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Omelia VI Tempo Pasquale; anno C del 16 maggio 2004

16 Maggio 2004 - VI PASQUA C- At 15ž1-2.22-29; Ap 21ž10-14.22-23; Gv 14ž23-29 Le letture di questa Messa sono un pochino disparate lŽuna rispetto allŽaltraž anche se un motivo un motivo unificante ci sarebbež ma è un poŽ complicatož e sarebbe la possibilità di ricavare dallŽinsieme di queste letturež per usare la parola tecnicaž una specie di ecclesiologia. Cioè cosa cŽè di nuovo nella Chiesa di Cristo rispetto alle tradizioni antiche dellŽebraismo? Che cosa cambia? Perché la prima lettura il tema lo tratta in maniera abbastanza esplicita perché dice che ai non ebrei che vengono ammessi nella Chiesaž che Paolo e Barnaba hanno introdotto nella Chiesaž non è più necessario imporre le antiche regolež ricavate dal Levitico o da altri libri dellŽa.t. che gli Ebrei consideravano essenziali per essere "a posto con Dio". Quindi questa liberazione da tutta una massa di consuetudini o prescrizioniž a cominciare dalla circoncisionež è interessante. Evidentemente vuol dire che la nuova comunità nasce su una base diversa da quella su cui era nato lŽantico giudaismo. Perché nonostante ci sia una giusta e doverosa fratellanza tra ebrei e cristianiž (ci sarà anche una preghiera dei fedeli che per pura combinazione parla di questo) bisogna anche riconoscere che pur essendoci questa bellissima fratellanzaž cŽè anche una diversità enorme tra lŽantico ebraismo e noi. Perché appunto vengono abbandonate tutte queste prescrizioni che riguardavano la vita corporea: il circonciderež il mangiarež tutto scompare. Il testo dice che a questi pagani convertiti vengono imposte quattro cosež che non è ben chiarož tranne la primaž a che cosa effettivamente si riferisconož che meriterebbero un commento: astenersi dalle carni offerte agli idoliž questo è abbastanza chiarož dagli animali soffocati ( ecco perché occorreva per loro una macellazione particolarež e si dice che anche i pagani dovrebbero aderire a questo tipo di macellazione; qui ci sarebbero tante cose da dire.) LŽimpudicizia nessuno sa bene a cosa si riferisca perché non può trattarsi dei disordini sessuali; quelli sono già proibiti dal sesto comandamento che è ovvio che deve essere osservato. E poi per di più dal sanguež concepito come qualcosa di diverso dagli animali soffocati. EŽ noto che era proibito mangiare gli animali soffocati perché era proibito mangiare il sangue e se lŽanimale viene soffocato il sangue resta dentrož ma se oltre a questo bisogna anche astenersi in altra forma dal sangue ( è per questo che i Testimoni di Geova distinguono le due cose e dicono che dal sangue bisogna comunque astenersi in ogni modo) sarebbero tutte cose chež ripetož sarebbe interessante esaminare. Ma non è questo che interessa questa mattina. Quello che interessa questa mattina è questa specie di coraggio di dire - Grazie a Gesù Cristo comincia un nuovo modo di sentirsi a posto con Diož in cui una massa di prescrizioniž tolte queste tre o quattrož che poi si chiede di osservare più per cortesia che per necessitàž scompaiono perché nasce una maniera nuova di appartenere a Dio. La lettura dellŽApocalisse tenta di dire le stesse cosež con la sua mania tipo rebus-enigma di dire le cose attraverso delle immagini complicate. Questa specie di città quadrata che sarebbe il simbolo della perfezionež dove ci sono dodici angeli in cima e i nomi degli apostoliž dodici anche lorož alla basež nel fondamento. Una specie di cubo con gli Apostoli a sostegno e gli angeli a coronamento. Molto strampalata! Con pietre preziose; poi sono saltati dei pezziž cŽè tutto lŽelenco delle pietre preziosež che servirà agli orefici. Curioso che non cŽè il tempio dentro. Vedetež unŽaltra cosa che scompare dellŽantico giudaismo- Non vidi alcun tempio in essa-ž anche rispetto al mondo paganož evidentemente. E curioso anche questo perché - Il Signore Dio lŽOnnipotente e lŽAgnello ( che è Gesù Cristo) sono il suo Tempio-. E questo ci avvicina a quello che si dice nei primi versetti del Vangelož che sono i più interessanti e quelli sui quali adesso mi fermerò un poŽ di più - Se uno mi ama osserverà la mia parolaž il Padre mio lo ameràž e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui-. Cosa vuol dire? La dimora di Dio nellŽantico giudaismo era appunto il tempiož ma lui vedež nellŽApocalissež una Gerusalemme in cui non cŽè più il tempio. Perché? Perché Dio abita direttamente. Il Vangelo dice che se uno mi ama e osserva i comandamenti ( le due cose devono stare insiemež non basta amare come dice qualcunož bisogna anche osservare)ž ma i comandamenti non sono più le prescrizioni legalistichež ma semplicemente i dieci comandamentiž cioè quelli di valenza moralež non ritualež alloraž dice - Noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui-. E poi si dice che verrà anche il terzo che è lo Spirito. Ecco perché i testimoni di Geova non possono dire che non cŽè la Trinità nel n.t.ž perché qui son nominati tutti e tre: Padrež Iož il Consolatorež e tutti questi tre costituiscono Dio. E anche lo S.S. vienež mandato nel suo nomež - insegna ogni cosaž ricorda tutto ciò che vi ho detto-ž e si ha lŽimpressione che anche lo S.S. viene ad abitare dentro nella persona. Che cosŽè questa cosa? Voi capite che qui è in gioco la definizione di cosŽè la Chiesaž cosŽè il credentež cosŽè il cristiano rispetto ad altri uomini religiosi. Il confronto non è polemicož è semplicemente un confronto per capire. LŽebreo (lasciamo starež gli ebrei di oggi si sono evoluti) lŽ ebreo di allora diceva di sé le stesse cose che qui vengono dette dei discepoliž nel testo? Cioè che Dio dimorava in lui? Io ho proprio lŽimpressione che non lŽabbiano mai detto. Ma cosa vuol dire che Dio dimora in noi? Sono chiacchierež è un modo di parlare esageratož ridondantež che quindi non significa nientež o significa qualcosa? -Prenderemo dimora presso di lui-. La cosa poi si ripete anche altrove. Paolo parla spesso del - nostro corpo che è il tempio dello S.S.-ž che Dio abita in noi come un tempio per cui perfino la nostra carne è santificata; tanto è vero che risorgerà. Come se ci fosse una specie di processož qui si che cŽè la mutazione geneticaž noi siamo degli organismi geneticamente modificatiž ma non per inserimento del cromosoma xž ma Dio vienež abitaž dimoraž trasforma. I vecchi padri della Chiesa che avevano una concezione un poŽ fisicistica delle cose pensavano alle volte proprio cosíž che Dio viene dentro di noi e pian pianož loro non avevano ancora il nome di molecolaž atomož però avevano lŽimpressione che Dio viene dentro di noi e ci "immortalizza". EŽ una cosa molto primitivaž evidentementež molto grossolana. Ma quello che volevo dirvi è che cŽè unŽaltra strada attraverso la quale è stata presa sul serio questa parola di Giovanni - Noi entriamo dentro di voiž prendiamo dimoraž e voi diventate più di quello che eravate prima-. Ed è il modo di sfruttare il concetto di anima; questa mi pare la cosa più interessante. Anche nella lettura che noi preti leggiamo oggi nel breviariož adesso la chiamano liturgia delle orež si legge un pezzettino di S. Cirillo di Alessandriaž che a me è anche antipaticož ma che stavolta dice cose serie; dice - Noi non siamo più soltanto carne. Grazie a Dio che si unisce a noi diventiamo "più che carne"-. Carne per loro voleva sempre direž come nella Bibbiaž uomini che muoionož uomini che vanno a finire nella polvere. Noi diventiamo più che carne. Perché diventiamo anima! Loro hanno sfruttatož questi antichi teologiž non è vero che hanno preso in prestito e copiato dalla cultura greca il concetto di anima; lŽ hanno preso in prestitož ma non lŽ hanno copiatož lŽ hanno radicalmente trasformato. Perché hanno avuto questa idea: che tutti noiž pur essendo povera carne mortalež che diventa cenere quando si muorež grazie a Dio che si contatta con noiž prende dimora in noiž diventiamo animaž cioè diventiamo qualche cosa che è più congiunto a Dio che non alla creazione destinata a trasformarsi e perire. Diventiamo qualcosa che ha diritto allŽeternità perché i nostri pensieriž questo è il puntož i nostri pensieriž i nostri desideriž la nostra volontàž le nostre decisioniž quello che avviene nel nostro pensarež che è il modo meno corporeo-material-carnale che ci siaž è il modo più evanescentež più inconsistente dal punto di vista della materialità che ci sia. Il nostro essere io viene visitato da Dio e noi pian pianož coltivando pensieri elevatiž pensieri religiosiž speranze superioriž speranze sempre meno legate alla mortalità e alla carnalitàž abitiamo in Dio e Dio abita in noi. Questa specie di elevazionež per cui diventiamo più che carne e diventiamo tutto anima. Per questož senza mai negare che la carne risorgež il mondo antico medioevalež cosa che molti teologi moderni non hanno capitož dice che la nostra carne vivrà in quanto è diventata anima. Ecco perché si riduceva tuttož o meglio si sintetizzava tutto nel concetto di immortalità dellŽanima. Non unŽimmortalità naturalež come dicevano i greciž perché lŽanima è fatta di una materia che non si corrompež cose sciocchež ma perché Dio divinizza la persona e noi crescendo diventiamo una cosa sola con Diož diventiamo anima immortale. Capitež essere cristiani cosa significa? Significa mille cosež ma significa anchež se non prima di tutto credere in questo. Allora capite come questo ha influenza sulla nostra vita perché io adesso vado a casaž anche voi andate a casaž faccio i mestieri in casaž anchŽiož anche voi fate i vostriž poi andate a lavorarež poiž non sož andate a prendere il solež poi mangiatež siete contentiž anche a me piace mangiar benež però in fondo in fondo voi vi domandatež come io mi domando- Ma alla fine cosa divento io -? Mangiandož siž sto bene per adessož e poi divento terraž polvere. Dopo aver mangiato posso guardare un poŽ di televisionež leggere il giornalež ma poi dovrei anche dedicarmi a pensare cose eternež a coltivare quella parte di me che non ha bisogno di mangiare per esisterež che non è carnež ma è riflessionež preghieraž fantasiaž attività dello spiritož poesiaž fedež religionež preghiera. Perché a poco a poco quella parte lí si consolidaž anche se è inafferrabilež si divinizzaž e io coltivo un germe di immortalitàž faccio diventare anima la mia vita. Dove anima significa: faccio diventare dimora di Dio. Ecco perché il cristianesimo mi ha detto - Non stare a preoccuparti del soffocato o del non soffocatož del lavarti; tu devi diventare animaž devi diventare dialogo con lo Spirito di Dio-. Il cristiano è uno che si rende conto che anche le attività corporali sono necessariež ma che ci sono delle cose non corporeež mentaliž che sono quelle da coltivare di piùž perché sono quelle che ci fanno diventare sempre più "più che carne"ž e ci rendono animaž e quando siamo diventati anima allora veramente siamo il luogo dove Dio dimoraž e dove Dio dimora non cŽè morte. Provate a pensare se questa prospettivaž che è stata per secoli la prospettiva dellŽeducazione cristiana. Lo so che rischia di diventare un poŽ intellettualistaž un poŽ da élite! Maž Signor benedettož anche i contadini hanno unŽanima e sanno pensare; ognuno ha il suo modo di pensare: cŽè quello tecnico dellŽintellettuale e cŽè quello spontaneo del contadinož della donna di casa. Ma che essere cristiani significa diventare animaž che è uguale a dire - Diventare Dio-. Voi capitež se questo fosse il messaggio del cristianesimo