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Omelia XIV DOM. T.O. C del 4 Luglio 2010

Questo brano¸ come sapete¸ si trova soltanto nel vangelo di Luca il quale¸ alla missione che venne affidata ai Dodici della quale parla in un capitolo precedente¸ aggiunge anche questo ulteriore invio di settantadue predicatori. Qualche codice ha il numero settanta¸ si discute se sia originale il settanta o il settantadue¸ ci cerca di capire perché eventualmente vennero introdotti questi cambiamenti nella copiatura successiva del testo¸ ma queste sono quisquiglie che non ci interessano anche se avrebbero anche loro la possibilità di fare ragionamenti importanti perché sapete che per loro i numeri erano spesso simbolici. Li manda a coppie e quindi alla fine i settantadue diventerebbero trentasei coppie. Siccome il numero settanta¸ tradizionalmente¸ nella geografia approssimativa del mondi ebraico¸ era il numero delle nazioni di tutta la terra… ecco perché il salmo dice: “Acclamate Dio¸ voi tutti della terra” qualcuno ha pensato che il numero settanta¸ allora però non si capisce perché settantadue¸ volesse indicare la missione universale che Matteo e Marco non hanno sottolineato ma che Luca ha inteso distinguere da quella dei Dodici. Anche perché poi avrebbe nel libro degli Atti degli Apostoli¸ presentato Paolo come uno dei protagonisti di questo giro del mondo. Arrivare ai confini della terra voleva dire¸ ripeto¸ secondo la schematica numerazione dei popoli che pare fosse in uso nel giudaismo del tempo¸ bisognava attraversare settanta nazioni. Se poi¸ però¸ vanno a due a due¸ allora diventano trentacinque e crolla il simbolismo dei settanta. Sono rimasti solo i Testimoni di Geova che in maniera che fa tenerezza girano a due a due¸ cercano di andare nelle case perché vogliono interpretare o rivivere in maniera letterale¸ noi saremmo tentati di dire scimmiottando¸ quello che materialmente il vangelo racconta. Evidentemente questo modo di interpretare le Scritture come se fossero dei regolamenti o delle strategie di valore perenne nella loro materialità è un pochino ingenuo. Ecco perché noi¸ e per questo facevo questi ragionamenti sul numero settanta¸ ci domandiamo attraverso questo numero¸ questo modo di raccontare le cose¸ anche attraverso le strane raccomandazioni che Gesù darebbe a questi settantadue o settanta¸ che cosa voglia insegnarci che abbia un valore permanente¸ al di là della concretizzazione delle immagini che lui adopera. E’ chiaro¸ per esempio¸ che ci sono ben evidenti due momenti¸ due tipi di rapporto: la casa e la città. Prima si dice: “Entrate in una casa” e di nuovo i testimoni di Geova cercano di rivivere questa esperienza¸ poi¸ però¸ c’è la seconda parte dove si immagina una città che nel suo insieme si pronuncia a favore o contro questi due predicatori che sarebbero arrivati ed è curioso questo interesse per la città. Evidentemente Luca pensa a città piccole. Già la Corinto di Paolo è una località nella quale l’amministrazione cittadina può prendere posizione nei confronti di Paolo? Tra l’altro pare di sí¸ pur essendo una grande città. Paolo¸ però¸ non esce sulle piazze dicendo a Corinto o Tessalonica o ad Atene¸ dove in fondo non è stato apprezzato più di tanto¸ non di dice che Paolo è andato in piazza ed ha detto pubblicamente… o¸ addirittura¸ come dice il testo¸ avrebbe dovuto fare il giro delle piazze: “Uscite sulle sue piazze…” cioè a fare il giro di tutti i luoghi dove si potrebbero affiggere i manifesti per dare la notizia a tutta la cittadinanza¸ e dappertutto compiere queste gesto simbolico di scuotere la polvere. Non l’ha fatto. Perché Luca lo mette come se fosse un suggerimento di Gesù del quale¸ poi¸ non tiene più conto nello scrivere il Libro degli Atti? Ma questo ve lo dico perché anche questa domenica¸ nonostante sia estate e faccia caldo¸ anche questa domenica noi non dobbiamo dimenticare che leggere il vangelo comporta sempre una sforzo della nostra mente per cercare di capire dove vogliano arrivare questi testi. Le cose sono state scritte perché loro volevano¸ attraverso questi piccoli particolari¸ dire qualche cosa di importante. Qualche volta¸ forse non sono riusciti a dirlo in maniera chiara¸ ma la bellezza del vangelo è proprio questo indagare anche nelle piccole cose per sapere che cosa possiamo ricavare¸ sia pure in maniera molto incerta¸ soltanto come un più probabile significato a questo riguardo¸ soprattutto questa struttura: si entra nelle case¸ si dice “Pace”¸ non si passa di casa in casa – l’impressione è che non si passa di casa in casa per cambiare alloggio¸ ma se si devono evangelizzare bisogna pur passare di casa in casa! Poi alla fine c’è il giudizio globale sulla città. Tra tutti i particolari che si potrebbero esaminare¸ e ce ne sarebbe più di uno¸ qualcuno¸ se volete¸ anche in parte contraddittorio¸ io direi che si ricava da questo modo di scrivere una impressione come se Gesù avesse preparato i suoi discepoli ad accontentarsi di un successo parziale¸ direi addirittura qualche volta minimo. Cioè: “Voi andate¸ provate¸ se non vi accolgono lasciare perdere. Se però la non accoglienza è generale¸ un po’ caratteristica dell’intera cittภallora fate un gesto di dissociazione”. Stranissimo che poi¸ però alla fine¸ loro tornino contenti perché hanno guarito malati¸ hanno cacciato demoni¸ tra l’altro non dicono di essere contenti perché sono stati ascoltati ma solo perché sono riusciti a fare del bene a qualcuno guarendolo dalle malattie. E Gesù dice questa misteriosa frase: “Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore”. Questo Satana è la vecchia leggenda di Lucifero¸ la Stella del Mattino che si è ribellata contro Dio ed allora viene precipitata sulla terra¸ è una leggenda che poi ha tracce nell’Apocalisse¸ quella a cui si allude nella Festa dell’Assunta¸ il drago. Questo Satana che cade sulla terra è il Satana sconfitto o è il Satana che viene a seminare incredulità e zizzania sulla terra? Quando Gesù dice questa frase è come se si complimentasse dicendo: “Satana¸ ormai¸ non comanda più perché si comanda dal cielo”. E’ vero¸ non comanda più ma è qui sulla terra che disturba¸ che rovina tutto¸ che vorrebbe divorare¸ e allora dice: “Tuttavia¸ a voi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico e nulla potrà danneggiarvi”. Non è la vittoria questa¸ è attraversare indenni un campo minato. L’immagine di scorpioni e serpenti per indicare i nemici insidiosi¸ quelli che non vedi e ti pungono¸ è caratteristica del modo ebraico di parlare. Allora¸ ecco¸ a prima vista non sembra¸ però l’impressione è questa: Gesù ne ha mandati settantadue come se avesse detto loro: “Tutta la terra avrebbe bisogno di ascoltarvi¸ provate¸ vi accorgerete che il vostro risultato sarà piccolo. Qualche volta vi sembrerà addirittura minimo”. Allora capite che anche il gesto di scuotere la polvere più che per essere contro la città è per un loro incoraggiamento: “Siete voi che sbagliate a non ascoltare¸ non noi!”. Che ci sia il coraggio di andare avanti e questa idea¸ forse sbaglio¸ ma mi pare di capire che questa idea del successo limitato¸ voi capite come sarebbe confortante per la Chiesa di oggi¸ la quale è smarrita perché non riesce più a far colpo sulle masse¸ non riesce più ad e4ssere una Chiesa di popolo¸ se non in qualche manifestazione folcloristica nell’area mediterranea. Sta diventando Chiesa di alcuni¸ non voglio dire di pochi però sono effettivamente sempre meno. La messe è molta¸ ma in verità sembra che sia poca. E’ vero¸ gli operai sono sempre insufficienti. Tanto perché si sappia¸ può darsi che l’anno venturo¸ ma non è sicuro¸ nel seminario di Cremona entri una persona. Ci siamo messi insieme Cremona¸ Crema¸ Lodi¸ Vigevano perché soprattutto Lodi e Vigevano erano in pochi. L’anno venturo¸ tutti insieme nel primo anno saranno nove¸ se tutto va bene. E Cremona che prima si vantava¸ adesso è in coda¸ è l’ultima. Allora ci si pensa a queste cose. Ecco perché¸ allora¸ leggere questo brano e dire: “Forse è proprio vero che Gesù era intelligente¸ conosceva il piano di Dio e ci ha addestrati a questo: Voi continuate¸ andate¸ con serenitภcon calma”. La messe¸ a pensarci bene¸ questo lo sapete anche voi¸ in altri testi evangelici¸ se si eccettua l’immagine che c’è nel capitolo 4 di Giovanni nel dialogo con la Samaritana¸ la mese è sempre l’immagine del giudizio¸ della selezione nella quale gli angeli vengono a mietere¸ vanno a cercare i buoni¸ li segnano con il tau e gli altri li scartano. La messe è l’andare a pescare i credenti sparpagliati. Gli operai sono pochi non tanto perché ci sono da prendere grossi covoni di raccolto¸ ma perché bisogna fare chilometri per trovarne uno e ci vogliono tanti¸ come quando si va a cercare con i cani il cadavere nei gialli perché è difficile trovarli. Sarà questa l’immagine di Chiesa che ci viene comunicata da questo testo? Paolo¸ nella Lettera ai Galati: “Non ci sia altro vanto che nella croce di Nostro Signore Gesù Cristo per mezzo della quale il mondo è stato per me crocifisso come io per il mondo”. Cosa vuol dire? E’ chiaro che c’è un distacco¸ un contrasto. Per mondo cosa intenderà san Paolo? Difficilmente la natura¸ che invece la Bibbia ammira sempre perché è ordinata¸ saggia¸ sbaglia meno degli uomini nelle loro decisioni la natura¸ anche ai tempi del N. T. Il sole sorge¸ piove sui buoni e sui cattivi¸ la natura è equilibrata¸ la natura compensa. Qualche volta c’è il disastro poi c’è la compensazione. Il mondo cosa vuol dire? Difficile determinarlo perché non si sa cosa vuol dire mondo¸ cosa vuol dire questa specie di crocifissione diventata la realtà di Paolo. E’ chiaro che c’è una tensione. Quello che voglio dire è soltanto che le cose bisogna saperle¸ bisogna sapere a che cosa si va incontro. Negli anni 65 – 70 si protestava contro il trionfalismo della Chiesa¸ forse adesso bisognerebbe rendersi conto che anche un eccessivo ottimismo è un po’ esagerato. La Chiesa ha un compito da compiere: restare presente come pecora in mezzo ai lupi sapendo¸ e sapendolo in anticipo¸ e accontentandosi di questo in partenza¸ che il successo sarà sempre limitato¸ ma sapendolo¸ curare bene le cose ugualmente. “Augurate la pace¸ se va bene¸ va bene¸ curate ugualmente i malati”. La nuova creatura¸ questa nuova creatura deve aver attirato la prima lettura dove si presenta la consolazione di Dio come quella di una mamma con tanto latte che allatta i suoi bambini che succhiano dalle mammelle e poi li tiene in braccio¸ li accarezza e loro crescono. La nuova creatura di san Paolo è una mamma con poco latte¸ con bambini un po’ gracili¸ molti si ammalano e muoiono come succedeva veramente¸ vengono su gracilini¸ la mamma qualche volta non è capace di voler loro bene¸ li sgrida¸ li maltratta. Le stigmate di Gesù che Paolo porta non so cosa significhino neanche queste ma dovrebbero essere questa consapevolezza. I cristiani sanno di avere nella storia un compito gravoso¸ difficile¸ dal quale non bisogna aspettarsi molti risultati o meglio¸ ci sarebbe molto da raccogliere ma è cosí disperso¸ sparpagliato¸ nascosto che ci vorrebbero dei “cristian detector” come si fa col metal detector ma bisogna fare chilometri a piedi per trovare uno che capisca. Ecco perché occorrono operai. Tanti operai non vuol dire tanti fedeli vuol dire tanta fatica per poco. Può essere deludente ma non sarà questa la missione della Chiesa? Come la pensa san Paolo che ebbe qualche successo ma alla fine diceva: “Io porto il segno¸ il marchio di Gesù crocifisso nel mio corpo” e Gesù crocifisso è colui che è da solo¸ confida soltanto in Dio e¸ per il momento¸ è abbandonato da tutti. Essere popolo di Dio e Chiesa vuol dire prendere atto di questo nostro compito¸ di questa nostra vocazione.