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Omelia XIV DOM. T.O. C del 8 Luglio 2007

Questo brano di vangelo¸ apparentemente facile¸ è in realtà uno dei più complicati e non abbiamo né tempo né possibilità di esaminare tutte le complicazioni. Intanto¸ il consiglio che vi do è¸ se avete voglia e tempo¸ di leggere di seguito sul vangelo questo brano¸ dopo quello di domenica scorsa dove c’erano i seguaci che venivano messi in guardia dalla difficoltà di seguire Gesù¸ e leggere anche le parti che sono saltate nel taglio liturgico. E poi continuare a leggere anche il piccolo brano successivo perché probabilmente¸ siccome questa è una sezione costruita da Luca che non ha veri paralleli¸ se non in piccole frasette in Matteo e Marco¸ probabilmente va valorizzata la complessa sezione¸ come Luca l’ha imposta¸ perché ci sono evidentemente dei collegamenti o delle coordinazioni tra una parte e l’altra del testo che non sono facili da individuare. Ognuno di voi è libero di vedere quello che a lui pare meglio vedere. Perché probabilmente questo¸ nonostante le apparenze¸ è un brano prezioso per cercare di ricostruire come Gesù pensava il tipo di missione per la quale era stato mandato¸ direi la sua psicologia di missionario. Cosa pensava di poter ottenere con la sua presenza¸ la sua predicazione¸ i suoi gesti. Perché¸ per esempio¸ dopo le parole “Vi dico che Sodoma in quel giorno sarà trattata meno duramente di quelle città” il testo riporta le due maledizioni che ci sono anche in Matteo contro Betsaida e Cafarnao che contengono la frase “Se a Sodoma fossero stati compiuti i prodigi che sono stati compiuti in te¸ già si sarebbero convertiti”. Cioè due città vengono praticamente maledette perché Gesù constata che le guarigioni là operate non hanno ottenuto nessun effetto. E’ interessante vedere che il vangelo ci presenta un Gesù il quale constata il fallimento parziale¸ locale¸ ma il fallimento¸ e si sfoga dicendo: “Meritate soltanto castigo perché le città del male per eccellenza¸ che sono Sodoma e Gomorra¸ se avessero visto quello che è avvenuto tra di voi si sarebbero convertite”. E’ curiosa questa idea di Gesù che prende atto di una débacle nella sua missione. E poi è anche interessante la parte finale¸ che non viene letta domenica prossima¸ viene saltata¸ perché dopo che ha detto ai discepoli “Non rallegratevi perché i demoni si sottomettono a voi¸ rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli”¸ il testo continua dicendo che Gesù stesso esultò nello Spirito Santo e disse… Quindi c’è un parallelismo tra il rallegrarsi dei settantadue e Gesù che alla conclusione della loro missione si rallegra nello spirito e dice quelle parole che ci sono anche in Matteo “Benedetto Padre perché hai nascosto queste cose ai sapienti ed agli intelligenti e le hai rivelate agli umili¸ nessuno conosce il Padre se non il Figlio¸ nessuno conosce il Figlio se non il Padre”. Come se ci fosse una specie di riflessione interiore che Gesù comunica nel testo. E io non so dire altro ma vorrei che tutti noi¸ a cominciare da noi preti¸ imparassimo a prendere più sul serio quello che il vangelo non è che lo nasconde volontariamente¸ ma quello che di profondo il vangelo contiene al di sotto di un’ apparente¸ superficiale presentazione facile delle cose. E¸ qualche volta¸ è proprio il collegamento fra gli episodi quello che permette di riflettere su questi temi importanti. Voi capite che se il Gesù del N.T. è presentato come il Figlio di Dio¸ certamente¸ che è venuto sulla terra con divina potenza ma prende atto che neppure lui riesce a convertire tutti¸ allora voi capite che sotto questo si nasconde una riflessione molto onesta sul mistero del male¸ sulla libertà di rifiutarsi¸ sul modo con cui Gesù concepisce l’agire di Dio¸ che offre dei segni ma non costringe¸ minaccia reazioni di castigo. Voi capite che c’è quella che si chiamerebbe una teologia. Non bisogna¸ lo so che la mia è un’esortazione molto generica ma siccome tutti dicono che il periodo della vacanze potrebbe anche essere quello della preghiera e della meditazione¸ io vi consiglio: provate a leggere per vostro conto e cercate di ricostruire¸ voi con la vostra sensibilità: ma perché Gesù ha detto cosí? Cosa avrà provato quando si è accorto che a Cafarnao e Betsaida nessuno rimaneva impressionato? E i discepoli invece sí¸ tornano pieni di gioia. Anche qui¸ in un certo senso però li mette in guardia e poi si rallegra perché almeno i piccoli credono. Tutto questo specialmente¸ l’ho già accennato altre volte questo¸ nel desiderio oggi presente anche nella cultura laica di ricostruire quello che Gesù storicamente fu¸ per quanto è possibile¸ e tutte queste sono cose che interessano tutti noi. Vanno fatte con molta cura… Qualche volta anche degli studiosi che si sentono di scrivere un libro¸ e poi il libro viene venduto in migliaia di copie¸ sono abbastanza superficiali nel valutare il senso profondo del vangelo¸ e il vangelo¸ anche da parte di queste brave persone¸ viene a volte considerato un libro facile che si capisce a prima vista e ci si mette molta più attenzione nel cercare di capire Molière¸ Omero¸ Dante¸ non parliamo di Goethe¸ lí si scava in profonditภsi trovano mille cose. Il vangelo viene trattato come un libercolo che si capisce subito quel che dice e spesso si conclude che sono sciocchezzuole. Ora¸ siccome noi viviamo in un mondo in cui appunto c’è questo interesse¸ tutte le librerie hanno il libro di Odifreddi¸ il libro di Augias – Pesce che sono interessanti talvolta però c’è questa mancanza di indagine profonda del testo come se il testo del vangelo non lo meritasse mentre lo merita di più¸ che so¸ l’ “Orlando Furioso”. Ecco¸ ho divagato¸ lo capisco¸ ma è una esortazione generale perché¸ secondo me¸ io vi dicevo la volta scorsa che in questa sezione del vangelo si trova spesso l’incontro di Gesù con persone e si cerca di vedere come Gesù risponde a delle esigenze di uomini e di donne che gli propongono qualcosa¸ come domenica scorsa. Oltre a questo in questa sezione del vangelo c’è anche qualche volta questa specie di autoconfessione di Gesù che lascia trapelare quello che lo angustia. E questo specialmente se lo troviamo in un testo scritto da persone che sono convinte che lui è in qualche modo la stessa cosa che è Dio¸ tutto questo è sorprendente e merita che ci si scavi sotto qualcosa. Detto questo sarebbe forse meglio che finisse qui perché trattare altri particolari del vangelo non si collega con quello che ho detto e finirebbe per allungare troppo la predica. Però almeno una cosa voglio illustrarvela. Tutti sono convinti che quella frase che c’è soltanto qui¸ non c’è né in Matteo¸ né in Marco né in Giovanni “Vedevo Satana cadere dal cielo come la folgore” è certamente una frase autentica pronunciata da Gesù. I criteri con cui gli studiosi dicono quello che è certamente risalente a lui e quello che non lo è sono molto complicati¸ ci vorrebbero due ore per parlarne. Fidatevi questa volta di quello che vi dico io perché è una frase che è cosí difficile da capire quello che vuol dire che si ritiene che sia una frase tramandata. Ha detto cosí¸ chissà cosa voleva dire. Probabilmente per capire qualcosa di questa espressione di Gesù che di nuovo è una confessione¸ dice: “Ho avuto una visione” oppure è soltanto un modo di dire: “Mentre voi eravate in giro¸ io capivo…” E’ un mito quello di Satana che precipita evidentemente però¸ forse¸ per capire quello che vuol dire noi dobbiamo dimenticare che mentre noi siamo abituati dalla tradizione post biblica ad immaginare Satana che¸ alla maniera di Dante¸ sta sottoterra nell’inferno¸ non bisogna dimenticare che per gli ebrei Satana è una figura celeste¸ non sotterranea. Satana è un angelo di Dio ribelle ed anche questo è interessante perché nella concezione del monoteismo ebraico c’è posto per una specie di “collega di Dio” di cui Dio si serve per mettere alla prova gli uomini¸ è il tentatore. Ma non solo nel senso che invita a fare i peccati e le porcherie¸ ma nel senso che mette alla prova¸ sottopone ad esami severi per vedere di che cosa gli uomini sono capaci. Mette alla prova la loro fedeltà a Dio ed allora è Dio che lo incarica di questo. Questa è la concezione ebraica di Satana¸ ebraico – biblica di Satana. Ecco perché nel Padre Nostro giustamente diciamo¸ e non c’è nessun motivo di cambiare¸ “Non ci indurre in tentazione” perché Dio qualche volta dice: “Voglio vedere quella persona fino a che punto arriva”. La parola da cambiare non è “Non ci indurre” ma è “tentazione” che va tradotta con “prova”. “Vediamo se sai guidare la nuova 500. Vediamo se sai comportarti bene con un pagano. Vediamo come rispondi a questa obiezione. Prova da solo¸ arrangiati”. Questa è la prova a cui Dio sottopone i suoi figli perché ha stima di loro. E Satana è semplicemente la professoressa di matematica cattiva che ti dà l’equazione impossibile e ti dice “Risolvila”. Questo Satana che cade dal cielo segna probabilmente nella mente di Gesù la fine di questa epoca di prove e l’inizio di un momento nel quale Dio non sottopone più ad esame¸ ma a coloro che credono¸ dà credito completo¸ non li disturba più. Li accoglie come figli¸ li guarisce perché qualche volta la prova con la quale Satana sottopone le persone¸ pensate al Libro di Tobia¸ è la malattia. “Vediamo cosa fa questo uomo che crede di essere chissà cosa se ad un certo punto è colpito da un dolore inspiegabile”. Cosa salta fuori da quell’individualità colpita dall’umiliazione della malattia? E’ tremendo quando Dio sottopone ad esame¸ sempre secondo la mentalità biblica. Ecco perché a questi signori viene detto: “Andate¸ entrate in una casa a dite <Pace>¸ guarite i malati e poi mangiate”. E’ il dono del riposo¸ della quiete¸ del modesto star bene. Come se Gesù dicesse: “Dio è vicino a noi¸ adesso non è più il severo professore che fa i test e le prove¸ è finita l’epoca della tentazione¸ ditelo anche nella preghiera¸ non sottoporci più a delle prove e liberaci dal maligno¸ da quella professoressa cattiva¸ liberaci da quella paura” come diciamo nella preghiera dopo il Padre Nostro “Liberaci da ogni male¸ dona la pace ai nostri giorni perché saremo liberi da ogni peccato e da ogni turbamento”. Allora questa missione dei settantadue è interpretata nel testo da Gesù in questa maniera “E’ proprio vero¸ adesso il Signore si comporta in maniera più generosa¸ più delicata¸ più umana. Tiene conto di più di prima della debolezza degli uomini¸ il suo regno è in casa vostra. E’ diventata una paternità non più soltanto una sovranità dove devi fare il duello¸ devi vincere la gara¸ devi dimostrare di saper resistere come nei regimi militari¸ come facevano i re dell’antichitภcome nell’Illiade. Adesso Dio è vicino¸ Satana viene mandato in pensione¸ fuori¸ giù in terra. Dire che Satana cade dal cielo vuol dire che non comanda più perché è dal cielo che si comanda. Allora si capisce perché Gesù ai discepoli dice: “Sí¸ d’accordo¸ rallegratevi perché avete vinto Satana ma soprattutto perché adesso in cielo¸ al posto di Satana¸ ci sono i vostri nomi¸ siete diventati figli di Dio. Gesù probabilmente concepisce cosí la novità che lui è incaricato di portare nel mondo. Son tutte cose¸ mi rendo conto¸ molto imprecise¸ che vi ho detto¸ molto sfumate però sono contento di non essere stato capace di dirvi di più perché voglio che ci pensiate voi a queste cose¸ che vi facciate voi. Non abbiate paura di diventare eretici¸ tanto lo siete giภma di farvi un vostro Gesù che vi convinca ma per poterlo fare dovete sfruttare i particolari e cercare di vedere quello che c’è sotto le righe del vangelo che è un testo più profondo di quanto molti pensino.