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Omelia XXVIII DOM T.O. C del 10 Ottobre 2010

Il bravo Naamàn¸ comandante dell’esercito degli aramei¸ aveva sentito dire che il profeta Eliseo era capace di compiere prodigi e¸ con una lettera del suo re si è presentato al re di Israele chiedendo che gli indicasse come avrebbe potuto guarire dalla sua malattia. Il re si stracciò le vesti dicendo: “Sono forse un dio che posso dare la vita e la morte? Certamente il re di Aram sta cercando pretesti per venire a combattermi”. Allora il profeta Eliseo gli manda a dire: “Mandalo qui. Lui non sapeva che era un profeta in Israele¸ non è il re che guarisce¸ è il profeta”. Allora Naamàn va da Eliseo e si aspetta che Eliseo lo tocchi¸ lo benedica¸ lo unga¸ faccia qualcosa¸ Eliseo gli dice: “Va’ nel Giordano e bagnati sette volte”. Allora Naamàn si arrabbia: “Ci sono fiumi a Damasco molto più belli del Giordano e comunque dove è più facile fare il bagno¸ se avessi saputo che era cosí stavo a casa mia e facevo il bagno nei miei fiumi.”. Il servitore di Naamàn¸ spesso nella Bibbia le persone di rango inferiore vengono presentate come più intelligenti dei V.I.P.¸ perché è cosí¸ gli dice: “Scusa¸ ma cosa te ne frega? Vai a fare il bagno nel Giordano¸ non è una cosa difficile¸ prova”. Lui va ed esce guarito¸ tant’è vero che il suo corpo¸ letteralmente la sua pelle¸ divenne¸ non come il corpo di una ragazzo ma come la pelle pueri parvi¸ di un bambino: delicata¸ sana¸ rosea. Allora Naamàn pensa che deve andare a ringraziare Eliseo ma Eliseo rifiuta il dono¸ probabilmente non perché¸ come dirà Gesù: “Avete gratuitamente ricevuto¸ gratuitamente date!”¸ ma perché per un ebreo non è lecito prendere un dono da un pagano della Siria e¸ quindi¸ rifiuta il dono. Allora il povero Naamàn fa un suo ragionamento teologico e dice: “E’ il Giordano che mi ha dato la salute¸ se avessi fatto il bagno nei miei fiumi in Siria non sarei guarito¸ forse è per questo che il profeta non vuole il regalo¸ perché sa che non è stato lui a guarirmi¸ è il Giordano”. Ed allora ragiona¸ come del resto molti ragionavano al suo tempo: “Si vede che il Dio di Israele agisce in questo territorio mediante il potere della terra e delle acque di questo territorio”¸ infatti alla fine dice che prende la terra perché ha capito che non c’è Dio su tutta la terra se non in Israele¸ qui il terreno di Israele contiene una presenza di Dio che salva. Allora è per questo che dice: “Dammi almeno il permesso di caricare un po’ di terra”¸ cosí va a casa sua e si fa una specie di isola con il terreno di Israele pensando che da quel terreno venga fuori l’aiuto di Dio. E’ una concezione primitiva della religione però è simpatica. Immagino che questa storia l’avevate già letta¸ per vostro conto¸ nel Bibbia¸ se non l’avete letta sarebbe ora che vi decideste a sfogliare ogni tanto la Bibbia e a leggiucchiare qualcosa anche perché¸ in fondo¸ in certi momenti¸ è un libro divertente. Se ci pensate bene questa vecchia cultura secondo la quale ogni Dio ha il suo territorio e se c’è un Dio bravo bisogna spostarsi ed andare là perché il Dio non è capace di agire al fuori¸ è una concezione che anche gli ebrei ebbero per un certo tempo¸ poi la superarono¸ la superarono perché capirono che c’è un solo Dio che è presente dappertutto¸ su tutta la terra e non è circoscritto da nessun limite. E¸ rispetto alle culture dell’antico oriente¸ questa fu la grande scoperta dell’ebraismo che poi venne ereditata dal cristianesimo: non ci sono luoghi santi¸ non ci sono luoghi dove Dio è più presente che altrove. Purtroppo¸ la tradizione cristiana¸ la quale tende sempre ad andare a ripescare negli antichi archetipi religiosi le cose meno utili¸ non ha tratto le giuste conseguenze dallo spirito del N.T. ed ha continuato a creare dei luoghi santi: i santuari¸ i monasteri. Io non dico mai Terra Santa proprio perché non è cristiano¸ non esiste la Terra Santa¸ esisterà per i musulmani la Mecca¸ l’Arabia ma non per i cristiani¸ per i cristiani tutto è profano e tutto è santo allo stesso modo. I pellegrinaggi si possono fare se è per fare una scampagnata¸ ma pensare che a Lourdes¸ a Fatima¸ a Caravaggio¸ a Medjugorie c’è più Madonna che altrove non è cristiano¸ è antiquato. Dio non lo si trova sulla carta geografica. Viaggiare è bellissimo ma non per incontrare Dio¸ al massimo per incontrare le opere di uomini credenti: i monasteri della Romania¸ le cattedrali come si vanno a vedere le montagne¸ i mari¸ i fiumi¸ ma Dio non si cerca lí¸ altrimenti siamo a livello di Naamàm Siro¸ per caritภpersona rispettabilissima¸ ma la novità cristiana è questa idea di Dio che è¸ proprio perché non è legato a nessun luogo¸ è di tutti. Queste cose Israele le ha capite¸ ripeto¸ sono le tradizioni cristiane che¸ alle volte¸ hanno in parte inquinato questa lucidità che viene dalla matura prospettiva israelitica e da Gesù¸ ha ricominciato a complicare le cose¸ confondendo le idee¸ mettendo anche questa localizzazione. La stessa chiesa non è la casa di Dio¸ è la casa del popolo di Dio. Noi veniamo tutti in questo posto e l’abbiamo anche costruito in maniera solenne¸ grandiosa perché deve essere la nostra casa e qui ci troviamo¸ noi¸ a fare memoria di Dio che non è qui¸ è dappertutto. La presenza eucaristica è un’altra cosa¸ non è una presenza locale è una presenza da mangiare quindi¸ di nuovo¸ fatta per il nostro nutrimento. A pensarci bene hanno ragione i protestanti a non mettere troppo in rilievo la custodia del sacramento dell’Eucaristia¸ quasi che ci fosse una presenza locale di Cristo limitata al luogo. Lo si conserva per gli ammalati¸ lo si conserva anche come stimolo per la preghiera¸ ma la chiesa non è la casa del Santissimo Sacramento¸ è la nostra casa. Lo so che questo scandalizza alcuni di voi e qualcuno dirà che don Cavedo¸ per mania di originalitภcontinua ad esagerare e gioca a fare il protestante. Può darsi¸ ho diritto di giocare anch’io qualche volta. Pensateci¸ però¸ a queste cose perché la grandezza del cristianesimo è questa: dappertutto¸ in ogni modo¸ allo stesso modo per tutti. Lo diceva il salmo: Tutti i confini della terra hanno veduto la vittoria del nostro Dio. Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza¸ agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia”. Si è anche ricordato della sua fedeltà alla casa di Israele ma non per circoscrivere lí la sua presenza di Salvatore¸ ma per estenderla a tutto il mondo. La grandezza di Gesù Cristo è questa¸ fra le tante altre grandezze di Gesù Cristo. Ecco perché nel vangelo si racconta¸ e sembra tutta una cosa costruita apposta perché andasse a finire in questo modo¸ i dieci lebbrosi guariti: “Andate a presentarvi ai sacerdoti” e devono andare al tempio di Gerusalemme¸ qualcuno ha pensato che si poteva andare nell’abitazione di qualche sacerdote¸ non necessariamente a Gerusalemme¸ ma l’espressione “Andate a presentarvi ai sacerdoti” significa “Andate al tempio” e gli ebrei vanno¸ e il povero samaritano dove va? Lui ha un tempio sul monte Garizim¸ ma come fa ad andare da solo? E non può andare con gli altri a Gerusalemme perché gli ebrei non vanno d’accordo con i samaritani. Qui¸ però¸ bisogna aprire una parentesi: lo sapete perché lo si dice sempre ed il vangelo ce lo fa conoscere¸ ebrei e samaritani non vanno d’accordo fra loro. Gli ebrei disprezzano i samaritani come traditori ed eretici della loro fede¸ nessun rapporto. Allora ricordate che Luca¸ più volte¸ per far dispetto agli ebrei¸ mette come protagonista buono di qualche sua narrazione il samaritano¸ il buon samaritano¸ e¸ anche qui¸ quello bravo è il samaritano. C’è una puntina di antiebraismo in questo¸ e il samaritano viene esaltato come il modello ed il prototipo dell’uomo nuovo. Però¸ l’osservazione da fare è anche questa: il samaritano lebbroso va in compagnia dei nove ebrei¸ anche loro lebbrosi¸ perché la malattia¸ il bisogno¸ la miseria affratella¸ “Siamo tutti nella tessa barca” avranno pensato i nove lebbrosi “Stai qui con noi¸ cosa ce ne importa se sei samaritano”¸ perché sono quelli che stanno bene¸ capite¸ le classi dirigenti che discriminano¸ i poveracci no. Ed anche questa è una lezione di vita che non so se era intenzione di Luca di farcela scoprire ma sicuramente è una lezione che viene in mente a chiunque: i poveri vanno più d’accordo dei signori. Allora il bravo samaritano cosa fa? Cosa va a fare a Gerusalemme¸ lo caccerebbero via¸ lo metterebbero in prigione¸ magari lo fustigano ed allora torna indietro e va a ringraziare Gesù ed ha capito che il tempio di Gerusalemme non è più il luogo principale dove è presente Dio. Questo interessa all’evangelista¸ ha capito che per lodare Dio¸ se si deve fare qualcosa¸ bisogna andare a salutare Gesù e a ringraziarlo. Ecco la cristologia che emerge¸ quella che Giovanni dirà esplicitamente¸ Giovanni evangelista¸ quando dice che Gesù ha detto: “Distruggete questo tempio e lo ricostruirò in tre giorni” e parlava del tempio del suo corpo. L’unico luogo dove si può trovare Dio è eventualmente una persona¸ la persona di Gesù. Conseguentemente¸ allargando il discorso¸ si può giustamente dire che Dio si è reso presente non più in un santuario solenne¸ di pietra¸ non più in un territorio¸ sulla montagna¸ ma in una persona¸ che tra l’altro sta incamminandosi verso la croce¸ cioè si unisce alla schiera dei miserabili che vengono rifiutati ed ingiustamente condannati. Se Gesù è presente lí allora è chiaro che la teologia cristiana dice: “Allora¸ eventualmente¸ è presente in ogni uomo e¸ specialmente¸ in ogni persona che soffre”. Allora¸ se io voglio andare più vicino a Dio¸ non c’è bisogno che vada nel santuario¸ vado a trovare l’ammalato¸ vado a far del bene ad una persona perché Dio è lí. E la situazione è analoga a quella di san Paolo¸ nella seconda lettura. San Paolo è in prigione come se fosse un malfattore¸ ma dice: “La Parola di Dio non è incatenata” e¸ in questo modo¸ san Paolo diventa il luogo dove Cristo è presente perché sta male. Forse ho collegato in maniera un pochino superficiale un testo all’altro però mi pare che questa sia l’atmosfera nuova¸ direi¸ i criteri di giudizio che nascono da quello che Gesù¸ con molta semplicitภha fatto nella sua vita. Luca¸ come dicevo prima¸ un pochino puntiglioso¸ ha l’impressione che gli ebrei non abbiano¸ com’era doveroso¸ capito subito¸ non abbiano capito bene che dovevano anche loro smetterla di considerarsi la terra che Dio ha dato loro¸ il santuario dove Dio fa abitare il suo nome¸ che dovevano smetterla di collegare la geografia con la presenza di Dio¸ la topografia con la presenza di Dio. Ecco¸ allora¸ perché mette in bocca a Gesù: “Ma non si è trovato altri che questo straniero? Possibile che i miei confratelli ebrei non capiscano che Dio è dappertutto e non si rendano conto che nella persona di Cristo si rende eventualmente presente la sua vicinanza all’uomo?”. Ecco¸ questo rinnovamento di pensiero¸ per cui la religione non sta più nel creare confini ma¸ eventualmente¸ nell’eliminarli¸ non sta più nel creare e delimitare luoghi santi considerando il resto profano¸ non sta più neanche nel distinguere uomini da uomini¸ religioni da religioni¸ ma sta nel cercare questa specie di circolazione amichevole. Come il profeta aveva accolto il generale dell’esercito siriano… i siriani di allora erano più nemici di Israele dei palestinesi di adesso. La storia della monarchia israelitica è una continua lotta tra aramei e israeliti¸ erano il nemico per eccellenza¸ ma il profeta lo accoglie. La novità ebraico – cristiana deve essere questa e concludo dicendo che tutto questo è quello che hanno cercato di fare¸ con molti errori¸ se volete¸ con molte sfasature¸ hanno cercato di fare i missionari¸ ottobre è il mese delle missioni¸ e mi riferisco¸ soprattutto¸ all’epoca d’oro della missione che¸ purtroppo¸ è coincisa anche con l’epoca del colonialismo¸ e c’è stata qualche interferenza¸ qualche imitazione sbagliata di sistemi di oppressione coloniale da parte dei missionari mentre le nazioni colonizzatrici non hanno imparato a sufficienza¸ non hanno assorbito la carità del missionario. Quindi c’è stata qualche sfasatura¸ però la seconda metà dell’800¸ la prima del ‘900¸ che è la grande epopea delle missioni¸ effettivamente ha dato un esempio a tutta l’umanità di questo superamento delle differenze etniche – linguistiche¸ di colore¸ di razza. Piano piano¸ gradualmente¸ con difficoltภlo capisco¸ con equivoci¸ però va riconosciuto questo merito alle missioni ed anche al colonialismo¸ checché se ne dica. Se i neri ce la fanno ad inserirsi nella nostra società è perché sanno l’inglese o il francese¸ non so se ce la farebbero senza queste due lingue di base. Non hanno nel loro DNA l’attitudine linguistica degli slavi i quali fanno a meno. E’ un vecchio slogan che gli slavi imparano facilmente tutte le lingue perché le loro sono talmente complicate e difficili… Ho tentato di guardare il boemo: ha una declinazione con otto casi¸ otto¸ più dei cinque del latino e più dei tre del greco¸ con differenza se la cosa di cui si parla è animata o inanimata. Per pura curiosità. Passare dal russo all’italiano è più facile che passare da un dialetto africano. Anche perché il vangelo ci dice che bisogna rendere grazia a chi se lo merita¸ a chi ha fatto veramente qualcosa di utile. I cristiani dovrebbero avere l’orgoglio di mostrare la grandezza ed il bene che venne fatto a tutto il pianeta dalla missione cristiana¸ sia pure con qualche errore¸ con molti errori¸ se volete¸ con qualche forzatura¸ con molte forzature¸ ma bisogna ringraziarla questa memoria delle missioni.