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Omelia XVIII DOM. T.O. C del 1 Agosto 2010

Riprendo la Lettera ai Colossesi che abbiamo trascurato la volta scorsa perché c’era un vangelo importante che conteneva la forma lucana del Padre Nostro¸ ma siccome avevo promesso di dare qualche piccolo approfondimento su questa Lettera meno nota del vangelo e sulla quale è pure necessario istruirsi¸ riprendo il tema di Colossesi. Domenica scorsa la Lettera parlava esplicitamente del Battesimo ed il discorso continua nel testo che abbiamo letto oggi. E’ una ripresa di un tema che c’è già in Paolo¸ soprattutto nella Lettera ai Romani e che in questa Lettera¸ che come ho già detto¸ potrebbe essere di un discepolo di Paolo¸ quello che era già presente nelle lettere più antiche o classiche di Paolo viene¸ non dico esagerato ma viene qualche volta esaltato e portato a conseguenze più forti. Domenica scorsa si ripeteva quello che c’è in Romani “Con Cristo sepolti nel Battesimo” capitolo 6 della Lettera ai Romani¸ parla proprio del Battesimo come un essere sepolti con Cristo. Poi Colossesi dice:” Con lui siete anche risorti mediante la fede nella potenza di Dio che lo ha risuscitato dai morti. Con lui Dio ha dato vita anche a voi¸ che eravate morti a causa delle vostre colpe¸ perdonando le colpe e annullando il documento scritto contro di noi”. La cosa interessante¸ secondo molti commentatori¸ è che le due lettere coincidono nel dire che il Battesimo è la partecipazione alla morte di Cristo¸ quindi equivale¸ e qui ci vorrebbe un avverbio per spiegare a che livello avviene questa equivalenza¸ equivale¸ anche per noi¸ ad una morte se non addirittura alla vera morte. E’ chiaro che è un modo di dire¸ è un’immagine¸ una metafora che i battezzati continuano a vivere però questi testi insistono nel dire: “Voi in realtà siete morti¸ addirittura nel Battesimo siete stati sepolti”¸ vuol dire che di noi è stata cancellata¸ annullata la nostra identitภnon semplicemente una qualche componente di quello che abbiamo fatto¸ per esempio le colpe¸ i peccati¸ questi sono stati perdonati¸ ma il modo di parlare di questi testi¸ che può anche essere considerato esagerato¸ se voi non lo volete accettare¸ lo potete rifiutare¸ però il modo di parlare di questi testi parla di un qualcosa che ha toccato quella che si potrebbe chiamare l’essenza della nostra persona. Noi siamo già morti¸ per questo poi viene relativizzata la morte biologica che capita quando si muore corporalmente¸ perché di dice: “Questa è stata già preceduta da una trasformazione radicale della nostra identità e del nostro io per cui noi non siamo più¸ grazie al Battesimo¸ quello che naturalmente saremmo. C’è stata una specie di radicale trasformazione della nostra identità”. Io mi rendo conto che questo è molto difficile da credere e forse il mondo antico provava meno difficoltà nel credere questo. Bisogna rendersi conto che la completa ignoranza del mondo antico sulla biologia¸ il non sapere niente di come funziona un organismo vivente¸ non sapevano quasi niente¸ dava la possibilità di immaginare che un’azione di Dio potesse trasformare miracolosamente. La parola metamorfosi è caratteristica della cultura latina e greca. I vecchi miti¸ un po’ scherzosamente¸ parlavano di dei che si trasformano in animali e poi ritornano dei¸ parlavano di uomini e di donne che¸ per il contatto divino venivano anch’essi trasformati. Lo so che sono leggende che noi studiamo¸ chi fa studi classici le studia ancora¸ e le interpretiamo in maniera allegorico – simbolica ed è ovvio¸ però diciamo: “E’ fantasia¸ è un modo di dire¸ sono parabole” però loro non avevano altro che questo per parlare dell’uomo. Non sapevano niente¸ non sapevano spiegare cos’è la malattia¸ cos’è un batterio¸ non avevano ancora neanche scoperto la circolazione del sangue come avviene veramente. E’ nel 1600 che queste cose si incominciano a capire in un mondo dove non esiste nessuna descrizione alternativa di tipo scientifico dell’uomo¸ allora si può più facilmente credere¸ immaginare un’azione di Dio che tramite un suo tocco ci trasforma e noi diventiamo¸ in una metamorfosi¸ mutamento dell’essenza perché la metamorfosi¸ parola morfe che significa forma è la forma filosofica che in Aristotele è l’essenza della persona: non sei più tu¸ sei un altro¸ mantieni ancora la divisa di te stesso ma in realtà sei Figlio di Dio¸ vivi in uno stato superiore. Allora capite la facilità con cui il mondo antico per esempio¸ il mondo antico cristiano accetta il martirio: morendo io non perdo niente. Sant’Ignazio di Antiochia¸ morto nel 110¸ di cui rimangono lettere¸ è felicissimo di andare a Roma per essere sbranato dai leoni¸ scomparire nel loro stomaco perché il suo io spirituale viva in Dio. A noi questo fa orrore. E poi¸ al di là dell’accettazione del martirio¸ c’era quella concezione: sono diventato un altro nel Battesimo¸ sono diventato un essere che non è più di questo mondo ma di Dio¸ ecco il vangelo e la prima lettura. Gesù queste cose non le ha mai dette in questo modo¸ lui le ha dette in un modo molto più tenue¸ di superficie. “Non arricchisce in Dio”¸ come se fosse una specie di tesoro accumulato che è il mio patrimonio¸ noi io. In Paolo quello che cambia non è il patrimonio: “Invece del granaio¸ ho un tesoro in cielo che sono i miei meriti¸ le mie opere buone”¸ Gesù parlava ancora cosí¸ a questo livello. Paolo con una cultura differente¸ che è la cultura dell’ebraismo di lingua greca mista di ellenismo¸ parla di questa metamorfosi che¸ ripeto¸ il mondo antico la capiva perché faceva parte dei suoi modelli di pensiero. Noi siamo diventati estranei a tutto questo¸ e qui sarebbe bello che voi vi domandaste¸ visto che molti di voi sono nonni ed altri papà: quando avete fatto battezzare i vostri bambini¸ cosa avete pensato che succedesse a loro? Come l’avete interpretato quel battesimo e l’essere stati battezzati voi? Ma io stesso me la pongo questa domanda: cosa mi è successo quando sono stato battezzato? La mia risposta più sincera e più spontanea sarebbe: niente¸ io sono quello che il mio DNA mi fa essere. Se ragiono in un certo modo¸ se parlo in un certo modo è la cultura ma è anche il modo di funzionare delle mie molecole che sono diverse dalle vostre. C’è uno standard comune¸ ma… Scusate se mi confesso di fronte a voi¸ ma io mi sforzo¸ però¸ di capirlo questo. Il Battesimo è qualcosa che Dio ha prodotto in me e dovrei riuscire a capire che ha capovolto la mia identità. Io non sono più soltanto¸ il soltanto ce l’aggiungo io per diminuire un po’ la gravità dell’affermazione¸ ma io non sono più soltanto uomo di questo mondo¸ non sono più soltanto un essere terreno¸ sono superterreno¸ extraterreno¸ ultraterreno¸ divino perché un’iniezione di divinitภsecondo gli antichi era ancor più di un’iniezione¸ era come un trapianto¸ ti tiro via l’umano¸ ti metto dentro il divino. Io mi accontento di pensare ad un’aggiunta¸ sono Figlio adottivo di Dio. Allora¸ di conseguenza¸ io mi devo occupare ancora di questo mondo¸ ci mancherebbe altro¸ ma con uno spirito completamente diverso da quello che avrei se non sapessi che mi è successo questo. Quando io so che ho un altro orizzonte che è addirittura l’infinità di Dio. E’ chiaro che di fronte a questo universo¸ pure grandissimo e pieno di misteri e che mi affatica continuamente nel tentativo di capirlo¸ io so che c’è ancora di più perché io sono fatto per quel di più. Ecco¸ il Battesimo interpretato in un contesto moderno dovrebbe essere capace di dire quello che nel primo¸ secondo¸ terzo secolo significava: non sei più soltanto di questo mondo¸ anzi¸ a pensarci bene¸ non lo sei più del tutto¸ sei di Dio ed in questo mondo devi comportarti come uno che sa di essere proprietà di Dio. Ripeto¸ allora si disse: “E’ meglio se muoio martire”. Il monachesimo nasce per questo: voglio crearmi delle aree¸ dei parchi¸ le abbazie sono parchi non naturali ma parchi soprannaturali¸ parchi divini dove si pratica la nuova conoscenza di Dio. Ecco¸ questo è quello che dice Colossesi¸ Colossesi respira questa aria. Il testo che abbiamo letto oggi lo si legge anche il giorno di Pasqua: Se siete risorti con Cristo¸ cercate le cose di lassù dove Cristo è seduto alla destra di Dio¸ rivolgete il pensiero alle cose di lassù ma non a quelle della terra”. L’orazione che abbiamo letto farà capire che noi dobbiamo ancora occuperai della terra ma dirà: “Fa’ che operando con le nostre forze a sottomettere la terra non ci lasciamo dominare dalla cupidigia e dall’egoismo”. Ma la conseguenza morale capite che è la conseguenza che deriva dalla consapevolezza di questa metamorfosi: “Voi¸ infatti¸ siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio”¸ cioè adesso voi vivete ma non vivete come creature naturali¸ vivete come esseri tenuti in vita da Dio¸ la vostra vita¸ non lo si vede¸ ma è nascosta¸ nascosta con Cristo in Dio. E’ la cosiddetta divinizzazione dell’uomo che è diventata¸ almeno cosí dicono i libri poi in realtà chissà com’è¸ era diventata catechismo popolarmente diffuso dappertutto nel mondo greco orientale. La divinizzazione. Cose che¸ anche a noi che facciamo di mestiere il teologo¸ ripugnano¸ anche dal punto di vista filosofico¸ facciamo una fatica enorme. E’ cosí. “Quando Cristo sarà manifestato¸ allora anche voi apparirete con lui nella gloria”. Ora¸ vi ho semplicemente detto quello che un testo del N.T.¸ come la Lettera ai Colossesi¸ dice in maniera chiarissima. Direi che era latente nel modo di parlare di Gesù¸ che era ancora un modo superficiale¸ se permettete¸ nel senso che con le sue parabole dava inizio al discorso. Non hanno torto quei protestanti che dicevano: “Il vero autore del cristianesimo¸ com’è adesso¸ è Paolo” ma non per metterlo in contrasto con Cristo¸ lui ha completato¸ è andato avanti¸ ha tirato le conseguenze. Il N.T. comprende¸ con pari valore¸ il vangelo¸ le Lettere¸ l’Apocalisse¸ san Giovanni¸ tutto. Ora questa esagerazione paolina bisognerà filtrarla¸ bisognerà moderarla nel suo entusiasmo. “Siete già risorti con Cristo” per cui la risurrezione non è qualcosa che verrà dopo¸ è già successo e noi dovremmo¸ nella vita¸ testimoniare questa differenza. Si fa fatica a credere¸ faccio fatica io¸ non pretendo che si creda alla oggettiva sperimentabilità di tutto questo¸ però bisogna che ci domandiamo se riducendo il cristianesimo ad una serie di precetti morali severi a morbide idee religiose non perdiamo la sua vera natura e la sua vera forza di cambiare radicalmente il nostro rapporto con noi stessi¸ con gli altri¸ con i beni¸ con la vita. Colossesi¸ vi siete accorti¸ anche se la lettura purtroppo salta dei versetti che sarebbe stato invece utile mantenere¸ però anche Colossesi arriva subito a delle conseguenze pratiche. Per esempio¸ non arriva al martirio¸ non arriva al monachesimo. Bisogna costruire un mondo alternativo¸ fatto per quelli che sanno di essere di Dio e non della terra. La Lettera ai Colossesi sta più indietro¸ come Gesù era più indietro rispetto a Colossesi¸ però individua due punti interessanti. Basta la lussuria¸ cioè l’indispensabilità del sesso e basta l’accumulo di beni. Impurità e cupidigia¸ che è idolatria. Cioè individua due aree nelle quali colui che si sente di Dio capisce che deve metamorfosizzare la bramosia del sesso¸ la bramosia dei beni. Non deve sopprimere niente¸ deve tenere a freno¸ deve regolare. E individua questi due settori¸ poi ce ne mette un terzo: la menzogna che è un altro modo di essere egoisti e di avere successo coprendosi di false divise. La menzogna non è la bugietta¸ non sono neanche peccati quelli. La bugia non è il modo di gestire intelligentemente il linguaggio¸ la bugia è la falsitภil travestirsi¸ il fingere nella propria esistenza cioè il deterioramento della lealtภdel contratto di mutua fiducia che gli uomini devono avere¸ come l’hanno gli animali che si conoscono¸ magari fiutandosi. Questi sono i tre¸ almeno su questi tre punti: sono di Dio¸ il sesso va bene ma non è la mia vita¸ sono di Dio le cose sono utili ma non sono la mia personalità. Il prestigio¸ la bella figura¸ la fama¸ il potere mi sono utili ma non li ottengo rompendo il contratto di fiducia con l’altro. Ecco¸ vedete¸ prima sembrava che fosse tutto astratto e teorico. Il N.T. suggerisce anche dei filoni pratici dove nessuno riuscirà ad essere sempre coerente e perfetto¸ però bisogna già sapere che questi sono gli indirizzi che il battesimo ci ha donato.