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Omelia EPIFANIA DEL SIGNORE del 6 Gennaio 2009

Sia la parola magi sia la parola stella¸ che ogni tanto compare nel racconto (tre volte) danno all’insieme di questo testo un carattere che qualcuno ha avuto l’ardire di chiamare fiabesco. Una volta si aveva paura ad usare queste parole perché si riteneva che nella Scrittura tutto sia prosaico e storico ed in questo modo si offendeva la Bibbia perché non ci si rendeva conto che tutti i modi di esprimere e di esprimersi e tutti i generi letterari possono essere presenti nella Bibbia tranne la menzogna e la pornografia. Il resto¸ tutto quello che fa parte delle capacità espressive del linguaggio¸ non si vede perché non debba essere presente nella Bibbia. Quindi dire che in questo testo ci sono degli elementi di fiaba non è un’offesa¸ non mette in pericolo niente e fa invece capire lo scopo vero di questo racconto che¸ probabilmente¸ non è opera del redattore del vangelo che va sotto il nome di Matteo¸ dev’essere qualcosa di più antico¸ nato in altri ambienti perché il redattore di Matteo ha tanti pregi ma non quello di raccontare valorizzando i particolari del racconto. Anche Matteo dà dei resoconti di cose accadute ma li dà in maniera molto stringata¸ rapida¸ sintetica¸ qui invece si dilunga ed¸ in particolare¸ si compiace di continuare a descrivere questa immagine della stella. Questo tono fiabesco non toglie nessun significato¸ come dicevo¸ al testo ma¸ come abbiamo continuato a ripetere in questo tempo di Natale¸ perché sono i fatti stessi che lo richiedono¸ aiuta a capire che attraverso questa narrazione si sono volute dare delle indicazioni di tipo simbolico¸ ancora una volta. I magi rappresentano la sapienza dei popoli che non conoscevano¸ se non vagamente¸ senza esservi veramente partecipi¸ le tradizioni di Israele. Hanno conoscenza di quello che gli israeliti credono ma non partecipano né alla loro fede né al loro culto. Sono dei forestieri che guardano con interesse questo mondo¸ come noi¸ per esempio¸ abbiamo sempre guardato e guardiamo ancora con interesse il Tibet ed il Dalai Lama. Non siamo della sua visione religiosa delle cose¸ possiamo condividere quello che lui pensa su tante modalità di organizzare la vita umana del nostro tempo però anche quello era un mondo che¸ soprattutto per chi non è mai stato a vedere quelle montagne¸ come me¸ ha qualcosa di fiabesco. Allora i magi sono attratti da questo e vanno a vedere questo bambino la cui nascita secondo loro è stata indicata da un fenomeno astrale. Non è detto che questo sia storicamente vero¸ è un trucco della fiaba. Una volta la Chiesa era severa contro quelli che credevano nell’astrologia e negli oroscopi perché credeva che fosse¸ e potrebbe anche esserlo stato qualche volta¸ superstizione ed idolatria. Oggi direi che bisognerebbe essere un po’ più morbidi anche in questo campo. Se anche uno si illude che gli oroscopi funzionino¸ se gli fa bene per arrivare a sera più tranquillo¸ adoperi anche l’oroscopo¸ basta che non lo confonda con la verità che Dio ci ha trasmesso. Se è una parola di consolazione che serve … è come questa stella per i magi. Hanno indovinato¸ secondo quello che l’autore immagina¸ e sono venuti guidati da una stella. Non avevano la parola di Dio perché non facevano parte¸ come dicevo prima pur magari conoscendo da stranieri le tradizioni ebraiche¸ non avevano la Bibbia come guida¸ hanno guardato il cielo e sono stati condotti da Gesù. Ed è bello tutto questo perché anticipa quello che poi il pensiero e la fede ci diranno¸ e lo dicevano già nei primissimi secoli del cristianesimo. In tutti i popoli ci sono germi di verità perché quando Dio ha creato il mondo¸ come diceva il prologo che abbiamo letto domenica scorsa¸ ha seminato la sua presenza e frammenti o cenni della sua esistenza un po’ dappertutto: “Era nel mondo perché il mondo fu fatto per mezzo di lui”. Allora si deve supporre che dappertutto ci possano essere richiami che¸ qualche volta¸ grazie a questa fortunata interpretazione possono condurre a Gesù Cristo¸ colui che si è manifestato in Israele ed al quale noi abbiamo creduto ma che vuole essere luce ed aiuto per tutti gli uomini. Quali siano i mezzi che conducono a lui vanno sempre apprezzati in maniera positiva. E questo è il primo insegnamento che si può ricavare dalla fiaba e poi c’è tutta un’altra serie di insegnamenti che sono stati valorizzati soprattutto nel medioevo. Questi magi sono evidentemente dei sapienti ma sono soprattutto delle persone ricche¸ vengono infatti con dei doni preziosi e portano incenso¸ mirra (le spezie allora erano quasi tanto preziose quanto l’oro) e¸ secondo il testo¸ Giuseppe e Maria li accettano e questo incontro di Gesù con la ricchezza è interessante. Gesù è povero ma qui incontra dei ricchi che non vanno condannati perché sono venuti ad adorare il povero¸ non ce ne sono molti¸ devo dire¸ specialmente secondo il pensiero di Luca¸ di ricchi intelligenti perché¸ secondo Luca¸ il ricco si istupidisce a forza di pensare alle sue ricchezze ma questa è un’idea di Luca. Questi sono i ricchi intelligenti¸ sono i ricchi i quali sanno riconoscere il valore e la dignità che ci possono essere nel povero. Addirittura loro intuiscono che in questo povero bambino che non è in miseria però certo non è ricco come loro¸ ci può essere la presenza di un mistero celeste o divino e gli portano i doni. Sono dei sapienti che sanno amministrare le ricchezze. Erode¸ invece¸ anche lui è ricco¸ molto più ricco dei magi¸ gli antichi lo sapevano¸ i lettori di Matteo sapevano che Erode era stato un costruttore di edifici magnifico¸ splendido¸ non solo il tempio di Gerusalemme¸ aveva costruito stadi ad Atene¸ in altre cittภera un ricco ben noto nel mondo antico. Ma Erode non è il ricco stupido¸ è il ricco cattivo¸ il ricco ansioso che teme che gli portino via il suo potere e le sue ricchezze¸ allora inganna. Nei magi c’è il cuore limpido¸ semplice. Sono venuti da lontano con la carovana¸ hanno viaggiato comodi ma vengono ad adorare il bambino. Erode chiede di avere l’informazione esatta¸ finge di volerlo adorare¸ ma poi sappiamo del racconto che segue¸ sperando che anche quello sia una fiaba e non siano morti troppi bambini innocenti. Sappiamo che lui viene perché vorrebbe uccidere questo presunto rivale e questa è l’ottusità non soltanto del ricco ma di chi ha il potere e non capisce a che cosa il potere dovrebbe servire. Io penso che quando nel medioevo l’adorazione dei magi veniva raffigurata dappertutto¸ specie all’esterno delle chiese¸ è uno dei temi più presenti nell’arte nel medioevo¸ forse un modo per dire: “Voi che comandate imparate ad essere intelligenti come i magi”. Non si pretendeva un’uguaglianza nel senso che tutti avessero più o meno un reddito simile¸ ci si rendeva conto che forse l’organizzazione della vita può anche andare bene con alcuni ricchi che hanno molto ed altri che hanno molto meno purché i ricchi siano intelligenti e si rendano conto della presenza dei poveri attorno a loro¸ che li vadano a trovare con rispetto. Oggi la società ha altri ideali¸ altri modi di aspirare ad una giustizia e ad una uguale o quasi uguale distribuzione dei beni ma al di sotto¸ quando si toccano le corde dello Spirito e non le tecniche di organizzazione sociale¸ la figura dei magi è ancora un esempio di nobiltภnobiltà d’animo oltre che di razza. Allora diventa¸ un po’ come nelle fiabe¸ il personaggio simbolico che dice: “Ci fossero governatori cosí¸ ci fossero sempre ricchi cosí¸ non come Erode¸ ma come questi sapienti venuti dall’oriente”. Come se fossero venuti da un mondo lontano¸ antico¸ dove ancora regna l’intelligenza¸ l’onestà.¸ la saggezza. Era un po’ quella attesa messianica¸ di cui avevamo parlato all’inizio di questo periodo natalizio¸ che veniva proiettata sui magi¸ anche loro in fondo partecipavano alla speranza di qualcuno che mette in mostra come si può essere giusti¸ buoni¸ santi¸ provvidenti e non ci si perde niente. Quando i magi si inchinano davanti a Gesù e gli danno i loro doni diventano ancora più nobili e grandi. Ecco tutte queste allusioni¸ questi insegnamenti¸ queste utopie¸ se volete¸ proprio come accade molte volte nelle fiabe¸ nelle favole¸ le Cenerentole¸ erano un modo in cui nel medioevo si cercava di proiettare su questo racconto il sogno di un mondo migliore. Voi avete notato che tutte le volte che si leggono le preghiere dei fedeli sul foglietto¸ la seconda o la terza è indirizzata “per coloro che ci governano¸ per quelli che hanno responsabilità…”. Preghiamo! La nostra preghiera è fatta con termini più moralistici ma¸ in realtภquello che coltiviamo nel cuore è che ci siano persone che assomigliano sempre di più ai magi e sempre meno ad Erode.