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Omelia EPIFANIA DEL SIGNORE del 6 Gennaio 2007

Omelia 6 gennaio Le tre celebrazioni dell’Epifania oggi (Epifania significa manifestazione)¸ del cosiddetto battesimo del Signore domani e delle nozze di Cana nella domenica successiva fanno parte di quel ciclo liturgico che è nato soprattutto in oriente che è¸ appunto¸ il ciclo della manifestazione cioè sarebbero tre momenti nei quali viene fatta conoscere la vera natura e la vera identità di Gesù Cristo. E su questo tema della manifestazione diremo qualcosa domani e forse domani potremo anche riprendere il tema che è presente nella seconda lettura che è¸ come avete sentito¸ il brano della Lettera agli Efesini. La festività odierna è “manifestazione” per modo di dire¸ in realtà è la festa del riconoscimento della sovranità di Cristo da parte di questi personaggi venuti dall’oriente che Matteo chiama “i Magi” e quindi non è tanto il Signore che si manifesta ma il Signore viene riconosciuto¸ cercato¸ trovato¸ riverito¸ onorato con dei doni. E’ il riconoscimento del valore salvifico di Gesù Cristo da parte di questi stranieri venuti dall’oriente. Questo episodio di Matteo è interessante per vari motivi¸ soprattutto se si dà un’occhiata all’evoluzione che ha avuto nel tempo questa immagine matteana dei magi che vengono ad adorare Gesù¸ la quale ha in Luca (in Luca non c’è questo episodio) una diversa presentazione delle cose perché¸ l’abbiamo sentito il giorno di Natale¸ anche lí ci sono delle persone che vanno ad adorare Gesù e sono i pastori. In Matteo non ci sono i pastori¸ sono due presepi differenti: quello di Luca e quello di Matteo. Matteo ha i magi con la conseguente atmosfera di cui abbiamo già parlato in anni passati¸ l’atmosfera tragica della morte che incombe perché per colpa dei magi Erode uccide i bambini di Betlemme cioè la cosiddetta “strage degli innocenti” e Gesù è costretto a fuggire in Egitto. Quindi è una visione drammatica e i personaggi principali¸ gli unici che adorano Gesù in Matteo¸ sono i magi che poi non è ben chiaro che cosa raffigurassero e come i contemporanei di Matteo li potessero immaginare i magi venuti dall’oriente. Non riusciamo a ricostruire con esattezza che idea si potevano fare a quel tempo i lettori di Matteo sentendo questi titoli: studiosi¸ zoroastriani¸ astronomi che studiavano gli astri¸ difficile ricostruirlo. Più facile¸ invece¸ capire i pastori di Luca. I pastori sono interessanti per vari motivi¸ direi che sono molto più interessanti dei magi¸ a pensarci bene. Da un lato richiamano la storia di Davide quindi hanno un loro retroterra giudaico perché Davide era stato scelto mentre custodiva le pecore della sua famiglia¸ era il pastorello che custodiva le pecore¸ dal gregge fu chiamato e divenne re. Il figlio di Davide si ritrova con questo gruppo di pastori che lo vanno a riverire¸ a differenza dei magi parlano di lui a tutti quelli che incontrano e si diffonde un’atmosfera di serenità e gioia¸ gli angeli cantano “Gloria a Dio e pace sulla terra”. E’ tutto un altro ambiente e si potrebbe anche pensare¸ anzi direi che è giustamente pensabile¸ che Luca abbia preferito questa scena dei pastori con gli angeli che parlano di pace perché ha in mente i suoi lettori¸ e Luca scrive soprattutto per i lettori di lingua greca non ebrei¸ ed è indubbio che viene in mente Virgilio perché Luca effettivamente è inserito nella cultura imperiale del suo tempo¸ quella dell’impero romano perché Virgilio ha scritto l’Eneide¸ noi l’abbiamo tutti studiato a scuola¸ ha scritto anche “Le georgiche” e “Le bucoliche” e la vita della campagna per lui è il paradiso. Adesso c’è la pace¸ le guerre sono terminate¸ l’impero è conquistato e adesso la vita ideale è quella del pastore che suona il flauto¸ le pecore¸ la coltivazione dei campi¸ l’agricoltura. E’ curioso perché se voi vi mettete nei panni di un cittadino di Cremona¸ dal momento che Virgilio era di Mantova ed ha studiato a Cremona¸ che riceve il Vangelo di Luca e legge gli angeli¸ i pastori¸ la pace si trova a suo agio e Virgilio diventa la guida di Dante per scoprire l’inferno¸ il purgatorio ed il paradiso. E’ interessante questo a cui alle volte non pensiamo. La storia di Matteo ha tutta un’altra ambientazione¸ è tutto un altro mondo e¸ ripeto¸ un altro presepio dove c’è il sospetto¸ l’incomprensione¸ l’atteggiamento truffaldino di Erode che dice di andare ad adorare ma in realtà progetta di uccidere e si capisce perché col passare del tempo¸ anche se Matteo non l’ha detto¸ siccome queste persone vanno dal re Erode a chiedere informazioni¸ sono diventati re anche loro. La leggenda medioevale li ha fatti diventare tre mentre il numero non c’è nel Vangelo¸ si deduce che sono tre dai doni: oro¸ incenso e mirra¸ e li ha fatti diventare re ed allora tutto è cambiato. Anche in Luca – Virgilio c’è una dimensione di tipo politico ma è soprattutto la dimensione che presenta i frutti che derivano da una sana politica che porta la pace e porta la possibilità di dedicarsi alla coltivazione dei campi¸ alla custodia dei greggi. Ed è questa riconciliazione con la natura quella che trionfa e di cui Luca è il testimone cristiano. In Matteo la politica è invece ancora quella del re che ha la spada¸ ed è curioso che l’Epifania nel medioevo assuma questo contorno. E’ la manifestazione del potere di Cristo sui regnanti e¸ come nel salmo¸ è curioso anche questo perché “Lo serviranno tutte le nazioni¸ a lui tutti i re si prostreranno” questa tematica che è tipica dell’A.T. dei popoli e dei re. I popoli poi vengono messi tra parentesi perché è il momento in cui i popoli sono i sudditi del re. La grande impresa della Chiesa è stata quella nel medioevo di convertire i re e i popoli venivano dietro. E tutti i grandi santi missionari nei secoli dal quinto in avanti sono quelli che vanno alle corti dei re e convertono i Sassoni: la Gran Bretagna si converte tutta grazie ai re¸ lo stesso vale per quelle parti della Germania che si convertono¸ non parliamo della Francia. Ed allora ecco che su tutte le cattedrali c’è raffigurata l’Epifania con i re che si prostrano ed è per questo che Carlo Magno¸ che è il primo che probabilmente ci credeva sul serio¸ che si sente investito da Dio come il suo Messia¸ vuole che le reliquie presunte dei magi da Milano vadano a Colonia¸ dove ancora si troverebbero. E sono tutte cose che sí¸ sono curiosità storiche¸ se volete¸ ma ci fanno capire come il cristianesimo¸ nei secoli che ci hanno preceduto¸ come si è inculturato in Europa¸ la vecchia immagine lucana è restata a livello popolare¸ ma quella che ha dominato in tantissimo tempo è questa immagine mattana “A lui si prostreranno”¸ a lui si devono prostrare tutti i re della terra. Per questo il grande scandalo è quello di Napoleone che prende la corona e se la mette da solo sul capo. E per questo¸ invece¸ i re d’Inghilterra vengono ancora incoronati dal Primate della Chiesa anglicana. Sono rimaste tutte queste cose¸ cose vecchie che col tempo scompariranno¸ ma tutte rispondono alla domanda¸ che è quella che vi lascio per la vostra riflessione¸ poi torno all’altare: secondo voi¸ oggi¸ chi dovrebbe andare a prostrarsi davanti a Gesù Cristo per onorarlo? Non è più tempo dei pastori e dei contadini¸ anche se in fondo potrebbe ancora diventarlo. Certamente non è più il tempo dei re che non ci sono e¸ dove ci sono¸ sono figure simboliche¸ ma non è più la politica che si prostrerà al Cristo Signore perché¸ capite¸ dire Epifania è dire la vera festa di Cristo Re¸ come il Venerdí Santo¸ vuol dire che lui è il Signore dei popoli e delle nazioni ma il vecchio schema¸ quello dell’A.T.¸ del medioevo che ha lasciato tracce interessantissime del re che si prostra e con lui tutti i popoli¸ non ha più senso nel mondo moderno. Voi chi vi aspettate che dovrebbe essere invitato ad andare a Betlemme e riconoscere in Cristo la luce della sua vita e la luce del mondo? Chi? Noi¸ tutta la gente comune? Certo. C’è una categoria particolare di cui parla anche una preghiera dei fedeli che avete sul foglietto (noi non la leggeremo perché c’è un amico che le prepara da alcune domeniche cercando di scriverle come le scriverebbe un uomo moderno¸ può darsi che siano più belle o più brutte che non quelle del foglietto¸ ma se non altro hanno il pregio di essere confezionate in casa¸ qui¸ quindi non leggeremo le preghiere del foglietto)¸ una delle preghiere dei fedeli segnala una categoria di persone che secondo molti bisognerebbe pregare perché siano loro i primi ad andare a riconoscere il primato di Cristo e sono gli scienziati cioè coloro che si occupano della conoscenza del mondo a cui si affiancano i tecnici che costruiscono. Forse¸ se ci pensate bene¸ la categoria che oggi più di tutte sarebbe un bene¸ secondo noi cristiani¸ che contattasse Gesù Cristo rendendogli qualche onore¸ dovrebbe essere proprio quella dei ricercatori perché sono loro oggi che hanno in mano il futuro non i politici. Ecco perché il Papa insiste tanto sulla convergenza e sulla pacificazione tra ragione scientifica (perché quella filosofica è morta e sepolta) ragione scientifica e fede. Allora la preghiera e l’aspirazione dell’Epifania è questa: che tutti gli studiosi e i ricercatori vadano a Betlemme e si prostrino davanti al Signore.