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Omelia PENTECOSTE A del 11 Maggio 2008

Nella nuova traduzione che avete sul foglietto l’ultima frase è diversa: usa il verbo perdonare e¸ sarò presuntuoso ma secondo me è una traduzione facilitante¸ non fedele e sostanzialmente sbagliata¸ andava mantenuto il testo di prima che è quello che io ho letto con il verbo rimettere e con la finale che non è “A chi non li rimetterete non saranno perdonati” ma “A chi non li rimetterete resteranno non rimessi”. Su questa formulazione dell’ultima frase di Giovanni la teologia recente ha costruito¸ forse sbagliando¸ una particolare ipotesi teologica sulla possibilità che quando la Chiesa non assolve una colpa¸ questa colpa resta ecclesiasticamente non rimessa¸ perché si lascia a Dio la possibilità e il diritto¸ se vuole¸ di perdonarla. Cioè la frase di Giovanni darebbe¸ questa è una parentesi poi passo alla vera predica¸ agli apostoli un potere di giudizio sulla remissione dei peccati. In caso positivo quando la Chiesa perdona Dio sottoscrive e condivide il perdono. Quando la Chiesa ritiene di non poter perdonare¸ il verbo usato da Giovanni è rimettere¸ un verbo leggermente diverso¸ significa trattenere la parola di Giovanni¸ quando la Chiesa ritiene di dover sospendere¸ di non essere autorizzata¸ di non sentirsi legittimata a dire che il peccato è annullato¸ il peccato rimane in sospeso¸ cioè non annullato dalla Chiesa. Dio è al di sopra della Chiesa. Questa è un’ipotesi teologica¸ per caritภun arzigogolo teologico¸ se volete¸ fondato sulla forma particolare della frase greca di Giovanni che è diversa dalle altre frasi nella quali si parla di “perdonare in terra¸ perdonare in cielo”. E per rispettare queste diversità la vecchia traduzione aveva lasciato questa formula¸ non elegante linguisticamente ma fedele all’originale: “resteranno non rimessi”¸ cioè restano lí perché la Chiesa non è autorizzata¸ non si sente giustamente autorizzata a perdonare. E l’interesse di questo piccolo particolare rimane¸ nonostante la nuova traduzione ne abbia soppresso l’indizio che era presente nel testo del Vangelo che avete letto. Detto questo¸ come informazione¸ diciamo due parole di riflessione più importanti sullo Spirito Santo. Lo Spirito Santo¸ come immaginate dal momento che avete una giusta fede cristiana¸ non è altro che un modo di essere dell’unico Dio¸ perchè Dio è uno solo e nel modo di parlare della Bibbia¸ si usa l’espressione Spirito Santo¸ Spirito Santificatore¸ Spirito di Santità tutte le volte che si parla di Dio che fa esistere il mondo¸ lo mantiene in vita¸ lo purifica¸ lo sostiene¸ ne rimedia i mali. In altri termini Spirito Santo è il nome di Dio che agisce nel mondo. Che agisce nel mondo all’interno delle sue creature come colui che le conosce¸ dà loro la vita¸ le purifica¸ le cura¸ le risana. Questa idea di Spirito Santo equivalente a “Dio nelle cose” e ovviamente soprattutto nei viventi¸ uomini e animali¸ ma anche in tutto il cosmo¸ è un’idea che è già presente nell’A.T. non in molti luoghi¸ però è presente qua e là nell’A.T. Direi meno esplicitamente nel Nuovo¸ che non interessa molto della natura¸ mentre l’A.T.¸ qualche volta¸ se ne interessa di più. D’altra parte l’A.T. comprende sei¸ sette secoli di produzione letteraria ed è ovvio che in un periodo cosí lungo¸ alle volte emerge l’interesse per l’uomo¸ alle volte l’interesse per la vita politica dell’uomo ed altre volte l’interesse per la natura. I pochi versetti del salmo che avete recitato sono parte di un salmo che è lungo ed è tutto dedicato ad esaltare la presenza di Dio in tutti gli elementi della creazione. Noi ne abbiamo letto pochissimi versetti. Anche qui io discuterei sull’ intelligenza della traduzione. La parola ebraica è una sola per indicare il vento¸ la tempesta¸ la burrasca¸ il soffio¸ il respiro. E’ vero che si può tradurre¸ come fa adesso la nuova traduzione: “Togli loro il respiro¸ muoiono e ritornano nella polvere¸ mandi il tuo Spirito…”. E’ la stessa parola in ebraico. O dici “Mandi il tuo respiro” oppure¸ come diceva la vecchia traduzione “Togli loro lo Spirito muoiono e ritornano nella polvere¸ mandi il tuo Spirito sono creati e rinnovi la faccia della terra”. Da cui derivava il famoso versetto della vecchia liturgia “Emitte Spiritum tuum et creabuntur¸ et renovabis faciem terrae”. Io capisco che le parole cambiano significato a seconda del contesto. Però probabilmente quello che l’antico testo vuol dire è che il respiro che tiene in vita le creature è a tal punto un dono di Dio che può essere chiamato con la stessa parola della vita divina che è Spirito. Questo riconoscimento che se c’è vita nel mondo è perché Dio l’ha voluta e la sostiene è l’interpretazione teologica¸ anche nel nostro mondo contemporaneo¸ più interessante perché laddove la scienza¸ giustamente¸ dove c’è la vita dice semplicemente: “C’è la vita¸ è un dato di fatto e io lo studio e non vado oltre”¸ il credente ha diritto di dire: “E’ giusto¸ fai bene a non andare oltre¸ anch’io come scienziato non vado oltre”. Ma nella mia riflessione di credente¸ di uomo religioso¸ io so che questa vita è un dono dell’autore di tutto. E io riconosco che se c’è vita è perché Dio è Spirito¸ cioè è perché Dio ha creato cose destinate anch’esse a vivere¸ ad evolversi sempre più¸ tanto che una volta che hanno raggiunto quel culmine della vita che noi conosciamo sul nostro pianeta¸ su altri ci saranno altre forme di vita¸ che è l’uomo¸ Dio manda il suo figlio perché quest’uomo possa riconoscere più facilmente che tutto viene da Dio¸ che tutto tornerà a Dio e che lo Spirito dell’uomo non cesserà mai di esistere a differenza di quello degli animali. Tutte queste allusioni teologiche che sarebbero quanto mai opportune in un mondo come il nostro il quale giustamente distingue tra la visione laico – scientifica delle cose che non deve nominare Dio e il dovere¸ più che il diritto¸ del credente di nominare Dio¸ non quando esercita un compito scientifico ma quando prega¸ quando valuta le cose con la totalità del suo essere. Dio Spirito significa che tutto viene da lui¸ come dice il salmo “Sia per sempre la gloria del Signore¸ gioisca il Signore delle sue opere perché tutto quello che esiste è animato da Dio Spirito”. Dire Pentecoste e dire Spirito Santo significa anche questo: riconoscere che anche attraverso Gesù¸ soprattutto attraverso Gesù¸ abbiamo avuto conferma che è vero quello che l’A.T. aveva intuito. Dio è Spirito che significa Dio è dappertutto¸ Dio è dentro le cose¸ Dio è sostegno e fonte di vita. E questo è semplicemente il livello¸ direi¸ naturalistico delle cose che però in un’epoca la quale anche dal punto di vista puramente razionale si rende conto di dover proteggere questa meraviglia che esiste che è il mondo¸ mi pare giusto che i cristiani che partono dalla Bibbia possano accodarsi a tutti coloro che vogliono difendere l’ecosistema perché loro sanno che è lo Spirito di Dio che essi venerano quando rispettano la natura e quando cercano di fare in modo che la molteplicità di esseri che Dio ha fatto esistere non venga rovinata da interventi scriteriati dell’uomo pretenzioso e ignorante. Solo l’evoluzione¸ come Dio ha voluto che fosse¸ ha diritto di sopprimere¸ trasformare¸ far scomparire una specie. L’uomo stia attento a non mettere il naso dove non è capace di intervenire per la sua ignoranza. Se è sicuro tenti¸ ma con molta cautela e paura. E’ quello che dicono gli ecologisti oggi. Noi purtroppo arriviamo sempre in ritardo ma è giusto che anche se arriviamo in ritardo ci accodiamo e portiamo i nostri elementi positivi a sostegno di questa sensibilità che anche il laico ha scoperto da solo. Dicevo¸ il N.T. non si occupa molto del Dio Spirito nella natura anche se è vero che Gesù¸ scegliendo come parabole per parlare di Dio semplici elementi della vita naturale¸ in fondo conferma che lo Spirito lo si può trovare anche nel seminatore¸ nella pecora¸ nel pastore¸ nel lievito che fa crescere la farina cioè nella realtà del mondo. Purtroppo è già passato il tempo della predica ma la continuerò domenica prossima perché la celebrazione della Santissima Trinità permette ancora di continuare a parlare dello Spirito. Dico solo che c’è un’altra cosa importante¸ questa tipica del N.T.¸ che dice che cosa fa Dio Spirito. La dico in maniera brutale¸ anche se dopo andrebbe spiegata meglio. Il Dio Spirito¸ che ha fatto esistere tutte le creature grazie all’amore che Dio ci ha manifestato in Gesù Cristo¸ fa esistere una nuova realtà che serve per il risanamento di tutti gli errori commessi dagli uomini. Questa realtà si chiama Chiesa. Chiesa nel senso più ampio del termine. Chiesa non significa il Vaticano¸ come non significa un’altra sede di un’autorità religiosa. Chiesa significa un nuovo modo di vivere da uomini che cerca di riconoscere le intenzioni di Dio nel far esistere il mondo. Cerca di riconoscere¸ di lasciarsi guidare da Dio Spirito¸ che è già nelle cose¸ ma che Gesù Cristo¸ venendo¸ ci ha aiutato a rintracciare dove veramente sia e che cosa veramente suggerisca di fare. E se noi avessimo tempo di raccogliere dal N.T. tutto quello che si attribuisce allo Spirito¸ tutto quello che lo Spirito farebbe troveremmo un elenco di elementi che descrivono che cosa dovrebbe veramente essere la Chiesa. Nel vangelo di oggi c’è una cosa interessante¸ anche se un po’ rigida¸ quella che ho spiegato all’inizio. “Con la forza dello Spirito rimetterete i peccati”. Cosa vorrà dire rimettere i peccati? “E se qualche volta non ce la farete¸ resteranno non rimessi” ma¸ direi¸ in un certo senso¸ pur non essendo rimessi¸ bloccati. Bisogna cambiar parole¸ bisogna trovare metafore per capire tutto questo¸ ma è chiaro che questa è una prima cosa che fa esistere un cambiamento radicale nell’umanità. Preoccuparsi di una cosa che tutti gli uomini intuiscono che c’è e la chiamano con diversi nomi¸ ma che va definita meglio perché il peccato rovina tutto. Che cos’è il peccato? Un altro tema che è appena accennato è quello della prima lettura: lo Spirito insegna a parlare. Quanti benefici e quanti danni fanno le parole. Ci sono proverbi¸ ci sono frasi celebri le quali esprimono il concetto che non è vero che ne uccide più la spada¸ ne uccide più la parola. Quanto danno fanno le parole sbagliate¸ le definizioni ingannevoli¸ le parole che distolgono dalla verità. Invece di parole dite cultura che è semplicemente un concetto che ingloba la parola ed è più ampio. Lo Spirito è Dio che risana le culture dall’interno perché c’è dappertutto. Dio non abbandona le creature. E¸ accanto a questo¸ tante altre cose di cui forse qualcuna riusciremo a dire domenica prossima. Alla fine la formula sintetica dice: “Lo Spirito Santo fa degli uomini un popolo radunato nell’amore che Cristo ci ha fatto conoscere”. Parola più sintetica: lo fa diventare Chiesa¸ assemblea di uomini riunita da Dio nella verità e nell’amore. Perché questa è la definizione della Chiesa nella sua realtà autentica¸ non semplicemente nel modo di apparire di qualche sua istituzione. E’ la comunità degli uomini i quali riconoscono che Dio è Spirito. In questo senso è giusto dire che tutto il mondo dovrà diventare Chiesa¸ che non significa Chiesa cattolica¸ tanto meno significa Vaticano ma significa comunità di uomini che vivono grazie a Dio nella verità e nell’amore.