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Omelia II DOM. T.O. A del 16 Gennaio 2011

TRASCRIZIONE NON INTEGRALE Nessuno riesce a dare una spiegazione convincente di questo segno della colomba. Qui ci sono due animali; la colomba che rappresenta in qualche modo lo Spirito Santo¸ e l´agnello che rappresenta in qualche modo la natura della missione di Gesù Cristo. E´ una cosa curiosa questo metodo di prendere un animale¸ simbolico per le sue caratteristiche¸ e considerarlo lo stemma¸ lo specchio di realtà superiori all´animale¸ come la missione di un uomo¸ e addirittura la caratteristica di un modo di esistere di Dio. E´ un modo di parlare che rasenta quasi l´irriverenza. Tra un po´ troveremo anche i pesci¸ con la metafora: ti farò pescatore di uomini. E´ curioso questo modo di cogliere tre aspetti¸ che in un certo modo rievocano la triplice area dell´antroposfera¸ cielo¸ colomba¸ terra¸ agnello¸ acque¸ pesci. E rievocano anche l´idea di mondo tipica dell´arcaica cosmologia biblica. Dovrebbe essere simpatica questa religione¸ che per parlare del suo salvatore¸ del figlio di Dio che è venuto a darci la totale redenzione dai pericoli della nostra vita adopera l´immagine di un animale. E´ chiaro che Gesù Cristo è ben di più che un agnello¸ ma in tutto il mondo¸ tranne nelle regioni freddissime¸ l´agnello è animale che è sempre stato simbolo della bontภdella grazia¸ della bellezza che viene sacrificata dalla prepotenza dell´animale più forte che è il lupo. L´agnello era presente in molti sacrifici ebraici; era colui che donava la sua povera¸ piccola vita animale per riparare le malefatte degli uomini¸ e sostituiva il castigo che i colpevoli avevano meritato¸ era un agnello redentore¸ un agnello che in fondo pagava al posto degli altri¸ serviva come simbolo per ripagare un´offesa. L´agnello della Pasqua serve anche lui a questo. L´agnello entra anche nella famosa storia del sacrificio di Isacco; quando l´angelo ferma la mano di Abramo¸ perché a Dio è bastata l´intenzione¸ compare¸ non proprio un agnello ma un ariete¸ che è pur sempre della medesima tipologia animale¸ e Abramo offre a Dio l´ariete al posto del suo figlio. E questo fa venire in mente che Gesù ha fatto molte cose al posto nostro; ha reso a Dio quell´ubbidienza e quell´onore che noi non siamo mai stati in grado di rendergli in maniera cosí completa come lui ha fatto. L´agnello che muore diventa colui che si sacrifica per noi¸ ma siccome questo agnello risorge allora diventa il capofila di una umanità che si è resa consapevole di dover fare un po´ di più per onorare Dio e per onorare se stessa¸ la sua dignità. Tutte le volte che un uomo commette una colpa¸ una prevaricazione¸ quando si comporta in maniera insensata e irragionevole¸ quando non sa controllare i suoi programmi e le sue azioni¸ offende prima di tutto la sua dignitภe offende anche la dignità di Dio. Ci sono state nell´evoluzione migliaia di creature che sono state soppresse perché non erano ancora arrivate alla meta; alla fine è saltato fuori l´uomo¸ con il sacrificio di una quantità di tentativi precedenti mal riusciti. Ci sono una quantità di creature che sono scomparse dalla scena perché arrivassimo noi; tutte queste sono l´agnello di Dio; tutto questo immenso sforzo della natura di far saltar fuori l´uomo è una cosa che Dio ha voluto¸ ma ha delegato totalmente ai meccanismi della natura. Alla fine siam saltati fuori noi¸ e all´interno nostro è venuta una persona¸ Gesù Cristo¸ che ha riassunto in sé tutta questa offerta¸ sacrificio¸ fatica¸ dedizione dell´intera evoluzione¸ per compiere l´ultimo atto necessario: l´educazione morale¸ l´educazione della coscienza; sacrificando la sua vita per essere l´innocenza assoluta¸ per concludere la sua vita come la purezza assoluta che cessa di esistere materialmente perché¸ risorto¸ possa diventare la guida spirituale di tutti quelli che capiscono cosa vuol dire essere diventati uomini attraverso il lavoro di miliardi di anni; uomini che non siamo un granché¸ che abbiamo ancora molte cose da rimproverarci¸ ma di fronte a noi sta la creatura per eccellenza. Che non è eccellente ber forza¸ bellezza e neppure direi per intelligenza¸ non è Leonardo¸ non è Mozart¸ non è il genio; è un omunculus¸ ma è buono¸ è onesto¸ è santo¸ è retto¸ non fa nulla di male a nessuno; si offre totalmente a Dio- Ecco Signore io vengo per fare la tua volontà-; è la rivelazione della bontà e dell´amore assoluto di Dio fattasi uomo. Per dirci che tutto lo sforzo del mondo per farci esistere tende a questo: che noi adesso ci sforziamo di essere simili a Gesù¸ di essere battezzati in lui¸ cioè di assumere il suo nome. Il vero nome che riceve il battezzato è Cristo: tu sei uomo nel corpo di Cristo. Tutto l´universo si è concentrato perché venissi alla luce tu¸ e ti allieta la vita e completa il quadro nel quale vivi; tutto ha anche lo scopo di dare qualcosa a te¸ uomo. Gesù è colui il quale incarna questa riconoscenza¸ e cerca di dire- speriamo che vedendo me gli uomini capiscano a cosa sono chiamati di veramente decisivo per loro e di importante: fare la volontà di Dio. Questo mi pare possa essere il senso che si può ricavare dall´uso di questa immagine di tipo animale. Gesù è il pescatore di uomini¸ colui che ci prende e ci fa diventare veramente uomini; perché cosa vuol dire essere veramente uomo? L´elemento determinante¸ ultimo¸è riconoscere Dio. Il papa continua a ripeterlo questo: se manca l´intuizione che noi siamo fatti per un di più¸ che non annulla niente di tutto il resto¸ anzi in un certo senso lo approva e lo esalta¸ c´è un´incompletezza che a lungo andare potrebbe rovinare la nostra vita. La dipendenza da Dio si intende come rettitudine nel progettare¸ nel pensare¸ nel volere¸ nell´agire. Come forza per correggere sempre la rotta.Come l´ago della bussola la religione è quella che ti dice: c´è da sistemare qualcosa; questo è Dio nella nostra vita. E questo è il grande dono che ci ha fatto l´innocenza assoluta di Gesù fino alla morte¸ e il suo risorgere per vivere in noi questa vita innocente: questo è il battesimo. Io sono collegato a Gesù Cristo per sempre e il suo nome mi domina come una corretta metodologia che mi impone di non sbagliare strada. E´ il dominio della veritภdella luce¸ della correttezza¸ che mi viene anche da tanti altri elementi¸ ma mi viene in maniera totale¸ precisa¸ infallibile¸ sicura dalla presenza spirituale di Gesù nella mia vita.