» Home » Domande - Risposte   » Libro deglio ospiti    » Contatti  
Omelia XX Domenica Tempo Ordinario - Anno A del 17 agosto 2008

Questo episodio è presente anche nel vangelo di Marco¸ non è presente nel vangelo di Luca e questo è strano perché Luca avrebbe¸ secondo i luoghi comuni¸ di quando si parla di lui¸ Luca avrebbe simpatia per le donne¸ ed è anche vero¸ però la bella figura fatta da questa donna non la racconta¸ ma forse soltanto perché temeva che il suo libro diventasse troppo lungo e poi Luca è anche il grande difensore della conversione dei non ebrei. Eppure questo episodio¸ che pure è la prima non ebrea o l’unica non ebrea¸ si può discutere sul sordomuto che segue e che non si legge quest’anno¸ che si è convertita o quasi¸ è strano che in Luca non ci sia nulla di questo. Ma¸ ripeto¸ si può anche spiegare con il suo desiderio di non allungare troppo il vangelo che è già il più lungo dei tre sinottici. E’ un brano interessante per molti motivi e il testo di Marco lo è ancora di più di quello di Matteo¸ devo dire. Infatti avrò bisogno di qualche piccolo confronto con Marco. Innanzitutto è interessante dal punto di vista della ricostruzione di alcuni particolari storici riguardanti la vita di Gesù¸ per esempio il fatto che a quel tempo si poteva transitare da una regione all’altra anche se il governo era differente perché la Galilea era nella tetrarchia di Erode Antipa¸ vassallo dei romani ma in fondo sovrano indipendente che poteva riscuotere tasse¸ dazi¸ pedaggi. La zona di Tiro e di Sidone faceva parte della provincia romana di Siria e¸ quindi¸ si entrava nel territorio direttamente governato dall’impero. C’erano posti di frontiera¸ si pagavano dogane¸ si transitava liberamente? Gesù ed i suoi discepoli erano al corrente di queste cose? Avevano eventualmente da pagare il pedaggio? Tutte cose che non si sanno ma che sarebbe interessante potere ricostruire. Poi arriva una donna cananea e Marco dice “Una donna greca di origine siro – fenicia”. E’ più preciso di Matteo¸ a Matteo interessano la teologia e le catechesi quindi non si occupa di questi dettagli. Cosa vuol dire “Una donna greca di origine siro – fenicia”? Siro – fenicia equivale più o meno a cananea¸ vuol dire che parlava greco. Allora Gesù e la donna in che lingua parlano? Gesù sapeva il greco? Era capace di cogliere e di esprimere in greco proverbi? Perché qui non è semplicemente il parlare¸ qui si tratta di giocare sulle parole: i cagnolini¸ le briciole. Con la vostra conoscenza delle lingue decidete in quale lingua siete capaci di colpo a parlare di briciole che cadono sotto la tavola. The scrumbs¸ mi sono preparato prima io per l’inglese¸ i cagnolini...interessante. Anche perché in greco briciole e cagnolini si assomigliano¸ hanno un suono simile. Sarebbe interessante¸ infatti molti storici pensano che Gesù¸ magari non alla perfezione¸ parlasse greco. E questa è semplicemente storia. Poi c’è la frase di Gesù perentoria: “Non sono stato inviato che alle pecore perdute della casa di Israele - quindi i pagani non mi interessano”. E come mai i suoi discepoli pochi mesi dopo la risurrezione predicano anche ai non ebrei? Che cosa è successo? E’ vero che Gesù disse questa parola? Di questo modo di parlare di Gesù si sono appropriati¸ per esempio¸ molti studiosi ebraici dicendo: “Gesù era dei nostri¸ è sempre stato ebreo¸ soltanto ebreo¸ interessato agli ebrei. Voi cristiani avete inventato un Gesù diverso da quello reale e storico”. E da quando in qua le bugie si impongono e durano per duemila anni? Cosa è successo perché Gesù diventasse non il salvatore degli ebrei ma il salvatore universale? Non è facile spiegare come mai uno al quale gli ebrei non hanno creduto suscita in alcuni predicatori il coraggio di proporlo a dei non ebrei che non ne sanno nulla e¸ cosa ancor più sorprendente¸ molti di loro ci credono. Sono stupidi? Sono ingenui? Sono fanatici? E la faccenda cresce¸ cresce¸ dura. Non è cosí facile spiegare la diffusione del cristianesimo tenendo conto di questi dati di fatto che ci sono nei vangeli. E queste sono tre piccole curiosità di tipo storiografico alle quali però¸ come sempre¸ desidero che voi vi abituiate perché¸ come sapete¸ oggi la ricerca degli storici ed il dibattito sui modi di ricostruire la storicità dei fatti è molto vivo e quindi è giusto esserne informati e devo dire che mi pare venga condotto in maniera molto onesta e senza pregiudizi anche da parte di coloro che negano alcuni aspetti¸ cioè è un dibattito che si sta svolgendo in maniera corretta¸ secondo me. E adesso veniamo¸ invece¸ ad un altro punto che è più di tipo più religioso – teologico. Visto che abbiamo parlato male di Pietro e parlato bene della Madonna¸ qui abbiamo un’altra figura¸ un altro tipo umano molto interessante: questa donna che dibatte con Gesù¸ ribatte a quello che Gesù ha detto e¸ per carità non fatemi dire delle cose che poi mi denunciano per irriverenza¸ questa volta è Gesù¸ non posso dire che fa la figura dello ... è Gesù che viene sconfitto dalla battuta della donna e cede. Gli ebrei chiamavano cani i pagani e siccome si trattava di una bambina si usa il diminutivo “cagnolini”. Quindi Gesù è presentato come una persona che usa la scortesia ebraica nel chiamare cani i pagani però¸ tenuto conto che si trattava di una bambina¸ usa cagnolini e quella ribatte¸ con un’intelligenza che spiazza Gesù il quale alla fine dice: “La miseria!”. Marco lo dice meglio di Matteo perché dice: “Per questa tua parola avvenga come vuoi tu”. Matteo che è ieratico si limita a dire: “Davvero è grande la tua fede¸ ti sia fatto come desideri.” Ma il testo di Marco¸ più incisivo¸ è quello che vi ho citato: “Per questa tua parola avvenga come vuoi tu” cioè cede. E’ curioso questo¸ rientra in quell’insieme di piccoli indizi che come in un difficile mosaico devono¸ e di nuovo ritorno sul livello storico¸ devono aiutarci a ricostruire il modo con cui Gesù può essere apparso ai suoi contemporanei ad incominciare dai suoi discepoli. Sono tratti di una personalità che ha vissuto delle vicende estremamente verosimili in maniera non come la fa diventare Matteo ieratico – solenne – imperturbabile. E l’immagine di questa donna che riesce ad ottenere il favore ... Notate che fra l’altro il racconto è ben fatto anche in Matteo perché la donna non chiede la guarigione dice solo: “Pietà di me¸ mia figlia è crudelmente tormentata da un demonio” e poi aggiunge la seconda volta: “Signore¸ aiutami”. Non dice: “Falla guarire”. E’ interessante perché è una specie di guarigione richiesta tra le righe¸ ovviamente¸ ma di una capacitภse volete di una furbizia¸ oppure di una delicatezza nel chiedere. Tant’è vero che qualcuno ha pensato: “Questa donna è una donna colta¸ istruita¸ probabilmente è una signora magari anche ricca”. Ma anche questo è oggetto di eventuali ricerche. E poi ha la sua battuta geniale che¸ se ci pensate bene¸ è come se questa donna avesse detto: “Ah¸ tu parli in parabole¸ sono capace anch’io di continuare la parabola: anche i cagnolini mangiano sotto la tavola le briciole che cadono”. In questo qualche pittore alla Veronese ha indovinato a mettere i cagnolini sotto la tavola o a mettere sempre animali nelle scene dove c’è Gesù per dire che loro conoscevano il vangelo e lo valorizzavano anche cosí. Ma è una scena domestica¸ capite¸ però di un pranzo in casa di ricchi perché dove ci sono cagnolini¸ briciole vuol dire che si mangia con abbondanza. E non aggiunge niente perché parla anche lei in parabole¸ direi che è la prima teologa che si incontra nella storia del cristianesimo la quale ad una frase di Gesù di tipo teologico “Non sono mandato che per le pecore perdute” l’idea del pastore – pecore “della casa di Israele” parla da rabbino e lei parla da signora che dice: “Sí¸ ma non è completo il tuo discorso” e si potrebbe tradurlo in tanti modi: “C’è umiltà fra i pagani che si accontentano delle briciole. Voi israeliti siete cosí bravi che basta una sola briciola di quello che voi avete per aiutare noi poveri pagani”. E’ come se la donna con questa parola ampliasse l’orizzonte di pensiero che è espresso nella frase di Gesù. In un certo senso Gesù¸ come dicevo¸ si trova spiazzato¸ ha trovato una persona che è andata più a fondo nella questione di lui stesso e lui accetta la sconfitta. Qui dice bene¸ scusate se lo ripeto¸ Marco: “Per questa tua parola” cioè “D’accordo¸ succeda quel che vuoi tu¸ non quello che voglio io” e rinuncia ad un suo principio. Io non so che cosa c’è di veramente accaduto ma gli evangelisti sono cosí imbranati nello scrivere che difficilmente saprebbero inventare delle cose cosí fini. Allora¸ di nuovo¸ ribalto sullo storico¸ che poi è il fondamento della fede e della teologia: che tipo di uomo sarà stato Gesù? Sarebbe bello pensare che Gesù era capace di accettare una persona che vince la sua tesi con una battuta intelligente e dice: “D’accordo¸ ha ragione lei”. Ed è curioso che Matteo questa che Marco chiama parola la chiama fede ed allora io dico a voi: ma la fede è forse soltanto quello che noi con finta devozione diciamo ... oppure quello che ieri l’altro ho attribuito giustamente a Maria cioè la sottomissione alla volontà di Dio? Quella è certamente fede ma adesso¸ leggendo questo brano¸ mi rendo conto che fede è anche il ragionamento¸ la ricerca di un’altra soluzione¸ il dibattito¸ la proposta di una alternativa cioè che la fede è intelligenza¸ ricerca¸ interrogazione. Che è fede anche ribattere¸ che è fede anche dire: “Hai detto bene ma non hai detto tutto” quindi la fede è anche progresso nella fede¸ è ipotesi e proposta teologica che può risultare sbagliata ma può anche risultare più giusta di una posizione precedentemente ritenuta immutabile. La fede è vita¸ la fede è essere persone sveglie. E dopo aver detto tante cose serie concludo con una battuta schiocchina¸ si vede che è l’estate dello sciocco questa. Mi piacerebbe che qualche esperto di dialetto cremonese mi spiegasse da dove viene l’espressione che adesso dirò e che secondo me è quella che se Gesù fosse cremonese avrebbe detto: “Che can de l’ostis chela dona chi!” Visto che si parla di cani da dove viene can de l’ostis che indica una persona la quale ti fa arrabbiare perché ti scavalca ma che non cessa di esserti simpatica per cui sei costretto a cedere perché dici: “La miseria¸ can de l’ostis!”. Ecco¸ la Cananea è una can de l’ostis.