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Omelia ASSUNZIONE B.V. MARIA - Fedele e scienziato del 15 agosto 2009

Tenendo conto che in queste domeniche stiamo leggendo il discorso sull’Eucaristia del vangelo di Giovanni¸ che domani riprenderemo a leggere¸ approfitterei di questa celebrazione per fare un discorso di tipo generale che può aiutarci anche a concludere¸ domani e domenica prossima¸ l’esame del testo di Giovanni. Come altre volte¸ un discorso più di metodo che di sostanza¸ che tra l’altro mi pare che risulti necessario quando si hanno letture come la prima di questa messa¸ e cioè una riflessione sul fatto che ogni tanto¸ per non dire molto spesso¸ la Bibbia ricorre al genere letterario della visione¸ qualche volta¸ in maniera esplicita¸ come nel Libro dell’Apocalisse che è tutta una serie di visioni¸ qualche altra volta in maniera più implicita¸ nel senso che adotta dei moduli descritti che anche questi non sono la fotografia della realtà ma sono come se un determinato complesso di immagini venisse sovrapposto¸ quasi come uno schermo¸ che nello stesso tempo nasconde la realtà del fatto ma la lascia trasparire in una maniera che è ricca di motivazioni e di immagini. Non voglio complicare le cose ma è chiaro che ci sono delle visioni che sono totalmente e soltanto visioni¸ ci sono delle rappresentazioni nella Sacra Scrittura le quali hanno alle loro spalle un fatto o una realtà la quale però¸ spesso¸ per il fatto di essere o inaccessibile¸ come quando si parla di Dio¸ oppure per essere una realtà che ha molte sfaccettature che è complessa¸ che può avere una moltitudine di significati¸ allora¸ per non immiserire con una sola espressione questa realtภla si rappresenta in maniera differente¸ con moduli diversi¸ in maniera che le raffigurazioni siano molteplici. Per esempio¸ abbiamo letto alcuni versetti di un salmo con il ritornello “Risplende la regina¸ Signore¸ alla tua destra”. Il salmo è in realtà un salmo di corte che si usava¸ probabilmente¸ a Gerusalemme per le nozze del re che sposava una principessa straniera e¸ come tutti i canti di nozze¸ allude al tema dell’amore¸ della bellezza¸ dell’incantamento: “Il re si è invaghito della tua bellezza” dice il testo¸ e della fecondità che poi deriverà dalle nozze con una colorazione mitica tipica dell’antico oriente per cui le nozze feconde del re sono di buon augurio per la fecondità di tutto il paese¸ compresa la campagna¸ gli animali¸ i frutti della terra¸ per cui le nozze sono un’esaltazione del prodigio e del mistero della vita. Questo salmo è usato nella festa dell’Assunta. La regina che risplende¸ non è detto esplicitamente¸ ma è chiaro che si allude a Maria¸ il re che è invaghito della sua bellezza è Dio o è Gesù e questa immagine della donna sposa¸ per di più regina¸ si sovrappone alla realtà storica di Maria la quale poi¸ in altri testi¸ è presentata in maniera più sobria¸ come nel vangelo¸ sebbene anche nel vangelo si sovrapponga al ritratto¸ che ha il suo fondamento storico¸ si sovrapponga a qualcosa che fa parte di uno schema fantastico: il bambino che sussulta nel grembo perché è profeta prima di nascere ed è come se percepisse la presenza di Gesù nel ventre di Maria. E tutto questo capite che è un complemento¸ se volete lo si può chiamare anche leggendario¸ ma quello che interessa è soprattutto un complemento che è un arricchimento di fantasia¸ di immagine¸ di rappresentazione. Per far capire che dentro nell’evento non c’è soltanto la normalità di una nascita ma c’è un di più e il di più viene espresso con questo modulo: la visione¸ la raffigurazione¸ la poesia. Il tema¸ per esempio¸ della Madonna regina che viene incoronata¸ come sapete ha poi lasciato una infinità di tracce in pittura e nella scultura. Quante chiavi di volta nelle chiese oltre le Alpi¸ quelle che tengono su le volte gotiche¸ raffigurano Gesù o il Padre che incoronano Maria¸ o¸ magari¸ in qualche raffigurazione¸ che volendo rasenterebbe l’eresia¸ il Padre alla destra¸ il Figlio alla sinistra¸ la Madonna in mezzo ed i due che sostengono la corona sopra la testa di Maria. Si tratta di fantasie¸ fantasie che nascono dalla fede religiosa¸ che tentano di far capire il di più che è nascosto nella apparente normalità o banalità del fatto. Io vi dico questo perché il dinamismo della fede¸ quello di cui abbiamo parlato domenica scorsa¸ e molti di voi c’erano¸ Dio che si abbassa¸ entra nella storia¸ assume le condizioni di vita del suo tempo con umiltภassume la lingua del suo popolo¸ le tradizioni di questo popolo¸ che è un popolo tra i tanti¸ non certamente il più brillante¸ che è il popolo ebraico e si nasconde al di sotto di questa banalità ebraica¸ il patois de Canaan¸ diceva uno scrittore francese¸ il dialetto popolare di Canaan¸ però dentro quell’umiltà c’è tutta la grandezza di Dio¸ c’è la speranza del mondo¸ c’è la prospettiva addirittura di una vita che va al di là della nostra attuale esperienza di vita¸ la vita eterna. E tutto questo¸ la fede cerca di dirlo¸ non può descriverlo perché nessuno l’ha visto¸ nessuno l’ha controllato¸ nessuno l’ha constatato¸ sono cose che si intuiscono¸ che trapelano¸ come il Battista che vedrebbe Gesù nel ventre di Maria e viceversa. La fede è la risposta umana la quale percependo che in questi fatti apparentemente normali o insignificanti c’è la presenza del tutto¸ dell’infinito¸ di Dio¸ allora li riveste di immagini. Secondo me una persona¸ se vuole veramente crescere nella fede¸ rappacificarsi con la fede deve abbandonare la pretesa di razionalità lucida in ogni affermazione¸ deve abbandonare la pretesa che tutto possa essere detto in un concetto chiaro ed univoco. Lo so che c’è il rischio dell’invenzione¸ della fantasia sbrigliata¸ della mancanza di fondamento¸ per cui bisogna essere sobri ed attenti¸ ma avere fede significa lasciar parlare le immagini che ci indirizzano verso un di più¸ immagini che svelano un mistero da scoprire¸ che non è mai definitivamente scoperto. E questa struttura¸ che è la struttura tipica della rivelazione biblica¸ si ripercuote anche sulle parole. Cosa vuol dire Assunzione? Se la parola viene interpretata in senso fisico – meccanico è una specie di pompa che dall’alto aspira Maria e la porta su¸ è la mongolfiera¸ ma questo sarebbe ridicolo. E’ una parola che non riesce a dire¸ è una parola alla quale deve supplire un’immaginazione. Attenti¸ però¸ che l’immaginazione non consista nel riportare nella sfera della ricerca di Dio la copia esatta di quello che succede quaggiù. La preghiera dice: “Assunta in corpo ed anima”. Guai se io quando leggo la parola corpo penso alle braccia¸ alla testa¸ alle mammelle¸ al sedere¸ al cervello! Anche la parola diventa parola trasparente¸ fluida¸ perde consistenza. Domani sentiremo dire: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue”¸ non siamo cannibali¸ come giustamente accusava Montezuma gli Spagnoli¸ mai molto svegli¸ che gli spiegavano che noi mangiamo la carne ed il sangue di Gesù Cristo. E’ una espressione balorda quella di mangiare la carne e bere il sangue¸ scusate l’aggettivo che sembra offensivo¸ balorda se non siamo abituati a questo schema biblico. Cosí il drago rosso con le sette teste e le sette corna. Sono le immagini del mondo antico¸ non sono sempre le più riuscite. Ecco perché se l’uomo di oggi¸ cioè voi stessi ma soprattutto i vostri figli ed i vostri nipoti vogliono riconciliarsi con la fede devono accettare questo registro di linguaggio che è il registro dell’immagine che riveste l’indicibile¸ o ciò che è ancora ignoto¸ o ciò di cui ci è stata data soltanto una traccia nella fiducia che lí ci può essere qualcosa di più importante di quello che si vede¸ si constata e si può razionalizzare nel concetto. O la fede è questa¸ direi¸ fiducia nella potenzialità del linguaggio dell’immagine¸ della leggenda¸ del mito intesi come rivestimento di una fede la quale sa che lí c’è un mistero nascosto. Sa che non si può dirlo in una maniera sola¸ si può tentare di rappresentarlo¸ come i disegni dei bambini dai quali¸ in molti sceneggiati polizieschi¸ il bravo poliziotto scopre chi è l’assassino perché la bambina l’ha disegnato¸ il disegno del bambino che per chi non capisce è un disegnino infantile ma per chi comprende il modo in cui la bambina ha cercato di dire quello che non può ancora capire ma ha intuito. La Bibbia è come un disegno dei bambini. Ecco¸ questo ve l’ho detto perché non vorrei che sentendo Assunzione¸ Ascensione¸ corpo¸ anima vi limitaste a pensare¸ come pensano i quadri¸ che a loro volta sono un servizio all’immagine¸ a condizione che sappiano di essere soltanto un servizio all’immagine e che devono essere molti¸ diversi fra di loro¸ guai se ci si fossilizza su una immagine. L’Assunta non è solo quella del Tiziano¸ l’Assunta non è niente di tutto questo perché non c’è alto e basso in Dio e il cielo di Dio non è il cielo atmosferico¸ cielo di Dio è una parola che non dice nulla di reale nel senso di fisicamente constatabile¸ è l’intuizione di una profondità che ci sfugge¸ come ho detto domenica scorsa. Seguendo l’intuizione di una possibilità che un tempo ci sfuggiva¸ l’atomo è indivisibile. Sbaragliando questa barriera si è visto quanta roba c’è dentro¸ quanto movimento¸ quanto vuoto c’è dentro all’atomo indivisibile. Ecco perché dicevo che il linguaggio biblico¸ che apparentemente sembra essere opposto all’attitudine dello scienziato¸ in realtà gli è più vicino di quanto si pensi.