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Omelia XI DOM. T.O. C del 17 Giugno 2007

Questo brano di vangelo da sempre è una croce per gli interpreti perché la parabola che Luca ha inserito¸ quella dei due debitori ed il conseguente discorso che Gesù fa al fariseo che lo sta ospitando sembra andare in direzione contraria rispetto al resto del racconto che invece dovrebbe commentare perché secondo la parabola prima viene il perdono. I due debitori hanno entrambi un debito¸ uno piccolo e uno grande¸ il padrone condona a tutte e due ed allora¸ dice la parabola¸ quello che ha avuto condonato il debito più grande ama di più e la cosa è di una banalità e di una ovvietà che non ha bisogno di commenti; debito piccolo riconoscenza piccola¸ debito grande riconoscenza grande. Quindi prima c’è il perdono e poi c’è la manifestazione dell’amore. Nel caso invece della donna sembra di capire che è il contrario perché lei viene¸ fa tutta la sua sceneggiata sensuale¸ che Luca si compiace di raccontare con un tantino di compiacenza¸ appunto¸ per questa sensualità un po’ barocca¸ perché per due volte continua a dire che lavava¸ baciava¸ asciugava¸ ammesso che con i capelli si possa ottenere qualche effetto asciugante¸ e poi ancora profumo. Questa donna¸ che devo dire onestamente a me non è simpatica¸ ma questo non significa nulla¸ sono io che non sono giusto¸ questa donna manifesta il suo amore e sembra che Gesù le dica che siccome ha amato molto le viene perdonato perché la frase che dà il perdono viene detta dopo¸ non prima. E’ indubbio che la parabola dice il contrario di quello che dice il racconto. Gli esegeti¸ se voi volete andare¸ andate in biblioteca prendete qualche commento e guardate¸ si sono arrampicati sugli specchi¸ hanno inventato tutte le possibili strategie sintattico – semantiche per riuscire a mettere d’accordo le due parti cioè il racconto della donna con l’unguento e la parabola e nessuno ha ottenuto risultati soddisfacenti perché le due cose sono inconciliabili ed io ho l’impressione che sia tempo perso cercare di conciliarle. La frase su cui si è cercato di arzigogolare per riuscire a mettere d’accordo le due cose è poi una frase anche questa molto ambigua: le sono perdonati i suoi molti peccati perché ha molto amato. Le sono perdonati i suoi molti peccati perché ha dimostrato di amare molto con l’unguento¸ i baci¸ i capelli oppure¸ come qualcuno ha pensato perché c’è sempre qualcuno a cui il libertinaggio piace¸ essendo una prostituta e avendo nella sua vita molto amato le sono perdonati i suoi peccati perché non sono quelli i peccati. Ammesso che quello che fa di mestiere una prostituta si possa chiamare “amare molto”¸ il che mi pare del tutto assurdo¸ non ha nulla a che fare con l’amore la pratica commerciale del sesso¸ già il sesso in genere ha poco a che fare con l’amore¸ a maggior ragione quello delle prostitute¸ quindi mettere in bocca a Gesù una frase scema¸ secondo me¸ sarebbe del tutto fuori posto se quel “molto amato” si riferisse all’attività della peccatrice; e tutto questo conferma che la parabola ed il racconto sono tra loro inconciliabili. In genere i filologi cercano di dire che quel “poiché” sarebbe in greco una congiunzione impropria che starebbe al posto di un originale aramaico per cui bisognerebbe intendere “Le sono perdonati i suoi molti peccati come si evince dal fatto che ha molto amato”. Con tutto questo rimane incongruente il fatto che dopo¸ non prima Gesù¸ le dice che le sono perdonati i suoi peccati. Secondo me¸ posso sbagliare¸ può essere che sia il caldo estivo che mi ottunde la mente¸ ma io ritengo che da un brano come questo non si possa ricavare quasi nulla di interessante per quello che riguarda il rapporto tra perdono dei peccati e riconoscenza¸ amore¸ fede. E’ un brano confuso¸ mal riuscito¸ incomprensibile e secondo me non ci insegna quasi nulla su quello su cui invece noi vorremmo riflettere. Qualche cosina di più si può ricavare dalla prima e dalla seconda lettura¸ anche qui con un certo sforzo. La prima lettura ridotta e tagliata com’è è poco significativa. Si riferisce a Davide che¸ avendo visto dalla terrazza la signora Betsabea che faceva il bagno si è invaghito di lei¸ l’ha mandata a prendere perché lui era il re¸ l’ha messa incinta dopo di che ha fatto in modo che il legittimo marito venisse ammazzato in battaglia dagli Ammoniti perché ha ordinato al comandante delle truppe di mandarlo in prima fila e poi di retrocedere e lasciarlo solo. Questo modo del tutto riprovevole di agire lascia Davide indifferente e questo è il punto su cui¸ forse sbagliando¸ però vorrei porre l’attenzione. Davide non si accorge della cosa indegna¸ mi verrebbe da dire una brutta parola perché si può definire soltanto con una contumelia questo modo di fare di Davide. Già approfittare del fatto che si è potenti per far venire una donna e fare di lei quello che si vuole è una cosa indegna¸ fare in modo di ammazzarle il marito lo è ancora di più. Secondo me la cosa tragica ma seria che c’è nel racconto biblico è che fa capire al lettore che Davide non si rende conto della gravità del suo comportamento vergognoso perché è un comportamento indegno¸ perché come suggerisce il testo¸ il Signore¸ tramite il profeta¸ gli dice: “Ti ho dato la casa del tuo padrone ed ho messo nelle tue braccia le donne del tuo padrone”¸ cioè hai tutte le mogli e le concubine che vuoi¸ perché portar via una bella donna ad un tuo soldato che ha una moglie sola¸ probabilmente perché non ha i soldi per averne di più¸ e poi lo ammazzi. Tutto questo è una cosa che fa schifo ma quello che la Bibbia vuol far capire al lettore è che Davide non se ne accorge perché molte volte i comportamenti vergognosi ed indecenti si insinuano nella vita delle persone ed esse non se ne rendono conto. Questa è¸ secondo me¸ una profonda riflessione sul peccare che la Bibbia ci suggerisce e¸ in parte¸ anche la seconda lettura¸ anche se forza un po’ le cose per dire questo¸ quando nella seconda lettura si insiste nel dire che mediante la legge non si ottiene niente. Le opere della legge non giustificano nessuno e le leggi non ottengono nessuna moralità. Il discorso di Paolo andrebbe approfondito in maniera diversa ma anche questo mi pare che metta in luce l’incapacità dell’uomo¸ moltissime volte in moltissime situazioni¸ di rendersi conto del male che sta facendo e di quanto è grave quello che sta facendo. Che cos’è che può sbloccare la situazione e dare la possibilità di capire¸ di vergognarsi di sé stessi per quel che si è fatto e quindi di aprirsi al pentimento? Che cosa può sbloccare o può illuminare questa ignoranza piatta che non fa capire quanto si sbaglia¸ quanto si è indegni. Secondo il racconto del Primo Libro di Samuele è stata una parabola. Ecco qui il punto. Il profeta Natan va da Davide¸ gli racconta una storiellina: un pover’uomo aveva una sola pecora¸ le era affezionato quasi come una figlia. Un vicino di casa ha un ospite. E’ ricco¸ ha tante pecore ma porta via la pecorella di quello che aveva solo quella per darla da mangiare all’ospite. Sentendo questa storia si risveglia in Davide un senso di correttezza e di giustizia e dice: “Quell’uomo merita la morte!”. E a questo punto incomincia la lettura liturgica: Natan disse a Davide: “Tu sei quell’uomo”. Ecco¸ questo mi pare interessante perché non è la legge¸ non è la teoria ma è l’incontro con un fatto raccontato che risveglia la coscienza. Allora torno alla mia peccatrice che prima ho maltrattato. Probabilmente questa donna vedendo Gesù e¸ possiamo supporre¸ vedendo che cosa faceva e come si comportava¸ ne è rimasta incantata¸ forse se n’è anche innamorata ed ha capito che il rapporto con un uomo di valore¸ con un uomo grande come Gesù può trasformare il tuo modo di giudicare le cose e con i suoi mezzi espressivi¸ che sono quelli di una donna abituata ai cosmetici¸ si butta ai piedi di Gesù e con la sua sensualità esprime il fatto che Gesù le ha fatto capire che la vita è diversa da come lei la stava vivendo¸ che non è un commercio con il quale si campa prostituendosi. Certo le invento io queste cose¸ non sono scritte nel testo¸ ma questo mi pare che sia una similitudine con Davide. Che cos’è che ti fa accorgere che ti stai comportando in una maniera vergognosa? Perchè hai incontrato un uomo fuori dall’ordinario¸ che ha una dignitภuna bontภuna serenità di spirito¸ diverso dal costume consueto. Un uomo che ti affascina ed al quale vorresti esprimere che grazie a lui comprendi le cose. E¸ forse¸ allora prende senso la frase di Gesù. Il fariseo che lo frequenta spesso¸ che non riflette¸ che non ha sensibilità ospita Gesù ma non ha capito chi sta ospitando. Questa donna ha visto che in Gesù c’è una lezione di vita come nella storiella di Natan. Quando Paolo¸ nella Lettera ai Galati dice che la legge non combina nulla¸ non serve a niente ma vedere che Cristo è morto sulla croce¸ questo sí che ti fa pensare. Allora capite che c’è qualcosa di comune in questi testi¸ certo se scaviamo un po’¸ e ci fanno comprendere che la strada per rendersi conto di quanto errori si commettono nella vita non è quella schematica del ragionamento teorico o del pronunciamento legislativo ma è quella dell’osservazione attenta della realtภdella riflessione su comportamenti esemplari e ammirevoli che si vedono in giro in altre persone è cioè l’incontro con qualcosa che improvvisamente ti fa capire che cos’è la bontภche cos’è l’onestภche cos’è la serietà. Cosí è successo a Davide¸ cosí è successo alla donna¸ cosí è successo a san Paolo che credeva di far bene perseguitando i cristiani e nessun discorso teorico l’avrebbe convinto. Gli Atti degli Apostoli¸ in maniera leggendaria¸ dicono che ebbe una visione¸ vide Gesù. Ecco¸ è questa esemplarità di alcune figure umane¸ tra le quali emerge come primaria quella di Gesù Cristo¸ quella che ci aiuta a capire che siamo peccatori e abbiamo colpe di cui non ci accorgevamo neppure¸ e la vita di tutti è punteggiata da queste scoperte. Quanto volte noi ci rendiamo conto che in anni passati abbiamo commesso errori di cui solo adesso ci accorgiamo. La vita è questa storia di progressiva scoperta e quando si fa questa scoperta¸ allora sí che si ha bisogno di avere una parola che dice: “Son contento perché hai capito. Non ne parliamo più perché sei cambiato. Ti perdono¸ vai in pace”.