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Omelia NATIVITA' DI S. GIOVANNI BATTISTA del 24 Giugno 2007

Approfitto della celebrazione di san Giovanni Battista per fare un discorso un pochino più generale che forse non è adatto ad un’omelia perchè è una specie di breve lezioncina ma ritengo che sia comunque utile fare questo discorso. Nel N.T. Giovanni Battista è presentato quasi esclusivamente come il precursore di Gesù¸ nella maggior parte dei testi del N.T. Lo stesso linguaggio di alcuni testi liturgici sottolinea questo fatto¸ per esempio nella preghiera iniziale abbiamo detto che Giovanni Battista era stato mandato a preparare un popolo ben disposto. Nel prefazio sentiremo che Giovanni Battista ebbe la straordinaria avventura di battezzare lo stesso autore del battesimo: ha battezzato Gesù¸ dove si sottolinea che il battesimo di Giovanni era una specie di prova generale¸ una specie di “sotto – battesimo” e che Dio gli concesse il privilegio di battezzare invece il vero autore del battesimo che è Gesù. Ma la tendenza della maggioranza dei testi che esplicitamente parlano di Giovanni è quella di abbassarlo al livello di precursore di Gesù. Queste cose le abbiamo già dette anche altre volte¸ le sapete già. Quello che secondo me è invece necessario ripensare oggi è una riflessione di metodo¸ se volete: gli storici¸ compresi gli storici credenti¸ gli storici cristiani¸ cattolici¸ protestanti¸ ammettono tutti che il N.T. sminuisce l’importanza di Giovanni Battista perché una analisi storica condotta con le capacità che oggi la storiografia possiede¸ anche la storiografia come tutte le altre discipline si è evoluta con il passare del tempo¸ si è sempre più raffinata nei suoi metodi¸ è diventata più curiosa e nello stesso tempo più capace di selezionare il verosimile¸ il plausibile dalle esagerazioni¸ non dico dal falso¸ ma dai condizionamenti culturali che nell’antichità possono avere portato a delle presentazioni idealizzate dei personaggi¸ allora¸ dicevo la storiografia contemporanea¸ compresa quella dei credenti¸ riconosce che Giovanni Battista è stato molto più importante ed incisivo nella società ebraica del suo tempo di quanto i vangeli non vogliano far credere. La prova¸ una delle prove¸ indirettamente si trova nel N.T. perché si racconta che Paolo¸ quando arriva ad Efeso che è in Asia Minore¸ le coste della Turchia che danno sul mar Egeo¸ trova dei cristiani che dicono di adorare Gesù Cristo. Domanda se hanno ricevuto la Spirito Santo e loro rispondono che non sanno neanche che cosa sia lo Spirito Santo ed allora si viene a scoprire che hanno ricevuto soltanto il battesimo di Giovanni. La cosa si risolve: Paolo spiega e li battezza nel nome di Cristo. Tutto questo avviene tra il 52 ed il 55¸ questo significa che 26 – 27 anni dopo la morte del Battista in Asia Minore¸ non in Palestina¸ esisteva ancora una prassi che praticava il battesimo di Giovanni. Questo significa che questo signore aveva inventato una forma religiosa di penitenza dei peccati e di riconciliazione con Dio che si era diffusa anche al di fuori della Palestina¸ tramite i giudei che ci avevano creduto¸ e che 20 – 25 anni dopo viene rintracciata presente da Paolo. Questo vuol dire che è stata una persona importante¸ che ha avuto un influsso molto maggiore¸ non è semplicemente il precursore di Cristo¸ è un riformatore religioso o¸ se non volete la parola riformatore¸ è un esponente dell’ebraismo che ha dato un’impronta che è durata parecchi anni¸ un’impronta che si potrebbe fare l’ipotesi che sia stato il cristianesimo a cancellare¸ riappropriandosi del Battista e riconducendolo a precursore. Sull’articolino che faccio sulla Provincia ho chiaramente scritto che Gesù ha copiato il battesimo da Giovanni Battista¸ non l’ha inventato lui. L’ha modificato¸ il contrario di quello che si dice nel prefazio perché dal punto di vista storico l’autore del battesimo è Giovanni non è Gesù. Gesù eventualmente è colui che apprende¸ modifica¸ trasforma¸ porta a compimento. Ma la prassi battesimale¸ quella che noi stessi adoperiamo¸ è incominciata con il Battista non con Gesù. Tutto questo lo dice lo storico. Il bravo cristiano che ha imparato la sua fede dal catechismo¸ che ascolta il normale modo di predicare¸ segue un’impostazione molto bella¸ ammirevole se volete¸ ma che non va d’accordo con il risultato dell’oggettivo¸ o del tentativo di essere oggettivo¸ della ricerca storica. Fa incominciare tutto da Gesù¸ vede in ogni cosa la mano di Dio che ha fatto succedere queste cose¸ dà una interpretazione diversa di tipo religioso dove tutto viene attribuito ad un disegno soprannaturale di Dio che si manifesta nella storia e dove evidentemente Gesù è il culmine¸ il centro ha il primo posto. Ora tutto questo è anche vero. Se volete questa è la lettura più profonda delle cose. Quella che vede¸ i fatti che lo storico giudica molto più superficiali e banali¸ l’occhio della fede vede una realtà più decisiva¸ più importante¸ più profonda. Il credente capisce che se anche storicamente il battesimo di Giovanni domina su quello di Gesù perché Giovanni ne è stato l’inventore¸ il credente capisce che in realtà il battesimo di Gesù¸ venuto dopo dal punto di vista storico¸ viene prima nel piano di Dio ed ha un valore superiore il che non è altro che la parafrasi di quella frase che intelligentemente il N.T. mette in bocca al Battista: “Dopo di me viene uno che era prima di me”. “Dopo di me viene uno che dal punto di vista esterno¸ da un punto di vista dell’analisi laica¸ profana¸ oggettiva¸ neutrale è inferiore a me¸ viene dopo¸ è un discepolo¸ io sono il suo mentore¸ il suo maestro¸ dice il Battista. Ma¸ in realtภagli occhi di Dio¸ in una verità di livello più profondo di quello della ricerca storica Gesù viene prima di me”. Questa sottile differenza tra ciò che può essere considerato di maggior valore dal punto di vista di un certo approccio di indagine critico – storica e che risulta invece sotto un altro punto di vista¸ in un altro livello di riflessione¸ secondario ed inferiore¸ da un punto di vista di più profonda percezione della realtภè un esempio caratteristico dei due punti di vista¸ dei due livelli di interpretazione delle cose: quello della ragione e quello della fede. Il punto dove volevo arrivare ed il vero motivo per cui ho fatto questa specie di esemplificazione nel dettaglio del rapporto Battista – Gesù era per affermare che la tensione¸ la difficile convergenza tra ragione e fede non riguarda soltanto la scienza e la fede riguarda anche la storia e la fede. Voglio dire: non si può ridurre quel dibattito¸ che oggi è molto attuale anche perché il papa stesso lo tiene continuamente desto¸ non si può ridurre il dibattito sul rapporto ragione – fede al rapporto con la ricerca scientifica intesa come matematica¸ fisica¸ biologia¸ chimica. Anche le scienze umane¸ anche la storiografia¸ la psicologia¸ la psicanalisi hanno un modo di ragionare che si incontra e si scontra con quello della fede e bisogna chiedersi se non sia il caso¸ e questo è l’altro punto ancora più difficile¸ ancora più intrigante¸ se volete¸ di quello che volevo dire¸ se il credente non debba tener conto che anche lui è obbligato a riformulare la sua fede alla luce dei dati oggettivi che gli vengono dalla ricerca scientifica dello storico o dalla ricerca del sociologo o del filosofo che è particolarmente avvertito ed in grado di valutare il modo con cui il filosofo della comunicazione¸ per esempio¸ il quale è capace di analizzare come mai si arriva a certe formulazioni¸ a certi testi¸ a mettere in bocca a personaggi certe frasi¸ per mille ragioni¸ che condizionano e spiegano quella formulazione. In altre parole non si può chiedere soltanto allo scienziato di riconoscere la verità e la validità della proposta di fede¸ bisogna anche chiedere al credente di riconoscere la validità della posizione dello scienziato e il particolare dello storico. Il pericolo è che vivendo in maniera conflittuale questo dibattito storia – fede tutte le due parti si mettono in difesa¸ in situazione difensiva. Lo scienziato teme che il papa – teologo intervenga e continui a suggerire questo rapporto fede – ragione con la segreta intenzione di comandare¸ come facevano i papi nel medioevo. Da parte sua¸ invece¸ il credente vede con sospetto¸ se è un credente sincero e santo¸ vede con sospetto le proposte della scienza e tende a contrapporre una visione religiosa delle cose che ritiene immodificabile¸ cosí come lo scienziato ritiene immodificabile la sua ed allora il dialogo non c’è ma c’è la contrapposizione che è quella che noi vediamo in atto in libri¸ documentari¸ dibattiti¸ conferenze che sono abbastanza frequenti in questi mesi¸ almeno in Italia. Il mio pensiero era¸ e cercavo di vederlo concretizzato nel rapporto Giovanni Battista – Gesù¸ io devo cambiare la mia concezione sul primato di Gesù. Dal punto di vista storico Gesù non ha nessun primato. Nella invenzione del battesimo¸ perché¸ ripeto¸ io sostengo¸ a costo di essere considerato eretico che l’ha copiato e mutuato dal Battista¸ e non spesso sulla base di un mio preconcetto metodo¸ non preconcetto contenuto¸ che tutto è cominciato da Gesù perché Gesù è il principio¸ negare il fatto storico. Come io chiedo allo scienziato qualche volta di mettersi in ascolto della proposta del credente e di ascoltarla con molta attenzione e rispetto¸ cosí io devo mettermi nella condizione di ascoltare con molta attenzione e rispetto quello che lo storico scienziato dice¸ ed eventualmente riformulare la mia nozione di priorità di Gesù Cristo. Lo so anch’io che Gesù Cristo è superiore al Battista ad un livello elevatissimo di interpretazione teologica della realtà. La superiorità teologica di Cristo non equivale alla superiorità storiografica di Cristo. Sempre nel mio articolo¸ di cui non voglio fare propaganda più di tanto¸ ho anche detto in maniera banale che come Gesù ha imparato a parlare aramaico da sua madre¸ cosí può aver imparato dal Battista come si fa a predicare. E questo non va contro la divinità di Cristo va contro un certo modo ingenuo e superficiale di considerare la divinità di Cristo onnipresente ed escludente qualsiasi dipendenza libera e voluta da istruzioni che possono venire dalla storia¸ dalla tradizione. Occorre che noi cerchiamo di rivedere¸ alla luce di questo rapporto¸ il nostro modo¸ alle volte eccessivamente schematico¸ direi perfino qualche volta superficiale¸ di etichettare le verità della fede¸ e una concezione molto riduttiva di quello che la fede dice¸ con degli attributi di immortalitภsuperiorità inarrivabile¸ trascendenza assoluta che devono¸ invece¸ essere rivisti perché possono comporsi insieme elementi che a prima vita sono contraddittori¸ come dicevo prima: “Colui che viene dopo di me in realtภnon storicamente¸ non di fatto¸ non dal punto di vista della cronaca¸ non dal punto di vista didattico¸ non dal punto di vista culturale¸ ma soltanto in una profonda visione teologica¸ è prima di me”.