro contesto la disputa sul divorzio¸ ed è chiaro che Gesù ritiene che nel disegno di Dio il matrimonio è indissolubile. In Matteo c´è anche una parola sul ripudio in questo contesto. - Chiunque ripudia la propria moglie ( e qui c´è l´aggiunta di Matteo) ¸ eccetto il caso di unione illegittima-¸ dando l´impressione che se il matrimonio è legittimo non si può ripudiare la moglie¸ se si tratta di un´unione illegittima¸ oggi diremmo una convivenza¸ la si può mandar via quando si vuole. Se si traduce¸ invece che unione illeggittima¸ adulterio si dice un´ovvietà. Il testo rimane oscuro e quasi indecifrabile. Lasciando intendere al lettore che in caso di unione illegittima non c´è nessun comandamento divino da osservare¸ secondo me si fa un´opera diseducativa. Gesù vuole la serietà delle persone: abbandonare la moglie o il marito per superficialitภè un peccato altrettanto grave nella convivenza che nel matrimonio. Questa è una delle formulazioni che più di ogni altro passo del nuovo testamento fa capire dove stanno la radice¸ il cuore¸ il nocciolo¸ il criterio per poi trarre singole conseguenze particolari¸ è il cuore e l´anima della moralità di chi crede in Gesù.crizione non integrale.