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Omelia XI DOM. T.O. C del 13 Giugno 2010

E’ una messa con letture tutte complicate¸ che trattano tutte un problema di grande interesse dal punto di vista religioso e cioè dello del perdono dei peccati¸ ma purtroppo sono letture tutte difficili e non c’è tempo per esaminarle nel breve spazio di un’omelia. La prima¸ per esempio¸ nasconde¸ tagliando il pezzettino¸ nasconde un problema che se uno andasse a leggere nel testo¸ gli verrebbe in mente¸ perché¸ dopo che Davide ha detto: “Ho peccato contro il Signore”¸ il profeta subito risponde: “Il Signore ha rimosso il tuo peccato: tu non morirai¸ morirà invece il bambino che è nato da te e dalla moglie di Uria”. E salta fuori quel solito tema¸ di cui ho fatto cenno in un’altra omelia¸ che ci vanno di mezzo i bambini innocenti. Il bambino che è nato dalla adulterina relazione di Davide con la moglie di Uria muore. E’ una mezza fortuna perché poi ne nasce un altro che diventerà il grande Salomone. Ma voi capite che se si va a leggere questo A.T.¸ non tagliato¸ si resta sconcertati e ci si domanda: ma che logica c’è sotto questi racconti? E’¸ ovviamente¸ una logica barbara¸ primitiva del 900 a.C. e¸ quindi¸ è meglio che la lasciamo perdere. Era meglio non mettere queste letture nella liturgia perché o si lascia il tempo e la possibilità di analizzarle in tutti i particolari e di cavarci fuori con giusto equilibrio il senso che possono avere¸ altrimenti restano dei perditempo. Il brano di Galati sarebbe pure importante ma anche quello non c’è tempo di esaminarlo¸ allora possiamo affrontare il vangelo e¸ anche questo¸ è un testo molto complicato. Da un lato c’è una complicazione che non influisce direttamente sul significato del testo. Una scena simile¸ come sapete¸ nel vangelo di Marco e nel vangelo di Giovanni¸ viene raccontata immediatamente prima della Passione e la unzione che viene fatta di Gesù è là presentata come una unzione simbolicamente in vista della sua sepoltura. Nel vangelo di Luca quel racconto¸ che immediatamente precede la Settimana Santa¸ non c’è. Al suo posto¸ nella prima parte del vangelo¸ siamo solo al capitolo 7 di capitoli ce ne sono 24¸ quindi siamo nella primissima parte del vangelo¸ Luca racconta un’altra storia dove una donna anonima¸ che non può essere la Maddalena perché nella finale avete sentito che la Maddalena viene presentata in un elenco separato e non viene identificata con la donna di cui si parla nel racconto dicevo¸ dove una donna viene descritta mentre compie delle azioni sul corpo di Gesù. Anche queste¸ se le analizzassimo con un tantino di attenzione¸ ci accorgeremmo che non è facile ricostruire visivamente la scena. Viene presentata come una donna che è entrata in una sala di banchetto di un certo Simone. E’ una donna della cittภnon pare che sia stata invitata¸ è entrata di sua iniziativa. Allora già qui nasce un problema storico per quelli che vogliono conoscere la vita dell’antichità. Allora si poteva entrare nella casa dove un gruppo di amici mangiava senza essere invitati? Come si svolgeva il rapporto “curiosi” che andavano a guardare i ricchi che mangiavano? E’ un problema che non ha niente di teologico però¸ se uno vuole¸ proprio perché è credente e gli piacerebbe ricostruire veramente come era la vita al tempo di Gesù¸ si domanda come deve immaginare le cose. Non viene neanche cacciata la donna¸ la peccatrice¸ viene ammessa. “Stando dietro¸ presso i piedi di lui” quindi vuol dire che mangiavano coricati¸ alla romana¸ sdraiati sul triclinio¸ lei entra¸ Gesù è rivolto verso la tavola¸ quindi la donna vede la schiena di Gesù e sta presso i piedi. “Piangendo incominciò a bagnarli di lacrime”. Perché piange? Ha il profumo in mano e piange al punto che le lacrime bagnano i piedi di Gesù. E’ il pianto del pentimento? Voi capite la difficoltà del lettore attento di ricostruire la scena e se non la ricostruisce¸ come fa a capire dove vuole arrivare questo racconto? Asciugare con i capelli… si fa presto a dirlo! Che i capelli asciughino… Bisogna chinarsi molto sui piedi per asciugare con i capelli¸ io temo che avrebbero fatto anche un po’ di solletico e avrebbero dato un po’ fastidio. E li cospargeva di profumo. Deve essere una manovra lunga¸ che cosa significa tutto questo? E’ una donna pentita? Il testo non lo dice¸ il lettore lo indovina. La scena si interrompe ed il fariseo¸ che guarda¸ non è interessato alla donna¸ non manda¸ per esempio¸ un servo a dire: “Non disturbi il mio ospite! Si sieda lí¸ cosa fa?”. Si preoccupa di Gesù¸ è malizioso Simone: “Che occasione¸ dice di essere un profeta¸ i profeti dovrebbero essere conoscitori dell’animo umano¸ vediamo se indovina che tipo di donna è quella.” E le cose sono tutte¸ direi¸ anti Gesù perché se non indovina vuol dire che non è un profeta¸ ed allora non si vanti di perdonare peccati e di insegnare verità. Se indovina¸ ma sta con la peccatrice¸ allora ci spieghi se adesso gli uomini di Dio accettano di essere profumati dalle prostitute!”. Prostituta¸ fra l’altro¸ lo diciamo noi¸ non c’è scritto¸ c’è scritto peccatrice¸ potrebbe anche essere una ladra. Vedete che siamo tutti condizionati da modi tradizionali¸ un po’ superficiali¸ scontati¸ di interpretare le cose. Poi c’è la parabola. La parabola introduce¸ con l’immagine del debito¸ il tema del peccato¸ ma la cosa più difficile da interpretare¸ e devo saltare delle parti¸ è quello che segue. A Simone¸ Gesù fa capire: “Questa mi ha amato più di te per tre cose”. Viene rinfacciato al padrone di casa che l’aveva invitato¸ di essere stato corretto nell’invito¸ ma di non essersi preoccupato¸ più di tanto¸ di onorare la persona di Gesù: non gli ha preparato l’acqua per lavarsi i piedi¸ allora si camminava a piedi nudi e poteva essere utili immergerli brevemente nell’acqua. Non gli ha dato il bacio¸ a noi questo fa venire in mente qualcosa di un po’ vischioso¸ non tanto gradevole¸ ma loro pare che usassero baciarsi come fanno i russi e questa gli ha baciato i piedi e Simone deve accettare il rimprovero. Poi: “Non hai unto di olio il mio capo”¸ e questo è molto strano. Era anche questo un costume che quando un signore entrava in una casa¸ il padrone¸ poi¸ pigliava una boccetta di profumo e gliela versava in testa? Era un bel mondo quello! E’ strano tutto questo. E poi la frase tragica: “Per questo ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati perché ha molto amato”. Quando ha amato? Quando faceva la prostituta? Magari era solo una ladra. L’amore merita il perdono dei peccati? L’amore di prima¸ quello mercenario¸ come si dice solennemente¸ o l’amore di Gesù? Se si ama si ottiene il perdono dei peccati. Poi dice il contrario: “Colui al quale si perdona poco¸ ama poco.” Allora¸ prima bisogna essere perdonati e poi amare. L’amore è la riconoscenza per il perdono ricevuto o è la strategia per ottenere il perdono? E il testo su questo punto è assolutamente ambiguo. “Sono perdonati i suoi molti peccati perché ha molto amato”. Quindi l’amore è la causa del perdono¸ invece colui al quale si perdona poco ama poco. E qui¸ evidentemente¸ in questa seconda parte¸ il perdono precede l’amore. L’amore è la conseguenza E’ la causa¸ è la conseguenza o è tutte e due le cose insieme? Che l’amore sia l’effetto sembrerebbe: “Disse a lei: i tuoi peccati ti sono perdonati”¸ allora è vero che lei ha meritato il perdono mediante l’amore. Se nonché poi aggiunge: “La tua fede ti ha salvato”. Che relazione c’è fra l’amore e la fede? Ecco perché sarebbe stato interessante andare alla seconda lettura dove si parla non tanto dell’amore ma delle opere della legge che non servono e della fede che porta al perdono dei peccati. Fede in che cosa? Cosa vuol dire fede? Io devo smettere perché il tempo è passato¸ mi limito a ritornare un attimo sul problema in fondo più immediato. Quella frase “Le sono perdonati i suoi molti peccati perché ha molto amato” come se l’amore precedesse e causasse il perdono. Ripeto¸ è già l’amore e la fede in Gesù o è l’amore in senso più ampio? Piacerebbe molto ai buonisti¸ so che non si deve usare più questa parola¸ dire “Chi ha peccato per amore non ha peccato”. Speriamo che non valga anche per l’amor di patria. Quel che si fa per amore non è mai peccato perché Gesù una volta ha detto: “Pubblicani e prostitute vi precederanno nel Regno dei cieli” e¸ secondo me¸ se fosse stato qui oggi avrebbe detto: “Pubblicani¸ prostitute e pedofili vi precederanno nel Regno di cieli”. Vuole¸ allora¸ questo modo di parlare di Luca¸ togliere alla sessualità ogni gravità di colpa? E’ corretto questo discorso o è una sciocchezza? Gli esegeti hanno trovato un escamotage¸ uno e mezzo devo dire¸ per risolvere il problema: quel “perché” non va tradotto perché. E’ colpa di queste persone che scrivono il greco avendo alle spalle la lingua aramaica¸ dove una sola congiunzione può significare perché¸ può significare a causa di¸ può significare in vista di¸ può anche significare come dimostra il fatto che¸ cioè il nostro infatti. “Sono perdonati i suoi peccati¸ infatti¸ come vedi Simone¸ ha amato molto me in questo momento”. Allora lei sa di essere stata perdonata prima ed il suo amore è l’amore di riconoscenza. Ripeto la traduzione inventata dai filologi “Per questo ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati come si deduce dal fatto che ha molto amato¸ non perché¸ ma come si evidenzia dal fatto che¸ “Mi ha infatti molto amato”. Un bravo esegeta protestante di tanti anni fa¸ uno dei più dotti¸ e questa seconda osservazione¸ per quel poco che so di ebraico mi convince¸ ritiene che anche il passato va trasformato in un presente¸ e se qualcuno vuole sapere perché viene dopo in sacrestia e cerco di spiegarglielo¸ per cui la traduzione corretta sarebbe “Sono perdonati i suoi molti peccati¸ infatti ama molto”¸ al presente. Allora capite che la cosa si scioglie: la donna viene¸ certo bisogna supporre che ha intuito che il perdono le verrà dato¸ ed anche questo dobbiamo inserirlo nel testo¸ e la frase successiva: “Ti sono perdonati i peccati” bisognerebbe sottintendere: “Come già sai¸ i tuoi peccati ti sono perdonati”. Però allora vorrebbe dire: “Siccome tu sai che i tuoi molti peccati ti sono perdonati¸ adesso lo sanno tutti e lo capiscono dal fatto che stai amandomi molto”. Ho perso un’occasione di fare una bella omelia¸ vi ho confuso soltanto le idee¸ chissà se qualche altra volta non si potrà riprendere questo nesso perché il punto chiave è questo: che cosa può meritare il perdono dei peccati¸ ammesso che abbia senso dire che si può meritare qualcosa in questo campo? Le opere buone? Galati sembra dire di no. La fiducia in una gratuita bontà di Dio? La prima lettura ed il vangelo sembrano dire di sí¸ poi deve seguire un amore riconoscente o ci può anche essere qualche atto di amore che precede e che in qualche modo produce la grazia del perdono? E¸ come vedete¸ sono cose di una complessità tale che esigerebbero molto tempo per esaminarle.