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Omelia MARIA SS. MADRE DI DIO del 1 Gennaio 2010

Questa festa¸ che è l’ottavo giorno dopo il Natale¸ una volta si chiamava¸ come sanno i meno giovani¸ la festa della circoncisione del Signore perché otto giorni dopo la nascita¸ secondo il rituale degli ebrei¸ si faceva la circoncisione dei bambini maschi. I milanesi che hanno¸ come sapete¸ il Rito Ambrosiano e che hanno già rinnovato messale¸ lezionario¸ calendario perché loro sono “bauscia” anche in liturgia e quindi credono di essere più bravi di tutto il resto del mondo¸ hanno mantenuto il nome della festa quindi a Milano la festa di oggi si chiama ancora Circoncisione di nostro Signore Gesù Cristo e non si sono accorti¸ i bravi liturgisti milanesi¸ che¸ a pensarci bene¸ Luca¸ che è un bravo scrittore furbino¸ sia per Giovanni il Battista ma¸ soprattutto¸ per Gesù¸ cerca di slittare sulla questione della circoncisione e in tutti e due i casi¸ anche quando parla di Giovanni Battista dice: “Quando furono passati gli otto giorni¸ vennero per circoncidere il bambino e sua madre disse: Si chiamerà Giovanni”. Lo stesso fa per Gesù: “Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione¸ gli fu messo nome…” . Non osa dire che Gesù ed il Battista non sono stati circoncisi¸ perché storicamente è chiaro che li circoncisero¸ ma lo disturba questa idea che abbiano subito questo rituale ebraico antico della circoncisione. E allora¸ da scrittore furbino¸ preferisce: “Quando vennero i giorni prescritti per la circoncisione” non dice platealmente “Fu circonciso” non lo dice e mette un’altra cosa: “Gli fu dato il nome…” che è un modo per far capire che¸ fin da bambino¸ Gesù ha incominciato a liberarci dalla legge¸ la legge ebraica alla quale tutti erano sottomessi¸ legge che¸ secondo il pensiero soprattutto di Paolo¸ come sapete¸ era una cosa buona ma assolutamente provvisoria¸ inefficace che Dio aveva promulgato proprio perché ci si rendesse conto che non serviva e che bisognava passare ad un’altra via per migliorare la vita degli uomini¸ non la via della legge. E’ curioso tutto questo ed è evidentemente uno dei punti di maggior frizione tra il cristianesimo antico e l’ebraismo di allora. Per questo è chiaro che Luca fa questi giri di frase apposta¸ per far capire che sta subito incominciando questa liberazione dall’antico rituale¸ dalle normative¸ dalle prescrizioni¸ dai regolamenti¸ come se¸ limitando la libertภsi potessero ottenere dei risultati di miglioramento della bontà dell’uomo. Questa era l’illusione della legge ed è purtroppo l’illusione di tutte le leggi¸ come¸ giustamente Lutero¸ Calvino avevano sempre osservato¸ loro infatti concedono ai governanti l’uso politico della legge ma affermano che tutto questo non ha nulla a che fare¸ serve per l’ordine esterno. Non ha nulla a che fare con la santificazione della persona¸ con la difesa di ciò che è veramente umano. E’ curioso¸ interessante tutto questo. E¸ direi¸ che questo passaggio di dare il nome… era il giorno in cui lo si circoncideva ma non è questo che conta.¸ gli si dà il nome. Ed è chiaro che per i due personaggi di cui parla Luca¸ Giovanni il Battista e Gesù¸ il nome è un programma di vita¸ secondo il vecchio proverbio latino che “Nomen est omen”¸ il nome è augurio di quello che una persona sarà. Giovanni significava¸ a occhio nella lingua ebraica¸ grazia di Dio e Gesù significa liberatore¸ salvatore. Non è più il rito ma è qualcosa che allude al carattere ed alla costituzione della persona¸ quello che incomincia ad essere il dono di Dio che Cristo ci fa. Per cui vedete¸ ed è questo¸ come vi ho detto tante volte¸ è il pregio della Sacra Scrittura di essere capace¸ talvolta¸ di nascondere in maniera molto delicata nell’uso delle parole¸ nel giro di frasi senza imporre. Tant’è vero che la maggioranza non si accorge neanche del suggerimento perché non è allenata a leggere questi testi e¸ molto spesso¸ non conoscendo abitudini e rituali dell’antichità ebraica¸ sfuggono queste cose. Ma la Scrittura è pregevole proprio per questa sua capacità di alludere delicatamente¸ non dice mai le cose in maniera sfacciata¸ lo dice lasciandole intendere e¸ anche questo¸ è un culto della libertà. Diedero loro dei nomi significativi perché è la persona che si autocostruisce quello che Dio vuole che ci sia. Ripeto¸ la legge può ancora servire ma come regolamento esecutivo¸ come ordinamento esteriore ma non è in grado l’imposizione¸ il precetto¸ il comando¸ tanto meno la minaccia della pena¸ di cambiare le cose. Gli ebrei¸ quando dicevano “nome” avevano la concezione mitica del nome. Il nome di Dio è tutta la sua potenza. E’ come il volto della prima lettura: “Fa’ splendere il tuo volto”. Imporre il nome di Dio ad un popolo voleva dire riempirlo di tutta la potenza di vita¸ di sviluppo che Dio era capace di donare. “Su di voi ha invocato il tuo nome”. Allora nome sta per persona¸ sta per persona intesa come potenza di autocostruzione di sé stessi. Giovanni è il predicatore della grazia¸ Gesù diventa il salvatore. Infatti¸ era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo e tutto questo che Luca scrive alla sua maniera¸ con questa finezza narrativa è detto in maniera più esplicita dal testo della seconda lettura. Purtroppo il taglio liturgico¸ perché non solo gli ambrosiani¸ qualche volta anche i romani¸ sono un po’ distratti quando tagliano le letture e le mettono dentro nei lezionari¸ prima di dire: “Quando venne la pienezza del tempo” Paolo aveva detto: “Tutti noi eravamo schiavi degli elementi del mondo¸ eravamo come fanciulli sottoposti agli elementi del mondo”. I commentatori¸ poi¸ non sanno che cosa siano questi elementi del mondo¸ se fossero specie di immaginarie divinità o se fossero proprio le strutture della vita: la necessità di mangiare¸ di guadagnare¸ di lavorare¸ di ammalarsi¸ di guarire¸ di possedere¸ di costruire. Gli elementi del mondo. “Ma quando venne la pienezza del tempo¸ Dio mandò suo Figlio¸ nato da donna¸ nato sotto la legge ma per riscattare quelli che erano sotto la legge¸ perché diventassero figli”. E figli significa perché diventassero autonomi¸ liberi. Secondo la concezione antica greca questa¸ non romana¸ nelle grandi case¸ nelle case dei ricchi il bambino era custodito da uno schiavo che gli faceva da pedagogo. Quando raggiungeva la maggior etภallora¸ allo schiavo si sostituivano i genitori e lui era già stato educato e preparato a gestire in parte la sua compartecipazione alla vita della casa. Come il Figliol Prodigo che dice: “Dammi subito la mia parte di ereditภsono diventato grande¸ non sono più bambino”¸ Cristo ha fatto di noi di fronte agli elementi del mondo¸ delle persone responsabili¸ che devono imparare a decidere loro¸ figli¸ anzi eredi responsabili del patrimonio familiare. Il nostro mondo occidentale queste cose le capisce perché si è reso conto¸ col progresso scientifico e tecnico che¸ in fondo¸ era una proprietà del mondo occidentale. Si¸ lo so¸ cinesi e giapponesi ci hanno preceduto nella carta¸ poi si sono fermati e adesso ci rincorrono¸ qualche volta vanno più avanti di noi ma¸ direi che quello che ha portato a compimento le intuizioni teoriche dei greci e le ha fatte diventare tecnica costruttiva è stato l’occidente. Mi piacerebbe poter dire l’occidente cristiano perché questo senso di libertà instillato dal cristianesimo “Non siamo più schiavi degli elementi del mondo ne siamo i padroni¸ dobbiamo modificarli¸ dobbiamo piegarli ad un nostro disegno”. In questo abbiamo fatto una caterva di errori¸ lo capisco¸ però c’è stato questo trasferimento sul pratico nella vita di questa libertà. Infatti¸ poi¸ Paolo¸ in quello che segue nel testo della Lettera al piccolo brano che leggiamo qui dice: “Attenti¸ però¸ non rovinate la vostra libertà – parlo con le mie parole¸ adesso – per soddisfare la carne” e per carne¸ come sapete l’abbiamo detto mille volte¸ Paolo non intende solo il corpo ma¸ soprattutto¸ la debolezza umana¸ che ha sempre bisogno di gratificazioni¸ piaceri¸ le paure¸ la protezione della ricchezza¸ la gelosia¸ l’invidia. Questa è la carne. La carne è l’orizzonte ristretto dell’uomo che ha paura¸ che quindi ritorna schiavo degli elementi. “Non ho i soldi¸ come faccio?”. Il coraggio ci è stato dato in gran parte da questa nozione di libertà e¸ ultimo elemento che pure meriterebbe di essere approfondito ma lo faremo altre volte¸ che è in fondo il vero protagonista della giornata di oggi¸ che nella liturgia cattolica universale¸ non a Milano¸ si chiama Festa della Gran Madre di Dio¸ festa della Madonna¸ della Madre di Gesù ma¸ in realtภa pensarci bene¸ nelle letture ed anche nelle preghiere¸ se avete sentito la prima che abbiamo letto¸ il vero protagonista è lo Spirito Santo. “Che voi siete Figli di Dio lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio¸ il quale¸ di fronte a Dio¸ grida AbbภPadre. Non sei più schiavo ma figlio ed erede”. Questo è il senso profondo di quello che il cristianesimo ha donato alla laicità dell’occidente. Dio va rispettato¸ Dio va amato¸ Dio va ubbidito ma con la dignità di un figlio che contatta un Padre. E il mondo è la casa comune di Dio e di noi uomini¸ è l’abitazione della nostra famiglia. Direi che vanno valorizzate queste idee proprio all’inizio di un anno che incomincia¸ non per illudersi¸ non per diventare strafottenti o scriteriati nel buttare all’aria la situazione del mondo. In una casa non si fa cosí con i beni di famiglia. Prudenza¸ custodia¸ rispetto¸ conservazione¸ cautela sono proprio le virtù che si praticano in casa. I tagli nei sedili¸ le sverniciate si fanno fuori di casa¸ non si fanno in casa propria¸ ma tutto il mondo è casa e noi siamo figli di un Padre che ha fatto esistere il mondo di cui siamo i comproprietari responsabili. E il suo Spirito¸ cioè una segreta sua presenza¸ una specie di connaturalità tra il suo modo di vedere le cose ed il nostro¸ perché questo è lo Spirito Santo¸ ci aiuta ad essere liberi ma saggi e prudenti nelle nostre decisioni. Tenendo conto del’insieme¸ non della carne che è la privatezza preoccupata della custodia del mio piccolo io. Ecco¸ forse sono andato un po’ oltre la Lettura del testo ma penso che questo sia il suggerimento che ci viene dato da quello che fra le righe è nascosto nelle letture di oggi e che mi pare un buon augurio per l’anno che incomincia.