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Omelia TUTTI I SANTI del 1 Novembre 2009

Può darsi che in questa predica dica più sciocchezze del solito. Io penso che se l’autore dell’Apocalisse avesse scritto oggi e volesse rappresentare lo splendore dell’universo¸ che è il potere di Dio¸ io penso che avrebbe¸ per esempio¸ scrivendo oggi¸ ricordato i prodigi che si possono operare muovendosi alla velocità della luce¸ avrebbe parlato della possibilità di raggiungere i confini dell’universo¸ ci siano o non ci siano¸ avrebbe parlato della possibilità di vedere luce di stelle che sono ormai scomparse ma la loro luce sta arrivando a noi. Invece di parlare di vegliardi vestiti di bianco¸ di animali che hanno il corpo di leone¸ la testa di bue¸ le ali d’aquila avrebbe forse parlato di satelliti¸ di navicelle spaziali. Io penso di sí. Lui ha parlato di una specie di cerimonia in una corte orientale con il trono¸ gli anziani¸ i vegliardi¸ i messaggeri¸ le candele perché era una delle possibilità che aveva a quel tempo di presentare la gloria¸ la grandezza¸ la beatitudine¸ il trionfo¸ il possesso. Ecco¸ dico questo perché ho l’impressione che noi siamo nella necessitภdal momento che viviamo duemila anni dopo circa gli autori di questi testi¸ noi abbiamo il dovere e la necessità di considerare queste immagini come delle immagini provvisorie¸ di vedere quale era la loro intenzione e¸ dopo averle ammirate¸ possiamo ancora usarle¸ anzi¸ le dobbiamo ancora usare per rispetto a questa epoca fondante la nostra visione di Dio¸ che è quella del N.T.¸ però¸ nello stesso tempo¸ dopo averle lette ed usate¸ dobbiamo tentare di cancellarle completamente¸ o meglio¸ di non fare l’ingenua conclusione che il paradiso¸ il mondo di Dio¸ abbia qualcosa a che fare con le descrizioni dell’Apocalisse: centoquarantaquattromila¸ gli angeli¸ le trombe. Come minimo¸ al giorno d’oggi¸ si userebbe l’e-mail per mandare i messaggi e se uno scrivesse oggi¸ immagino¸ può anche darsi che anche uno scrittore di oggi¸ trattandosi di religione¸ ritorni all’età della pietra. Allora capisco perché molti giovani non vengono più in chiesa: perché non hanno nessuna voglia di tornare all’età della pietra. Se uno scrivesse oggi userebbe il linguaggio della fantascienza per descrivere il paradiso. Del resto¸ quella dell’Apocalisse è l’equivalente della fantascienza¸ come tutta la letteratura apocalittica del mondo antico¸ perché¸ tra l’altro¸ mette in pratica le poche cognizioni scientifiche che c’erano allora. Conoscendo come unica realtà sovrumana il volo degli uccelli immaginava che il massimo movimento fosse il volo dell’aquila. Oggi¸ ripeto¸ si parlerebbe di altro linguaggio. Intanto¸ un primo consiglio di metodo¸ sapete che a me piacciono tanto i consigli di metodo perché sono del parere che se si vogliono riavvicinare le persone che vivono il modo di pensare e di comportarsi del mondo attuale¸ bisogna spiegare loro che per accostare la Sacra Scrittura bisogna adattarsi ad un modo arcaico di presentare le cose e superarlo con rispetto¸ con benevolenza¸ valorizzando le loro immagini arcaiche come facciamo quando andiamo a vedere un’antica pittura o i disegni delle grotte dell’uomo preistorico e rimaniamo incantati dalla capacità che hanno avuto questi uomini di precedere la nostra abilità. Allora ci sentiamo in comunione con quelle persone e vediamo che anche là nella caverna c’erano già le premesse di quella più complessa¸ più ricca¸ più scientificizzata possibilità che noi abbiamo di accostarci alle cose e di rappresentarle. Gli autori del N.T. non conoscono neanche la matematica di allora¸ non avrebbero capito quello che dicevano Euclide¸ Pitagora¸ sono in un mondo diverso. Al massimo arrivano ad immaginare la corte. Ma quando parlano della vita eterna¸ della felicità senza fine¸ della beatitudine dell’uomo dicono il banchetto¸ il convito celeste. L’ultima preghiera della messa pregherà perché possiamo arrivare al banchetto del cielo¸ è bella l’immagine¸ per caritภma ripeto¸ siamo al punto in cui abbiamo appena superato il livello dell’animale. Quando abbiamo trasformato il mangiare non semplicemente in un modo per nutrirci ma in un mondo per stare insieme e fare comunione è nato il convivium¸ come dicevano i latini che approfittavano del banchetto dove si mangiava per nutrirsi anche nella mente chiacchierando e parlando di filosofia¸ di poesia. Ecco l’uomo che emerge¸ ma dobbiamo essere capaci di leggere queste descrizioni bibliche esattamente come andiamo a leggere i disegni delle caverne dell’uomo della preistoria perché questo è un modo di scrivere molto più arcaico¸ direi fra i più arcaici degli antichi perché è nato in un mondo che era abbastanza isolato anche da quella raffinatezza di linguaggio e di immaginazione che c’era¸ per esempio¸ in Grecia. E’ la scelta di Dio di presentarsi nella povertภnella ingenuitภnella primitività di immagini e di parole. Queste immagini hanno il vantaggio che fanno percepire immediatamente cosa vuol dire gioia¸ sicurezza¸ felicitภseduto a tavola a mangiare. E’ il momento in cui uno si sente più tranquillo¸ si sente protetto nella vita. Ma voi capite che è un modo¸ non dico basso¸ è un modo primario di vedere le cose. Secondo noi¸ soprattutto noi preti¸ che dovremmo essere maestri degli altri credenti¸ dovremmo avere il coraggio di tradurre queste immagini di base¸ queste immagini grossolane¸ fisiciste in linguaggi più vicini al nostro modo di parlare¸ di interpretare¸ di vedere le cose. In un mondo che noi sappiamo che è frutto di una lentissima evoluzione¸ durata milioni¸ miliardi di anni. Cosa vuol dire¸ come accennavo prima¸ che noi non dimentichiamo tutti i passaggi che ci sono stati¸ tutte le sofferenze che sono state vissute soprattutto dagli animali per arrivare a noi¸ tutte le sofferenze che ancora oggi ci sono perché non siamo ancora padroni del nostro vivere e non siamo ancora in grado di controllarlo in maniera che non ci siano bambini che muoiono¸ sofferenze inutili. Stiamo cercando di procedere¸ con molte illusioni¸ con alcune vere conquiste¸ con alcune scoperte¸ che poi si rivelano ormai inefficaci dopo un po’ di tempo¸ con qualcosa che invece permane. Comunione dei Santi vuol dire¸ secondo me¸ questo: renderci conto che¸ alle spalle di tutto questo lavoro di millenni¸ dal Big Bang fino a noi e chissà dove arriveremo¸ il credente è convinto che in tutto questo¸ o meglio ancora alla fine di questo¸ scopriremo che c’è una specie di forza di gravità che ci ha attirato verso quella meta¸ che c’è Dio. Ma noi sappiamo che questo Dio non si può descrivere¸ non si sa niente di lui¸ nessuno l’ha mai visto. Noi crediamo ad un punto oscuro¸ ad un ics che è Dio. Queste immagini dell’Apocalisse sono i tentativi di allora di descriverlo. Secondo me¸ noi siamo arrivati ad uno stadio della nostra elevazione culturale nel quale possiamo servirci ancora di queste descrizioni¸ e ci piace servircene¸ cosí come qualche volta si fa la cena al lume di candela. Ma in realtà il nostro dovere è un altro¸ noi siamo capaci di pensare in maniera più astratta¸ noi siamo capaci di credere in Dio senza aver bisogno di descrizioni di supporto¸ credendo soltanto che non può mancare un senso¸ una meta¸ un fine¸ una razionalità che attira a sé tutto l’universo. Anche perché questa razionalitภproprio attraverso le scoperte scientifiche¸ vediamo che si avvicina sempre più¸ che pare che traspaia sempre più da numerosi elementi¸ anche se non sappiamo ancora sintetizzarla. Comunione dei Santi e celebrazione dei Santi vuol dire questa convinzione che il bene¸ la vita¸ il superamento del male¸ della morte è in corso. L’uomo del tempo di Gesù pensava che¸ arrivati alla meta¸ ci fossero gli angeli¸ le trombe¸ i banchetti¸ le nuvole. Noi siamo già arrivati alla velocità della luce¸ ai satelliti¸ chissà dove arriveremo¸ ma nessuno Dio l’ha mai visto e questo è curioso perché il N.T. ci sono dei momenti in cui è primitivo¸ come quelli delle caverne¸ però ogni tanto¸ è capace di mettere una frase che coglie nel segno anche quello che pensiamo noi. “Carissimi¸ noi fin d’ora siamo Figli di Dio¸ ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato”¸ come dire: “Guardate che il Gesù di carne che è vissuto in Palestina¸ non è quello che noi saremo. Sappiamo che quando egli si sarà manifestato¸ saremo simili a lui¸ ma non sappiamo com’è perché Lo vedremo cosí¸ come egli è”. Allora lo vedremo¸ adesso non vediamo niente. Ma l’uomo moderno¸ che ha imparato soprattutto dall’esperienza delle scoperte scientifiche¸ che le cose più vere e più corrette erano quelle di cui non si era mai accorto prima¸ che non aveva visto¸ capire che il non vedere è il segreto della correttezza del conoscere. Perché se rimanevano attaccati a quello che si vedeva non avremmo fatto nessun progresso nella conoscenza del mondo. E’ stato quello che non si vedeva che pian piano ci è apparso¸ e come ci è apparsa la costituzione dell’atomo¸ che non si vede¸ analogamente a questo ci apparirà Dio. Se gli autori del N.T. avessero potuto conoscere queste esperienze umane¸ l’emozione di chi ha scoperto per la prima volta al microscopio¸ quello normale¸ il batterio¸ l’emozione di quelli che col microscopio elettronico hanno scoperto il DNA¸ allora direbbe: “Quando vedremo Dio sarà qualcosa di simile¸ non il banchetto¸ il convito. Si¸ dopo si va anche a mangiare¸ ma quello che conta non è il festeggiamento con lo champagne¸ è quello che si fa prima”. Nessuno l’ha mai visto. C’è una sola cosa che ci è stata mostrata di Dio e che è quella che conferma tutto il discorso che ho cercato di fare¸ che si è manifestato in un uomo¸ in un povero uomo crocifisso¸ quasi a dire: “Guardate che Dio è fra voi¸ è dentro di voi¸ non è manifestato come si usava prima ancora che emergesse l’intelligenza della Sacra Scrittura. Non si è mostrato nel sole¸ tanto meno si è manifestato nella meravigliosa forza o bellezza di alcuni animali. Non si è manifestato negli astri”. Questa¸ vedete¸ è stata la grande lezione a cui dobbiamo continuamente ubbidire. Si è mostrato in un uomo che non aveva nient’altro di importante che essere uomo¸ perché era povero¸ non era un atleta¸ non era forte¸ non ha vinto¸ era un uomo tra gli uomini. Capisco che non è la predica che coglie nel segno la Festa dei Santi ma celebrare la Festa dei Santi vuol dire celebrare questo cammino in avanti nell’intero universo¸ che quando si arriva all’uomo si diversifica tutto quello che era capitato prima perché tutto viene affidato all’intelligenza dell’uomo. Questa è la Comunione dei Santi e tutte le menti umane che hanno cercato di fare qualcosa di buono nella loro vita¸ insieme a tante sciocchezze¸ non sapremo come però vanno perduti vedranno Dio. Quelli invece¸ per fortuna pochissimi¸ che hanno dedicato tutte le loro parole misere forze a distruggere¸ annullare¸ cancellare¸ perseguitare¸ tutti gli Hitler di tutta la storia¸ che per fortuna non sono molti¸ quelli verranno esclusi e non sono Comunione dei Santi¸ ma tutto il resto¸ questo mondo che va avanti¸ questa è la Comunione dei Santi¸ questo aggiornamento delle immagini¸ ripeto¸ quelle della Scrittura vanno continuamente rilette¸ celebrate perché sono state il punto d’avvio¸ il punto di partenza¸ sono state quelle che hanno accompagnato il momento in cui Dio ha fatto capire di essere un uomo¸ capite¸ in Cristo. Allora le consideriamo sempre da ricordare queste¸ al di sopra di ogni altra opera d’arte¸ però con la nostra intelligenza abbiamo il dovere di fare un passo avanti e di pensare le cose in maniera diversa cioè andiamo verso un ignoto che in Cristo si è dimostrato essere come noi¸ pur essendo in realtà come quel che noi diventeremo quando il processo sarà terminato.