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Omelia BATTESIMO DEL SIGNORE del 7 Gennaio 2007

TRASCRIZIONE INTEGRALE Omelia 7 gennaio Lo scopo di questa celebrazione¸ che è stata praticamente inventata dalla riforma del Vaticano II¸ sarebbe di ricordare non tanto il Battesimo di Gesù¸ che come vi siete accorti Luca sarebbe ben contento di non nominare neppure¸ tant’è vero che lo riduce ad una piccola incidentale: “Quando tutto il popolo fu battezzato e mentre Gesù¸ battezzatosi¸ stava in preghiera…” e quindi il battesimo di Gesù è nominato del tutto tra parentesi e non ha nessun rilievo nel Vangelo di Luca¸ ne ha di più nel Vangelo di Matteo¸ qualcosina anche nel Vangelo di Marco¸ scompare del tutto nel Vangelo di Giovanni dove non è neanche nominato. Quindi la questione non è il battesimo di Gesù¸ anche se poi i pittori ne hanno fatto quadri dappertutto e non c’è chiesa che non contenga una raffigurazione del battesimo di Gesù¸ ma questa valorizzazione dell’episodio del battesimo di Gesù non è caratteristica delle narrazioni evangeliche¸ ha tutta una storia: ha cominciato a diventare importante alla metà del secondo secolo e poi si è sviluppata in vari modi. All’interno dei Vangeli¸ come ho detto¸ Matteo lo racconta con sufficiente ampiezza¸ Marco lo accenna¸ Luca lo mette tra parentesi ed in Giovanni non si dice che Gesù fu battezzato¸ al contrario si dice che Giovanni battezzava¸ il che è diverso. La cosa è quindi interessante¸ è una di quelle tante cose un po’ intricate che sono la delizia degli esperti di sacra scrittura e che interessano molto meno i fedeli che hanno bisogno di cose più chiare. Ma in tutti i racconti evangelici¸ invece¸ la cosa principale è la voce che viene dal cielo accompagnata dalla visione dello Spirito che scende come colomba. Anche qui ci sono differenze notevoli nei Vangeli perché secondo Marco sembra che sia soltanto Gesù che vede la colomba scendere¸ in Matteo e Luca non si comprende bene se tutti vedono o se soltanto Gesù vede¸ si dice solo: “Il cielo si aprí¸ scese su di lui lo Spirito¸ in apparenza corporea come di colomba¸ e vi fu una luce dal cielo”. E Luca¸ proprio perché desidererebbe essere più preciso storicamente degli altri¸ lascia del tutto impregiudicata ed incerta la cosa: “Chi ha sentito¸ chi ha visto”¸ usando queste forme impersonali. Nel quarto Vangelo¸ che è Giovanni¸ anche lí le cose cambiano perché sembra che soltanto il Battista veda la scena¸ ed anche questo è interessante. Tutto questo sta a significare che in tutta la composizione di questa inaugurazione del ministero di Gesù al cospetto del Battista si vuol dire che è accaduto qualcosa di importante ma la definizione esatta di quello che sarebbe avvenuto non è più possibile perché ogni testo ha le sue particolaritภsottolinea alcune particolari sfumature¸ sembra interessato a dei particolari che a ciascuno sembrano più importanti ed è molto difficile¸ non soltanto definire dal punto di vista storico l’accaduto¸ ma anche cercare di cogliere per quale ragione gli evangelisti sottolineano l’uno o l’altro particolare. C’è qualcosa di comune in tutti ed è la voce dal cielo¸ questa certamente è la parte più importante. L’altro aspetto¸ che pure è presente più o meni in tutti ma che è più difficile da interpretare¸ è il modo in cui viene presentata la discesa dello Spirito Santo con collegamento con l’immagine della colomba. Aspetto questo di cui gli esegeti¸ i commentatori non sono ancora riusciti a trovare un accordo¸ anche qui¸ per definire che cosa simboleggi questa colomba. Luca¸ per di più¸ come avete sentito¸ aggiunge la clausola¸ oscura anche questa¸ “In apparenza corporea” e non si comprende se vuol dire se lo Spirito scese facendosi colomba come in una specie di paradossale “incolombazione” dello Spirito¸ incarnazione dello Spirito nella colomba¸ che a tutti pare una cosa assurda¸ o se Luca voglia dire¸ non riuscendo bene a spiegarsi nel suo greco¸ che lo Spirito Santo scese rendendosi apparentemente visibile in forma di colomba quindi prendendo un’apparenza falsa¸ una apparenza posticcia che aveva la forma di colomba. Ma questa artificiosa e contorta precisazione non si riesce bene a comprendere a cosa miri. Qualcuno dice per presentare la potenza e la presenza dello Spirito come grandemente presente nella persona di Gesù¸ come stabilmente presente¸ una forza non passeggera e saltuaria come in altri momenti. Ma tutto rimane molto oscuro e misterioso. La voce dal cielo è in sé stessa più chiara per chi conosce però il modo di parlare dell’A.T. perché è composta di poche parole¸ ma ognuna delle quali il lettore dovrebbe sapere da che brano dell’A.T. viene¸ e supplire tutta la ricchezza del contesto che ci sta intorno. “Tu sei il mio figlio” sarebbe la formula di incoronazione del re¸ che si trova infatti in alcuni salmi. Il re a Gerusalemme veniva intronizzato con questa formula “Cosí dice il Signore: Tu sei mio figlio” al che si aggiungevano altre cose del tipo “Dominerai da mare a mare¸ sottometterai tutti i nemici”¸ ma la formula basilare¸ come in Egitto¸ era questa “Tu sei mio figlio”. Allora vorrebbe dire che la voce celeste individua in Gesù il re¸ il Messia¸ però c’è in più la parola “prediletto” che non c’è nella formula regale e qualcuno pensa che il lettore che conosce bene la Bibbia dovrebbe ricordare che questa parola è caratteristica della presentazione di Isacco nel suo sacrificio¸ quel famoso legamento di Isacco che anche per i musulmani costituisce la seconda festa principale del loro anno di preghiera e che è stata celebrata da loro pochi giorni fa¸ perché Isacco¸ che il padre lega per prepararlo al sacrificio e lo mette sulla catasta di legna¸ è il prediletto del padre¸ l’unigenito¸ l’amato¸ il preferito¸ La presenza di questa parola allude¸ è una velata profezia della morte di Cristo sulla croce? Tu sei mio figlio¸ l’amato come lo fu Isacco consegnato alla morte e poi liberato dalla morte¸ Isacco per sostituzione del capretto e Gesù Cristo nella risurrezione. Questo modo volutamente allusivo¸ enigmatico serve forse a dire al lettore “Guarda che nella Bibbia ci sono tanti segreti e misteri di cui ti è data una piccola traccia ma che tocca a te andare a scoprire” e le parole finali “In te mi sono compiaciuto” derivano certamente da questi testi che si trovano nella seconda parte del Libro di Isaia e che nell’originaria sistemazione della liturgia venivano sempre usati come prima lettura. Poi si è scelto invece di mettere quella che c’è nel foglietto che non ha nulla a che fare con l’episodio del battesimo e questa è stata una cattiva correzione della riforma liturgica perché una volta¸ nella schema originario¸ si leggeva come prima lettura il capitolo 42 di Isaia che incomincia con le parole “Ecco il mio servo che io sostengo¸ il mio eletto in cui mi compiaccio”. E “In te mi sono compiaciuto” è chiaro che si riferiva a quel testo e quel testo è di particolare importanza e andava mantenuto come prima lettura anche nell’anno in cui si legge Luca invece di sostituirlo con il testo che avete sentito perché quel capitolo 42 di Isaia¸ che io ho commentato tante volte¸ è quello in cui si presenta il servo di Dio¸ che forse allude a Ciro il re di Persia¸ come colui il quale governa con mitezza¸ ottiene diritto e giustizia non solo senza violenza¸ ma senza forza perché non alza neppure la voce nella piazza. Ed è quel famoso testo dove si dice “Non spegne lo stoppino fumigante e non spezza la canna incrinata” e questo è il testo basilare per capire il profilo di Gesù che viene riassunto nella parola “Tu sei mio figlio” cioè tu sei il re¸ tu sei l’amato esposto alla morte e tu sei il servo in cui Dio si compiace perché guarisce tutti¸ salva tutti. Questa è la cosa importante del testo per cui¸ anche se come ho detto all’inizio rimane oscura l’immagine della colomba¸ anche se rimane oscuro il significato del battezzarsi di Gesù¸ questa frase è una interessante definizione purtroppo¸ ripeto¸ ermetica perché fatta di piccoli suggerimenti che il lettore deve completare con la sua conoscenza della vita e ne ripeto la conclusione: tu sei il vero re che però non usa la forza¸ non solo la violenza¸ che non spezza¸ non distrugge nulla ma risana e guarisce¸ per cui lo stoppino dalla fiamma smorta¸ come traduceva la C.E.I.¸ viene fatto continuare nella sua capacità di dare la luce e la canna spezzata viene restaurata ed è quello che Dio ama. Allora capite che l’atmosfera che si crea con questa frase è quella di una presenza dello Spirito di Dio che guarisce¸ risana e¸ a questo proposito¸ devo dire che è stata intelligente la scelta non tanto della prima lettura¸ ma del salmo responsoriale e del suo ritornello che è il salmo 103¸ che è uno dei più belli del Salterio “Benedetto il Signore che dona la vita”. Di questo salmo voi avete sentito leggere i primi quattro versetti e gli ultimi quattro¸ tutto il centro è stato omesso¸ ed è una descrizione del mondo creato da Dio: delle piante¸ degli animali¸ dei ruscelli. Ma è interessante la parte finale “Tutti da te aspettano che tu dia loro il cibo al tempo opportuno”¸ è parallela a quella del pastore che tiene le pecore in braccio “Tu lo provvedi¸ essi lo raccolgono¸ apri la tua mano si saziano di beni”. Questa è una delle immagini di Dio papà e mamma più graziose di tutto l’A.T.¸ allora questo sí è commento a quella frase “In te mi sono compiaciuto perché sei mite¸ sei buono” e¸ come conclusione¸ ottima la seconda lettura¸ questa è scelta bene¸ che vi pregherei di leggere quando avete tempo anche a casa vostra¸ per poi contare tutte le parole di benevolenza¸ di sollecitudine materna¸ di cura che ci sono in questo testo. “E’ apparsa la grazia¸ apportatrice di salvezza per tutti gli uomini¸ che ci insegna a rinnegare l’empietà” d’accordo “nella attesa della beata speranza¸ della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore. Ha dato se stesso per noi¸ per formare un popolo puro¸ quando si sono manifestate la bontà e la grazia¸ non per opere di giustizia da noi compiute”¸ il che ci dà sicurezza perché se Dio stesse a contare le opere di giustizia e le mettesse sulla bilancia tutti ci spaventiamo e temiamo di non essere promossi¸ “ma per sua misericordia ci ha rigenerati¸ un lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito”¸ accenna al battesimo che assomiglia al ritornello del salmo: benedetto il servo che dona la vita¸ benedetto il Signore che non spezza la canna incrinata¸ che non spegne lo stoppino dicendo ormai è finita¸ non ci sono anticipazioni della morte nell’agire di Dio ma ci sono doni della vita. Ecco¸ allora questa atmosfera di parole di cura è quella che presenta l’ingresso di Gesù nel mondo. Purtroppo le letture esprimono questi concetti nella loro intatta forma originaria che esige¸ purtroppo¸ un po’ di studio e di attenzione per coglierne il significato.