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Omelia II AVVENTO A del 5 Dicembre 2010

TRASCRIZIONE NON INTEGRALE La prima lettura è interessante per capire cosa pensavano gli ebrei della funzione che spesso denominiamo politica¸ perché si continua a dire che gli ebrei aspettavano un messia politico. Non c´è nessuna intenzione di avere riferimenti alla confusione della politica italiana in questi giorni¸ anche se riflettere sul testo di Isaia¸ come su qualunque testo di saggezza¸ ci aiuta a ragionare un po´ meglio nel settore politico. Ma non intendo fare politica¸ faccio sacra scrittura. Questo testo si dubita che sia opera del profeta¸ forse è scritto in epoca più tarda¸ però è interessante per studiare come l´antico ebraismo¸ nella persona dei profeti¸ che sono gli intellettuali del mondo ebraico¸ aveva concepito la funzione della direzione politica di un paese e di una popolazione come la loro¸ che era quella del regno di Giuda. La lettura parla di un germoglio che deve spuntare dal tronco di Jesse¸ un virgulto che germoglia dalle radici. Loro si aspettavano l´ uomo politico che avrebbe dovuto salvare il popolo e assestare in modo corretto la situazione come un prodigio¸ una specie di dono di Dio e nello stesso tempo della natura. Il tronco di Jesse era il padre di Davide; loro erano convinti che Dio avesse scelto questa famiglia¸ riempiendola di una sua benedizione¸ perché da quella famiglia doveva sempre uscire il governatore del popolo. E´ un mito¸ il mito della casa regnante che governa in nome di Dio¸ che è durato fino alla prima guerra mondiale più o meno: c´è una casa¸ una famiglia che è dotata di una specie di abilitazione al governo¸ quasi per una specie di protezione divina. Facendo venire il germoglio dalla radice di Jesse¸ l´autore di questo testo è consapevole che di fatto molti re non sono stati all´altezza del loro compito. Allora ad ogni morte di re¸ in vista del successore¸ si spera che sia una specie di re creato ex novo¸ che non imiti tutti gli errori dei re che l´hanno preceduto¸ ma che sia una specie di nuova nascita¸ di portatore di giustizia e di pace. Il primo dal germoglio è stato Davide¸ e quello è stato bravo¸ poi c´è stato Salomone¸ poi c´è stata una progressiva decadenza; allora si dice: poter ricominciare tutto da capo¸ da quella radice. Non è fedeltà alla tradizione¸ ma risalire alle origini¸ e dalle origini ricreare¸ adattandolo al momento presente¸ il valore positivo della tradizione. Non quello con tutte le incrostazioni che ci sono state nel corso dei secoli. Loro sono convinti che se c´è Dio¸ Dio si occupa prima di tutto del re per salvare una popolazione¸ e allora sono convinti che lo Spirito del Signore si poserà su di lui; e che cosa gli dà? Direi che nelle righe che seguono c´è dentro l´equivalente ebraico della Repubblica di Platone: gli dà l´intelligenza -Spirito di sapienza e di intelligenza¸ di consiglio e di fortezza¸ di conoscenza e timore del Signore-. L´unica parola che non riguarda la testa è la parola fortezza¸ che però riguarda la stabilità della ricerca del bene. Si governa con l´intelligenza¸ con la mente¸ non con le forze¸ con la coercizione¸ col predominio¸ con la ricchezza. E l´intelligenza e la forza devono essere assolutamente pulite¸ intelligenza è l´oggettività del conoscere¸ sapienza è la capacità di interpretare cause¸ motivazioni; poi c´è la conoscenza e il timore del Signore: tenere conto dei grandi valori¸ dei principi assoluti¸ delle cose¸ come si dice oggi¸ non negoziabili¸ che è un modo laico di pensare a questa conoscenza e timore di chi ci sovrasta e ci giudica¸ sia che sia pensato come un Dio personale¸ sia pensato all´assoluto valore a cui nessuno può sottrarsi e a cui nessuno deve rinunciare. Poi aggiunge che questo bravo re si compiaccia del timore del Signore; questa frase va unita alle precedenti; colui che governa deve essere uno che ci goda¸ che sapienza¸ intelligenza¸ consiglio¸ fortezza costituiscano la sua gioia e la sua felicità. Questo vale per tutti: se il lavoro gli piace¸ se si compiacciono¸ allora le cose vanno avanti bene; certo bisogna compiacersi non del guadagno¸ dell´arricchimento¸ della fama esteriore¸ dell´apparenza¸ ma della sostanza delle cose. Tutto si gioca sulla chiarezza del conoscere e della lealtà dell´eseguire: infatti non giudica secondo le apparenze¸ non prende decisioni per sentito dire¸ ma controlla i fatti. Giudica con giustizia i miseri¸ si occupa di quei poveretti che non hanno forza. E´ il modo antico di quello che oggi si chiama principio di sussidiarietà. Il re difende i miseri¸ ma non è uomo di parte- prenderà decisioni eque per gli umili della terra-. Questa frase di Isaia- le decisioni eque per gli umili della terra- è molto più profonda e corretta del Magnificat- rovescia i potenti dai troni¸ esalta gli umili-; tutto questo è ingiusto¸ perché nei tempi vicini a Gesù gli ebrei non ne possono più e scaricano la loro violenza¸ parlando a Dio¸ e lo immaginano come uno che fa rivoluzione¸ ma le rivoluzioni non risolvono nulla perché accontentano alcuni a spese di altri. Ecco invece la capacità di quello che la lingua ebraica chiama shalom¸ che si traduce pace¸ ma in realtà significa giustizia¸ equità. Poi c´è la descrizione del potere di questo re¸ che assomiglia molto a come loro descrivono il potere di Dio¸ che è basato soprattutto sulla parola¸ le poche parole¸ le sentenze¸ i giudizi- percuoterà il violento con la verga della sua bocca¸ con il soffio delle labbra ucciderà l´empio-. Non si parla di carceri¸ di spade¸ di eserciti¸ di carabinieri¸ di truppe¸ ma semplicemente della parola; c´è la grande utopia: la sentenza giusta¸ la sentenza saggia¸ trova consenso¸ basta da sola; la grande illusione ebraica¸ che è coraggio della mente: se la legge è giusta e dettata da Dio basta questa. Quando a Geremia ed Ezechiele dice- io porrò il mio spirito nei vostri cuori¸ non avrete più bisogno che nessuno vi istruisca- è questo che dobbiamo aspettare come dono di Dio: la conoscenza espressa correttamente in parole¸ perché si diffonda in tutti questa capacità di ubbidire a quello che appare alla mente giusto e retto. Qui c´è un ideale di uomo¸ se non di governo¸ allo stesso livello di quello della cultura greca. -La giustizia sarà fascia dei suoi lombi-; alla cintura si appendeva la spada¸ e nel Far West la pistola; il re non ce l´ha¸ non ha niente¸ la fascia dei lombi è la giustizia¸ la cintura dei fianchi è la fedeltà. Da questo testo si capisce cosa vuol dire parola di Dio; in poche righe riesce a dire quello che altri han tentato di dire in migliaia di pagine; qui c´è tutto un programma. La Bibbia contiene anche molta rata tuia¸ però ogni tanto ha delle cose che brillano: vogliate bene alla Bibbia.