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Omelia CORPO E SANGUE DEL SIGNORE B del 14 Giugno 2009

La prima e la seconda lettura presentano uno dei temi essenziali nel N.T. che è quello del passaggio dal’antica della nuova alleanza. Alleanza e testamento sono la stessa cosa¸ il cristianesimo esiste al posto¸ o in seguito come continuazione dell’ebraismo¸ perché i primi credenti erano convinti che Dio avesse cambiato molte cose ed era nata infatti una nuova alleanza cioè un nuovo sistema di rapporti tra Dio ed il mondo¸ una nuova alleanza che non smentiva l’antica¸ la portava a compimento¸ come amava dire Gesù. Però¸ portandola a compimento faceva anche in modo che¸ almeno a un livello di visione superficiale delle cose¸ molto di quello che era stato caratteristico prima scompare. Cosí¸ come la pianta è la stessa cosa del seme¸ è il nuovo modo di essere del seme¸ ma¸ come Gesù aveva detto tante volte¸ tra la pianta ed il seme c’è una differenza enorme¸ tanto che dal seme non sarebbe immaginabile la piante e dalla pianta non è immaginabile come sia veramente fatto il seme. Questo è il rapporto tra antico e nuovo come lo ha illustrato Gesù nel suo modo di parlare. I primi cristiani hanno capito che tutto questo era un criterio di interpretazione globale di tutta la realtà religiosa ed hanno introdotto questo concetto di nuova alleanza. Adesso¸ per riguardo agli ebrei¸ si dice che non bisognerebbe parlare di N.T.¸ ma nessuno ha ancora trovato una formula che non offenda gli ebrei ma¸ nello stesso tempo¸ dica quello che il cristiano ha il dovere di dire e cioè che l’evoluzione è stata evidente nel passaggio che Gesù ha fatto compiere al modo umano di concepire la religione. Si potrebbero fare una decina di conversazioni per prendere in esame tutti i mutamenti che ci sono stati o¸ se volere¸ tutti gli sviluppi in avanti che ci sono stati grazie a Gesù Cristo¸ in tutti i campi. Le due letture che abbiamo fatto ci aiutano a capire come questo sviluppo operato da Gesù abbia completamente cambiato la nozione di sacrificio¸ la nozione di offerta¸ da parte degli uomini a Dio¸ di gesti di omaggio¸ di gesti di adorazione¸ di venerazione. La cosa è stata completamente modificata dalla venuta di Gesù. Già domenica scorsa io avevo notato una modifica¸ dicevo che è avvenuta lentamente: Dio veniva considerato il padrone¸ il re¸ l’imperatore. Gesù ha un’altra idea di Dio che non è questa¸ più familiare¸ nello stesso tempo più cosmica ed universale ma non di tipo imperioso – dominatore. Ed era uno degli aspetti in cui Gesù trasforma la impostazione religiosa. Oggi possiamo dire due parole sulla trasformazione del sacrificio. La cultura religiosa del sacrificio¸ che esiste ancora in parecchie religioni¸ possiamo dire che ha almeno due caratteristiche. La prima è quella che si pensa che il dovere degli uomini sia quello di offrire beni materiali in onore della divinitภquindi si offrono animali¸ si offrono frutti della terra. Per offrirli bisogna distruggerli¸ bisogna uccidere gli animali¸ versare per terra i liquidi¸ le libagioni che ci sono anche nell’Illiade. I frutti bisogna in qualche modo anche loro bruciarli¸ spezzarli¸ renderli in qualche modo inutilizzabili per l’uomo. Quando il sacrificio è di animali si compiono poi riti che a noi sembrano ormai orripilanti¸ con il sangue¸ spargendo¸ aspergendo¸ toccando. E’ curioso tutto questo. La prima lettura parla di questo mettere il sangue nei catini: “Ordinò di offrire giovenchi e olocausti” gli olocausti si bruciano e gli altri che non si bruciano si recupera il sangue “Presa la metà del sangue la mise in tanti catini”. Capite che abbia a fare con Dio mettere il sangue in un catino è un pensiero ammirevole¸ se volete¸ ma di una primitività che oggi ci lascia sconcertati. Ma non siamo noi¸ è Gesù che ha soppresso tutte queste cose¸ Gesù ha ignorato tutto questo. Se c’è una cosa che il N.T. non dice è che Gesù abbia mai partecipato ad un sacrificio nel tempio¸ li ha snobbati completamente. Nel tempio passeggia sotto il portico¸ insegna¸ guarda¸ osserva. La madre ed il padre si hanno portato la colomba a Gerusalemme ma loro sono dell’antica alleanza. Gesù quando deve compiere l’ultimo atto religioso della sua vita celebra la cena di Pasqua in una casa laica¸ come tutti gli ebrei¸ tutti gli ebrei celebravano la Pasqua in casa¸ però il vangelo ci fa capire che ha del tutto trascurato l’agnello pasquale¸ l’avranno anche mangiato¸ come era prescritto¸ ma Gesù ha fatto un gesto diverso: ha preso il pane delle cene comuni¸ ha preso il vino delle cene comuni¸ si è identificato con quelle cose. Non ha detto: “Io sono l’agnello pasquale”¸ il Battista diceva che è l’Agnello di Dio ma anche il Battista fa parte del vecchio mondo e questo è il cambiamento esterno¸ formale¸ non esiste più il sacrificio come offerta di realtà del creato perché Dio non ne ha bisogno. Tenete presente che tutte queste idee si trovano anche nell’A.T. in alcuni testi sparse qua e lภquasi come delle anticipazioni che però nell’epoca dell’A.T. non sono riuscite ad imporsi. Il salmo 49¸ nei vecchi numeri¸ o 50 nella nuova numerazione¸ dice proprio: “Perché dai degli animali a Dio¸ se avesse fame non verrebbe a chiederli a te¸ s’arrangia da solo a cucinarli”. Dio vuole un’altra cosa¸ lo sa già il N.T. ma¸ nonostante tutto¸ continuano a coesistere i due livelli. Che cosa vuole Dio? Dio vuole il sacrificio della mente e del cuore¸ cioè l’offerta di sé stesso quando pensi¸ quando decidi¸ quando progetti¸ quando operi¸ quando fai. Vuole la tua vita ma non nel senso che vuole ammazzarti¸ vuole il tuo lavoro¸ la tua operositภla tua creativitภil tuo impegno per il miglioramento del mondo. Questo è il sacrificio gradito a Dio e questo lo insegna Gesù il quale dice alle persone dove stanno le beatitudini e le false beatitudini¸ che cos’è che veramente arricchisce l’uomo. E Gesù è cosí convinto che occorre puntare su questo che parla continuamente per paradossi: è beato il povero¸ è beato il sofferente. E’ il nuovo culto¸ è il nuovo senso della vita¸ è la novità del cristianesimo. C’è anche in altre religioni¸ non lo nego¸ c’è anche nel cristianesimo e noi ne adoperiamo la situazione cristiana. Nella Preghiera Terza della messa si dice che noi facciamo memoria della cena¸ ricordiamo la morte¸ la risurrezione¸ l’ascensione di Cristo¸ chiediamo che ci venga donato lo Spirito e¸ dopo aver chiesto il dono dello Spirito¸ lo chiediamo perché¸ e qui c’è la frase che mi interessa¸ “Faccia di noi un sacrificio perenne a te gradito”¸ eccolo il sacrificio. Non significa “Faccia in modo che venga¸ qualcuno ci massacri e sparpagli il nostro sangue per terra”. Sacrificio perenne a te gradito è: “Ci faccia diventare persone intelligenti¸ sapienti¸ oneste¸ prudenti¸ capaci di sacrificarsi per dei valori per cui ne valga la pena¸ come Gesù ci ha insegnato”. Il sacrificio perenne a te gradito è una vita santa. Quello che deve essere sacrificato e santificato non sono buoi¸ frumenti¸ acque¸ animali¸ sangui¸ neanche parti del corpo ma sono la progettualità della vita. In questo senso è vero che il cristianesimo ha contribuito allo sviluppo di scienza¸ tecnica in occidente perché ha fatto capire che quello che Dio gradisce è progettare il miglioramento o il cambiamento del mondo. Ovviamente¸ siccome la progettazione è fatta da poveri uomini come noi¸ si sono fatte anche tante scemenze¸ crudeltภorrori¸ ma il sacrificio perenne a te gradito che chiediamo a Dio nell’Eucaristia è quello di diventare intelligenti nella gestione dell’evoluzione dell’universo. Adeguarsi al sacrificio perenne gradito a Dio è riflettere seriamente non limitandosi a luoghi comuni¸ a frasi propagandistiche su tutto quello su cui siamo chiamati ad avere un’opinione dall’utilità di sprecare ricerca e mezzi per migliorare i videogiochi¸ cosa che si sta facendo negli Stati Uniti. D’accordo che poi Bill Gates dà in beneficenza quello che ha guadagnato! Perché¸ il mondo migliora se cambiamo il sistema del videogioco per cui se io col piede fingo di dare un calcio sullo schermo appare il rigore che è entrato in porta¸ senza più schiacciare bottoni perché la camera prende il mio movimento corporeo¸ lo traduce in impulsi? Che meraviglia! Abbiamo migliorato il mondo. Può darsi. Qualche volta bisogna anche occuparsi di come dar da mangiare a quei poveri ignoranti e stupidi dell’emisfero sud che non sanno cavarsela da soli. Gesù si occupava anche di coloro che erano incapaci di tirare avanti. Sacrificio perenne vuol dire ragionare con serietà cristiana sulle cose. Il secondo aspetto¸ lo tratto in maniera molto più rapida¸ è il superamento della ritualità ma è implicito. Il vecchio sacrificio¸ il vecchio sistema dei sacrifici immagina che a Dio le cose bisogna offrirle con un cerimoniale rigorosissimo da rispettare perché se c’è il cerimoniale scatta¸ se il cerimoniale viene turbato Dio rimane indifferente¸ e anche questo scompare nel pensiero di Cristo¸ scompare completamente. Ma le Chiese¸ tutte le Chiese¸ continuano a pescare nell’antica cultura¸ allora inventano norme¸ rubriche¸ rituali¸ cerimonie. Ci vuole la cerimonialitภintendiamoci bene¸ ma la cerimonialità deve essere funzionale non a Dio¸ che non ne ha bisogno¸ ma alla nostra possibilità di capire¸ comprendere¸ partecipare ed essere coinvolti. Bisogna rispettare alcune norme cerimoniali¸ certamente¸ per farsi intendere¸ perché il simbolo sia evidente¸ perché ci sia concordia nell’agire. Un solo corpo¸ un solo spirito. Ma non perché se non si osservano le norme non si attua il contatto con Dio. Per attuare il contatto con Dio¸ al quale la cerimonialità è subordinata e funzionale¸ occorre la disposizione d’animo che diventiamo con Gesù un solo corpo ed un solo spirito¸ cioè un’unità profonda di idee e di intenti. Fare la comunione¸ cioè mangiare il pane ed il vino che ricordano tutto questo¸ significa esattamente¸ come nella prima lettura¸ perché la prima lettura contiene già questo trapasso¸ tutti e due i trapassi¸ sia quello dal rito alla realtà delle intenzioni sia quello dalla materialità all’interiorità della scelta perché accanto al sangue¸ che è il vecchiume¸ c’è anche Mosè che scrive “Prese il libro dell’alleanza e lo lesse alla presenza del popolo” e questo è il precristiano¸ il moderno¸ e curiosamente¸ mentre Mosè si occupa dei catini¸ il popolo capisce. L’unica cosa che il popolo dice è: “Quanto ha detto il Signore lo eseguiremo e vi presteremo ascolto”. Questo è fare la comunione: eseguire e prestare ascolto.