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Omelia BATTESIMO DEL SIGNORE B del 11 Gennaio 2009

Oggi¸ secondo l’antica liturgia¸ ed in particolare secondo la liturgia d’oriente¸ è il vero giorno dell’Epifania cioè il vero giorno della manifestazione perché¸ a pensarci bene¸ martedí non c’è stata un’epifania¸ c’è stato il riconoscimento¸ da parte dei magi¸ della grandezza di Gesù¸ al massimo c’era stata l’apparizione di una stella¸ ma Gesù è rimasto¸ nell’episodio dell’Epifania¸ un bambino che non ha rivelato niente di sé. Quindi martedí non era una epifania era un riconoscimento da parte dei magi. Epifania vuol dire un’altra cosa¸ vuol dire che c’è qualcosa che ci si manifesta¸ qualcosa che ci appare davanti e di fronte al quale noi rimaniamo pieni di stupore perché una cosa nuova inaspettata ci è stata presentata. Questo è il significato della parola ed è proprio su questo concetto dell’epifania che vorrei incominciare la mia riflessione anche perché l’episodio del battesimo¸ nella tradizione antica¸ è stato interpretato ed è stato visto come una delle più ricche manifestazioni¸ una delle epifanie più evidenti e piene di contenuti. Martedí era stata la stella che era epifania per i magi. Nel battesimo di Gesù gli antichi hanno visto il chiarificarsi¸ l’apparire alla loro mente¸ alla loro riflessione di una quantità di richiami¸ rimandi¸ connessioni che hanno fatto capire che Dio era all’opera¸ che Dio stava rivelando qualche cosa. E’ questo modo di ragionare degli antichi che mi pare sia utile conoscere e che potrebbe avere ancora oggi una sua validità. Devo dire che anch’io l’ho sempre trascurato questo modo di fare e mi ricordo che in anni passati¸ quando c’era da predicare sul battesimo di Gesù¸ lasciavo perdere tutte queste connessioni¸ simboli¸ significati e seguivo un’altra strada¸ non solo nel predicare ma anche nel capire personalmente il senso di questo avvenimento¸ di questo mistero. E molte volte ho parlato dell’umiltà di Gesù che si mette in fila con i peccatori¸ che nasconde la sua grandezza¸ che si fa solidale agli uomini e vedevo a questo semplice livello¸ direi di psicologia umana¸ la grandezza di questo avvenimento. Se provassimo tutti insieme a tornare alla visione antica dei Padri¸ ci sarebbe invece in questo modesto fatto che è qui raccontato da Marco con pochissime parole¸ senza enfasi¸ però ci sarebbe l’illuminazione¸ la rivelazione di una quantità di cose affascinanti¸ non so se anche convincenti¸ però certamente affascinanti. L’acqua: Gesù entra nell’acqua e ne esce. Anche il papa nel suo libretto utilizza molto questo antico modo di lasciar parlare i simboli della Sacra Scrittura. L’acqua fa venire in mente che secondo la Bibbia¸ non mi interessa la questione scientifica¸ mi interessa la realtà virtuale che la Bibbia ci presenta¸ secondo la Bibbia all’inizio il caos era ricoperto dalle acque¸ ma lo Spirito aleggiava sopra le acque come un uccello che cova le uova e Dio parlò e le acque si separarono dalla terra asciutta ed incominciò ad emergere il mondo. Quando Gesù entra nell’acqua è come se rivivesse quel momento originario per dare inizio ad un mondo nuovo¸ come il primo mondo era stato originato dal Padre¸ è il mondo dei salvati¸ le tenebre del male scompaiono e brilla la luce. Il caos viene superato perché male e bene vengono distinti. Le acque¸ in un certo senso¸ si dividono e lasciano il posto a Gesù e qualche Padre antico diceva che Gesù dentro nel Giordano¸ lo immaginava dentro fino alla testa¸ è rivestito dalle acque come da un manto e¸ allora¸ poeticamente si diceva: “Come lo splendore dei cieli riveste Dio Padre¸ lo splendore delle acque riveste Gesù e le acque diventano fonte di vita¸ speranza”. Poi viene in mente l’acqua del mar Rosso: tutti gli ebrei entrarono nell’acqua e ne uscirono vivi quando scapparono dall’Egitto mentre i carri del faraone precipitarono nell’abisso. Quando gli ebrei uscirono dall’acqua si avviarono verso il Sinai¸ dopo un lungo cammino¸ e lí ebbero la visione di Dio che dava loro le norme per la vita. E quando Gesù esce dall’acqua vede i cieli spalancarsi¸ la voce di Dio che si presenta e lui stesso diventerà il legislatore che dà le nuove norme per la vita. Gli antichi vedevano in questa relazione¸ fra antichi racconti e le parole del vangelo¸ vedevano manifestarsi il senso profondo della storia¸ delle cose¸ di quello che accade¸ vedevano un modo di parlarci di Dio che¸ attraverso la semplicitภla piccolezza di questi simboli¸ queste piccole raffigurazioni ci fa capire la sua intenzione nei nostri confronti¸ il suo disegno¸ il suo modo di guidare il mondo¸ il suo progetto di illuminazione e di salvezza. Ecco l’epifania¸ l’essere di Dio¸ la sua bontภil suo giudizio sul mondo¸ quello che intende fare delle cose che traspare in maniera oscura¸ se volete¸ certamente misteriosa ma non nel senso del mistero che ci disturba perché è oscuro ma nel senso di un’energia e di una potenza che rimangono frenate¸ nascoste ma che sono portatrici di illuminazione e di vita. Lo Spirito scende sotto forma di colomba e veniva in mente un’altra acqua¸ quella del diluvio. La si può criticare l’immagine dello Spirito come colomba¸ ho ripetuto mille volte che se non si tiene conto di questo complesso di connessioni e di legami fra testo e testo dire che lo Spirito di Dio può essere raffigurato da un uccello fa ridere. Ma la colomba¸ come sapete¸ nel racconto del diluvio è quella che segna la fine del castigo¸ la fine della volontà distruttiva di Dio il quale promette¸ dopo il diluvio¸ che non manderà mai più una distruzione di questa portata perché la sua nuova via non è distruggere ma ricostruire. E¸ allora¸ la colomba diventa il simbolo¸ lo è diventato anche laicamente¸ il simbolo della pace¸ ma prima di questo diventa il simbolo della pace di Dio e richiama quello Spirito che all’inizio della creazione sorvolava le acque. Allora è la potenza creatrice e la potenza rinnovatrice di Dio che scende su Gesù e lo consacra¸ come dirà il prefazio¸ come profeta¸ sacerdote e re cioè come colui che ammaestra¸ colui che riconcilia¸ il sacerdote¸ colui che dirige e governa¸ il re¸ perché ci sia un mondo nuovo¸ un mondo rinnovato¸ una creazione salvata. Ecco allora l’epifania¸ il venire alla luce attraverso questo modo di guardare le cose¸ questo modo di leggere i testi¸ non come semplici aneddoti della vita di un uomo ma come piccoli punti luminosi che¸ come in un disegno cifrato¸ se vengono congiunti insieme con una linea formano una figura. Qualcuno dice che è per questo che nella tradizione medioevale alle chiese era legato il simbolo del labirinto¸ perché se tu trovi la strada giusta non ti perdi ma arrivi alla meta¸ cosí se tu leggi con attenzione e collegando bene i testi della Bibbia¸ se hai questo coraggio intellettuale di vedere in ciascuno di essi dei simboli allora trovi un senso¸ un messaggio chiaro¸ un significato. Il creatore del mondo¸ il salvatore dall’Egitto¸ colui che non manderà più nessun diluvio¸ colui che è capace di fare dell’acqua potenza di morte e potenza di vita ha scelto la vita¸ ha scelto il perdono¸ ha scelto la benedizione. Allora capite la prima lettura: “Venite voi tutti¸ comprate; fontane d’acqua scaturiranno…” e capite anche la Lettera di Giovanni¸ pur nella sua oscuritภquesta è veramente oscura: “Tre danno testimonianza: lo Spirito l’acqua..”. Allora capite il battesimo perché anche il battesimo¸ se voi lo considerate indipendentemente da questa serie di immagini e di simboli finisce per non avere senso. “Ma come¸ per avvicinarmi a Dio devo immergermi nell’acqua e se non ricevo l’acqua…” fa ridere se si dimentica che l’acqua è uno degli infiniti mezzi con cui Dio ha comunicato il suo progetto. Dio è colui che fa parlare le cose in suo nome¸ Dio è colui che trasmette¸ come attraverso la tele e la radio¸ che sono il suo vento¸ la sua acqua¸ il suo fuoco¸ gli elementi che lui ha creato trasmette il senso delle cose. Ci fa capire come attraverso l’umiltà di questi elementi¸ che sono umili ma sono i suoi elementi¸ questo significa credere che è Dio che ha creato il mondo¸ fa trasparire quello che le cose possono diventare¸ il bene nascosto nelle cose ed anche il pericolo che noi le roviniamo. Allora tutto questo diventa epifania. Ecco perché l’ebraismo prima e il cristianesimo sono una religione fatta di cose materiali¸ fatta di cibi (di nuovo la prima lettura)¸ fatta appunto¸ come dicevo¸ di acqua¸ di vento. E’ curioso. Lo Spirito cioè la presenza di Dio è acqua¸ è aria¸ è colomba. Quello che prima sembrava ridicolo¸ e rimane ridicolo per chi non entra in questa atmosfera¸ ma chi capisce questo strano modo di manifestarsi di Dio allora si accorge che in tutto questo c’è un senso¸ c’è una comunicazione. Ogni tanto io cerco di farvi vedere la bellezza del cristianesimo¸ l’originalitภle possibilità di fascino che il cristianesimo possiede¸ questa è una delle tante. Ed assomiglia molto¸ anche questo è un pensiero che da un po’ di tempo mi sta a cuore¸ questa attitudine degli antichi Padri di leggere i testi in questo modo¸ a pensarci bene assomiglia all’attitudine dell’osservatore della realtà che piano piano diventa scienziato. Se tu i fiori¸ le piante¸ le erbe non incominci a guardarli¸ a classificarli¸ a paragonarli non capisci niente¸ vedi soltanto erba¸ roba verde. Ma guardando¸ osservando¸ dando importanza a tutto¸ cogliendo i legami nascono la zoologia¸ la botanica¸ la biologia e tutto il resto. L’uomo credente che legge i testi in questo modo assomiglia al ricercatore ed allo scienziato molto di più di quanto si creda¸ ecco perché¸ paradossalmente¸ questo modo antico potrebbe ridiventare il più moderno modo di valorizzare la religione¸ la fede¸ la Sacra Scrittura.