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Omelia III DOM. T.O. B del 25 Gennaio 2009

Omelia 25 gennaio Il brano da cui possiamo incominciare la nostra riflessione è la seconda lettura “Vi dico¸ fratelli¸ il tempo si è fatto breve e alla fine passa infatti la figura di questo mondo”¸ ed in mezzo ci sono i famosi “Come se”. E’ una sigla che per gli esperti di san Paolo è fondamentale nella sua concezione della vita cristiana. Il cristiano vive come se la realtà di questo mondo non fosse la vera realtà e questo è un testo che merita una breve riflessione. Prima di tutto c’è una questione di metodo¸ come sempre: il non credente che legge questo brano e vede che c’è scritto che il tempo si è fatto breve e che passa la figura di questo mondo dice “Ecco¸ una delle tante sciocchezze che ci sono nella sacra Scrittura: loro credevano che il mondo sarebbe presto finito” - ed è vero - loro credevano che il mondo sarebbe presto finito e si sono sbagliati. Anche Gesù ha predicato che il mondo sarebbe presto finito e si è sbagliato ed¸ allora ovviamente¸ il non credente dice al credente: “Vedete come siete sciocchi voi cristiani che credete che sia una parola di Dio¸ una parola che non ha saputo nemmeno correggere questo errore di prospettiva. Il tempo non si è fatto breve¸ non è che c’è ancora poco tempo e poi viene la fine¸ e la figura – che sarebbe la struttura di questo mondo – non possa¸ eventualmente cambia¸ ma non è passata¸ è durata già duemila anni e chissà quanti ne durerà”. Ed¸ infatti¸ noi festeggiamo i terzi millenni dimenticando che secondo il N.T. tutto questo non era previsto perché¸ appunto¸ il tempo si è fatto breve. In alcuni passi¸ per esempio¸ nella Lettera ai Tessalonicesi¸ pare che san Paolo pensasse che la fine del mondo che loro chiamavano la Parusía perché consisteva nella venuta del Signore¸ quello che diciamo nel Credo “Verrà nella gloria” pensava di arrivare vivo a questo incontro con il Signore. Poi nella Prima Lettera ai Corinti¸ che è la stessa da cui prendiamo questo brano¸ ha invece fatto capire che non sarebbe arrivato vivo alla venuta del Signore¸ però non è arrivato a pensare se non che ci sarebbe stato un piccolo ritardo. Si può da un testo che contiene oggettivamente una svista¸ una informazione sbagliata¸ si può ricavare un significato vero e profondo o è una presunzione dei cristiani di dare un senso di veracità anche ad un testo che contiene un errore? E’ un nostro dovere di credenti¸ però voi capite perché oggi il non credente fa molta più fatica di un tempo a capire per quale ragione noi diamo tanta importanza a questi testi perché¸ abituati come siamo alla precisione delle affermazioni tutte le volte che sono possibili¸ riteniamo davvero strano che Dio non abbia provveduto¸ non dico a correggere perché questo sarebbe stato un insulto alla gente di quel tempo¸ gli ebrei erano tutti convinti che la fine del mondo sarebbe stata imminente¸ come si poteva correggere questo? Perché farlo? Si poteva lasciare¸ come è successo¸ al fluire della storia la correzione di questo. Qualcuno dice: “Non pretendiamo che Gesù o lo Spirito di Dio correggesse questa prospettiva errata¸ non ha neanche corretto l’idea che fosse il sole che girava intorno alla terra”. Non era necessario¸ bastava forse che non la sottolineasse più di tanto e¸ di fatto¸ io ho già detto in un’altra predica qualche domenica fa che questa svista la Chiesa antica l’ha corretta con molta disinvoltura¸ e citavo infatti la Seconda Lettera di Pietro nella quale si dà per scontato che il mondo durerà a lungo e che non è il caso di pensare ala fine. Quindi ha superato questa difficoltภd’altra parte la tensione rimane nel testo. Ma già negli anni 90 – 100¸ quando si sono resi conto che era assurdo pensare ad una fine del mondo imminente¸ dicevo¸ che con molta disinvoltura hanno detto: Questo testo può mantenere una sua verità ed un suo senso anche se c’è un errore cronologico perché è comunque vero che il tempo si è fatto breve¸ perché il tempo di cui si parla in questo testo non è quello che si conta con giorni¸ mesi¸ anni ma è la natura¸ il senso¸ il valore del tempo che passa. Il tempo si è fatto breve perché è accaduto un evento¸ che è la venuta di Cristo¸ la sua morte e la sua risurrezione¸ il quale ha cambiato il modo di giudicare la realtà e questo cambiamento non verrà più corretto¸ questo cambiamento è il giudizio definitivo sulla natura del tempo¸ sulla natura della vita e della storia e quello che è apparso nella morte e risurrezione di Gesù è quello che veramente conta¸ quello che veramente dura¸ quello che non passa¸ come disse una volta Gesù “Il cielo e la terra passeranno¸ le mie parole no”. E’ il suo giudizio sulla realtà delle cose. Il tempo si è fatto breve perché¸ come diceva Gesù nella sua predicazione¸ il regno di Dio è vicino e il vicino va inteso in senso non materialmente cronologico¸ basterebbe cambiare aggettivo: il Regno di Dio è possibile¸ il Regno di Dio può diventare vero¸ il Regno di Dio è realizzabile ed¸ in questo senso¸ passa la figura di questo mondo¸ passa il dominio della falsitภdell’ingiustizia¸ del potere indiscriminato. Passa la figura¸ la figura sbagliata¸ la figura proterva¸ la figura ingannevole di questo mondo. Ecco¸ allora¸ vedete questa è la premessa sul metodo. La Scrittura va letta approfittando anche di questi apparenti errori o¸ se volete dal punto di vista materiale sono degli errori¸ cioè non corrispondono a tutto l’arco della verità ma acquisiscono¸ forse proprio grazie all’effetto che l’affermazione erronea fa attirando l’attenzione¸ acquisiscono¸ manifestano di avere una verità più profonda¸ ad un altro livello che non è di tipo informativo o di conoscenza scientifica o semplicemente di conoscenza materiale delle cose ma il livello della valutazione del giudizio. Se il regno di Dio è possibile cioè se una più forte presenza della sapienza¸ della bontภdell’intelligenza del progetto divino è possibile e¸ in questo senso¸ è vicino¸ allora è per quello che bisogna impegnarsi e se ci si accorge che le strutture di questo mondo¸ la scena di questo mondo non corrisponde al volere di Dio¸ allora bisogna avere il coraggio di cambiare¸ bisogna liberarsi dalle strutture dominanti¸ meramente naturali o di una primitiva cultura cioè della prima approssimazione interpretativa dell’uomo sul valore delle cose per accettare la prospettiva che ha portato Gesù Cristo che è un di più¸ è una cosa più vera e più profonda. Quello che eventualmente può adesso sorprendere è che tra le cose che Paolo elenca come da realizzare¸ già in un’altra predica¸ che ha suscitato qualche disturbo¸ avevo detto che in fondo il relativismo¸ se per relativismo si intende una corrente che per principio dice che la verità è irraggiungibile¸ allora è fuori posto¸ ma che il relativizzare le presunte certezze è una verità cristiana¸ è un dovere cristiano¸ lo potevo dire anche in riferimento a questo testo. Quelli che piangono come se non piangessero perché c’è una promessa di Dio che asciuga già adesso le nostre lacrime¸ che relativizza il dolore come relativizza il piacere. Quelli che gioiscono come se non gioissero¸ perché se noi accettiamo soltanto questi parametri¸ il soffrire¸ lo star bene¸ lo star male¸ quella che adesso si chiama la qualità della vita¸ se questo diventa il criterio ultimo che non si può sorpassare¸ non passa¸ questo è fisso¸ allora diventa Dio¸ diventa un idolo¸ diventa la norma: “Si fa cosí!”. Non ripeto quello che ho detto il giorno di Natale sul P.I.L.¸ quelli che comprano come se non possedessero¸ quelli che usano i beni del mondo come se non li usassero pienamente¸ i soldi¸ la produzione¸ il dogma. Questa è la veritภquesto è il dovere. E questa è la follia che manderà in rovina il pianeta. Questo¸ se Dio vuole¸ lo capiscono anche alcuni gruppi di laici. Gesù l’aveva già capito quando aveva detto: “Guardate i gigli del campo…!” Cioè lasciatevi ammaestrare dalla natura. La figura spesso non è la natura ma è la cultura umana¸ quella antica¸ quella vecchia come ha interpretato le cose. Sorprende e può scandalizzare che anche la famiglia si è introdotta in questo testo. Quelli che hanno moglie è come se non l’avessero¸ ma del resto anche Gesù l’aveva detto di essere venuto a portare inimicizia tra il padre¸ la madre¸ i figli. Pietro¸ Giacomo¸ Giovanni¸ Andrea per diventare pescatori di uomini hanno piantato lí tutto. Dopo son tornati¸ certo¸ però è curioso quello che dice Marco: piantarono il loro padre Zebedeo con i garzoni sulla barca dicendo: “Tu¸ vecchio padre¸ arrangiati¸ noi andiamo da Gesù”¸ cosa che dal punto di vista della concezione di allora della famiglia¸ per carità non adesso¸ era un mezzo sacrilegio. Passa la scena di questo mondo¸ passano gli obblighi infondati¸ passano le tradizioni che schiavizzano. Certo¸ ci vuole discernimento¸ d’altra parte nel cristianesimo c’è sempre stato il pericolo di qualche fuga di tipo rivoluzionario¸ mistico¸ utopistico. La Scrittura accompagna la ricerca della veritภguai se la si interpreta alla lettera. La Scrittura ha sempre bisogno di essere masticata¸ discussa¸ corretta¸ rivisionata¸ mai messa a tacere. Anzi¸ bisogna sempre permetterle¸ rileggendola alla fine¸ di dire lei l’ultima parola¸ però non va ubbidita in senso materiale. Niente va ubbidito in senso meccanico¸ in senso acritico. Questa idea del “come se” vuol dire: non date niente per scontato né in un senso né nell’altro¸ le vostre decisioni siano sempre prudenzialmente considerate ottimali¸ che¸ come sapete¸ è il meno peggio. Per adesso ci pare che la soluzione più adeguata sia questa: proviamo¸ il convertirsi continuamente. Ecco¸ il cristianesimo è fonte di saggezza perché insegna a vivere cosí di fronte alle cose. Non ci sono dogmi. Qualche volta ci sarà tempo di spiegare che neanche quelli della Chiesa sono dogmi in senso cosí rigido come talvolta si pensa. C’è una vita¸ c’è il suggerimento all’intelligenza e alla libertà dell’uomo: pensaci ancora una volta¸ aspetta¸ se puoi rimanda la decisione e se devi decidere sappi che forse stai sbagliando e dovrai correggerti. La vita è tutta un progressivo aggiustamento¸ è tutto un adattarsi continuo. Questo rende la cosa difficile¸ indubbiamente¸ perché sarebbe molto più a prima vista facile avere dei filoni ben precisi però rende anche più bella e più emozionante la vita cristiana.